Vaude Cyclist Briefcase

Come è fatta

Tempo di lettura: 7 minuti

Come è fatta

Fattore forma semplice, classico: nulla nella vista frontale lascia immaginare si tratti di una borsa dedicata a noi ciclisti.

Solo voltandola scopriamo che cela un segreto: il sistema di aggancio al portapacchi.

Sistema che vedremo in dettaglio fra poco, per ora restiamo sulla borsa.

La doppia inquadratura laterale ci offre la visione di alcuni dettagli: i pomelli per l’aggancio della tracolla, il ridotto spessore del sistema di attacco al portapacchi (che è comunque removibile) e il logo dell’azienda in materiale riflettente.

Vi fornisco subito le misure, da non prendere come precise al millimetro perché la borsa è floscia e quindi la misurazione sempre difficile.

In centimetri abbiamo altezza 30, larghezza 42 e profondità 15. Dimensioni che ci rimandano un volume interno di 15 litri, ben superiore a tante borse da turismo leggero. E infatti, lo dico già adesso senza attendere il paragrafo dedicato alla prova su strada, è una valida alternativa anche a gite di un fine settimana. In bici si viaggia leggeri, si sa, e qui entra tutto quello che può servire.

Continuo con altri dati. Il peso non è particolarmente contenuto, 1080 grammi dichiarati e da me rilevati; ma è peso giustificato dalle soluzioni tecniche nonché dal tessuto, molto spesso e robusto.

Andiamo avanti e dedichiamoci subito al sistema di aggancio.

Un binario in alluminio funge da ancoraggio per la coppia di uncini che servono ad assicurare la borsa al portapacchi.

 

L’ampiezza è regolabile, ossia la distanza degli attacchi tra loro e, ovviamente, lungo tutta la lunghezza del binario.

Una pratica rotellina dentata dalla facile presa governa il meccanismo a vite che comprime gli uncini nelle sedi del binario.

 

Non serve forza per ottenere un fermo sicuro, basta stringere con le dita fino ad avvertire resistenza, senza necessità di attrezzi. A quel punto la borsa non si sposterà di un millimetro, nemmeno a pieno carico.

A garantire ulteriore tenuta provvede la tecnologia degli uncini che una volta fissati al portapacchi possono essere chiusi. Un click sonoro ci avverte dell’avvenuta chiusura.

La maniglia che li unisce non è, come potrebbe sembrare a prima vista, una maniglia di trasporto: serve ad aprire gli uncini, così con un solo gesto possiamo liberare la borsa e sfilarla dal portapacchi. Basta tirare verso l’alto.

Potrà sembrare poca cosa, qualcuno dirà che in fondo nessuno ci corre dietro, che sarà mai perdere quei trenta secondi ad agganciare e sganciare. Vero, viviamo a ritmi frenetici e sarebbe il caso rallentassimo. Però anche io che frenetico non sono ho apprezzato tantissimo poter sganciare con una sola mano e rapidamente, senza star lì a poggiare roba per terra per avere le mani libere o comunque senza tutti i disagi che ogni volta affronto quando vado al lavoro in bici.

L’interno arancio degli uncini non è semplice vezzo estetico: sono i riduttori per tubi portapacchi da 10mm.

Facilmente removibili aumentano l’ancoraggio a 12mm, quindi in pratica restano fuori solo i portapacchi vintage che sfruttavano i sottili tubi da 8mm.

Come avete appena visto dalle foto sopra, le ho scattate con binario rimosso.

E’ questa infatti una altra delle idee all’insegna della praticità, perché portarsi la borsa a tracolla con gli uncini che sbatacchiano sul fianco non sarebbe comodo.

Comodo invece rimuoverlo e anche qui basta un solo gesto. Più dello sgancio tirando la maniglia, che è sistema già in uso da anni su tante borse, lo so. L’unione dei due sistemi no, è qui sta la differenza.

Osservano il binario in sede vediamo che una estremità presenta un inserto nello stesso arancio degli altri dettagli.

