Usato sicuro? Guida all’acquisto
Acquistare un usato è sempre una scommessa, anche i più attenti possono ritrovarsi ingannati. Una volta esistevano in ogni città dei giornalini locali che vivevano pubblicando solo annunci; li sfogliavi, trovavi quello che cercavi, telefonavi per un appuntamento e se la bici era quella giusta la prendevi. Ora abbiamo internet, decine di siti con migliaia di annunci sia nazionali che internazionali e le spese di spedizione si sono talmente ridotte che acquistare oltre confine con due click è operazione alla portata di chiunque. L’aspetto positivo è che c’è ampia scelta per chi cerca e vasto mercato per chi vende; l’aspetto negativo è che il raggiro è diventato più semplice. Malgrado le mie tante attenzioni ne caddi vittima pure io (e raccontarvelo in apertura di un articolo su come acquistare un usato non invoglia a proseguire la lettura…) alcuni anni fa. Vidi l’annuncio, contattai il venditore, chiesi immagini supplementari, scambiai diverse telefonate e alla fine mi arrivò a casa un pezzo di ruggine. Le foto erano state scattate anni prima, quando la bici era in perfette condizioni e al telefono aveva mentito su tutto. La cosa giusta sarebbe stata denunciarlo, ma la tenni, la restaurai con amore e adesso viaggia felice con un altro ciclista a cui l’ho ceduta, stavolta davvero perfetta. Quindi leggere questa guida non vi blinderà contro i truffatori; però vi aiuterà a smascherarne una buona parte. Del resto compro e vendo bici e componenti da moltissimi anni e un solo raggiro su centinaia di transazioni lo rende trascurabile. Mettetevi comodi, c’è tanto da leggere. Ma ne sarà valsa la pena se il tempo impiegato da me a scrivere e da voi a leggere vi avrà messo in sella alla bici desiderata, senza brutte sorprese. Un ultimo pensiero prima di chiudere questa lunga introduzione: scrivere questa guida mi rattrista. Considerarla necessaria significa ammettere che la fiducia verso il prossimo è speranza, non realtà. Peccato.
Per rendere questa guida il più completa possibile dovrò prendere in considerazione due differenti ipotesi: acquisto online senza poter vedere la bici se non in foto e acquisto dal vivo. Partiamo dall’acquisto online.
Se da un lato internet ci consente di scovare la bici che stavamo cercando, e non sempre perché io una Peugeot Normandie della mia taglia sono anni che la cerco invano (codice P 531 W, versione Shimano tripla e dinamo dietro scatola movimento, tg 54: se ne avvistate una, preferibilmente blu…), è anche vero che compriamo quasi a scatola chiusa. Ma con alcuni accorgimenti possiamo se non escludere completamente, di sicuro limitare la possibilità di un inganno.
A meno che non si tratti del modello specifico a lungo cercato, prima di ogni contatto è bene raccogliere informazioni su marca e modello, in giro per la rete. Per esempio: se trovo la Normandie mi attacco al telefono un secondo dopo; ma se cerco una generica bici da turismo in acciaio degli anni ’80 e vedo qualcosa che potrebbe fare al caso mio, prima di ogni contatto mi studio il modello cercando di capire se il proprietario ha apportato modifiche, eliminato o aggiunto accessori e così via. E’ solo apparentemente una perdita di tempo, in realtà è tutto tempo guadagnato, per chi compra e per chi vende. Chi compra ha già una idea di come stanno le cose raffrontando le foto pubblicate coi risultati delle proprie ricerche, e durante le ricerche avrà avuto modo anche di capire se la richiesta economica è onesta o del tutto campata in aria; chi vende dialogherà con qualcuno che già conosce l’argomento.
A proposito di richiesta economica: stabilire un valore certo è impossibile, ma un range di prezzo si. Se, e torno con l’esempio alla Peugeot Normandie, ne dovessi trovare una tutta originale e ben tenuta per me quella bici varrebbe ben più del suo effettivo valore e accetterei anche richieste fuori mercato. Però fino a un certo punto, d’accordo la passione ma farsi prendere per i fondelli no. Ormai basta che qualcuno abbia in casa una vecchia bici da corsa e crede di aver conservato il tesoro di Zio Paperone. Non è così, perché una cosa è una bici vecchia e una altra una vecchia bici. Mentre sul nuovo, per quanto nuovo, basta che varca la vetrina del concessionario senza nemmeno aver percorso un metro che è già un usato, ergo vale meno. In giro si vedono annunci con richieste assurde e questo alimenta la falsa consapevolezza che quello sia il loro valore: no, quella è la cifra del tutto sballata che viene chiesta, e infatti restano invendute.
