Bravo Antoné!

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Ieri è stata la giornata clou del Grinduro, iniziata molto presto e finita molto tardi ma ne è valsa la pena.

Il tempo di pubblicare l’ultimo mio breve articolo e poi io e Antonello, fedele collaboratore del blog ma prima di tutto amico da anni, via a prepararci.

La scelta è stata di fare il Grindurito, cioè il breve di 65km con alcuni passaggi tosti in comune col Grinduro ma senza che venisse preso il tempo. 

Per noi che siamo qui per coprire l’evento non avrebbe avuto senso, in quei passaggi ci saremmo fermati per le foto, per osservare i ciclisti passare, capire come avrebbero affrontato e vissuto l’evento.

Ma mentre mi (tra)vestivo da ciclista ho capito che il Grinduro non è solo la gara, è tutta la manifestazione: anche quella del village mentre i ciclisti sono via a pedalare. E io volevo “assorbire” pure questa atmosfera. 

E dovevo lavorare sul GRX 2×12, la nuova Wilier Garda montata col 105 meccanico 12v, studiare le nuove gomme Schwalbe dedicate a Cancellara, insomma, dare un senso alla mia tessera di giornalista.

E così ho preso l’unica decisione possibile: dividerci i compiti. Uno in bici sul percorso, l’altro qui al campo base.

Ma siccome il boss sono io, ho ripreso l’unica decisione possibile: ho lasciato Antonello libero di godersi la giornata sui pedali mentre io un poco vagavo, un poco scrivevo, un poco chiacchieravo, un poco fotografavo, un tanto mi deprimevo.

credit Mirror Media Art

Vabbè, il percorso, almeno in massima parte, me lo ero già fatto nei giorni precedenti per testare GRX 12v e Wilier Adlar. Che poi è la giustificazione che mi sono ripetuto la giornata intera per non deprimermi ancora di più.

Aggiornamenti continui tramite whatsapp, posizione, foto lungo il percorso, punti di ristoro, panorami, insomma per quasi tutta la mattina ci siamo tenuti in contatto, al netto delle zone dove non arrivava segnale internet.

Verso le 14 i primi rientri di chi ha fatto il Grindurito, io nessuna notizia di Antonello ma non ne sono preoccupato, è normale a lui serva più tempo visto che ha da prendere appunti e scattare foto.

Verso le 15 già alcuni del Grinduro tagliano il traguardo, e va bene così, sono venuti con spirito agonistico, ci sta l’abbiano fatta a tutta anche nelle tratte non cronometrate.

Verso le 16 tutti quelli del Grindurito sono qui, buona parte del Grinduro pure e niente, da Antonello nessuna notizia.

Dopo pochi minuti riesco a contattarlo e scopro che sta seguendo il percorso del Grinduro!

Le scuse a questo cambio di programma, in corsa è il caso di dire, sono state: 1. Ho letto male l’indicazione al bivio; 2. All’incrocio un gruppo di ciclisti mi ha detto che il Grindurito era di là; 3. Il gps ha preso un abbaglio; 4. La bici si è imbizzarrita e ha girato per conto suo; 5. Ho incontrato Barbalbero nella foresta.

E vabbè.

Alla fine è arrivato quasi alle 18, stanco ma con un sorriso che mi ha ripagato di tutta l’apprensione che ho avuto, per un problema tecnico, una caduta, una qualunque cosa che sarebbe potuta andare storta.

Vederlo poi a cena ricevere i complimenti dai colleghi della stampa, le pacche sulle spalle ricevute, è stata la ventata finale che ha spazzato via ansia e, non lo nascondo, la mia invidia.

Si, se volevo coprire e capire tutto l’evento l’unica era dividerci i compiti. Mentirei se dicessi che non mi è pesato addossarmi io la parte noiosa (ma utile per riportarla a voi nei prossimi giorni); per lo stesso motivo mentirei se vi nascondessi che sono stato contento per lui.

Questo blog nacque con l’obiettivo di aiutare i ciclisti ad essere felici sui pedali: potevo negarlo proprio a chi mi aiuta a mandare avanti la baracca?

Ora toccherà a lui raccontarvi il Grinduro vissuto da dentro, gli lascio il tempo (poco però, sia chiaro Antonè!) per far ordine tra le emozioni e leggerete il suo racconto.

Un poco mi pesa non aver chiuso questi fantastici cinque giorni, tra mediacamp Shimano, prove, uscite continue, scambi di opinioni e idee con professionisti, meccanici dalla vasta esperienza, giornalisti delle migliori testate (e qui ancora mi chiedo perché hanno messo pure me in mezzo…), ciclisti appassionati e tutta la varia umanità che ruota intorno al nostro mondo a pedali.

Con la Wilier Adlar a mia disposizione ferma alla rastrelliera col numero di gara fissato alla piega a rimproverami silente.

Ma va bene così, io sono contento, Antonello è felice, non posso pretendere oltre.

Buone pedalate

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