Telaio Planet X London Road
Negli ultimi tempi avrete notato il mio interesse per le bici tuttofare. E’ un tipo di ciclismo che mi intriga da molti anni, anche se confesso che in gioventù ne creavo molte per gli altri e poche per me, faticavo a resistere alle lusinghe delle sportive. Il fenomeno gravel viaggia col vento in poppa ma nell’oceano di proposte è difficile per un capitano scegliere la giusta rotta. Nella corposa stiva di questa etichetta gravel si sta facendo rientrare un poco di tutto, dalle ciclocross addomesticate alle bici da turismo incattivite. Tanti credono che bastano una piega, due gomme grasse e dei freni a disco che la gravel è servita, più veloce di un pasto pronto nel microonde.
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E con tante versioni salgono sia la confusione per i ciclisti che i listini delle case. Ormai ci sono modelli che costano ben più di qualche specialissima da corsa o da fuoristrada. Non ci siamo, una bici gravel è una bici da poter usare nelle più svariate situazioni e senza troppi patemi. E’ difficile usare in città e lasciare al palo qualche migliaio di euro di carbonio oppure saltellare allegramente su dossi e cunette col rischio di trasformare in coriandoli le tante banconote lasciate sul bancone del negozio.
Per questo mi sono messo alla ricerca di qualcosa di affidabile, poco costoso, non molto conosciuto da noi e di cui i tanti possessori parlano bene.
Ma in questo articolo non presento la bici completa: solo il telaio. Il test arriverà, però ho pensato che iniziare a familiarizzare con telaio e forcella è comunque una buona cosa. Infatti Planet X propone la vendita della bici completa in diverse configurazioni ma anche il solo kit telaio o la sola forcella. Spesso lancia anche qualche buona offerta promozionale ed è facile portarsi a casa telaio e forcella con meno di 180 sterline. In euro dipende dal tasso di cambio del momento, e il mio consiglio è pagare in sterline e non affidarsi alla conversione automatica del sito, sempre più onerosa.
Il telaio in alluminio 6061 pesa alla mia bilancia 1600 grammi in taglia 54; la forcella 760 grammi. I pochi grammi in più e in meno rispetto ai dati ufficiali (1540 e 780) sono nella norma. Piccoli scostamenti, la bilancia che sfasa, insomma, nulla di strano in questa discordanza.
Le geometrie sono come usa dire “rilassate”. In questa taglia 54 abbiamo un corposo orizzontale da 540 mm, il piantone da 510mm e il tubo sterzo da 140mm. Con un angolo del tubo sella di 74 gradi e un offset della forcella di 45mm otteniamo una geometria comoda ma non eccessivamente aperta e la bici si mantiene abbastanza compatta grazie anche al carro da 435mm.
Diversi i colori disponibili, dal nero matto con grafiche tono su tono allo squillante zesty lime passando per un marziale verde oliva e un giovanile blu dragon.
Diamo allora uno sguardo a questo telaio in versione matt black aiutandoci con qualche immagine; e partiamo dalla scatola di sterzo conica, con la parte superiore da 1″ e 1/8 e quella inferiore da 1,5″.
La lavorazione del tubo sterzo è del tipo per serie sterzo integrate. Giusto per amor di completezza e perché il sito ufficiale è davvero scarno di informazioni tecniche, le sedi dei cuscinetti sono adatte a ospitare nella parte superiore un cuscinetto da 45 gradi, quella inferiore pure: insomma, cambia solo il diametro.
Dallo sterzo parte l’orizzontale ben dimensionato, abbellito da un adesivo che celebra il modello.
Nella vista laterale si apprezzano meglio sia la curvatura che il netto schiacciamento della tubazione nella zona centrale, un toccasana quando carichi la bici in spalla.
Un altro piccolo adesivo in prossimità dell’innesto sella pubblicizza il marchio.
L’ingresso del reggisella è semplice e richiede un collarino da 34,9mm per serrare a dovere un tubo reggisella da 31,6mm.
