[Test] Selle Italia GT-1

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Recensione per una sella urban dal prezzo assai contenuto, con buona tecnologia e soprattutto un bassissimo impatto ambientale.

Forse per molti l’ultimo aspetto è il meno importante: spero di no e comunque non lo è per me.

Selle Italia già da molti anni e senza attendere decisioni calate dall’alto ha scelto di investire in processi produttivi che riducessero al minimo l’inquinamento.

Significa investire in ricerca e sviluppo, che è sempre motivo di crescita malgrado ciò che raccontano quelli che sono contro il Green Deal o che lo accusano di essere ideologizzato, lontano dalle necessità dell’industria.

E’ vero il contrario, come ha efficacemente dimostrato il rapporto Draghi, citato male e a sproposito da troppi che hanno voluto leggervi una condanna alla produzione sostenibile: basta leggerlo per capire che l’ex Presidente afferma l’esatto contrario.

Ma se nel rapporto si auspica una netta virata dell’industria verso la sostenibilità, a maggior merito le aziende che già lo fanno.

Dico sempre che la bici, vista come veicolo ecologico per eccellenza, deve essere capofila in questa rivoluzione. Ne ho parlato in molti articoli, trovate tutto nella sezione dedicata, citando non solo gli studi ma anche le certificazioni ottenute da industrie del nostro mondo a pedali. 

Al di là del dato tecnico, che sicuramente è importante in un test, ho scelto questo modello Selle Italia GT-1 (e appena avrò la bici adatta toccherà alla GT-5) soprattutto per la sua sostenibilità.

Perché dobbiamo cambiare, tutti, molte nostre abitudini; scegliere con consapevolezza tecnica e ambientale unisce due vantaggi, per noi e per Gaia.

Vediamoli allora questi due aspetti, iniziando a scoprire come è fatta la Gt-1.

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