La ricerca in rete potrebbe, ma non sempre, averci fornito anche qualche ulteriore indizio. La rete non dimentica, ed è possibile imbattersi in qualche forum o sito a cui il proprietario della bici partecipa, magari presentando proprio quella bici che dopo un paio di anni ha deciso di vendere. Ok, sembra che ci abbia preso la paranoia, ma se magari il venditore sei mesi prima ha pubblicato un post in un forum perché “aiuto, mi si è spaccata la scatola movimento, la incollo?” e poi la bici la vende come immacolata, beh, proprio paranoico dare una sbirciata non è. E in più ci si fa una idea della persona, che pure è importante. Io ormai verifico e ricontrollo fino alla più piccola minuzia prima di pubblicare un annuncio: provate a pensare che figura barbina farei altrimenti…
Bene, la bici è giusta, il prezzo pure (e magari c’è anche un certo margine per trattare, io per esempio faccio sempre uno sconto a chi ritira di persona evitandomi il plus di lavoro per l’imballo) è il momento di contattare il venditore. Se c’è il numero di telefono meglio usarlo subito; altrimenti una mail ma per favore: non sintetica e non minacciosa; e nemmeno da prendere o lasciare. E’ buona norma oltre che buona educazione salutare, presentarsi e dichiararsi interessati alla bici, “ma sono necessarie ulteriori informazioni e foto: quando è possibile sentirci per telefono?” Non immaginate quanto sono fastidiose le mail sgrammaticate e arroganti, di quelli che scrivono partendo dal pregiudizio che dall’altra parte ci sia per forza un truffatore. Per non dire di quelli che, per un annuncio di una bici a 400 euro ti scrivono ” 100 euro, passo stasera”; come se tu stessi lì a patire la fame, disposto a tutto pur di vendere. Vi svelo un segreto: prima cestinavo all’istante, adesso mi diverto a tenerli sulla corda: “…si, una buona offerta la tua, mi dai 24h per pensarci? Scrivimi domani”. Alcuni li tengo sulla corda anche un paio di settimane… 😈
A parte questo, un consiglio anche per i venditori: rispondete sempre in modo completo (ovviamente a chi vi si rivolge nella giusta maniera) e trattate chiunque come fosse l’unico interessato; non mostratevi mai reticenti o frettolosi. Siamo persone oneste, non pubblichiamo annunci fasulli e nulla abbiamo da nascondere. E’ giusto che chi si trova ad affrontare la nostra richiesta economica si senta assolutamente tutelato e soddisfatto. Da ciclista a ciclista: come ci sentiremmo ad aver tratto in inganno un nostro fratello sui pedali? Un graffio può esserci sfuggito in assoluta buona fede, malgrado tutto il nostro impegno nell’imballare con cura qualcosa può essersi danneggiato durante il trasporto. Mentire mai però, se una cosa non funziona lo si dice, si abbassa il prezzo o lo si monta nuovo prima di vendere. E mettete sempre in risalto ogni pecca. D’accordo, un reggisella basta montarlo una volta sola che si segnerà e quindi è normale; ma ogni graffio, componente usurato o che si avvicina alla fine del ciclo vitale, o qualunque altra cosa non sia perfetta deve essere subito dichiarata. Come detto sopra, un segno sulla vernice in un punto nascosto può esserci sfuggito, ma se siamo onesti da subito una piccola sbadataggine ci sarà perdonata, il compratore sarà sicuro della nostra buona fede e non si sentirà raggirato.
Torniamo dalla parte dell’acquirente. Il contatto “umano” è fondamentale. Per telefono è possibile in pochi minuti affrontare i tanti argomenti che via mail richiederebbero ore di scrittura, per ambo le parti. E, come per la nostra attività di spionaggio in rete, il contatto diretto aiuta a capire con chi si ha a che fare. Non sempre, ci sono cascato pure io, ma almeno posso dire di esserci cascato una sola volta in vita mia. Con la scusante che quando si tratta delle mie amate francesine perdo lucidità.
