[Test] Santini: giacca Alpha Trail e calzamaglia Gravel

La prova su strada

Tempo di lettura: 6 minuti

La prova su strada

Come già anticipato in premessa, la ricerca del clima adatto a testare dei capi pensati per basse temperature è stata un’impresa non da poco ma al tempo stesso un’occasione per organizzare un paio di gite fuori porta che altrimenti io e il Professore mai avremmo fatto. Si, ne parliamo spesso, ma la quotidianità con i suoi mille impegni (fra cui le nostre attività professionali che danno il sostentamento necessario a noi e a questo blog…), gli immancabili imprevisti e, fatto non trascurabile, l’inesorabile avanzare dell’età (del Professore, non certo la mia…) ci portano ogni volta a rimandare a momenti migliori. Che alla fine si identificano sempre con i test da eseguire…

Partiamo dalla giacca e diciamo subito una cosa: tiene caldi. È un calore naturale, non opprime, segno che le qualità termoregolatrici del Polartec funzionano molto bene così come la traspirabilità: perché in poco più di una mezza dozzina di uscite non ho mai riscontrato formazione di condensa.

Io l’ho indossata alternando due tipi di intimo tecnico, uno a maniche lunghe e l’altro a maniche corte. La cosa che mi ha veramente stupito è che a parità di temperature (fra i 3 e i 5 gradi) ho avvertito poca differenza sulle braccia, diciamo solo un leggero freschetto ma nulla più e durante i momenti di maggior sforzo in salita la differenza fra maniche corte e maniche lunghe quasi si azzerava. Addirittura piacevole si è poi rivelato il contatto della pelle con il tessuto Polartec, vuol dire che la qualità della fibra è davvero alta, anche perché non ho avuto arrossamenti sulla cute.

L’elastico in vita ha fatto egregiamente il suo dovere, non ho avvertito entrare alcuno “spiffero” d’aria da sotto, né alzandomi sui pedali né, soprattutto, in discesa dove anche la protezione del tessuto shell antivento si è dimostrata validissima, proteggendo perfettamente il busto.

Per quanto riguarda l’aerodinamicità, parlarne ha poco senso in quanto come già detto non è un capo votato alle performances, basti sapere che pedalando non si avvertono attriti che frenino i nostri sprint né si odono irritanti rumori di svolazzamenti di tessuto, tipo bandierina al vento per intenderci.

Il colletto è forse l’unico punto che rivedrei. La soluzione del taglio a V frontale lascia inevitabilmente il collo troppo scoperto davanti e ti costringe ad indossare uno scaldacollo. Non è un problema, per carità, ma è comunque un elemento esterno alla giacca e ogni tanto deve essere sistemato per garantire una chiusura che, inevitabilmente, non sarà mai perfetta. E poi lo scaldacollo non permette una modulazione dell’aria come la zip, o lo tieni indossato o lo togli.

Insomma, un collo più alto, a mio parere, sarebbe una soluzione migliore soprattutto poi per la presenza del Polartec che garantirebbe comfort e calore.

C’è poi l’aspetto che riguarda il comportamento in caso di pioggia. Perché va bene le basse temperature e magari anche la neve, ma la pioggia è un fattore invernale molto frequente e quella la si trova a tutte le altitudini.

Santini non classifica l’Alpha Trail in tal senso, ma, ricordando che convenzionalmente i livelli sono tre, e cioè:

Resistente all’acqua: Basso livello di protezione. Pioggia molto leggera.

Idrorepellente: Medio livello di protezione. Pioggia leggera e breve, neve moderata.

Impermeabile: Alto livello di protezione. Pioggia forte e prolungata, neve bagnata.

Possiamo definire l’Alpha Trail resistente all’acqua, perché pedalando sotto una pioggerellina anche piuttosto insistente non c’è stato alcun passaggio d’acqua attraverso il tessuto e ho avuto bisogno di indossare la mantellina impermeabile solo quando la pioggerellina è diventata pioggia a tutti gli effetti, segno che lo shell antivento evidentemente possiede anche un certo grado di resistenza all’acqua. Minimo, ma efficace in caso pioggia leggera.

Infine, fidandomi di quello che viene riportato nella descrizione della giacca, fra Natale e Capodanno l’ho indossata (sempre con un intimo tecnico sotto) per una passeggiata di un paio d’ore attorno al lago di Braies in Trentino-Alto Adige, a 1.213 metri di altitudine e con una temperatura che variava fra i -2 e +3 gradi. Ammetto tranquillamente di essere un profano in materia di trekking e la mia è solo una breve esperienza, ma il lago era ghiacciato così come tutt’intorno ricoperto di neve e devo dire che l’Alpha Trail nell’occasione si è dimostrata validissima quanto il classico piumino, mantenendo la temperatura corporea sempre al giusto grado senza mai farmi avvertire la sensazione di freddo.

