Vaude Cyclist Briefcase
Utilizzo e conclusioni
Utilizzo e conclusioni
Qual è lo scopo di un test? Verificare che tutto funzioni e come funzioni, si dirà.
Beh, io non la penso così, almeno non è questo l’unico mio scopo. Il funzionamento, se così vogliamo definirlo, è solo l’ultimo passaggio, anche se poi è di fatto proprio questo che voi leggete.
Quello che non leggete è il lungo lavoro preparatorio, una pianificazione che spesso prende ancor più tempo del test vero e proprio. E che parte dalla fatidica domanda: cosa può rendere la vita sui pedali più piacevole a voi (noi) ciclisti?
Il mercato di bici, accessori e componenti è sterminato; se anche pubblicassi dieci test al giorno, in un anno avrei appena scalfito la superfice. Ne pubblico uno a settima da molti mesi, malgrado mi fossi riproposto una cadenza superiore perché ho dimenticato quando è stata l’ultima volta che ho inforcato una bici solo per gusto mio e non per una prova su strada.
Eppure anche con un ritmo di pubblicazione così elevato, soprattutto per una piccola struttura come la mia, a stento riesco a fornire un quadro di massima di cosa è possibile trovare in giro per rendere le nostre pedalate sempre più appaganti.
Quindi prima ancora di iniziare un test, prima ancora cioè che l’oggetto in prova sia qui, c’è una lunga selezione per identificare cosa sia utile proporre.
Si parte da alcune caratteristiche base, si selezionano le aziende che hanno a catalogo qualcosa che risponda se non a tutti almeno alla maggior parte dei requisiti, si cerca di ridurre la rosa e poi arriva la parte più difficile: chi fra questi?
E qui, confesso, vado anche a istinto, non solo per esperienza.
Prediligo, se posso, aziende che sento in qualche modo affini al mio modo di pensare. Preferisco chi lavora con cura e passione, se c’è in quel settore un artigiano avrà tutta la mia considerazione e se l’azienda ha una anima attenta alla salute del nostro pianeta sono più contento.
La tedesca Vaude non può essere definita artigianale ma la cura del dettaglio è quella; e gli altri requisiti ci sono tutti, quindi avendo tempo per un solo test di una borsa “da lavoro”, adatta a trasportare in sicurezza un laptop e che, fondamentale, potesse essere facilmente assicurata al portapacchi e indossata a tracolla appena scesi dalla bici è stato naturale rivolgermi all’ufficio stampa che cura la comunicazione di Panorama Sport Diffusion, ossia chi in Italia ha la distribuzione esclusiva del marchio Vaude, oltre tanti altri.
In questa scelta ha giocato anche un altro fattore, giornalistico diciamo: Vaude è assai conosciuta in Italia ma non completamente. Tutti apprezzano la linea delle borse da viaggio però Vaude non è solo questo. Ha un vasto catalogo ricco di soluzioni per il ciclismo quotidiano e ho pensato valesse la pena conoscerne almeno una e mostrare qualcosa di utile nella nostra quotidiana vita sui pedali.
Utile e non solo: tutto il progetto si muove lungo il binario della praticità di utilizzo.
Solo chi è abituato a spostarsi ogni giorno con zaini e borse a tracolla conosce realmente i tanti piccoli e grandi disagi di queste soluzioni. E solo chi è costretto a viaggiare col laptop in borsa sa che significa poggiare la borsa, anche uno zaino fatto apposta per proteggere il pc, sul piano di appoggio del portapacchi e affrontare il micidiale pavé che lastrica le nostre città.
Una martellare continuo che arriva dalla strada, per questo diventa essenziale che il nostro prezioso computer non sia mai riposto in orizzontale sul portapacchi ma in verticale. Solo così non risente dei colpi della strada.
Si ricorre allo zaino proprio per evitare danni; zaino che in inverno può essere anche piacevole ma che con l’estate alle porte diventa un supplizio. Oltre alla difficoltà nella guida per chi usa bici dal pronunciato dislivello sella/manubrio.
Ecco quindi che l’uso di una borsa pensata apposta per noi ciclisti che non rinunciamo alla bici nemmeno indossando il gessato d’ordinanza diventa una di quelle cose che ci rendono la vita più semplice.