Ma come fare a capire se dall’altra parte c’è un onesto ciclista o un truffatore? Se è truffatore esperto per noi ciclisti onesti c’è poco da fare: a certi stratagemmi non penseremmo mai, non fanno parte del nostro essere, quindi rassegnamoci. Se però dall’altra c’è quello “che ci prova” beh, qualcosa possiamo fare: seguiremo i consigli del maestro Sun Tzu. E chi è? Un generale nato in Cina circa 2500/2700 anni fa (gli storici non concordano) che ci ha lasciato un saggio ancora attuale. I suoi tanti consigli li metto in pratica con successo nel mio lavoro e due di questi sono: lasciare che il nemico ti sottovaluti e mostrare subito al nemico tutta la tua forza. Ora non esageriamo, un acquisto non è una battaglia (il mio lavoro si…) ma se pacifichiamo i termini tutto rientra nel giusto alveo.
Mi spiego con due esempi. Se dall’altra parte ho il classico fanfarone mi fingo del tutto impreparato, lo lascio parlare e dal numero delle sue sciocchezze valuto se è il caso di fidarmi o lasciar perdere: 99 volte su 100 lascio perdere. Se dall’altra parte ho uno che vorrebbe fare il fanfarone ma proprio non ci riesce, si sente che le cose che dice le racconta per “promuovere” la vendita ma in fondo non ci crede manco lui, allora gli spiego chiaramente chi sono, cosa faccio, gli illustro la sua bici meglio di quanto la conosca lui e valuto se è il caso di approfondire: 80 volte su 100 acquisto, e mai un bidone, ma esattamente ciò che ci siamo detti, sfrondato subito del superfluo. Se infine dall’altra parte ho un fanatico come me il maestro Sun non serve, ci capiamo al volo, e magari restiamo pure una ora al telefono ma a parlare di bici e ciclismo in generale. Ovviamente 100 volte su 100 la bici la prendo.
A volte si ha a che fare con venditori in assoluta buona ma del tutto impreparati: tu chiedi la taglia e quelli rispondono “ruote da 28”; se nomini la guarnitura devi poi spiegargli mezz’ora cos’è per sentirti rispondere “ah si, i pedali ci sono”, se accenni a perno quadro o octalink cala un imbarazzato silenzio; e quindi non resta che armarsi di santa pazienza, spiegargli come si misura un telaio (io ho in memoria sul pc testo e immagini già pronti…) e chiedere che ti scatti delle foto, indicando precisamente cosa ci serve.
E cosa ci serve? Bella domanda, provo a rispondere. Più o meno quello che dovremmo controllare dal vivo. Guarnitura, per capire modello e marca se non indicato, ma questo vale per le vecchie signore, dettaglio dei denti per capirne l’usura (se hanno profilo appuntito sono da cambiare) e per lo stesso motivo pacco pignoni, cambio (occhio alle pulegge, non le cambia mai nessuno e se il venditore dice 100o km massimo ci ho fatto! le pulegge non possono mentire…), e deragliatore. Inutile dire che i componenti devono essere omogenei. Un cambio Dura Ace su una bici tutta Ultegra o viceversa ci può stare; il proprietario ha voluto migliorare o risparmiare sulla sostituzione, a seconda della combinazione. Un cambio Campagnolo su trasmissione Shimano no, non ci può stare.
Se è bici storica o comunque vintage servono dettagli di tutto, dai freni ai comandi ai mozzi, sempre se il proprietario non ne ha idea “…sai, era in soffitta da 30 anni, l’ho trovata durante il trasloco”; se è moderna non è necessario. E poi il telaio, e qui c’è da discutere. Se il proprietario ha messo in evidenza la presenza di qualche graffio già nell’annuncio non avrà difficoltà a fornirvi immagini più dettagliate; e se la bici è in acciaio o alluminio la situazione è di solito facilmente risolvibile. Ma se abbiamo a che fare con la fibra di carbonio può accadere che il venditore sia in assoluta buona fede ritenendo quel segno un semplice graffio; però potrebbe anche essere una crepa della vernice dovuta a un parziale cedimento delle fibre sottostanti (occhio, col bianco sul carbonio fino a qualche anno fa era quasi fisiologico che in alcune zone, per esempio la scatola movimento, la vernice si crepasse ma solo la vernice; quindi potrebbe non essere preoccupante) e in questo caso meglio indagare il più possibile. Se sulla bici sono presenti adesivi che nulla hanno a che fare la grafica e sono posti in punti particolari, di quelli che se la bici cade sono i primi a toccare per capirci, meglio chiedere spiegazioni, e se non soddisfacenti chiedere foto con adesivo rimosso (basta un normale asciugacapelli); se il venditore si mostra reticente non è buon segno, e anche se sotto tutti gli altri aspetti la bici mi soddisfa in questo caso io desisto.
