Categorie ASTM bici e componenti
Le bici si dividono in categorie: bella scoperta starete pensando. Però non mi riferisco alle caselle in cui i produttori hanno inquadrato i modelli per genere, per categoria merceologica come puntualizerebbe un ufficio marketing. Le categorie di cui voglio parlarvi sono quelle che determinano “le fatiche” che telaio e ruote possono affrontare. Già, perché esiste una gradazione, molto diffusa e che sta diventando importante per noi conoscere, soprattutto ora con l’esplosione delle gravel. Non è qualcosa che si sono inventati i produttori di bici: i parametri sono stabiliti dalla ASTM, acronimo per American Society for Testing and Materials, una società indipendente fondata nel 1898. Qualunque manufatto o materiale necessita soddisfare un certo standard state certi che ASTM lo ha testato. Una garanzia per gli acquirenti ma anche una garanzia per i produttori, soprattutto in USA dove non scherzano con la cause di risarcimento danni.
Non tutti i marchi offrono la catalogazione ASTM dei propri modelli a listino e questo vale ancor più per gli assemblatori (perciò ho parlato di marchi) ossia quelli che acquistano telai da terzi e assemblano in sede. E quindi nemmeno i marchi che le bici le fanno arrivare in azienda belle e pronte, senza curarne nemmeno l’assemblaggio ma solo la distribuzione. Chi invece telai e ruote li progetta e ha investito per ottenere la certificazione farà di tutto per farvelo sapere, anche se a volte complicano inutilmente la ricerca sui loro siti.
Quelle che a noi interessano solo le regole previste dal Comitato F08, incaricato di studiare gli standard e i test a cui sottoporre bici, componenti e accessori. Le categorie sono cinque e partono dalle bici stradali, che devono tenere le ruote sempre incollate all’asfalto, e terminano con quelle da downhill e acrobazie in genere, dove le ruote stanno più tempo in aria che a terra. In realtà le categorie sono sei, perché c’è una categoria zero che fa riferimento alle bici per bambini, ma non penso di avere lettori così giovani. Vediamo, con due specificazioni. Prima: le bici di categoria successiva possono fare tutto ciò che è permesso alle bici di categoria precedente ma non il contrario. Una bici di categoria 4 potrà affrontare anche i salti indicati nella categoria 3, quindi. Seconda: alcuni produttori usano una classificazione diversa, basata su altri enti o standard; questo potrebbe creare confusione perché finireste con l’imbattervi in una classificazione con tutt’altri parametri, e magari acquistare una bici di categoria 3 che però non è in grado di fare ciò che ASTM ha indicato. Se trovate discrepanze tra quanto indico qui di seguito, che è appunto la classificazione ASTM, e quanto dichiarato dal produttore meglio chiedere a loro che sistema hanno usato. E ora le categorie in dettaglio.
Categoria 1. Bici e ruote che devono essere usate con le ruote in costante contatto col suolo. Banditi i salti quindi. Che bici sono? A parte le bici da corsa, ovvio, vi rientrano le turistiche, le fixed, le bici da città e quelle da trekking meno spinto. Rientrare in questa prima categoria non significa essere una bici economica o dalle scarse prestazioni. Una leggerissima ammiraglia sportiva non potrà e non dovrà aspirare alla categoria successiva, non è il suo uso. Non significa una bici debole, e anche se a volte mi è capitato di portare la mia X-lite per sentieri e qualche sobbalzo di troppo glielo ho fatto subire staccando le ruote dal suolo, sua signoria non è progettata per questo utilizzo.
