[Test] Vittoria Terreno Dry Lite
Le conclusioni
Le conclusioni
Inquadrare le Vittoria Terreno Dry Lite è stato facile, sono coperture gravel molto performanti nel loro habitat d’elezione.
Che è, possiamo essere tutti d’accordo credo, quello del gravel inteso nella sua forma più classica: asfalto, strade bianche, sterrato compatto e asciutto.
Ecco, messa così è difficile trovare trovare una gomma che sappia offrire al tempo stesso elevatissima scorrevolezza, gran comfort, ottima comunicativa e guidabilità eccellente.
Più che una sorpresa una conferma. Del resto parliamo di una azienda leader del settore, capace di sfornare in ogni ambito copertoncini sempre velocissimi e pioniera su molte soluzioni tecniche.
Impossibile facesse un copertoncino sbagliato anche se un modello della casa non sono mai riuscito a farmelo piacere. Questione di feeling, si cantava un tempo.
Leggo sempre in rete queste bislacche dichiarazioni sul fatto che le bici gravel, e a scendere i suoi componenti, non sono bici specialistiche.
Lo sono eccome, sul punto ho anche girato un breve video con alcune mie considerazioni.
E a scendere lo sono anche i componenti, come queste Vittoria Terreno Dry Lite.
Devono riuscire a fondere in un unico copertoncino esigenze contrastanti.
Veloci ma tenaci, leggere ma robuste, morbide ma non cedevoli. Mica facile.
Prendiamo la robustezza. Serve usare un inserto a protezione, aumentare la percentuale di gomma: ossia aumentare rigidità e peso.
Invece malgrado la protezione, la scelta di usare un alto TPI (rinunciando a una potenziale superiore resistenza alle forature) queste terreno Dry sono morbide, comode e leggere (in rapporto alla dimensione) e restano decisamente robuste.
Come si vede non si è scelto la via più facile, anzi. I tecnici hanno fuso tra loro soluzioni in contraddizione ottenendo il risultato sperato.
Ecco, io questa la chiamo estrema specializzazione.
Se poi vogliamo declinare specializzazione nel senso di componente per una data specialità, allora si, le Vittoria Terreno Dry Lite sono perfette per il gravel classico.
Ma se la fantasia del momento vi porta a travalicare o se, più semplicemente (e giustamente, direi…) lasciate a noi scribacchini dover per forza etichettare e classificare mentre voi pedalate allegramente, con queste Terreno Dry potete lasciarci arrovellare coi nostri dubbi: perché tanto quale che sia il terreno con le, qui è d’obbligo la ripetizione, Terreno Dry Lite si pedala (quasi) ovunque.
Divertendosi, la cosa più importante.
C’è anche la versione video per chi la gradisse. Questo il link diretto, altrimenti solita miniatura in basso.
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Secondo me una gomma troppo limitante, ok per asfalto, ok per sterrato molto battuto ed in state, fine,per il resto pochissima trazione e poco adatto per fare un po di sano sterrato smosso
Ottimo video. Bella la willier