Intervista a Rudy Pesenti

Intervista a Rudy Pesenti di Trek Italia

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Intervista a Rudy Pesenti di Trek Italia

La attuale situazione sanitaria ha portato o avrebbe dovuto portare a ripensare le nostre città e la nostra mobilità. Prima o poi si spera quest’incubo finirà: ci sono in cantiere progetti per favorire l’uso della bici post covid?

Credo che, come in ogni cosa, il cambio di mentalità deve essere principalmente nostro. Risulta semplice criticare la mancanza di infrastrutture, ma spesso per fare 500 metri prendiamo l’auto invece di utilizzare dei mezzi sostenibili. Finché ci sarà questa mentalità non potrà mai cambiare niente, perché nessuno investe dove non c’è necessità di investire. Da maggio in poi le cose sembrano essere cambiate, con un maggiore attenzione ai prodotti più green per gli spostamenti, come le biciclette e i monopattini elettrici, perciò se il trend continua anche chi si occupa di infrastrutture dovrà adeguarsi. Siamo noi però i primi a dover fare in modo che questo cambiamento sia culturale, reale e radicale.

I negozi di bici tradizionale faticano a tenere il passo di quelli online, soprattutto sul fronte prezzi. Ci sarà una loro graduale trasformazione e se si, in quale direzione?

Credo ci siano ancora molte persone che giustamente vogliono vedere una bicicletta prima di acquistarla, soprattutto quando si parla di cifre alte per queste tipologie di prodotti. Sicuramente in un mondo in cui l’online è entrato prepotente nel mercato, se fossi un negoziante cercherei di capire cosa posso fare per dare un plus ad un cliente che entra nel mio negozio. L’online non sostituirà mai la cortesia, la competenza, i consigli e il rapporto speciale che si può creare tra negoziante e cliente.

Si punterà in futuro a un rapporto più diretto tra azienda e ciclista, senza la mediazione del concessionario/negozio? 

Il rivenditore per Trek rimane il punto focale dell’incontro tra l’azienda e il consumatore finale. Noi crediamo che il negozio non possa essere sostituito da una vendita dietro a un monitor, e fino ad ora questa è stata una mossa vincente. Il cliente può vedere e farsi consigliare ciò che gli serve realmente a livello di bici e accessoristica, cosa che online non si può fare, dove si è spesso attratti dal prezzo basso o dalla scontistica più che dal prodotto più idoneo all’utilizzatore. In tutto questo si aggiungono anche una moltitudine di siti fake che millantano di vendere il nostro prodotto a prezzi bassissimi, da cui raccomandiamo di restare sempre alla larga. Trek attualmente non vende online.

Prevedete di sviluppare una vendita diretta? 

Attualmente la nostra rete di rivenditori resta il centro focale del nostro mercato, e se Trek in futuro vorrà iniziare un commercio online, sarà sicuramente tenendo conto delle necessità e della centralità dei nostri negozi, non penalizzandoli ma rendendoli parte integrante di questo processo.

Prima dell’emergenza sanitaria era tutto un fiorire di festival e incontri tra ciclisti e aziende. Quanto è importante questo contatto diretto, questo far provare le bici, toccare con mano?

Io che mi occupo direttamente di eventi, e partecipo attivamente alla maggior parte di queste attività, posso dire che in questo momento mi mancano tantissimo. Il poter sentire direttamente le sensazioni e le opinioni del nostro pubblico sui prodotti che possono vedere e testare è sempre importantissimo per noi che ci lavoriamo quotidianamente. Spesso poi, chi testa una nostra bicicletta va in negozio e acquista il prodotto, quindi questo è un processo in cui tutti si trovano vincenti: si rende felice il cliente, il rivenditore, e Trek.

Eventi come l’Italian Bike Festival di Rimini sono occasioni per incontrare appassionati che giungono da tutta Italia per scoprire le novità, ed è veramente bello toccare con mano che la tua passione è anche la passione che muove migliaia di persone. La speranza è di poter ritornare presto ad avere questo contatto diretto, unico e insostituibile.

Bonus bici (e ci tocca ambé). Proclamato a gran voce a maggio, arrivato a novembre, finito in poche ore. In tanti con il buono in mano ma coi negozi vuoti. La politica degli incentivi economici ti vede favorevole?

Sicuramente ogni iniziativa a favore dell’incentivo alla mobilità sostenibile è del tutto apprezzabile. Che si potesse gestire in modo diverso o con altre tempistiche è altrettanto certo, e i parametri di distribuzione sono stati quantomeno discutibili.

Cosa servirebbe per coinvolgere nuove persone nello spostarsi in modo sostenibile?

Una rivoluzione culturale ha bisogno di tempo, non può avvenire in un tempo breve. Se fino a ieri una fetta importante di popolazione non ha mai pensato di poter utilizzare la bicicletta al posto della propria automobile per spostarsi, non lo farà da domani in modo definitivo. Certo è che se comincio io, e convinco un’altra persona a provare, che a sua volta ne convince un’altra, in questo caso si può andare lontano. Ma non si può sempre chiedere agli altri che facciano il primo passo, dobbiamo essere noi in prima persona a dare il buon esempio.