E’ il pulsante del meccanismo a leva che permette di rimuovere in un attimo tutto il binario.

In dettaglio i denti di presa.

Quella che resta è una borsa perfettamente piana nella parte posteriore, senza alcuna sporgenza a dare fastidio.

Le sedi di innesto del binario presentano tre incavi ognuna. Questo permette di montare il binario in diagonale.

Non tanto perché qualcuno ha il portapacchi non in bolla (orrore!) ma perché inclinare la borsa permette di evitare il contatto coi talloni durante la pedalata.

E’ una ventiquattrore, adatta a ospitare anche un laptop da 15.6″: significa che è comunque una borsa dalle dimensioni importanti, almeno in larghezza. Telai più piccini, portapacchi installati più avanti oppure piedi oversize e il contatto potrebbe verificarsi. Non sarà bellissima da vedere una volta montata inclinata, ma resta l’indubbia praticità della soluzione. No, foto non ne ho da proporvi: io che monto i portapacchi con la livella secondo voi attacco poi una borsa sbilenca? Suvvia… 😀

Scherzi a parte (tranne la storia della livella, quella è tragica realtà…) tutta la borsa è piena di piccole e grandi soluzioni votate alla praticità.

Proprio per questo mi ha stupito trovare un limite, qualcosa che se non fosse tutto di così alto livello nemmeno avrei notato. Ah, ma io sono puntiglioso, lo sapete 😀

Il meccanismo a leva che governa lo sgancio del binario si aziona dal lato interno. E quindi? Quindi se abbiamo regolato la distanza degli uncini sino alla battuta completa con la leva di sgancio, questa non sarà azionabile perché il dito non passa, non ha spazio per sollevare l’asola. Diventa così una seccatura dover prima allentare il fermo dell’uncino, allontanarlo e poi rimuovere il binario.

Sono proprio carogna vero? Beh, lo sapete che qualunque cosa provo, lo provo in ogni dettaglio.

In realtà è un puntiglio direi inutile il mio, prendetela più come nota di colore che limite reale. La lunghezza del binario è tale che non poter sfruttare quell’ultimo centimetro è ininfluente a fini pratici.

Ora possiamo dedicarci alla borsa in sé. Che fin qui ho sempre definito ventiquattrore, avvalendomi della traduzione letterale di Briefcase. Chiamarla cartella pure va bene e come ogni cartella che si rispetti deve avere tante tasche.

Infatti qui ne abbiamo, interne ed esterne. Vediamo prima queste.

Due sono poste sul davanti, protette da pattina impermeabile con chiusura a velcro.

Non sono particolarmente profonde, un moderno smartphone non entra per capirci. Per darvi una idea ho sfruttato i miei notes. Il più grande sporge per un terzo circa (è lungo 18 cm) mentre quelli più piccoli (14 cm) si infilano con facilità e permettono la chiusura. Li ho lasciati sporgere da un poco solo per scena.

E ora non state lì a mandarmi millemila mail per sapere dove ho scovato i notes… 😀

Andiamo avanti, anzi no, andiamo a lato per scoprire le altre tasche esterne. Due, una per lato. Senza chiusura, quindi attenzione a cosa ci mettete. Ho usato il notes più piccolo, che entra perfettamente.

In corrispondenza delle tasche laterali quelli che vediamo sporgere sono i pomelli per agganciare la tracolla; ci arriviamo.

E’ comunque possibile sfruttare le tasche laterali per applicare una piccola luce a clip; tra i meandri della microfficina ho pescato quella giusta, una Vaude.

Giusta per le foto, coordinata; ma va bene qualunque lucetta a clip.

In ogni caso a garantire una certa visibilità provvede il logo in materiale riflettente.

Si lo so, le foto di questi dettagli non so farle. Brilla, punto. Non avete pietà…

Mi trovo con l’inquadratura, ci resto ancora un momento. La parte bassa è in materiale gommato, molto resistenze e refrattario alla sporco. Qui in basso ne vediamo uno scorcio laterale.

Ma come si può vedere è tutta la parte bassa ad avere questa rifinitura.

