Carradice Bingley Mono

Carradice è un marchio storico per le borse da bicicletta. L’azienda fondata in Inghilterra nel 1932 è sinonimo di borse in canvas e cuoio; passata di mano negli anni ’70 la nuova direzione ha ampliato la scelta e sempre nel corso degli anni ha fatto ricorso a nuovi materiali. Una linea, non a caso chiamata Originals, è rimasta fedele alla tradizione.
Ma questi inglesi sono buontemponi e ogni tanto tirano fuori qualche edizione limitata. Prendono i modelli delle linee Originals e City Classics e li reinterpretano con materiali e motivi particolari creando una serie Limited Editions.
Come questa Bingley Mono che esibisce un elegante spigato, un originale Harris Tweed per amor di precisione.
E siccome io sono scemo ma Antonello più di me, quando me l’ha fatta vedere e gli ho detto che si intonava perfettamente a una mia giacca e sulla sua Surly sarebbe stata benissimo, ovviamente l’ha comprata.
Scherzi a parte, l’ha presa perché piace a lui, non certo perché lo burlavo io. Al solito non mi ha avvisato e l’altro giorno è passato un corriere a consegnarmi un pacchetto di cui ignoravo il contenuto. Una volta aperto ho trovato questa strana borsa e una altra sciocchezza che è meglio non rendere pubblica: come faccio a non voler bene ad Antonello?
Vediamo i dati: capacità 1 litro, peso 125 grammi, due cinghiette in cuoio per assicurarla alla sella o al manubrio, una cintura in cotone per usarla a tracolla o in vita, una piccola tasca interna (non chiusa) per sottili oggetti.
Oltre l’elegante spigato, sorry, Harris Tweed, abbiamo una versione con un bel tessuto a quadri a base rossa che non sfigurerebbe a un elegante picnic nella campagna inglese;
una versione sempre a quadri ma su base verde che fa molto college;
una versione sempre a quadri ma su base viola che strizza l’occhio ai sixties fashion e sono certo avrebbe reso felice Mary Quant;
una versione dove torna la base rossa ma il motivo a quadri è differente, forse per chi è ancora in rotta con gli scozzesi;
e infine una versione che non so come definire (ha un nome specifico e chi se lo ricorda) ma è uguale alla fodera interna del mio trench, anch’esso rigorosamente inglese. Scomodo per pedalare perché piuttosto lungo, ma se mi dovessi regalare una Raleigh Roadsters credo potrei usarlo. Ho anche il cappello alla Sherlock Holmes, quello con le due visiere contrapposte, avete presente? Oddio, ora se lo legge Antonello compra pure questo…
Vabbè, ormai il danno è fatto, vediamo questa borsa.
Una borsa polivalente, perché non è dedicata solo al sellino, come saggiamente ci informa il retro della confezione.
Oltre che alla canonica sella la possiamo fissare alla piega; oppure ricorrendo alla cintura in cotone in dotazione trasformarla in pratico marsupio; o indossarla come simpatica pochette a tracolla, manifestando vicinanza a chi ha gusti meno tradizionalisti dei miei in fatto di romantica compagnia.
Aggiungo che come piccola borsetta laterale pure farebbe la sua figura, una soluzione molto francese d’antàn e perfetta per lo spigato. Strano Carradice non ci abbia pensato, ora gli scrivo.
Sul retro sono presenti i due cinturini in cuoio per assicurarla alla sella o al manubrio; e come ho deciso di suggerire alla casa madre, anche al portapacchi. Tres chic!
In dettaglio le asole per trasformarla in marsupio.
E gli anelli per chi invece preferisce usarla come pochette a tracolla, sfruttando la cintura in dotazione.
La chiusura della patta è garantita da una coppia di tenaci bottoni a pressione.
Impreziositi la logo della casa.
Una volta aperta scopriamo una fodera spigata anch’essa; ignoro se le versioni kilt ripropongano lo stesso motivo all’interno. Indagherò, il cappello di Sherlock lo tengo, da qualche parte anche una pipa.
Con understatement amorevolmente anglosassone l’etichetta che identifica il tessuto come un originale Harris Tweed è celata all’interno.
La seconda etichetta posta più in basso ci rassicura che a offrire il suo cotone impermeabile è stato Halley Stevenson.
Il vero lusso è sempre celato, mica sbruffoni come i (loro) cugini yankee…
All’interno è cucita una piccola tasca priva di chiusura dove noi borghesi e proletari possiamo inserire un documento d’identità e qualche banconota (di piccolo taglio) mentre un gentleman la userà per la carta di credito platinum.
Però borghese, proletario o sir che sia, alla strada frega poco e democraticamente fa bucare tutti, senza distinzioni. Nella tasca maggiore ho inserito senza problemi due camere d’aria (700×28/32), un set di tre leve cacciacopertoni, un minitool, lo smartphone (che volgarità…) e anche una minipompa, quella da 12cm. Volendo ci può andare anche una versione poco più grande, la borsa misura 19cm in larghezza (diagonale realmente sfruttabile 20 cm) 13cm in altezza e 5cm in larghezza, misurata sulla piena estensione.
Collocata dietro al sellino fa la sua figura. Quale, non giudico.
Scherzi a parte, ho ironizzato, del resto parliamo di una borsetta da sella, non è che ci sia poi tanto da dire. Ma, è questo lo scrivo sul serio, al di là della versione scelta che può piacere o meno, questa borsa come tutte le Carradice si contraddistingue per la notevole qualità dei materiali, l’estrema cura nelle cuciture (fatte a mano; cioè a macchina, ma è l’uomo che mette la borsa sotto la macchina per cucire, nessun sistema automatizzato) e la robustezza del cuoio utilizzato, come si può apprezzare vedendo anche un particolare tutto sommato secondario quale la targhetta col marchio della casa.
Costa e nemmeno poco; in questa versione ci vogliono 50 sterline, nei vari store online il prezzo è più o meno quello, al massimo il penny di sconto. Per qualità, fascino e storia che si portano dentro le borse Carradice della serie Originals (e le altre) valgono ogni centesimo chiesto. Per le Limited Editions è questione di gusti.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Diciamo che qua Roberto Mancini avrebbe provato delle emozioni FORTI!
🙂
e chi è?
Fabio
non te lo dico!
Ora ti voglio vedere con pipa e cappello alla Sherlock Holmes….
😀
Daniele
http://www.100copies.net/