Massiccio come sempre coi telai in alluminio il tubo obliquo.
A impreziosirlo arriva la sezione differenziata, con la zona superiore schiacciata ai lati, a sogliola direi, e quella inferiore che riprende la più classica forma tondeggiante. In nero non è perfettamente visibile come con altri colori più accesi. Attacco portaborraccia in posizione standard.
Molto belle le grafiche che lo addobbano, col marchio in nero lucido ricavato con un adesivo listellato; stesso motivo anche sul tubo sterzo.
Lo si apprezza davvero solo avvicinandosi e per qualcuno potrebbe essere un limite. Non per me, mi piace molto.
Sotto l’obliquo le sedi filettate per i registri di tensione cambio e deragliatore, nel classico formato M5.
Nulla da dichiarare per il piantone, tondo, semplice e pulito. Anzi no, qualcosa da dichiarare c’è ed è il simpatico adesivo che riproduce il Big Ben, posto appena sopra l’attacco del secondo portaborraccia.
Il piantone è privo della staffa di ancoraggio del deragliatore e questo è un bene. Su telai polivalenti la piastrina limita le scelte, mentre qui aiutandoci con una normale fascetta da 34,9mm possiamo collocare il deragliatore a qualunque altezza ci serva a seconda della guarnitura scelta. Se optiamo per la corrente moda del monocorona la zona resterà libera e se ci intriga una configurazione da Mtb potremo anche decidere per un deragliatore direct mount aiutando il tiraggio dall’alto (se il deragliatore non prevede la doppia opzione) con la classica puleggia. Insomma, massima libertà di scelta.
Il tubo termina nella scatola movimento da 68mm e passo inglese. E visto il nome non sarebbe potuto essere diversamente…
Spostandoci sulla zona posteriore apprezziamo il carro bello largo, attrezzato e in grado di ospitare gomme panciute. Su questo le dichiarazioni della casa sono discordanti tra le varie sezione del sito. Si parla di gomme sino a 40 da una parte, sino a 35 dall’altra e sino a 32 se si opta per la protezione dei parafanghi. L’unica cosa che posso dirvi è che avevo una coppia di 700×37 e ci sono entrate senza difficoltà, anche davanti.
L’andamento dei foderi alti non è particolarmente elaborato: scendono rettilinei per curvarsi appena sopra la zona dei forcellini. Nessuna sinuosità esasperata, che avrà pure il vantaggio di smorzare le asperità ma sappiamo pure che è spesso la causa del ritardo di risposta alla pedalata, rendendo la bici comoda ma non divertente. Qui invece linea pulita e semplice, gradevole. La battuta dei forcellini è da 135 mm, il passaggio ruota è per i classici QR e non a perno passante. E vista l’ottica di utilizzo per cui è pensato questo telaio è una scelta che condivido, più semplice (ed economico) trovare buone ruote a quick release.
Nella zona superiore troviamo gli attacchi per il portapacchi, filettature M5. Da ripulire prima di essere usati, all’interno lo strato di vernice è corposo.
Tutta la semplicità di sopra svanisce abbassando lo sguardo.
Il fodero destro presenta il caratteristico andamento a S tipico di questi telai in alluminio, ma non è poi tanto marcato. A sinistra invece, complice anche la necessità di creare spazio alla pinza freno a disco, la “chicane” è decisa.
Grazioso con le sue feritoie di alleggerimento il forcellino sinistro che reca sia l’attacco pinza del tipo Direct Mount che due fori filettati M5 per assicurare portapacchi e parafango. Aiutati dal fatto che la pinza è collocata all’interno del carro e non dietro possiamo installare qualunque portapacchi, e non solo quelli con specifici adattatori per telai freno a disco.
Guardandolo dall’interno si notano meglio le nervature di rinforzo.