Certo, so che è difficile sfuggire al mito del messenger, di questi atletici ragazzi che sfrecciano per la Grande Mela con la borsa a tracolla. A volte anche lo zaino, rapidi e veloci su bici a scatto fisso.
Questa Vaude è invece seriosa, pulita nelle linee, quasi anonima: difficile identificarla per una borsa da ciclista urbano, quel guerriero metropolitano che nulla può fermare e che tanto accende la fantasia.
Però c’è un problema: non viviamo a Manhattan dove le uniche salite che hanno sono quelle di accesso ai ponti e trovo difficile pure definirle salite. E non abbiamo le loro lisce strade asfaltate che, rendiamocene conto, fanno la differenza. Pedali sempre in piano e senza saltare come un canguro ubriaco, ma come fa a non venirti la voglia di usare una bici?
Non sarà capace di farci sentire intrepidi fattorini d’oltreoceano questa Vaude Cyclist Briefcase; ma ci aiuta con teutonica efficienza ogni giorno. Ed è meglio così.
Ci aiuta con la capacità di carico, perché 15 litri di capienza sono davvero tanti. Più che il volume interno, che sempre fa comodo sia chiaro, contano forma e dimensioni. Del nostro laptop ho già detto e aggiungo solo che mi sono scorrazzato per settimane il mio, quello che sto usando per scrivere queste note e il cui hard disk conserva la memoria di questo blog, passata e futura, e tutto l’archivio del mio studio. Potete capire che al di là dei back up che sempre eseguo, romperlo sarebbe per me una tragedia.
Telefono, chiavi, notes e soprattutto le cartellette da lavoro entrano senza problemi, non si stropiccia niente e ogni cosa trova facilmente posto, in ordine e subito disponibile senza dover scavare più di tanto.
Ci aiuta col sistema di aggancio al portapacchi, solido, sicuro e regolabile; tranne i vecchi portapacchi fatti con sottili tubi da 8mm, non si sposta di un capello una volta chiusi gli uncini.
Ci aiuta ancora col sistema di sgancio dal portapacchi, azionabile con una sola mano (so che non è prerogativa solo Vaude, vi anticipo l’obiezione, ma io questa sto provando, non altre…) e si rivela prezioso soprattutto quando la nostra bici non ha cavalletto. Mai sganciato una borsa con due mani con la bici poggiata al palo che vi serve per incatenarla e questa vi cade a terra mentre armeggiate? No eh? Beati voi…
Ci aiuta lasciata la bici perché tutto il binario con i suoi uncini lo stacchiamo con un click e non ci tormenterà i fianchi.
Ci aiuta ancora lasciata la bici perché con due rapidi gesti applichiamo la tracolla, che sconsiglio caldamente di lasciare in sede mentre si pedala, c’è il pericolo concreto di agganciare o essere agganciati da latri veicoli lungo la strada, e andiamo in giro con una borsa che ben si intona a qualunque sia il nostro abbigliamento, anche formale.
Ci aiuta se piove perché ha una sua moderata impermeabilità; e se piove più forte la pratica cuffia in dotazione provvede a salvare il contenuto. Oltre ad essere ben visibile anche da lunga distanza.
Una borsa ben fatta, materiali robusti, soluzioni tecniche intelligenti, pochi limiti. Uno è quello di cui ho parlato durante la presentazione statica e si riferisce alla difficoltà di sfruttare il binario per tutta la sua lunghezza perché l’uncino andando a battuta contro il sistema di sgancio chiude la luce per infilare il dito e aprire il meccanismo.
Limite più teorico che pratico, alla fine la lunghezza del binario realmente sfruttabile è ampia, siamo nell’ordine dei 21 centimetri circa, hai voglia a sistemare per bene la borsa sul portapacchi.
Avrei preferito che almeno una delle due tasche laterali avesse una chiusura. Lasciarci per esempio le chiavi dentro e affrontare il pavé urbano con piglio garibaldino è sconsigliato con le tasche aperte; però è scomodo dover aprire tutta la borsa per pescarle all’interno.
La tracolla è assai comoda e ben fatto nonché decisamente robusto il sistema di regolazione della lunghezza. Lunghezza che però resta eccessiva anche riducendola al massimo della sua possibilità.