Ultime immagini dell’esterno, per mostrare la comoda maniglia di trasporto, le coppia di bande riflettenti e una delle fibbie di chiusura della patta superiore.

Una cerniera sdoppiata fornisce ulteriore chiusura.

Ottima la dotazione di tasche e scomparti; la più importante è quella per laptop fino a 15.6″. Importante per chi deve portare il computer con sé, ovvio.

Oltre alla robustezza e quindi spessore del materiale, la protezione del prezioso computer è garantita da un foglio in morbida spugna. Anche eventuali scossoni contro la struttura del portapacchi sono efficacemente smorzati.

Abbiamo poi una ampia tasca chiusa da una cerniera, due altre tasche aperte più piccole e le asole per le penne.

In dettaglio coi soliti notes a fare da riferimento per le dimensioni.

Resta tanto spazio anche una volta inserito il laptop nella sua tasca dedicata. Volendo può entrarci un casco classico; anche se poi non resta molto margine per altro, giusto qualche sottile cartelletta. Comodo invece riporre un casco pieghevole.

All’interno della borsa un anello in plastica, che può essere utile per attaccare le chiavi e trovarle subito.

O per assicurare la piccola borsa che contiene la copertura impermeabile ad alta visibilità fornita di serie.

Si applica con facilità, copre bene tutta la borsa, lascia liberi gli agganci ed è visibile anche da grande distanza; dettaglio importante pedalando sotto la pioggia.

 

Di serie anche la robusta tracolla.

Dotata di classico spallaccio imbottito (removibile) e fibbia di regolazione in metallo per la lunghezza.

Assicurarla alla borsa è ancora una volta operazione di un attimo. Gli agganci hanno inoltre un sistema di sicurezza che ne impedisce lo sgancio accidentale. Due dentini a scomparsa, da azionare a pressione, bloccano saldamente le fibbie ai pioli laterali.

Ed ecco il dettaglio.

Bene, direi che la presentazione non ha tralasciato alcunché.

Ora scaletta classica di composizione vorrebbe la prova su strada; ma è una borsa e quindi così come ho fatto in analoghe circostanze preferisco andare direttamente alle conclusioni, sfruttando il prossimo paragrafo anche per le considerazione nell’uso.

Voltiamo pagina.

COMMENTS

  • <cite class="fn">michele</cite>

    ciao Fabio hai notato sbilanciamenti con una sola borsa laterale? Michele

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Michele, non più di tanto. La sua funzione non è quella di una borsa da viaggio, è borsa “da lavoro”. Tra laptop, cartellette e il resto che di solito portiamo non superi i 5kg se proprio esageri. Troppo pochi per determinare un vero e proprio sbilanciamento.
      Tieni presente che uso spesso pedalare con una borsa sola, non questa, quando vado a fare la spesa e non ho molto da prendere ma sempre i 5 o 6 kg li raggiungo e problemi con carichi così non ne hai.

      Fabio

  • <cite class="fn">Luigi Iannelli</cite>

    ciao Fabio, ottima recensione.
    io da circa un anno sono felice possessore di uno zaino Vaude con attacco per portapacchi, la versione precedente dell’attuale Cycle 22:
    https://www.vaude.com/en-GB/detail/index/sArticle/5590/number/124700100
    E non posso che confermare la bontà di questi prodotti Vaude.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luigi, anche questa dello zaino è valida soluzione. Poi ognuno sceglie in base alle sue esigenze. Potendo provare una sola borsa, ho selezionato quella nel più classico stile bike to work. Ma sono tanti i modelli con il comodo sistema del binario removibile, che è poi quello che li rende realmente fruibili scesi di sella.
      Vaude, altro scopo di questo articolo e l’ho indicato in apertura, è marchio che propone tante cose per il ciclismo quotidiano, mentre in molti lo collegano solo alle borse da viaggio. Invece ti rende la vita semplice, per questo mi piace.