Sul lato opposto il forcellino scomponibile, disponibile come ricambio a catalogo del produttore. Ovviamente i fori per portapacchi e parafango sono pure qui. Non si sono distratti…
A proposito di attacchi parafango: oltre quelli appena visti abbiamo sia quello sotto il ponticello di irrigidimento (soluzione che preferisco, non usi la fascetta che odio) e dietro la scatola movimento, filettatura M5 per tutti.
Sotto il fodero destro il fermaguaina per il cavo cambio, graziosamente forato.
Comprendo che per molti può essere un dettaglio insignificante; io invece apprezzo questi particolari, indicano comunque una ricerca, la voglia di proporre qualcosa invece di usare il componente più comune.
La guaina freno posteriore ha un bel numero di ponticelli a cui essere assicurata. Due sul fodero sinistro…
…uno sotto la scatola movimento (che reca pure inciso il numero di serie del telaio) a lato del foro filettato a cui assicurare il passacavi…
…e tre sotto l’obliquo. La prudenza non è mai troppa.
E dopo il telaio tocca alla forcella in carbonio con tubo in alluminio. Soluzione meno pregiata di una full carbon, ma indubbiamente contiene i costi.
Molto ampia la zona della testa, gomme large si montano senza difficoltà; ben visibile il foro per l’attacco del parafango. Mi piace anche il fatto sia forata, così è possibile installare un parafango ricorrendo al sistema Daruma o francese, quello con la vite forata per capirci. Si ok, lo so che lo dico sempre, ma che posso farci se non sopporto le staffa a vista? Lo avete visto che mi sono inventato con Elessar? Una staffetta e Taverna non impazziva, ma vuoi mettere come è più bello?
Sul fianco degli steli, da ambo i lati, altro adesivo molto british style che ci ricorda che stiamo pedalando su una London road; anzi no, lo ricorda agli altri perché mentre pedaliamo non lo vediamo: se lo vediamo non stiamo pedalando e se lo vediamo e pedaliamo allo stesso tempo qualcosa non sta andando per il verso giusto…
Attacco pinza freno secondo lo standard Direct mount.
A metà altezza degli steli gli attacchi, uno per parte, per un portapacchi tipo low rider e i due ponticelli per la guaina freno.
Come si è visto sopra mancano gli attacchi sui forcellini per il parafango, che ne impone il fissaggio sfruttando quelli sugli steli.
Una scelta che non condivido del tutto. Vero che in presenza dei dischi gli occhielli bassi sono spesso inutilizzabili; vero pure che le case produttrici di accessori stanno proponendo parafanghi con staffe adatte a risolvere il problema. Insomma, io due occhielli li avrei messi.
Solo su un lato interno dei foderi una protezione adesiva col logo del produttore. Perché uno solo non me lo so spiegare, non è che i dischi creino tutto questo sporco…
Infine il tubo in alluminio, con l’adesivo che riporta il modello di forcella. La ralla è in sede ma non è di serie col kit telaio o la forcella.
Impressioni sulla guidabilità ancora non posso darvele, devo prima rimontare questo telaio che ho denudato per poter scattare le foto. Poi devo iniziare a pedalarci perché fino ad ora non ne ho avuto il tempo. Per adesso quindi solo qualche considerazione statica diciamo così.
