Cronaca di un disastro annunciato

Tempo di lettura: 2 minuti

In questi giorni stanno modificando la segnaletica orizzontale su un tratto della via Flacca, nel tratto che passa davanti Borgo Covino, prosegue in direzione Terracina e termina più o meno in località Tor Canneto.

Per chi è poco pratico delle zone, siamo nel basso Lazio, l’Agro pontino.

Il tratto interessato vede una bassa affluenza di traffico veicolare per dieci mesi l’anno, elevata nel mese di luglio, caotica e pericolosissima nel mese di agosto. E poi tutte le domeniche da giugno a settembre meglio stare a casa.

E’ zona di mare, sulla Flacca affacciano molti accessi alle spiagge del litorale fondano, camping, ristoranti, seconde case per le vacanze.

E’ zona che tutto l’anno e ancor più nei mesi estivi vede centinaia di ciclisti transitare su queste strade.

Persino Pantani veniva ad allenarsi spesso da queste parti, sfruttando il clima mite anche in inverno.

Io non sono nemmeno il mignolo di Pantani ma siccome ho casa nelle vicinanze, sfrutto da anni i bellissimi percorsi che la zona mi offre sia per pedalare per gusto mio che, soprattutto, per svolgere i test che leggete qui sul blog.

Per motivi ancora tutti da decifrare l’ente che amministra questo tratto di strada ha deciso di ricavare tre corsie su identica sede stradale.

Come? Inglobando, letteralmente, i tratti asfaltati al di qua della linea bianca.

Ossia quelle sorta di corsie che noi usiamo in bici, per tenerci relativamente al sicuro dai veicoli, anche mezzi pesanti, che sfrecciano bel oltre il limite imposto di 70 km/h.

Ora uno dirà: ma che vuoi, quella strada è fatta per le auto.

Appunto: si pensa solo alle auto, ignorando del tutto non solo le esigenze delle bici ma la semplice realtà. Cioè che su quel tratto ogni giorno transitano centinaia di ciclisti, spesso in gruppo, sovente solitari. 

Non solo ciclisti sportivi, se così vogliamo definirli.

No, anche persone che semplicemente vanno a mare, a fare la spesa, a lavorare nelle strutture o nei campi della zona.

Già prima di questa modifica la tratta si è sempre contraddistinta per la sua pericolosità. 

Ora posso dire con ragionevole certezza, e me ne dispiace ovviamente, che è solo questione di tempo prima di leggere tra le pagine della cronaca locale dell’ennesima uccisione di un ciclista sulla strada.

Sarei potuto essere io l’altro ieri, quando due autoarticolati mi hanno sfiorato, aspirandomi con la loro scia: ed ero ancora all’interno della striscia oltre la linea bianca, la nuova segnaletica è stata dipinta ieri.

In queste immagini potete vedere la nuova delimitazione a confronto con la vecchia. Lo spazio non c’è più. E poco più avanti è peggio.

Non era una ciclabile, d’accordo: ma almeno non ci faceva stare in mezzo la strada.

Leggermente meglio, ma solo in alcuni punti, l’altro lato, quello in direzione sud.

Questo lo stato dei fatti alla data di pubblicazione.

So che la situazione è in divenire, ma in peggio, perché pare che la terza corsia, quella ricavata con striscia discontinua che vediamo nell’immagine sopra, dovrebbe diventare in realtà sede per parcheggi a pagamento. Quindi la pericolosità non solo resta ma aumenterà, soprattutto nei mesi estivi quando in bici, percorrendo la strada in direzione sud, sarai costretto a tenerti più largo per non passare radente alle auto, per evitare le ovvie sportellate in faccia che sempre becchi in questi casi.

Questo tratto stradale è da poco di pertinenza del Comune di Fondi, che sta sprecando soldi per una ciclabile inutile, non a norma (dopo tre mesi e tanti denari buttati se ne sono accorti ieri…), poche centinaia di metri in una delle zone interne, così da potersi fregiare del titolo di comune amico delle bici, dando un senso a un capitolo di spesa.

E al tempo stesso sta creando il perfetto scenario per un disastro che avverrà, ne sono sicuro.

Certo, per fortuna posso evitare almeno il tratto più pericoloso ma solo perché sono in zona da quando ero ragazzino e conosco i sentieri che mi permettono, seppure allungando un poco, di evitare alcuni punti.

