[Test] Redshift Kitchen Sink e borsa dedicata

Le conclusioni
Le conclusioni
I ragazzi di Redshift mi hanno viziato in questi anni, da quando scovai per primo in Europa il loro stem ammortizzato ShockStop e li convinsi ad approntare per me una versione da 90mm, non ancora a catalogo in questa misura, ma eravamo proprio all’inizio della loro avventura.
Da quel giorno mi hanno sempre più convinto non solo con l’efficacia di ogni loro creazione ma soprattutto con la qualità costruttiva un gradino sopra molti marchi ben più noti.
Un’arma a doppio taglio però. Ormai da loro mi aspetto solo l’eccellenza e non accetterei nulla di meno dello stato dell’arte in qualunque loro componente o accessorio.
Non mi hanno deluso nemmeno stavolta, sebbene la piega la conoscessi già.
Riaverla tra le mani è stato piacere puro, devo dire accentuato dal fatto che stavolta ho usato un gruppo Shimano GRX ma nella versione Di2: ossia con i migliori comandi, per ergonomia e controllo, che esistono per il mercato gravel.
Benché abbia trovato le manopole Drop bar eccellenti per praticità d’uso durante il loro precedente test, confesso che non averle volute anche in questa recensione mi ha fatto piacere. Comodissime, senza dubbio: ingombranti esteticamente altrettanto indubbio.
E malgrado i miei ripetuti sfottò al fotografo per la scelta del nastro manubrio grigio, alla fine è stata decisione sua, devo a malincuore dargli ragione.
Infatti è decisamente elegante e poi su questa Wilier sta benissimo.
Ora quando lo leggerà mi darà il tormento, lo so “Ah, allora hai ammesso pubblicamente che avevo ragione, ah…”. E vabbè.
Ma restiamo sul pezzo.
Per quanto riguarda la piega Kitchen Silk non posso che ribadire tutto quello di buono che scrissi un anno fa.
Ripropongo, una sintesi.
Se sia la definitiva non posso giurarlo: che sia la migliore con cui abbia mai pedalato posso garantirlo.
Non è nata per caso questa piega, i ragazzi di Redshift, ciclisti appassionati, l’hanno studiata a lungo; e poi affidata ad altri ciclisti, gente che sui pedali ci passa le giornate su ogni strada e con ogni tempo.
Ogni misura, curva, dimensione attentamente studiata, provata, valutata, messa in discussione, modificata, riprovata e così via.
Il tutto con l’impeccabile lavorazione tipica della factory statunitense.
Certo, l’idea della piega con il rise non è nuova, nessuna novità come invece i loro attacchi e reggisella ammortizzati, unici nel panorama mondiali per soluzioni tecniche.
Nemmeno il drop da 110 mm è caratteristica unica di questa piega, mentre il reach differenziato per taglia è si usato, ma molto poco.
O i 25 gradi di flare.
Ci sono pieghe in commercio che hanno questi valori.
Il segreto, che poi segreto non è, della Redshift Kitchen Sink è aver fuso, amalgamato con rara armonia tutti questi numeri: ottenendo per comfort e controllo nella guida una delle migliori pieghe sul mercato.
In uso stradale non c’è una sola posizione che non sia pienamente sfruttabile con soddisfazione.
C’è, come su ogni piega con rise, da decidere il compromesso, ossia come gestire quei 20mm in più in altezza pedalando in presa alta; che significa trovarsi in presa dietro i comandi con i polsi non in linea, una minima angolazione è connaturata.
Abbassare tutta la piega togliendo spessori sotto l’attacco, perdendo così la schiena più rilassata, o scegliere le braccia dritte?
Dopo varie prove, la soluzione migliore è tenersi quel poco di angolo ai polsi, mai realmente fastidioso o faticoso, è godersi il comfort superiore in ogni posizione.
[…]
In fuoristrada non trovi un solo punto che cambieresti.
La presa alta è quasi universale, il quasi solo perché non tutti usano leve freno supplementari.
Se le hai, i passaggi in fuoristrada più difficili sono fattibili in sicurezza.
Ma se non le hai, nessun problema.
Associando un set di leve specifiche, dalla ergonomia studiata per pieghe gravel come le Shimano GRX che ho usato io, la presa sui comandi è perfetta a garantire controllo anche quando si balla parecchio, potendo affidarsi alla sicura frenata grazie proprio alla forma specifica delle GRX.
E anche la presa sui comandi diventa universale, senza il quasi perché non hai problemi ad avere i freni subito disponibili.
Della presa dietro i comandi vogliamo parlare? Il drop indovinato “ridimensiona” i 25 gradi di flare, con la mani che poggiano ai fianchi della piega in modo naturale, la leva superiore dovuta proprio al flare e persino chi, come me, non digerisce i manubri troppo aperti si ritrova a sfruttare questa posizione ben oltre il solito.
[…]
Il nastro manubrio ha fattura superiore, con la finezza del nastro adesivo di chiusura nello stesso materiale (non quei brutti adesivi che siamo soliti vedere anche su bar tape blasonati) garantendo gran pulizia nel montaggio; e saranno pure in plastica e non alluminio, ma avere di serie i tappi a espansione è un ulteriore plus.
In uso turistico è eccellente; e immagino lo sia ancor più la versione con il loop, quell’archetto che funge sia da appoggio sulle lunghe distanze (tanto l’UCI su noi non ha giurisdizione…) che da supporto per luci e accessori.
Già, il loop, e riprendo la parola proprio da quel dubbio che ebbi durante il precedente test perché ora ho la risposta: comodissimo.
Non è utilizzabile solo come supporto ulteriore per la mani, ma aiuta molto anche quando poggiamo gli avambracci sui comandi e teniamo solo le mani sul loop.
In questa posa anche la questione intralcio con la borsa si ridimensiona. Mi spiace solo non avere foto a corredo, una mia dimenticanza nella lista, eravamo fuori con diverso materiale in prova e mi è uscito di mente. Mea culpa..
La piccola borsa si è rivelata comoda, pratica e di eccellente qualità. Ovviamente è impermeabile.
La possibilità di collegarvi il ciclocomputer libera spazio sulla piega a favore di luci o altri accessori.
Il soffietto aumenta la capacità, la tasca a rete interna aumenta la praticità, i magneti aumentano la sicurezza durante la guida.
Quindi in definitiva anche stavolta i ragazzi di Redshift hanno fatto un ottimo lavoro. Adesso non resta che attendere cosa altro inventeranno.
Perché qualunque cosa sarà, potete essere sicuri ci metterò le mani sopra…
Infine ricordo che da tempo ho stipulato un accordo con Redshift sotto forma di sconto per i lettori del blog, proprio perché convinto della bontà dei loro prodotti.
Unica accortezza è accedere da questo link, affinché l’azienda sappia che viene da qui. Il codice sconto da usare è ELESSAR.
Aggiungo, per chi lo preferisse, anche il link Amazon; non tutto il catalogo è sempre disponibile ma il vantaggio è spedizione/dogana.
Ora i link ufficiali
Buone pedalate.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
mmmh mi sa che quella non sia un areflex, ma una mirrorless ….. 😉
Non so se sia un problema temporaneo (me lo auguro) ma segnalo che il sito RedShift non sembra essere raggiungibile.. ne, ovviamente, il link affiliato.
Grazie per la segnalazione Max.
A me funziona, poi non so. Comunque, il codice sconto vale lo stesso, farlo dal link pubblicato è solo per far “capire” che almeno viene da qui. Un piccolo riconoscimento in cambio dello sconto, a me entra in tasca nulla, ma non avevo motivo di non accogliere la richiesta.
fabio