[Test] Vittoria Terreno Dry Lite
Come è fatta
Come è fatta
Partiamo da ciò che è subito a vista.
La fascia centrale a squame di pesce, definizione di Vittoria, caratterizza da tempo la produzione della azienda nostrana che ha sedi anche negli USA e in Estremo oriente. Sono costruite, cito direttamente il produttore: “…a rampa per ridurre la resistenza al rotolamento sui rettilinei, ma aderiscono con una trazione sicura e reattiva quando vengono caricate per la frenata e la curva”.
A dirla semplice: questo particolare disegno del battistrada serve ad assicurare grip senza rinunciare alla scorrevolezza.
Dove però molte gomme da gravel, che sfoggiano la zona centrale “da velocità”, mostrano il loro tallone d’Achille è nella transizione tra il centro e la spalla tassellata, necessaria ad assicurare grip in curva.
Vittoria ha risolto con un profilo tondeggiante, da gomma sportiva, unito a una altezza graduale dei tasselli via via che si giunge al limite.
L’ultima roccaforte prevede tasselli più alti e distanziati.
Tutto questo è realmente efficace e soprattutto si avverte lo scalino o si scende in piega belli fluidi? Lo scopriremo nel prossimo paragrafo.
Molto estesa la fascia con le indicazioni di marca, modello, misura e pressioni, nonché il netto richiamo alla tecnologia della mescola arricchita col Graphene.
Copertoncino tubeless, le pressioni minima e massima sono comunque riportate anche in rilievo.
Fondamentale e ben visibile la freccia che indica il verso di rotazione. Mai capirò quei produttori che quasi la nascondono alla vista…
Non sono copertoncini bidirezionali, ossia non è prevista la possibilità di invertire il verso di montaggio al posteriore per guadagnare ulteriore grip.
Questa la rapida carrellata su cosa è visibile, ora passiamo all’invisibile.
La carcassa è in Nylon 120 TPI, il più alto numero di fili della linea di gravel di casa Vittoria. Si traduce nella carcassa gravel più morbida e leggera a catalogo. I fili del nylon resistono alle sollecitazioni del ciclismo su terreni misti, mentre il loro alto numero riduce la resistenza al rotolamento/pedalata e mantiene la sensazione della ghiaia, attenuando le vibrazioni.
La mescola beneficia dell’apporto del Graphene, per ridurre al minimo resistenza a rotolamento/pedalata e forature. Il Graphene riempie efficacemente gli spazi tra le molecole di gomma, creando una struttura rinforzata più leggera, più efficiente e più resistente.
Vittoria, è doveroso dargliene merito, è stata la prima azienda produttrice di pneumatici per bici a credere in questo materiale.
D’accordo, ma che roba è questo Graphene? E’ giusto chiarire, seppure in maniera sintetica. Anche perché, ahimé, dopo l’emergenza Covid e la martellante campagna di disinformazione svolta dai conformisti ossessionati dai complotti, non vorrei qualcuno cadesse in errore.
Il grafene deriva dal carbonio, più precisamente dalla grafite: si, discende diciamo così dalle matite che usiamo ogni giorno. Ma come può questo materiale, una volta inserito nella mescola di un copertoncino, permetterci di trasferire da un metaforico foglio di carta alla strada tracciati perfetti e veloci?
Per capirlo dobbiamo fare un passo indietro.
Il grafene è scoperta dell’immediato dopoguerra ma all’epoca le sue applicazioni erano minime e limitate dalla tecnologia del momento. Perché il grafene è un singolo foglio di atomi di carbonio e la difficoltà era isolare questo singolo foglio di nanoparticelle; la svolta nel 2004 quando i due fisici Andrej Gejm e Konstantin Novosëlov ci sono riusciti, aprendo orizzonti tutti da esplorare nelle applicazioni industriali e insigniti per questo del Nobel nel 2010.
Che è anche l’anno in cui l’USTPO (l’ufficio brevetti a stelle e strisce) ha rilasciato alla Directa Plus il brevetto per la produzione su scala industriale di questo nanomateriale.
Vittoria, azienda sempre attenta a ogni innovazione, ha così iniziato la propria partnership esclusiva con Directa Plus e da questa sono nate le gomme con mescola in grafene. Che non sono solo Terreno Dry ovviamente.
In pratica, e non me ne vogliano gli ingegneri Vittoria per la mia semplificazione, si prende il grafene per sovraespanderlo ad altissime temperature (ho letto 10.000 gradi) in modo che si formi una sorta di fisarmonica espansa che a sua volta viene spezzata in particelle. Isolate le nanoparticelle, queste sono inserite nella mescola sfruttando la innata capacità del grafene di legarsi alle molecole della gomma, tenendole più unite. Inoltre disponendo queste particelle allineate al profilo della gomma, rotolamento e grip in frenata ne risultano esaltate.
Il risultato pratico ci porta a mescole che non devono sacrificare la durata in nome della scorrevolezza o la scorrevolezza in nome della protezione dalle forature o la protezione dalle forature in nome della leggerezza e qualunque altro sacrificio siamo abituati a conoscere, dove si toglie qualcosa per favorire qualcos’altro.
Col l’utilizzo del Grafene abbiamo scorrevolezza, migliore frenata, gran grip, protezione dalle forature e aggiungo io: eccellente tenuta su asfalto bagnato.
Con questo grafico possiamo valutare l’uso delle Vittoria terreno Dry Lite.
Due le misure disponibili di uguale diametro: 700×40 e 700×47.
Le prime segnano alla bilancia 450g, le seconde 500g.
Una sola ed elegante colorazione disponibile, questa nero/para vista in foto.
Bene, le conosciamo, ora pedaliamo per rispondere (spero) alle domande che nel frattempo vi siete posti.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Secondo me una gomma troppo limitante, ok per asfalto, ok per sterrato molto battuto ed in state, fine,per il resto pochissima trazione e poco adatto per fare un po di sano sterrato smosso
Ottimo video. Bella la willier