Una foto di nastro manubrio o manopole aiuta a comprendere lo stato di usura della bici, capire cioè se i famosi 1000 km percorsi (ma perché tutti vendono le bici appena scoccano le quattro cifre?) può a volte svelarci se il venditore stia mentendo o meno; se poi il nastro lo ha cambiato il mese prima, pazienza, ma non del tutto. Se il nastro è immacolato è quasi certo che la bici ha percorso ben più di 1000km, un nastro dura per molto più tempo di quello necessario a percorrere la distanza che fa scattare la tagliola della vendita.
Lo stesso vale per la sella, ma qui che sia nuova ci può stare; magari il ciclista ha rimontato la sella originale, tolta subito perché lui non ci si trovava e quindi ve la vende con quella; la sella a lui congeniale se la tiene. Però se notate questo dettaglio meglio chiedere, se le cose stanno così non avrà difficoltà a dirvelo.
I pedali, come la sella e il nastro, possono essere un altro utile indicatore del chilometraggio effettivo. Di solito le bici da corsa o le touring più costose vengono cedute senza pedali, perché o di serie non ci sono oppure quelli forniti sono scarsi e il proprietario ne ha acquistati a parte. Se qualcuno dovesse giudicare l’anzianità di una mia bici da corsa solo dai pedali resterebbe basito: in realtà sono pedali che mi accompagnano da oltre dieci anni, passano di bici in bici e mi ci sono affezionato, un portafortuna (o feticcio, a seconda dei punti di vista) pieni di graffi e segni. Quei pedali hanno decine di migliaia di chilometri nei cuscinetti (perfetti, ancora oggi) e no, non li cedo insieme alla bici, inutile chiedere. Ma anche su questo aspetto, se doveste notare qualcosa di strano, un venditore onesto non avrà problema a fugare ogni vostro dubbio.
E ricordate che su bici storiche più che lo stato dei componenti conta la loro originalità: una vecchia Colnago o Super corsa, tanto per dirne due, valgono molto più col cambio originale ma graffiato che con sotto un cambio moderno. Io se vedo una Peugeot con lo Shimano SIS sei velocità prima piango e poi chiamo i Carabinieri…
Se tutto corrisponde, se dall’altra parte il venditore si è mostrato onesto è la cifra richiesta ci appare giusta (non un affarone, che non nascondo farebbe piacere, capisco voler risparmiare: ma ogni cosa ha un valore e se ci viene chiesto quello congruo lo paghiamo e basta, magari chiediamo uno sconto ma non stiamo lì a lottare per i centesimi) non resta che pagare e attendere il pacco a casa. Sperando che una volta aperto non si riveli per davvero un “pacco”, cioè una truffa. La certezza l’avremo solo vedendo la bici, ma se abbiamo fatto tutto ciò che ho scritto è quasi certo che il nostro sarà stato un acquisto felice. Poi, l’ho detto, contro i truffatori professionali c’è poco che noi possiamo fare, proprio non ci arriviamo a immaginare i loro sotterfugi, non fanno parte del nostro essere.
Bene, fine della parte relativa all’acquisto online, passiamo a quello dal vivo. Che è sempre preferibile ma se questa benedetta Peugeot Normandie sta a Bolzano, che faccio, mi sparo 1000km per vederla? Beh, in effetti…
No, ok, non divago. Allora: siamo fortunati, nella nostra città c’è un tipo che vende la bici che cerchiamo (per caso una Normandie? No eh? Ci ho provato…) fissiamo un appuntamento, ovviamente è preferibile in un orario in cui sia possibile sfruttare la luce del giorno se gli impegni lo consentono, sennò porteremo con noi una potente torcia, e ci apprestiamo a dare una occhiata alla bici, pedalandoci pure.