Toccando con mano, la qualità costruttiva è buona in rapporto al prezzo; brutti i cordoni di saldatura ma è male comune e ne sono affetti anche telai blasonati e di ben altro costo. Le geometrie sulla carta promettono un comportamento allegro su strada senza sacrificare il comfort di marcia. La possibilità di installare gomme larghe non è un plus ma la norma per un telaio di questo tipo, però il produttore dovrebbe fornire dati certi. Gli occhielli di fissaggio non abbondano ma comunque ne abbiamo di sufficienti, e del resto non è telaio pensato per costruirsi la giramondo carica di bagagli. Lo standard Direct mount per i freni lo rende al passo coi tempi e la lavorazione sembra accurata; però io una fresatina la farei dare, ammesso che si trovi un meccanico che abbia l’attrezzatura: costa qualche centinaio di euro, non tutti investono. Lo sterzo a sezione differenziata è una altra caratteristica che dona aggressività e modernità e la lavorazione della sede dei cuscinetti è molto accurata. Certo, questo significa che le serie sterzo adatte non sono molte e nemmeno tanto economiche, ma con una cinquantina di euro si trova qualcosa che può andare. La verniciatura è ben fatta e questo nero matto con le grafiche tono su tono riesce a essere elegante e aggressivo al tempo stesso senza scadere nel pacchiano. Cosa che non posso dire per altri colori proposti…
Robusto non so, sembra solido ma poi solo pedalandoci potrò scoprirlo. Così come solo pedalandoci potrò capire come si comporta. Ho dato una scorsa in rete e nei forum inglesi i possessori ne parlano assai bene, alcuni con toni entusiastici. Vedremo se è per amor patrio o perché questa inglesina i galloni li ha meritati sul campo.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
aspettiamo montaggio e prova allora 🙂
Aspetto con curiosità il tuo report. >Il prezzo della bici completa è molto accattivante. buona pedalata. Ciao
La pubblicazione del test non arriverà a breve; come ho scritto in altro post l’intenzione stavolta è percorrere molti più chilometri del solito, almeno 1500/1800. E per una tale distanza col poco tempo libero che ho e il meteo che non aiuta mi servono almeno 5 settimane, 6 è più realistico.
Fabio
Da un punto di vista ingegnerestico mi sembra un telaio che ha un ottimo rapporto qualità prezzo. Si vede che c’è uno studio dietro volto a dare un buon prodotto ad una cifra onesta. La lega di alluminio è quella classica usata da tanti altri produttori ed anche le saldature, come dice Fabio, le si vede su telai ben più blasonati. Attendiamo la risposta della strada e non dimenticare il kway a casa…hihi
Siccome la curiosità non è solo donna, come avranno fatto anche altri, sono andato a dare uno sguardo al sito della PlanetX. Ci sono veramente delle ottime possibilità. Io qui in italia, una bici con telaio in titanio, freni a disco, gruppo ultegra a circa 2000 euro non l’ho mai vista. Per quei soldi mi darebbero solo gli adesivi 🙂
Ciao Giovanni, non è il solo. Moltissimi marchi e negozi inglesi offrono bici ben fatte a prezzi decisamente più contenuti. Se dopo la brexit si fosse avverato pure il crollo della sterlina sull’euro adesso sarebbe un bengodi. Non è stato, la sterlina è comunque forte ma molte offerte restano in ohgni caso convenienti.
Poi certo, ancora devo scoprire come va; stamattina è uscito il sole e sinceramente tra lo stare a montare la bici con la certezza che poi domani avrebbe piovuto e prendere Elessar indovina che ho scelto…
Fabio
L’alluminio – con quelle saldature ridondanti – è sempre orrendo da vedere.
Ciao Claudio, concordo sulla bruttezza del cordone a vista. Ma è normale su un telaio dal costo basso. Il problema piuttosto è che non rifiniscono telai che costano 7 volte tanto.
Non è questione di alluminio. Se guardi quelle ben fatte, vedrai dei telai in alluminio con una perfetta pulizia delle saldature, tanto da sembrare dei monoscocca.
Fabio
Io amo Planet X e molte delle sue biciclette, Kaffenback in primis ma anche l’Inbred! In effetti gli inglesi sono più pragmatici e meno modaioli rispetto alla media italiana, nel bene e nel male, e molti offrono biciclette robuste e senza fronzoli che badano alla sostanza. Penso solo alla Condor Fratello Disc che ti permettono di configurare totalmente… per me una delle migliori biciclette oggi disponibili.
Aspetto anche io, con calma, la recensione della bici montata. Ciao, grazie e buon lavoro!
Ciao Omar, hai ragione. E pensa che nei primi giorni dopo il furto di Elessar avevo pure pensato di prendere un telaio Condor Heritage per assemblare qualcosa con ciò che trovavo e contenere i costi. Fanno ottime bici e ottimi telai.
