[Test] Shimano XC3
Le conclusioni
Le conclusioni
Premessa: so perfettamente che scomporre gli elementi quando si parla di trasmissione dell’energia può essere fuorviante.
Soprattutto parlando di scarpe e pedali, che sappiamo lavorano in simbiosi.
Però c’è un sistema molto semplice: usare tutto identico, quindi stessa bici, gomme, trasmissione, pedali e cambiare solo, appunto, le scarpe. Se quella è la bici e quello l’assetto con cui la usi sempre, allora ogni variazione avrà un solo protagonista: le scarpe in prova.
Si, le ho usate per la prima volta al Grinduro 2024, pedalando con una bici che non conoscevo (l’unico punto fermo sono stati i pedali) e questo può sembrare inutile se raffrontato a quanto ho appena scritto.
No, perché in quell’occasione mi sono concentrato su altri aspetti, consapevole che poi avrei proseguito il lavoro nella comfort zone dei miei percorsi e delle mie bici.
E poi, passatemelo, esperienza nei test ormai ne ho abbastanza da potermi permettere di contraddire me stesso.
Ma al di là queste considerazioni che dubito incontrino i vostri interessi, al massimo soddisfano qualche curiosità, eccoci a una ambientazione del tutto diversa e che per questo ho scelto di impaginare ora: l’uso a piedi.
Non mi riferisco al breve strappo, allo scalino o al masso troppo alto come spesso incontriamo nel fuoristrada più spinto, più da MTB che da gravel, ammesso si voglia ancor star qui a disquisire di cosa sia gravel e cosa no.
Parlo proprio della sosta, di quando bici al fianco passeggiamo per il borgo faticosamente raggiunto o ci fermiamo per una sosta pranzo e restiamo con le scarpe ai piedi per tutta la giornata.
Parlo dell’uscita gravel che io definisco zingarata, quella senza meta precisa, senza orario, senz’altro obiettivo che divertirci.
Sappiamo tutti quanto sia difficile tornare in sella dopo la pausa post prandiale, sappiamo tutti quanto sia irritante trovarsi i piedi doloranti o gonfi al pomeriggio.
Perché, giustamente, una scarpa da bici è fatta per andare in bici, non le vasche o l’aperitivo in centro.
In molte foto che accompagnano i test gravel già pubblicati potete notare che indosso un paio di scarpe coi lacci. Sono le Bontrager gravel GR2.
Una scelta dettata dal fatto che per le immagini, anche se scattate in zone che conosco bene, è un continuo fermarsi, perlustrare a piedi, provare le inquadrature, inerpicarsi per posizionare meglio la camera; e fare tutto questo sia in fuoristrada che su asfalto. A parte che lo trovo di una noia infinita (infatti è la parte dei test che odio fare), mi serve calzare una scarpa dove la priorità è il comportamento quando non sono in bici.
Infatti se devo pedalare e basta prendo le Shimano RX8, la migliore scarpa gravel che ho mai recensito. Ma non vi dico come ho ridotto la suola per via delle foto in esterno, da allora mai più quando c’è da lavorare alle immagini.
Queste XC3 si prestano ad essere la prossima scelta.
Non solo le ho tenute ai piedi per tutti e due i giorni del Grinduro, dove ho alternato bici e spostamenti a piedi (poco ci è mancato dimenticassi di cambiarle quando sono salito in auto…) ma le ho ampiamente sfruttate durante il test proprio per capire a sera come stavano le zampettine mie.
Non ho mai usato le XC3 su una MTB, seppure sia il loro naturale habitat non è lo scopo di questo test.
No, lo scopo è avvicinarmi alla soluzione tra due esigenze inconciliabili: la pedalata e la camminata.
Dove metti da una parte, devi togliere dall’altra.
Se il “gravel che non esiste” è compromesso, tale deve essere anche tutto ciò che lo accompagna.
Alla fine del lungo test posso dire che le Shimano XC3 sono perfette scarpe gravel; che implica dover definire il gravel, cosa che non faccio più.
Però siccome devo dare un senso alle mie parole, definisco il tipo di gravel a cui si prestano le XC3.
L’uscita, lunga, dove la prestazione è importante ma non prioritaria.
L’uscita dove le soste per riposare, rifocillarsi, concedersi due passi senza accusare dolori ai piedi è in calendario.
L’uscita dove il percorso è solo una scusa, senza troppi patemi se si abbandona la strada bianca e si finisce nel bosco.
L’uscita dove se c’è da mettersi bici in spalla perché di lì non si passa, ci si mette la bici in spalla sicuri di non perdere presa sul terreno.
L’uscita dove se ti viene la fregola di frullare le zampette su asfalto, le frulli e non stai lì a cavillare sul watt.
Posso dire che tra le diverse scarpe che ho testato, sto testando e che userò alla fine per aiutare nella scelta, queste XC3 rispondono al meglio al mio personale gravel, che è proprio quello appena descritto.
Non so se sia pure il vostro, se lo è con 80 euro¤ avete risolto.
Vi lascio anche questo video, tutto girato in interno, che sintetizza i risultati del test e aggiunge qualche considerazione.
Link diretto o miniatura in basso.
I link
Buone pedalate
¤ prezzo medio rilevato in rete alla data di pubblicazione
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ciao Fabio, molto interessante (anche) questo test. C’è un aspetto che mi sta particolarmente a cuore quando devo scegliere le scarpe, cioè la comodità che per me significa sicuramente la larghezza della pianta. Uso da sempre scarpe Shimano e finora le più adatte alle mie esigenze che ho usato (e che uso) sono le MT7 proprio per la loro forma tondeggiante in punta e molta ‘clearance’ all’ interno. Ora queste scarpe leggo che hanno l’opzione wide. Hai avuto modo di capire (magari lo sono quelle che hai testato) quanto migliori la calzabilità la scarpa wide rispetto alla standard?
A questo riguardo ho molte aspettative sulla EX7 che ha un ‘aspetto’ che mi sembra particolarmente adatto alle mie esigenze….
Grazie come sempre.
Ciao Adriano, non sono le wide ma io, che pure prediligo pianta larga, le ho tenute tutto il giorno e a sera nessun problema. Tranne le gambe che non c’erano più ma quello è altro discorso.
Le mt7 non sono più a catalogo, anche se online si trovano ancora, ed è il motivo per cui ho chiesto le EX7, di fatto la loro evoluzione.
Senza anticipare il test a venire, la differenza, in meglio, c’è. Soprattutto la tomaia, elasticizzata, una goduria per l’uso disimpegnato.
Fabio