Categoria 2. Bici e ruote possono lasciare ogni tanto e per pochi istanti il contatto col suolo; ammessi i salti ma non superiori ai 15 cm. In pratica possiamo dire che in questa categoria comprendiamo quasi tutto. Bici gravel, ciclocross (anche alcuni modelli più specialistici), bici da turismo, bici da trekking, cross-bike. In particolare le ruote di categoria 2 sono di fatto le più indicate per chi vuole attrezzare una bici adatta un poco a tutto, senza appesantire troppo questo comparto. Ed è anche la categoria dove le case tendono a fornire più raccomandazioni, per esempio evitare i monoruota; alcuni si spingono a proibire il bloccaggio della ruota in frenata. Stiamo calmi, è come quando leggiamo sul libretto di istruzioni di non ingoiare pezzi di bici: serve a evitare future grane legali.
Queste due categorie comprendono tutto lo spettro di bici stradali in senso lato, la quasi totalità delle Cx (dove si salta poco) e per un moderato fuoristrada: d’ora in avanti si entra nel campo dell’off-road. Che non è mondo trattato su questo blog e per questo spendo altre due parole sulle prime categorie. Salti a parte, dove effettivamente è meglio non esagerare con le altezze perché come sapete la forza di impatto cresce, la superfice di contatto col suolo è minima e questo genera una notevole pressione e se siamo anche pesantucci aumentiamo uno dei fattori dell’equazione, tante fisime non è il caso di farsele. Uso da molti anni bici da corsa e ruote sportive, da ben prima che introducessero le categorie: mai un problema e posso assicurarvi che non hanno visto solo asfalto. Senza eccedere, però.
Categoria 3. Qui l’altezza dei salti si alza, spingendosi sino al limite dei 60cm. Possiamo farci rientrare le Mtb front dotate di forcelle di buona qualità e qualche full suspended più economica. Ma anche, a spulciare, qualche Mtb a forcella rigida che guadagna la categoria superiore con una forcella ammortizzata. Raro trovare ruote da ciclocross/gravel di categoria 3, tutte quelle da Mtb partono di solito da qui invece. Sempre con riferimento a componenti di buona qualità. Nulla vieta di prendere due ruote di categoria 3 e metterle sotto un telaio gravel di categoria 2: abbiamo una 2 o una 3? Niente di tutto questo: avremo un telaio garantito fino a certe sollecitazioni e ruote in grado di superarle ma l’insieme non raggiunge gli standard per rientrare nella categoria 3. Poco scientificamente e nella speranza gli ingegneri americani non leggano altrimenti userebbero me come pressa per i test, penso che avremmo una 2,5. Forse… 😀
Categoria 4. Tutto ciò che è possibile fare con bici e componenti di categoria 3 qui diventa più difficile. Fuoristrada più impegnativo, velocità fino a 40km/ in off-road spinto e salti fino a 120cm. Escludiamo la maggior parte delle Mtb front e mettiamoci le full, ma più da Marathon. Spulciando tra le classificazioni indicate dalle case emergono sorprese. Per esempio Surly indica la Km sia in categoria 3 che 4, a seconda se fornita di forcella rigida in acciaio o ammortizzata. E questo dovrebbe smentire la mia approssimativa equazione fatta prima…
Categoria 5. Volete volare invece di saltare? Volete scendere colline e monti a rotta di collo? Vivete per inventarvi nuove acrobazie? Vi serve una bici di questa categoria. Downhill, freeride, dirt: sono loro le bici dove i limiti non esistono, o quasi. Si parla di velocità superiori ai 40 km/h ma non è indicato fin dove ci si può spingere. Forse nelle specifiche dei test messi a punto da ASTM ma per saperlo dovrei avere accesso ai protocolli, associandomi: e non credo la quota sia a buon mercato.