E’ vero che è possibile sfruttare una tasca laterale per una applicare una luce a clip; però una asola ci sarebbe potuta essere, soprattutto se considero quanto Vaude sia da sempre attenta alla sicurezza attiva e passiva.
Piccoli dettagli, più che limite veri e propri e probabilmente dovuti anche all’uso intenso e personale che ne ho fatto nel corso di questo test.
Per il resto solo pregi. A iniziare dall’alta qualità da sempre espressa da Vaude e che ho ritrovato nella scelta dei materiali, robusti e a prova di ciclismo urbano. Molto pratica la base in tela gommata, facilmente lavabile (non dimentichiamo che la borsa una volta agganciata al portapacchi sarà colpita dallo sporco della strada) e resistente.
Praticità nel sistema di aggancio oltre che salda tenuta; che non mi ha fatto sentire la mancanza di un ulteriore appiglio, in basso, perché comunque la borsa non sbatacchia.
Solo qualche leggero scuotimento affrontando a tutta il pavé, ma tanto lì si scuote tutto, dalla bici al ciclista e la borsa era l’ultimo del miei problemi…
Praticità nel sistema di sgancio, rapido e immediato.
Capienza adatta ad affrontare tranquillamente una giornata di lavoro; ma anche una due giorni in bici per diporto, quindici litri di capienza consentono di partire un fine settimana con tutto il necessario.
E’ una borsa attacchi e vai, senza altri pensieri.
Se qualcuno trova il nero troppo serioso può optare per la versione blu.
Aggiungo alcune notazioni, informazioni perché non sono prodotti che ho testato ma fanno parte della stessa famiglia.
Oltre questa Cyclist Briefcase, Vaude propone le versioni Messenger L e Messenger M
La prima ha analoghe misure della Cyclist Briefcase, compresa la tasca per laptop da 15.6″.
La seconda è più piccina con i suoi 30x36x13 cm, 10 litri di capienza e tasca per laptop da 13.3″.
L’unica differenza visibile, dimensioni a parte per la Messenger M, rispetto alla nostra Briefcase è l’assenza della maniglia superiore per il trasporto. All’interno non so.
E poi una altra versione, interessante per chi non necessita della tasca per il laptop da 15.6″ ma gli basta quella per ospitare un 13.3″ ed è la Cyclist Bag. Misura 40x33x12 e ha 14 litri di capienza.
La forma la rende appetibile per chi ha meno spazio sulla bici o preferisce avvicinare al massimo il carico al centro della bici senza pericolo di interferenze coi talloni
Tutte hanno il sistema di aggancio/sgancio con una sola mano e binario removibile.
Bene, siamo in chiusura. Credo di aver saltato nulla nel farvi conoscere questa borsa. Non una lettura coinvolgente come può essere la prova di una bici da corsa, lo comprendo. Però questo blog nasce anche con spirito di servizio, per aiutare i ciclisti nelle scelte quotidiane; cercando per voi e provando quello che potrebbe esserci utile ogni giorno. E questa borsa Vaude si è dimostrata all’altezza.
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
ciao Fabio hai notato sbilanciamenti con una sola borsa laterale? Michele
Ciao Michele, non più di tanto. La sua funzione non è quella di una borsa da viaggio, è borsa “da lavoro”. Tra laptop, cartellette e il resto che di solito portiamo non superi i 5kg se proprio esageri. Troppo pochi per determinare un vero e proprio sbilanciamento.
Tieni presente che uso spesso pedalare con una borsa sola, non questa, quando vado a fare la spesa e non ho molto da prendere ma sempre i 5 o 6 kg li raggiungo e problemi con carichi così non ne hai.
Fabio
ciao Fabio, ottima recensione.
io da circa un anno sono felice possessore di uno zaino Vaude con attacco per portapacchi, la versione precedente dell’attuale Cycle 22:
https://www.vaude.com/en-GB/detail/index/sArticle/5590/number/124700100
E non posso che confermare la bontà di questi prodotti Vaude.
Ciao Luigi, anche questa dello zaino è valida soluzione. Poi ognuno sceglie in base alle sue esigenze. Potendo provare una sola borsa, ho selezionato quella nel più classico stile bike to work. Ma sono tanti i modelli con il comodo sistema del binario removibile, che è poi quello che li rende realmente fruibili scesi di sella.