Inoltre, indossando lo zaino fotografico, la compattezza della giacca mi ha decisamente agevolato nelle operazioni di manovra con le tracolle. Sembra una sciocchezza, ma chi è solito camminare con lo zaino sa bene quanto un abbigliamento corposo possa essere fastidioso durante le operazioni di “togli e metti “sulle spalle.

Con la calzamaglia, sono sincero, si è trattato di avere più conferme che altro. Non è la prima calzamaglia Santini con tessuto termofelpato Blizzard e trattamento Acquazero che provo e nemmeno la prima che viene recensita in questo blog, per cui si rischia di essere ripetitivi e di annoiarvi.

Come sempre Santini conosce sapientemente quali sono le parti da proteggere con la termofelpa e quelle dove usare tessuti più leggeri per evitare “l’effetto forno” che anche in inverno è controproducente.

Le bretelle elasticizzate si adattano perfettamente alle nostre spalle senza premere e soprattutto senza muoversi durante la pedalata.

Il tessuto a taglio vivo non crea spessori che possono dare fastidio con il resto dell’abbigliamento e la chiusura alle caviglie aderisce bene senza stringere.

Il tessuto Blizzard col suo trattamento Acquazero idrorepellente sotto la pioggia è stato, al solito, perfetto. Non è entrata acqua e non si è formata condensa.

Il fondello C3 continua ad essere uno dei migliori in assoluto che si possano trovare in commercio, specifico per lunghe pedalate ma soprattutto ergonomico e comodissimo in sella: è la ciliegina sulla torta di questa calzamaglia. E a onor del vero, va detto che tutti i fondelli usati da Santini si sono sempre dimostrati dei prodotti eccellenti, anche oltre le caratteristiche dichiarate.

Dite la verità, state avendo un po’ la sensazione di quando a scuola si assisteva all’interrogazione del primo della classe… e in effetti un po’ è così.

Però qui qualche piccola novità c’è e secondo me qualcosina andrebbe rivista. Mi riferisco alle tasche che oramai stanno diventando uno standard nell’abbigliamento gravel e giustamente direi.

Come anticipato, Santini ne ha inserite tre dietro la schiena e due laterali alle cosce, tutte in tessuto a rete e senza chiusura. Ora, per quelle dietro la schiena non c’è un effettivo problema di fuoriuscita di ciò che viene riposto perché è lo stesso principio delle tasche di ogni maglia o giacca da bici (non ricordo di aver mai perso nulla, anzi spesso ci ho trovato a distanza di tempo, biglietti, monete e persino qualche banconota di piccolo taglio che si erano evidentemente nascoste nei meandri) ma per quelle laterali ho qualche timore.

Personalmente ritengo che quella sia una posizione indovinata perché molto più pratica e naturale rispetto a quella dietro la schiena per prendere “al volo” gli oggetti in quanto non si è costretti a piegare un po’ il busto e ruotare la spalla, operazione che ci porta inevitabilmente a perdere un po’ di equilibrio, per cui io le ho utilizzate mettendoci da un lato lo smartphone e dall’altro uno snack.

Però quando si pedala la schiena è sostanzialmente in una posizione fissa mentre le gambe sono in continuo movimento e col fatto che la tasca fosse aperta stavo sempre a controllare se tutto ci fosse ancora, soprattutto su sentieri sterrati deve si è più soggetti a vibrazioni e sollecitazioni.

Per carità, non ho perso nulla (e vi ringrazio anticipatamente dei consigli che certamente mi starete dando su dove “riporre” il telefono la prossima volta…), la rete elastica della tasca comprime bene ma la sensazione di potenziale instabilità mi dava un po’ di apprensione e credo che magari una delle due tasche possa essere munita di una cerniera o di un velcro in modo che, volendo, possa essere chiusa per la tranquillità di tutti.

Come vedete alla fine anche al primo della classe abbiamo trovato un capello (ma veramente uno) fuori posto e possiamo andare soddisfatti alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Daniele</cite>

    Prodotti di qualità eccellente quelli di Santini. In effetti non si sbaglia. La giacca inoltre è anche molto bella esteticamente. Finalmente i produttori iniziano a capire che in bici non bisogna per forza essere conciati “da corsa” e mi auguro che in futuro facciano sempre più spesso uso di fibre naturali come la lana merinos, che ha delle proprietà decisamente alte, specialmente se paragonate ad alcune fibre sintetiche che a volte, promettono ma non mantengono.
    Ottimo articolo e ottime fotografie.
    CIao
    Daniele

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