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[Tecnica] Perché associare il ciclocomputer alla trasmissione Di2 è utile
La piattaforma Shimano Di2, acronimo di Digital Integrated Intelligence, è sul mercato dal 2009.
In questi sedici anni i giapponesi non si sono mai fermati nello sviluppo, implementando a ogni nuovo ciclo funzioni via via più sofisticate per rendere l’esperienza di pedalata sempre più performante e semplice.
Già, semplice, perché diversamente da quanto credono quelli che una Di2 non l’hanno mai usata e vivono il pregiudizio verso l’elettronica, è di una facilità disarmante. Da montare, regolare, gestire.
E’ quello che vediamo ogni giorno in tutti gli aspetti della vita quotidiana, dove funzioni apparentemente di astrusa comprensione in realtà si rivelano utili, comode e dopo poco ci diventano così naturali che non ci accorgiamo della loro presenza ma solo della loro assenza.
Non è indispensabile, nella vita come in bici. Semplicemente chi non la vuole non la compra. Facile.
Però se c’è, tanto vale usarla al meglio. O almeno sfruttarne se non tutte, parte delle sue potenzialità.
Per questo consiglio caldamente di associare la trasmissione Di2 al proprio ciclocomputer predisposto. Ormai lo son tutti dalla fascia media a salire.
Del resto, immagino, chi ha una Di2 ha quasi certamente un ciclocomputer di fascia alta.
Io lo consiglio non solo per avere subito sott’occhio tutti i parametri di funzionamento, dal rapporto inserito al livello batteria e altro, ma per la sicurezza.
Già, la sicurezza.
La sicurezza di non distogliere lo sguardo dalla strada per vedere che pignone è ingaggiato in quel momento.
La sicurezza di non togliere le mani dal manubrio per visualizzare le informazioni a schermo. Si, perché sappiamo che i comandi Di2 strada e gravel hanno un terzo pulsante che può essere associato proprio al ciclocomputer.
In più con la piattaforma a 12v, sempre sia strada che gravel, è stata introdotta la funzione Front Shift Next, che vi ho raccontato in questo articolo, e che si traduce nel liberare, di fatto, due pulsanti sul singolo comando. Nella realtà se ne liberano tre considerando entrambe i comandi.
Associamo il ciclocomputer, il radar, le luci, quello che ci pare e abbiamo di associabile.
Comandando il tutto sempre con le mani sul manubrio e pronte ad agire sui freni se necessario. Ché di questo periodo andare in bici sta diventando sempre più pericoloso…
Vi lascio al video, questo il link diretto, altrimenti miniatura in basso.
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.