Fabio
Fresare? Qui ho un momento di mia ignoranza ciclistica.Vorresti rifare i filetti del l’attacco dischi perchè poco precisi?
Comunque ora con 1000 euro ti porti a casa una bici montata bene e con un gruppo 11 velocità Sram.Tra i grandi machi internazionali impossibile trovare qualcosa a quel prezzo.
Ciao Francesco, non rifare la filettatura ma portare perfettamente in piano le superfici di appoggio delle pinze. E’ una finezza, lo so, ma a trovare chi ha l’attrezzatura è un buon lavoro da far eseguire.
Fabio
Oggi è un buon giorno per il cambio sterlina-euro…..sotto la parità. Per chi fose interessato ora o mai più! 😉
Non so a quanto stia il cambio adesso. Ma dopo i primi chilometri per regolare assetto, rodare i freni e prendere conoscenza con la bici posso già anticipare che sarebbero denari spesi bene.
Fabio
ciao
Ma la fresatura non dovrebbe essere già eseguita da chi monta la bici? Pensando a gente come me, che la bici non la smonterebbe di sicuro, a che problemi andiamo incontro? Grazie e buon lavoro. Ciao. Gustavo
Ciao Gustavo, non sempre e molto dipende dal costo del telaio/bici. Oltre infatti all’attrezzatura che non è a buon mercato c’è da considerare il tempo impiegato. Insomma, su bici complete a meno di 1000 euro non puoi chiedere molto…
Fabio
Fabio buongiorno, ho letto il tuo libro ed apprezzo molto la tua visione della bici. Aspetto gli sviluppi di questa prova per valutare eventualmente l’acquisto. Dal sito sembra che possa ospitare copertoni Schwalbe Century Wired Tyre 700×50, in altro punto del sito, invece, sembra che forca e telaio possano ospitare copertoni fino a 40 mm. Sai dirmi quale delle due informazioni è corretta?
Ciao Domenico, son contento la lettura ti sia piaciuta.
Per quanto riguarda la LR ho notato anche io che da qualche giorno nel configuratore è comparsa l’opzione per le 700×50. Il mistero si infittisce e mi sono messo alla ricerca della soluzione. Che ho trovato chiedendo la scorsa settimana in prestito una bici ad un caro amico su cui al momento sono installate due big apple da 50 (la microfficina è attrezzata ma fino a un certo punto…) così potrò valutare gli ingombri. Appena l’avrò vi farò sapere.
Questo telaio sta destando interesse e posso dire a ragion veduta. Sto iniziando a usarla, ho sostituito piega e attacco di serie perché bianchi non li potevo guardare e a breve avrò un reggisella in carbonio e alluminio. Monterò anche parafanghi e portapacchi in nome della sua vocazione urban. La pubblicazione del test arriverà non a breve, come ho ripetuto spesso voglio percorrere una distanza superiore a quella abituale e la pioggia di questi giorni non aiuta. Per ora posso anticipare che è molto più divertente di quanto credessi e mi ha favorevolmente colpito il comportamento della forcella e di tutta la bici in velocità, mentre nello stretto a bassa andatura (tipico della marcia cittadina cui questa bici il produttore ha indirizzato) non è svelta di avantreno come vorrei. Però il profilo squadrato delle Century installate (700×35) non aiuta. Ma queste sono le primissime impressioni, troppi pochi chilometri per prenderli come giudizi definitivi.
Fabio
Ero interessato proprio ad una configurazione con gomme da 50 mm di sezione per avere il massimo ammortizzamento, preferisco essere penalizzato sulla manegevolezza – non la userei nel traffico – e sulla velocità a favore del confort. Dall’angolo di sterzo – per quello che può valere una valutazione del genere – anche a me dava l’idea di non essere velocissima nei cambi di direzione; spero non sia troppo peggio della mtb da 29 pollici e della 27,5 plus con cui esco ora. Intanto ho messo in vendita un po’ di cose per far posto all’eventuale nuovo acquisto e recuperare qualche spicciolo….
