[Test] Redshift Kitchen Sink e borsa dedicata

Come è fatta la borsa Kitchen Sink
Come è fatta la borsa Kitchen Sink
Questa borsa è stata studiata per inserirsi perfettamente nel loop della piega. Che ha significato non potersi sbizzarrire con foggia e dimensioni.
Abbiamo comunque 0,75l di capacità, che possono aumentare sino al litro pieno sfruttando il pratico soffietto posto sotto.
Il fattore forma è quindi obbligato, un trapezio che deve adattarsi allo spazio disponibile.
Giusto per curiosità vi fornisco alcune dimensioni: base maggiore 14cm, base minore 9,5cm, lunghezza centrale “per senso di marcia” 12cm. Indicative, essendo una borsa morbida c’è margine di errore.
Si aggancia al loop tramite quattro fasce in velcro, tenaci.
Ad accrescere la funzionalità abbiamo delle asole sulla parte superiore, che vedremo meglio più avanti.
Robuste cerniere con laccetti gommati permettono di aprire a chiudere con una sola mano anche mentre si pedala.
La borsa si apre completamente a libro, quindi accesso garantito e visibilità del contenuto.
Per piccoli oggetti c’è una pratica tasca a rete, chiusa da cerniera, sul fondo del “coperchio”.
I due rettangoli posti sopra la tasca ed evidenziati da una cucitura fanno il paio con altri due analoghi posti sul bordo della borsa: celano potenti magneti.
La presenza di questi magneti, con quelli inferiori inseriti in un bordo che trattiene meglio il contenuto a borsa aperta, si traduce all’atto pratico nel poter richiudere la borsa al volo mentre siamo in marcia, decidendo di usare anche la cerniera in un secondo momento per evitare troppe distrazioni alla guida. O forse sono io che invecchio e ormai poco ci manca che mi fermo pure se devo prendere la borraccia…
Capovolgendo la borsa possiamo vedere la cerniera inferiore: serve a governare il soffietto per aumentare il volume interno.
Torniamo ora alle asole sulla sommità.
Oltre che infilarci dentro chessò, la barretta per averla a portata di mano, Redshift propone attacchi specifici per le più diffuse marche di ciclocomputer.
Attacchi da inserire proprio in queste asole.
Sdoppiati per favorire il montaggio, vanno inseriti e poi fissata la base specifica (Garmin e Wahoo al momento disponibili).
Una volta chiuso il sistema non c’è possibilità che si sfili e il ciclocomputer fuggir via al primo salto.
Come detto, la forma è obbligata quindi le dimensioni permettono di inserire abbastanza roba ma non tutto; per esempio il mio smartphone da 6,2″ con annessa cover non è entrato. Di poco, ma non sono riuscito a trovargli spazio.
Di contro gli amanti della fotografia potranno apprezzare il fatto che una compatta con annesso obiettivo entra tranquillamente, magari aggiungendo qualche protezione.
Il fatto che la borsa sia sospesa al manubrio ma comunque stabile assicura il necessario smorzamento per evitare danni alla preziosa reflex.
Ora conosciamo anche la borsa, non resta che pedalare.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
mmmh mi sa che quella non sia un areflex, ma una mirrorless ….. 😉
Non so se sia un problema temporaneo (me lo auguro) ma segnalo che il sito RedShift non sembra essere raggiungibile.. ne, ovviamente, il link affiliato.
Grazie per la segnalazione Max.
A me funziona, poi non so. Comunque, il codice sconto vale lo stesso, farlo dal link pubblicato è solo per far “capire” che almeno viene da qui. Un piccolo riconoscimento in cambio dello sconto, a me entra in tasca nulla, ma non avevo motivo di non accogliere la richiesta.
fabio