Ma gli altri? I tanti che qui si allenano, si spostano, sfruttano i pochi giorni di vacanza per qualche uscita e il dedalo di viottoli non lo conoscono?

Mi rendo conto di stare parlando di una piccola realtà locale, chi mi legge non dico da Trentino ma dal vicino Abruzzo non sa che farsene di questa notizia. 

Mi rendo però anche conto che questo modo di agire, di non avere alcuna considerazione per i ciclisti tranne che a parole e con ciclabili inutili, è sentire comune nella stragrande parte della Penisola.

Comunque, se qualcuno alla lettura si trova in zona, il mio consiglio è entrare dal cavalcavia a Borgo Sant’Antonio, girare subito a destra alla fine del cavalcavia e percorrere la strada interna fino al canale.

Si spezza il ritmo, non si rischia di spezzare la vita.

Buone pedalate.

Ps: ringrazio i ciclisti immortalati, ignari modelli per questo articolo. 

COMMENTS

  • <cite class="fn">Leonardo Maria Sacco</cite>

    Sarò al Circeo per le vacanze ad agosto e porterò con me la bici quest’anno, visto che quello trascorso lo ho passato con il tutore per un intervento a seguito della rottura del tendine di Achille.
    L’idea è quella di passare da Terracina fino a salto di Fondi per poi fare l’anello Itri, Campodimele, cima Pantani prima nel senso più dolce salendo da Sperlonga e poi al contrario dopo aver preso in po’ di gamba facendo le Rocchette.
    Se hai suggerimenti in merito a strade meno trafficate saranno per me preziosi che conosco si la zona ma da automobilista ahimè e non da ciclista…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Leonardo, quando sarà contattami all’indirizzo mail del blog, sarò felicissimo di indicarti i percorsi.

      Fabio

      • <cite class="fn">Leonardo Maria Sacco</cite>

        Grazie, ho trovato uno splendido gruppo di ciclisti locali che mi stanno insegnando un sacco di bei percorsi… Volevo mandarti qualche foto… ma non riesco…

  • <cite class="fn">Franco</cite>

    Io sono molto lontano, in vacanza in Piemonte, ma non mi disturba affatto la notizia locale. Succede in tutta Italia, anche se devo dire che qui qualcosa per i ciclisti è stato fatto. Forse solo perché hanno capito che è una risorsa. Ben vengano le tue denunce ! Buona vacanza

  • <cite class="fn">Raffaello</cite>

    Abruzzo, solo una “b”

  • <cite class="fn">Mattia</cite>

    In questi giorni, per cicloturismo, sto pedalando sulle strade della Francia e Spagna. Inutile dire che in 800 km percorsi neanche un veicolo mi ha sfiorato!
    Le strade hanno spesso un metro e oltre di banchina dove i ciclisti possono stare al sicuro, dove questa manca gli automobilisti rallentano fino a fermarsi, e quando hanno la visuale libera e sono certi di non sfiorarti allora superano.
    In Italia, oltre che sulle infrastrutture, si deve lavorare molto sul rispetto verso pedoni e ciclisti!

    • <cite class="fn">Leone</cite>

      E anche sul rispetto dei ciclisti in BDC verso gli altri, la stragrande maggioranza, se ne frega di semafori e strisce pedonali.

  • <cite class="fn">Stefano Oddi</cite>

    Ciao Fabio, condivido tutto! Io sto in zona Formia. Hai mai fatto in bici le gallerie per andare e Sperlonga sulla Flacca. Io ne sono uscito terrorizzato. I camion ti sfiorano a sinistra e a destra e sei a pochi centimetri dalla parete della galleria… devi sperare nell’efficacia delle tue luci…
    Stefano

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Stefano, sono anni che preferisco la strada interna proprio per evitare quelle gallerie. E spesso lo faccio anche quando sono in auto o in moto.
      Però alcune volte mi è anche capitato di incontrare ciclisti senza uno straccio di lucetta o di abbigliamento rifrangente. Una volta un gruppetto, davanti a me. Mi misi in coda, quattro frecce attive e gli feci da scudo fino all’uscito. Come ringraziamento mi mannarono aff….
      Capita, a far del bene.

      Fabio

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