Ciao Domenico, come detto le mie sono solo le primissime impressioni e vanno prese solo a titolo indicativo. Ma posso assicurarti che se parlo di sterzo poco pronto il parametro è sempre quello delle stradali di impostazione più sportiva. Non bici da corsa ovviamente; e rispetto a una Mtb la differenza è netta in favore della LR, su questo posso già essere certo.
Appena monterò le ruote (devo prima prendere la bici donatrice e sono alquanto impicciato) aggiornerò le informazioni.
Tieni spesso d’occhio il sito ufficiale, quando fanno le offerte di solito sono buone. E dai un occhio anche qui ogni tanto, così vedrai l’aggiornamento sulla misura ruote.
Fabio
Aggiornamento sul passaggio ruote: le big apple da 2″ non entrano. Vero che sono un pelo più di 50mm (51,2) ma anche fossero 50 netti non entrerebbero. Più che la sezione influisce la forma di questa gomma, molto ciccciotta sui lati. Una copertura più squadrata, come le Century, dovrebbero entrare calibro alla mano. I parafanghi se si opta per gomme da 50 non entrano. Manca proprio lo spazio.
Comunque, in attesa della pubblicazione del test, posso anticipare che il livello di comfort è già buono con le 700×35; credo che la soluzione migliore sia montare delle 700×40.
Se trovo due century da 700×50 faccio la prova.
Fabio
Ciao, secondo te sarebbe adatta ad ospitare un seggiolino e un bambino di 3 anni?
mi piaceva questa bici per portare il bambino in giro, ed eventualmente montarci le borse per qualche giro più lungo.
Ciao Andrea, per installare un seggiolino è poco adatta, il carro è compatto, quasi da sportiva. Ma anche se fosse adatta francamente ti sconsiglio l’uso del seggiolino: è pericoloso. Il bambino è vincolato alla bici con disastrose conseguenze in caso di caduta o incidente. Io li vieterei, molto meglio il carrellino.
Fabio
Ciao Fabio,
hai poi recensito la planet dopo i fatidici 1500 km?
Mi piacerebbe, senza fretta, una soluzione tutto fare “moderna” per sostituire in un colpo solo la mia BDC del lontano 2001 montata shimano 105-tiagra 52/39 e 11-28 10v (che accoglie al massimo copertoncini lisci da 28) e una MTB rigida da 26″ con cerchi surly rabbit hole, big apple 2.35 e monocorona 34t 11-36 10v.
Ciao Matteo, il test della LR è in coda di pubblicazione. Purtroppo impegni miei e un problema al ginocchio (oltre all’accumulo di troppe cose da provare) hanno allungato i tempi ma dovrei riuscire a metterlo online la prossima settimana, rinunciando a girare un video che mi ero ripromesso perché non ne avrei il tempo ora.
Non potrà fare nessuna delle cose che fai con le tue attuali bici: non è veloce e leggera come una bdc e non vai in fuoristrada come con una Mtb. Però sali in sella e vai, magari più piano su asfalto e con più cautela in off-road, ma vai. E vai quasi ovunque. Mi ha talmente convinto che alla fine me la sono comprata…
Fabio
Anche tu Fabio sai resistere a tutto tranne alle tentazioni! 🙂
Già Adriano, il piano era togliermi la Schwinn, recuperare qualcosa di scarto tipo una vecchia mtb economica e lasciarla in cortile ché spazio qui non ne ho più.