Noi, come azienda, ci impegniamo ad inserire una serie di eventi focalizzati sulla mobilità sostenibile, e non soltanto test bici di alta gamma come sempre è stato fatto. E’ molto importante che le persone provino e si avvicinino a questa tipologia di biciclette per capirne le potenzialità e il valore di un uso quotidiano a discapito dei mezzi motorizzati. Il traffico, il tempo, le spese di mantenimento di un’automobile dovrebbero già di per sé essere degli argomenti validi per scegliere un’opzione piuttosto che un’altra, ma è molto importante che la gente provi questi prodotti relativi alla mobilità sostenibile, in modo che si convinca della sua utilità. Sarebbe bello vedere, in tal senso, anche eventi organizzati direttamente dai comuni e dalle amministrazioni delle grandi città a favore di questa sensibilizzazione.

Da sempre il marchio ha grande attenzione ai temi ambientali. Cosa fate in concreto per salvaguardare madre natura? 

La nostra azienda è molto attenta ai temi ambientali e ai cambiamenti climatici in corso. Lo dimostra anche nelle piccole cose, come il portaborraccia Bontrager Bat Cage costruito con le reti da pesca riciclate, che invece di danneggiare gli oceani diventano prodotto di utilizzo quotidiano per gli amanti della bicicletta.

In Trek Italia abbiamo una persona responsabile di tutta la parte Green dell’azienda, che nell’ultimo anno ha portato interessanti novità inerenti il risparmio di energia elettrica e materiale di consumo. Nella scorsa primavera abbiamo attivato una collaborazione con l’azienda informatica Oracle in cui presteremo loro delle nostre biciclette elettriche da città alle sedi di Milano e Roma, per incentivare il tragitto casa – lavoro dei dipendenti in sella a biciclette e senza che debbano utilizzare mezzi di trasporto inquinanti.

Ma l’impatto ambientale deve essere una priorità di tutti, non solo delle grandi aziende. Ognuno di noi in ogni piccolo gesto ha una grande responsabilità verso il mondo in cui vuole vivere.

Trek ha catalogo per ogni esigenza, dalla bici per bambini alla replica del professionista. Coprire tutto è ancora strategia vincente o meglio puntare sulla specializzazione? 

Tendenzialmente Trek è sempre stata associata ad un marchio con biciclette di alta gamma, anche se ha sempre prodotto una gamma completa a livello di prezzi e tipologia di bici. Con il post-covid abbiamo notato una tendenza ad una richiesta di prodotto spostata verso il nostro basso/medio di gamma con delle vendite assolutamente record e mai registrate in precedenza. Tant’è che, nonostante il lancio nel 2020 di alcuni prodotti di punta per il nostro mercato, come la vendutissima e più che apprezzata émonda, il prodotto di Trek più venduto nel mondo nell’ultimo periodo è la Trek Marlin, mountain bike che ha una base di partenza di 519 euro. Questo significa che il concetto di Trek di voler avere a catalogo una bicicletta per ogni tipo di esigenza, per ogni tipologia di ciclista, è una scelta più che azzeccata e premiante in tal senso.

La ebike sta crescendo a ritmi vertiginosi: è destinata a superare la bici muscolare?

Fortunatamente la nostra azienda sta crescendo in modo costante su tutti i segmenti: bici da corsa, mountain bike ed elettrico. Sicuramente ci aspettiamo una crescita ulteriore sul mondo ebike per l’avvicinamento di molte persone alle bici, che prima non avevano mai paventato questa opportunità, e il prodotto elettrico è sicuramente qualcosa di molto ricercato da questo tipo di clientela. Con la speranza di una crescita delle strutture in città per mettere in sicurezza gli spostamenti dei ciclisti pendolari, ci aspettiamo anche un ulteriore incremento dovuto alla crescita del mondo urban elettrico.

Fatti la domanda che nessuno ti ha mai fatto e alla quale avresti sempre voluto rispondere. 

“Sei passato dal correre in bici, dall’essere sempre al limite, dall’andare sempre veloce all’essere una persona estremamente tranquilla, che scrive, che cammina in montagna, che fa tutte cose lente. Non è un po’ una contraddizione?”

“Quando correvo nessuno mi aveva detto che era così bello rallentare a godersi il paesaggio, ci sono arrivato da solo, soltanto un po’ più tardi.”

 

Vi avevo detto che Rudy non è persona capace di scrivere banalità. 

L’ultima domanda, quella che ho scherzosamente definito domanda a piacere nel dietro le quinte dell’intervista, con appena quattro parole fa emergere lo scrittore. 

Quel “nessuno mi aveva detto” da solo spiazza e rinforza, colpisce e schernisce. Bisogna saper lavorare con le parole per capire come costruire un periodo così a effetto.

E l’ironia in filigrana di quel “soltanto un po’ più tardi”? Bellissima.

Sono contento di questa intervista, mi piacerebbe proporvene di più se solo avessi tempo per seguire tutto. Ma in futuro proverò a dare più spazio a questi articoli; e comunque la prossima settimana ne leggeremo un’altra, quella a Marco Cittadini di Shimano Italia.

Buone pedalate  

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