Come sapete la pratica della Mtb in tutte le sue molteplici sfaccettature non è il mio mondo; io mi fermo alla categoria due, ogni tanto cerco ruote di categoria tre con canale non troppo largo per ospitare gomme più sottili di quelle grasse da fuoristrada. Non ho quindi grande conoscenza delle bici inserite nelle ultime due categorie, qualcosa so di quelle classificate tra le prime. Perché ho usato quei telai e quelle ruote, le ho montate su qualche bici transitata in microfficina, ho avuto la bici tra le mani per un test. La mia impressione è che la classificazione sia prudenziale. Con una bici come il CaadX per esempio, che è una categoria due, ho saltato spesso ben più dei 15cm previsti e danni non ne ho riportati. E lo stesso vale per la Surly Cross Check o la KM. Non che via stia invitando a eccedere i limiti previsti dai test: però nemmeno a uscire col righello in mano per misurare ogni gradino o cunetta.
Non tutte la aziende aderiscono a questo programma ed è un peccato. Non so quindi fino a che punto questo articolo potrà rivelarsi utile. Ma è qualcosa che è sempre bene sapere, se non tutti i produttori di bici moltissimi marchi di ruote sfruttano le certificazioni ASTM; scoprire che una 28 raggi, ruota erroneamente data per debole sui forum, è in categoria 3 dovrebbe far dormire sonni tranquilli.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Certo molte aziende non aderiscono al protocollo ASTM ma è un qualche cosa che potrà esserci utile in futuro quando magari le leggi di mercato porteranno sempre più costruttori a certificate i prodotti.
Ciao Max, se dai una occhiata ai siti delle aziende americane vedrai che tantissime fanno riferimento alla certificazione Astm; in Europa molte meno. Ma come giustamente rilevi saranno le leggi di mercato a premiare nel tempo chi investirà in questo senso. Io stesso se ho consigliato alcune ruote o telai a chi voleva costruire la propria bici è stato perché o le conoscevo o avevano la certificazione Astm o tutte e due. Per chi come noi non bada solo al prezzo finale ma alla qualità rispetto a quel prezzo conoscere la “gradazione” è un notevole aiuto nelle scelte.
Fabio
Molto interessante Fabio,
se non ricordo male Rose fa riferimento a questo protocollo per i prodotti che commercializza.
Ciao Lorenzo, mi collego poco al sito Rose, soprattutto per evitare le tentazioni: il configuratore mi ipnotizza…
Non so da quanto hanno iniziato a inserire l’icona Astm, ma non penso da molto perché manca su alcuni marchi; per esempio con Mavic, che usa Astm, non ho visto riferimenti. Ma non ho cercato a lungo, come ho visto due ruote in promozione ho avuto l’impulso di fare il login: meglio uscire… 😀
Fabio
Aspetta almeno la befana….
Mi sa che la befana passerà veloce senza lasciarmi niente…
Conto bici a zero, appena sarà possibile il prossimo acquisto sarà per la microfficina. Devo cambiare alcuni attrezzi ormai usurati e vorrei affrontare la spesa (notevole) per un centraruote di alta gamma.
Fabio
Confermo che per alcuni prodotti è presente il protocollo ASTM
i miei cerchi Black Jack Ready 15 sono in categoria 2
Ciao Fabio
Ho appena scoperto che l’adesivo sulla mia bici (che ho tolto ma conservato) ha una valenza vera non solo un’indicazione prudenziale a fini legali.
La mia Fuji Tread è una categoria 2, dove però specifica che l’avvallamento superabile è di 30 cm e non 15.C’è invece una categoria 2 che non prevede superamento di ostacoli che però non è la 1.Sulla certificazione però entrambe riportano che la categoria ASTM è la 2 , senza distinzione.Probabilmete lo sdoppiamento è stato fatto dalla Fuji; ti amdnerò una foto delle categorie.
Ciao Francesco, ho visto le immagini che mi hai inviato. Non so la dicitura inferiore a 30 cm a che classificazione corrisponda. Le icone sono quelle Astm, e pure nel testo Fuji fa espresso riferimento alle loro categorie. Però non è inusuale che ci siano alcune “personalizzazioni”, ma capire e scrivere per ogni azienda cosa ha fatto e come la vedo difficile. Se ti capita chiedi delucidazioni alla casa madre, sarebbe una informazione interessante.
Fabio