Era…
Fabio
Ciao! Una curiosità sulla misura, visto che, dopo il tuo consiglio, sto dando un’occhiata più approfondita al London Road… Nel sito di PlanetX per uno come me, alto 178cm indica la M. Tu che misura hai preso? E quanto sei alto? Considera che io di cavallo ho 83 e non ho una grandissima flessibilità nella schiena… in pratica preferisco stare un po’ più eretto piuttosto che avere una posizione troppo distesa ed estrema, a maggior ragione se il manubrio è da corsa e non flat. Altro problema che vorrei evitare è il toccare con la punta del piede la ruota anteriore quando giri il manubrio… lo so che è un’eventualità che in realtà nella marcia non si può verificare se non quando sei fermo e fai “manovra” ma preferisco evitarlo se possibile, visto che su un vecchio telaio da corsa in acciaio che ho succede questo e la cosa mi infastidisce. Ho il 44 di piede. In sostanza, riassumendo, alla luce della tua esperienza secondo te per me andrebbe bene la M? (H178, cavallo 83, poca flessibilità nella schiena, 43 di piede). E’ un telaio corto o lungo? Giudico male sulla carta….
Ciao Antonio, la mia è una M; altezza 172,5 (e non toccatemi quei 5mm, ci tengo…) e cavallo 82. Il tuo 83 è un pelo basso in statistica, forse andrebbe rimisurato?
Non conosco le tue quote antropometriche, comunque con la tua altezza io guarderei la L: attacco manubrio da 90 e hai una lunghezza giusta, potendo sfruttare anche il comfort di un tubo sterzo da 160, che significa schiena più dritta, come vorresti tu.
Ma per capirlo meglio dovrei vederti e misurarti; o almeno conoscere le tue misure precise.
Non sottovalutare quel telaio; è meglio di quanto si creda. Altrimenti all’epoca non avrei deciso di tenermelo… 😀
Fabio
Ps: la configurazione attuale delle bici come la vedo sul sito non è delle migliori. Pessime le gipiemme roccia, uccidono tutta la bici
Pps: non guardare solo alla categoria telai sul sito, cerca sempre tra le offerte. In una sezione costa X, in una altra sezione del sito costa la metà. Diciamo che l’azienda non brilla per precisione…
Sì, avevo notato anche io che ci sono delle… ehm… “incoerenze” 😀 nella gestione delle offerte e dei prezzi… infatti guardo un po’ tutte le offerte; infatti cercando anche un telaio d’acciaio(lo so, è una fissazione ma trovo l’acciaio sempre attuale e afascinante oltre che sempre più “comodo” come sensazioni), avevo visto anche una bella offerta sull’Holdsworth Stelvio che sembra veramente ben fatto, con una geometria non estrema ed una clearance fino a 38mm per le gomme(senza parafanghi), e 32 con parafanghi; quindi decisamente adatto alla mia idea di bici “totale”(più o meno)… Ad occhio mi pare di qualità superiore rispetto al Kaffelbach… dovrò decidermi, ma non ho fretta…
Il tuo Planetx l’ho riguardato bene ed effettivamente merita. Ci penserò un po’ tanto da quel che ho capito, su quel sito le offerte prima o poi arrivano se si sta attenti…. NOn c’è fretta.
Riguardo alle mie misure, le riguarderò… in effetti andavo a memoria ed ora non ho sottomano il foglio dove le avevo appuntate, anni fa… misurando ora al volo, con le scarpe, ho 86 di cavallo, quindi forse l’83 è un pizzico sbagliato come dato….
Sei gentile a definirle incoerenze; io sarei più cattivo 😀
Si, se non hai fretta tieni d’occhio perché escono offerte assai buone. Bici complete (ma le mettono dove gli pare) telai (idem) telai in bundle con vari componenti (idem ancora) e poi una cosa assai simpatica: la bici in kit di montaggio. Circa 200 sterline in meno, di solito, e loro ti mandano tutti i pezzi (di solito restano fuori le guaine) e la bici te la monti tu. Che è un bel risparmio, se non si hanno pezzi da riciclare.
Holdswort; carino a parte la forca, mai amato le forcelle in acciaio senza testa. Qualità non so, mai toccato con mano ma non si può mai dire.
Fabio
Aggiungo; se non ti ci sei imbattuto, dai una occhiata a questo video
Così ti rendi conto della versatilità di questa bici 😀
Fabio