Vaude, altro scopo di questo articolo e l’ho indicato in apertura, è marchio che propone tante cose per il ciclismo quotidiano, mentre in molti lo collegano solo alle borse da viaggio. Invece ti rende la vita semplice, per questo mi piace.
Fabio
ad onor del vero lo zaino in questione non ha il binario rimovibile ma è l’intera parte posteriore che si stacca su tre lati per andare ad infilarsi in una tasca apposita della parte inferiore eliminando binari e ganci e rilevando due spallacci (così da diventare uno zaino “normale”). l’operazione è semplice ma non immediata ed ho l’impressione che la borsa che hai recensito tu possa essere un tantino più pratica se l’operazione di rimozione binario risulta immediata. Ovviamente poi dipende dall’utilizzatore, se preferisce lo zaino o la borsa con tracolla. In ogni caso, secondo me entrambi due ottimi prodotti.
Ciao Luigi, concordo in pieno. Ottimi prodotti, poi la palla passa alle scelte e necessità personali.
Mi sono orientato sulla borsa, questa classica cartella, perché mi sarebbe anche stato più agevole recensirla. Di fatto svolgere il test ha significato per me fare quello che faccio ogni giorno, andando al lavoro. Mica questo blog è il mio lavoro, magari…Solo l’impegno per gestirlo, per campare faccio tutt’altro.
Dopo la pausa estiva dovrei riuscire a proporvi la recensione di una altra borsa, perché anche se nel testo ho detto che non viviamo nella Grande Mela, al fascino delle messenger non so resistere nemmeno io. Se poi la borsa in questione la propone Chrome Industries beh, la voglia c’è.
E c’è anche da parte dell’azienda, sono io che ho chiesto alla nuova responsabile comunicazione per l’Europa di posticipare tutto a dopo l’estate. Se mi arriva anche un solo pacchetto adesso, mi suicido 😀
Fabio
MI sembra un ottimo prodotto e trovo molto valida la possibilità di rimuovere il completamente il binario.
Dato il clima qui al Nord io ho optato per un modello completamente impermeabile così da far arrivare al sicuro sia il portatile che il ricambio di vestiti ! 🙂
Ho preso una marca diversa ma secondo me si equivalgono come qualitità.
https://www.ortlieb.com/it/Back-Roller%20City/
Ciao Massi, non sono paragonabili, sono due prodotti del tutto diversi. La Ortlieb che hai preso è una sacca, di ottima qualità ma pur sempre una sacca. Qui invece è una vera 24ore, con tasche dedicate e scomparti, nonché tracolla removibile.
Comunque, quando non so, pubblicherò recensione anche di Ortlieb, la Classic che è quasi in tutto analoga.
Fabio
Hai perfettamente ragione.
Come al solito ho scritto in mezzo al casino dell’ufficio e ho saltato un pezzo di riflessione; La mia scelta è stata dettata anche dalla possibilità di usare lo zainetto che già uso per il lavoro. Non so quanto possano reggere alla lunga questi sistemi con un utilizzo quotidiano di attacca/stacca…
Ma no, non è questione di ragione o torto. E’ che io, stando da questa parte, ho doveri che voi non avete. E tra questi c’è la necessità di specificare sempre il come e il perché, che significa anche dover ricordare che i confronti devono essere sempre tra accessori o componenti omogenei, altrimenti si perde l’utilità di un test.
Fabio
ciao Massimiliano, ho anche io quella borsa ortlieb. Hai sicuramente il vantaggio di avere un prodotto già impermeabile di suo ma seconso me non è adatto da città ufficio come il modello vaude recensito dal buon Fabio.
L’ortlieb ha un unico scomparto dove infilare tutto (eccetto una mini tasca interna)
Infatti Michele, mentre rispondevo a Massimiliano tu pubblicavi il tuo commento. Comunque la Ortlieb è attrezzabile, qualcosa dentro si può aggiungere.
Però pure voi, che figura mi fate fare? Il test di vaude e voi chiacchierate della concorrenza 😀 😀 😀
Scherzo, ovvio; anzi, sono commenti utili a capire le differenze
Fabio