Per prima cosa una attenta ispezione al telaio, stavolta lo abbiamo davanti a noi e possiamo esplorarne ogni anfratto. Vale la distinzione tra acciaio e alluminio, dove è bene osservare con attenzione tutte le saldature, e la fibra di carbonio dove invece dobbiamo prestare attenzione a crepe e rigonfiamenti della vernice. Poi passiamo alla trasmissione, analizzando alla stessa maniera di come descritto sopra parlando delle foto da richiedere. Non avete letto perché “no, in rete non compro”? Male, io mi faccio un cu… ehm, io faccio tanta fatica a scrivere, mica potete saltare a piè pari! Quindi su, scorrete verso l’alto…
Aggiungo: avendo la bici davanti, se abbiamo un misuratore di usura catena con noi non è male una controllata.
Alcuni controlli li possiamo fare solo a mano. Impugnando il manubrio tiriamo forte i freni, tutti e due, e spostiamo la bici avanti e indietro. Se non avvertiamo giochi nella serie sterzo (attenzione a non confondere col normale movimento dei corpi freno) bene; se qualche gioco c’è è il caso di indagare. Può essere un semplice allentamento ma se puntando forte al suolo con la ruota anteriore tenendo al contempo la posteriore sollevata avvertiamo scalini o “grattare” ruotando lo sterzo il danno può esserci. Tutto poi dipende dalla serie sterzo e dal prezzo richiesto. Sostituirla è semplice ma il prezzo andrà rivisto di conseguenza.
Ruote. Prima una ispezione visiva dei raggi per assicurarci non ce ne siano di storti e che i nippli siano in buone condizioni, non “mangiati” che indicherebbe che qualcuno ci ha messo le mani in modo maldestro. Poi afferriamo i raggi a due a due e premiamoli avvicinandoli. Non offre una diagnosi definitiva ma una indicazione attendibile sul tensionamento si. Se eccessivamente tesi in modo alterno (uno tesissimo, altro cedevole) non va bene, i raggi devono conservare una loro elasticità. Troppa tensione, soprattutto solo su alcuni raggi, significa che la ruota è stata centrata ma male. Ossia si è lavorato solo sulla tensione delle zone di contatto col centraruote, senza valutare la ruota nel suo complesso. Se l’esame dei raggi non rivela alcunché di anomalo diamo una rapida verifica alla centratura. Se la bici è dotata di freni al cerchio possiamo usare i pattini come riferimento, basta avvicinarli. Se l’impianto è a disco va bene anche una matita poggiata sul carro e tenuta ferma con mano salda: se la ruota è decentrata, la matita ci indicherà i punti di contatto. Con le ruote non abbiamo finito. L’usura delle gomme è trascurabile, al massimo incide sul prezzo finale. Lo stato di piste frenanti e cerchio no. Molte piste hanno un indicatore di usura, un foro che deve essere visibile: se è scomparso, il cerchio è andato. Se invece il cerchio l’indicatore di usura non lo ha mai avuto allora dobbiamo basarci sulle condizioni delle piste. Se presentano solchi profondi, nettamente avvertibili al tatto, non va bene. Una occhiata lungo tutta la circonferenza esterna, la zona a contatto col copertoncino per capirci, può svelarci se il cerchio ha preso botte o, peggio, spigoli. Molto più pericolosi perché concentrano tutta la pressione su una zona limitata.
Vi consiglierei di rimuovere le ruote dal telaio per verificare la presenza di giochi e l’usura dei mozzi. Ma se il gioco è facilmente rilevabile, l’usura richiede mano esperta per essere decifrata. Comunque, tenendo l’asse fra pollice e indice sia a destra che a sinistra, far girare la ruota e cercare di capire se i cuscinetti grattano, hanno scalini o appaiono frenati. Nei primi due casi sono da cambiare, e se si tratta di un mozzo a coni e sfere di una vecchia bici, e per di più di marca ignota, trovare i ricambi potrebbe essere difficile. Se appaiono frenati può essere che vogliono solo una ingrassata/registrata. Ma non è certo, andrebbe aperto e verificato, possono esistere più cause e qui, in un articolo, è impossibile stilare ogni possibile ipotesi. Come fare poi a descrivere la “sensazione” tra le dita e indicare il suo corrispettivo? Non si può fare, quindi se non avete esperienza sufficiente meglio farvi accompagnare da chi questa esperienza la possiede. Se parliamo di una bici economica va bene, fa nulla; ma se il valore, storico ed economico, è elevato, tormentare l’amico che ne capisce è giustificato.
Come scritto sopra (siete risaliti a leggere? bravi!) usura di nastro o manopole, sella, e pedali aiutano a comprendere quanto la bici è stata su strada. E attenzione agli adesivi messi a casaccio.