      Fabio

      • <cite class="fn">Luigi Iannelli</cite>

        ad onor del vero lo zaino in questione non ha il binario rimovibile ma è l’intera parte posteriore che si stacca su tre lati per andare ad infilarsi in una tasca apposita della parte inferiore eliminando binari e ganci e rilevando due spallacci (così da diventare uno zaino “normale”). l’operazione è semplice ma non immediata ed ho l’impressione che la borsa che hai recensito tu possa essere un tantino più pratica se l’operazione di rimozione binario risulta immediata. Ovviamente poi dipende dall’utilizzatore, se preferisce lo zaino o la borsa con tracolla. In ogni caso, secondo me entrambi due ottimi prodotti.

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Luigi, concordo in pieno. Ottimi prodotti, poi la palla passa alle scelte e necessità personali.
          Mi sono orientato sulla borsa, questa classica cartella, perché mi sarebbe anche stato più agevole recensirla. Di fatto svolgere il test ha significato per me fare quello che faccio ogni giorno, andando al lavoro. Mica questo blog è il mio lavoro, magari…Solo l’impegno per gestirlo, per campare faccio tutt’altro.
          Dopo la pausa estiva dovrei riuscire a proporvi la recensione di una altra borsa, perché anche se nel testo ho detto che non viviamo nella Grande Mela, al fascino delle messenger non so resistere nemmeno io. Se poi la borsa in questione la propone Chrome Industries beh, la voglia c’è.
          E c’è anche da parte dell’azienda, sono io che ho chiesto alla nuova responsabile comunicazione per l’Europa di posticipare tutto a dopo l’estate. Se mi arriva anche un solo pacchetto adesso, mi suicido 😀

          Fabio

  • <cite class="fn">Massimiliano Rosati</cite>

    MI sembra un ottimo prodotto e trovo molto valida la possibilità di rimuovere il completamente il binario.
    Dato il clima qui al Nord io ho optato per un modello completamente impermeabile così da far arrivare al sicuro sia il portatile che il ricambio di vestiti ! 🙂
    Ho preso una marca diversa ma secondo me si equivalgono come qualitità.
    https://www.ortlieb.com/it/Back-Roller%20City/

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Massi, non sono paragonabili, sono due prodotti del tutto diversi. La Ortlieb che hai preso è una sacca, di ottima qualità ma pur sempre una sacca. Qui invece è una vera 24ore, con tasche dedicate e scomparti, nonché tracolla removibile.
      Comunque, quando non so, pubblicherò recensione anche di Ortlieb, la Classic che è quasi in tutto analoga.

      Fabio

      • <cite class="fn">xtanatos</cite>

        Hai perfettamente ragione.
        Come al solito ho scritto in mezzo al casino dell’ufficio e ho saltato un pezzo di riflessione; La mia scelta è stata dettata anche dalla possibilità di usare lo zainetto che già uso per il lavoro. Non so quanto possano reggere alla lunga questi sistemi con un utilizzo quotidiano di attacca/stacca…

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ma no, non è questione di ragione o torto. E’ che io, stando da questa parte, ho doveri che voi non avete. E tra questi c’è la necessità di specificare sempre il come e il perché, che significa anche dover ricordare che i confronti devono essere sempre tra accessori o componenti omogenei, altrimenti si perde l’utilità di un test.

          Fabio

  • <cite class="fn">Michele</cite>

    ciao Massimiliano, ho anche io quella borsa ortlieb. Hai sicuramente il vantaggio di avere un prodotto già impermeabile di suo ma seconso me non è adatto da città ufficio come il modello vaude recensito dal buon Fabio.
    L’ortlieb ha un unico scomparto dove infilare tutto (eccetto una mini tasca interna)

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Infatti Michele, mentre rispondevo a Massimiliano tu pubblicavi il tuo commento. Comunque la Ortlieb è attrezzabile, qualcosa dentro si può aggiungere.
      Però pure voi, che figura mi fate fare? Il test di vaude e voi chiacchierate della concorrenza 😀 😀 😀
      Scherzo, ovvio; anzi, sono commenti utili a capire le differenze

      Fabio

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