Ma il vantaggio di visionare la bici è un altro: poterla provare su strada. In questo caso se il venditore vi chiede una garanzia, per esempio trattenere un vostro documento, non dovete risentirvi e anzi, comprendere le sue ragioni. Sta affidando una bici del valore di centinaia o migliaia di euro nelle mani di un perfetto sconosciuto, chiedere un minimo di tutela è normale. Io mi regolo a seconda di alcuni elementi. Se conosco il ciclista nessun problema, se mi è stato presentato da amici pure; altrimenti mi offro di pedalare insieme, che tra l’altro è anche una buona cosa perché posso regolargli l’assetto vedendolo in azione. Insomma, quale che sia la condizione posta dal venditore, non deve essere male interpretata, offendendosi.
In ogni caso è buona norma accordarsi prima col venditore, preavvisandolo che sarà nostra intenzione pedalare. Sia per evitare spiacevoli malintesi e sia per dar modo al venditore di portare con sé gli attrezzi necessari per regolare altezza sella e manubrio. Se non li ha, portiamoli noi ma, per favore, ricordate che se andate a provare una bici in carbonio dovete portare una chiave dinamometrica, nessun minitool da pochi centesimi.
Perché è importante la prova su strada? Perché sul cavalletto da lavoro una bici non è sotto carico e quello che “a riposo” funziona perfettamente una volta messa la bici in strada può mostrare le sue magagne, se le ha. Una ruota può girare a vuoto per tempo lunghissimo ed essere inchiodata una volta poggiata a terra. Lo stesso per la trasmissione, perfetta sul cavalletto, ballerina nelle cambiate sotto carico. A volte può essere solo la necessità di una buona manutenzione, altre il sintomo di catena/pignoni/corone da sostituire. A occhio sembrano stare bene, ma non è così.
E poi la bici deve andare dritta. Certo non possiamo andare a vedere una bici portandoci le dime (ma qualche attrezzo si…) e se un telaio è appena storto, a occhio chi lo riesce a vedere? Nessuno, quindi in strada a pedalare.
Se la frenata è imprecisa o rumorosa possono essere le piste o le tacchette sporche; di quello sporco che non si vede, per esempio l’olio che è penetrato nelle tacchette. Succede soprattutto al posteriore, quando si eccede col lubrificante sulla catena nella falsa convinzione che più se ne mette meglio è. L’olio in eccesso imbratta le piste frenanti che a loro volta contaminano le tacchette e il risultato è una netta vibrazione al posteriore in frenata. Che in tanti lamentano, vagano per meccanici, cercano consiglio in rete e se ne sentono di tutti i tipi; quando bastano uno sgrassante e una spugnetta.
Se la bici è accessoriata con parafanghi, portapacchi e luci, un giro in strada ci fornirà subito conferma delle loro condizioni. Quel parafango che da fermo sembrava solido, una volta mosse le ruote inizia a fare un rumore di inferno. Succede coi parafanghi in alluminio o acciaio, si crepano se mal montati o se di cattiva qualità (e ahimè, ho scoperto che ad alto costo non corrisponde altrettanta fattura) nelle zona di attacco. Guardare con attenzione. Così come è bene osservare i punti di ancoraggio del portapacchi, alla ricerca di eventuali anomalie dovute a carico eccessivo.
Una volta tornati dal giro, se qualcosa non è come dovrebbe dobbiamo interrogarci: vogliamo questa bici ugualmente, tanto poi sistemiamo noi? Per alcune magagne, sfuggite al venditore in buona fede, è lecito chiedere una riduzione sul prezzo. Per componenti usurati dipende dal prezzo chiesto; se per esempio la bici ha valore di mercato in perfette condizioni di circa 500 euro e il venditore tanto chiede, allora c’è da scalare per ciò che è usurato troppo/da sostituire. Se in virtù dello stato di usura il venditore chiede 300 euro, allora è onesto, prendiamoci il caffè insieme e concludiamo.
Una trattativa può anche essere simpatica, seppure è pratica nella quale sono del tutto incapace, sia quando vendo che quando compro. Una singolar tenzone no, diventa fastidiosa. Un affare è un buon affare quando tutte e due le parti in causa si salutano contente. Ma se trattativa deve esserci, per favore, evitiamo frasi del tipo “ho dovuto fare 100km per venire, la benzina, l’autostrada..”; ok, e se erano 1000km che facevamo, ti dovevo dare la bici gratis e pure i soldi di differenza? Oppure “la sella non mi piace, la devo cambiare, scaliamo”. Eh no, se è rotta è un discorso, ma se il fregio non è di tuo gusto poco da fare. Insomma, anche noi acquirenti cerchiamo di essere più malleabili. In fin dei conti la bici ci piace, sta bene, il venditore con pazienza ha accolto ogni nostra richiesta, si è instaurato un buon rapporto, direi basta, chiudiamo e portiamo la bici a casa. Dove la potremo controllare con la cura che su strada non era concessa.
Non ho menzionato i materiali di consumo, solo le gomme di sfuggita, tralasciando cavi, guaine, tacchette ecc. C’è poco da verificare, è tutta roba che se usurata andrà sostituita, non è che funziona o non funziona. Le loro condizioni sono da valutare solo in rapporto al prezzo richiesto, ossia se la cifra è congrua viste le condizioni generali.
Siamo in chiusura. Inutile indicare qui le operazioni da svolgere una volta entrati in possesso del nostro usato, sia perché sono da valutare caso per caso e sia perché è tutto reperibile nella sezione officina di questo blog, per cui potete fare riferimento all’indice in modo da trovare subito ciò che vi interessa; e per quello che non c’è potete sempre scrivermi all’indirizzo mail del blog.
Pedalate felici.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Bravo Fabio, dovevi aspettare che venissi, diciamo “illuso”, per scrivere questa meravigliosa guida agli acquisti? E’ vero però che tante cose me le avevi spiegate ma che al momento dell’acquisto mi sono dimenticato di tenerle bene a mente, illuso dalle ottime capacità di vendita del negoziante.Consiglio a tutti di seguire le indicazioni di Fabio perchè io non l’ho fatto ed ho comprato la bicicletta sbagliata. Sbagliata nella misura, con una meccanica che sembrava un’insalata russa e con la conseguenza di essere irrivendibile ect ect.
No Giovanni, questo ritardo rispetto alle tue richieste non è voluto. Era in bozze da tempo, ma finito in coda per rispettare la scaletta dei test; che non vanno solo scritti, prima devo trovare il tempo per provare le cose, fare le foto ecc e quindi alla fine si prendono molte più ore di quanto sembra. Comunque, come hai notato, non hai scoperto nulla rispetto a quanto ti dissi: poi se non l’hai seguito… 😀 😀 😀
Fabio
Tu sei unico nel lavoro che fai per tutti noi appassionati ma ci sono dei negozianti che in quanto a capacità incantatorie non sono secondi neanche a Circe, sopratutto quando non si è ancora riusciti a metabolizzare e fare proprie tutte le tue indicazioni.
Dovevi legarmi all’albero maestro 🙂 🙂 Sai che come ogni bravo ciclista faccio spesso il contrario di quello che dico, però onestamente nel caso di quell’acquisto avrei voluto veramente seguire i tuoi consigli. Inutile piangere sul latte versato, consiglio a tutti di non farsi prendere da entusiasmi ed a costo di risultare pignoli osservate con cura ciò che vi viene proposto.
Fabio, nell’articolo ha scritto che la “rete conserva memoria”, infatti solo tramite essa sono riuscito a capire che mi era stato venduto un modello di ben nove anni fà, spacciato per più recente. Ricordate, se può servire, che le case costruttrici col passare del tempo aggiornano le livree e le colorazioni delle biciclette, fate attenzione perchè è un utile indicazione sul periodo di costruzione della bicicletta, salvo che non si stata riverniciata, però anche in questo secondo caso, difficilmente un artigiano riesce a replicare fedelmente la livrea originale, sia in termini di posizione e dimesione decalcomanie che combinazione colori.
Ciao Giovanni, nella guida si noterà ho distinto tra acquisto online e acquisto dal vivo, senza alcun cenno ai negozi. Ma non è stata dimenticanza: semplicemente, e purtroppo, anche andando in negozio (non tutti, ovvio) c’è da fidarsi fino a un certo punto, quindi si controlla tutto uguale…
Fabio
Grazie, con questo articolo ti sei superato!
Mappete, allora come media devo essere un plinto… 😀 😀 😀
Scherzo; grazie, fa piacere lo troviate interessante. Lungo, solo testo, senza immagini per non appesantire il caricamento (l’idea è che uno che se lo apre sul telefono per una ripassata mentre guarda una bici…) non è lettura leggera. Spero però utile.
Fabio