[Test] Portabici Elite Sanremo 40

La prova e le considerazioni finali

Tempo di lettura: 5 minuti

La prova e le considerazioni finali

Per testare facilità di montaggio e solidità nel trasporto delle bici ho scelto di usare la “Elessarmobile”, vettura che viaggia perennemente col divano posteriore richiuso e al cui interno trasporto le bici e tutto il materiale test.

Sia durante i test veri e propri, quelli che questioni logistiche mi impongono percorsi troppo lontani da casa mia che, soprattutto, nelle trasferte dedicate alle immagini che corredano gli articoli, dove le location sono sempre fuori città.

Carico due o tre bici, vari set di ruote, caschi, accessori, abbigliamento, attrezzi, cavalletto da officina, le attrezzature fotografiche. E questo spiega anche perché mi serve l’auto e mi serve avere tutto dentro, sottochiave.

Installare l’Elite Sanremo 40 sulle barre è semplicissimo, poi si tratta solo di trovare la giusta distanza tra le due barre.

Io consiglio di fissare prima una barra e poi misurare e provare finché anche la seconda barra è alla corretta distanza. 

Si può sfruttare la furba soluzione della conchiglia basculante per avere sempre il migliore appoggio.

Segnalo che anche due bici di taglia differente possono ugualmente essere fissate al Sanremo 40, bene o male l’interasse è quello. E, come appena detto, la conchiglia basculante aiuta a colmare eventuali gap.

L’unico fastidio, non imputabile al Sanremo ma alla vettura scelta, è che con la sua foggia a metà tra la station wagon e il veicolo commerciale portare le bici sul tetto è difficile per me. Uno sgabellino pieghevole mi ha risolto il problema, quindi se anche voi doveste incappare nella stessa difficoltà consiglio di munirsene. Magari uno più stabile di quello che ho usato per il video, tra l’altro ero pure su un prato e troppo distante dall’auto per non coprire l’inquadratura e per poco non mi cappottavo da solo…

Ho chiesto una coppia di Elite Sanremo 40 per svolgere questo test e l’ho fatto per due ragioni.

Una pratica, più semplice la preparazione di foto e video.

Una funzionale, ho agganciato due bici, una a QR e l’altra a perno passante e provato anche il montaggio invertito, ossia una bici frontemarcia e l’altra con la ruota posteriore ad affrontare per prima il vento della corsa.

Questo perché su auto più piccine potrebbe sorgere il conflitto tra due bici a manubrio dritto e largo e quindi l’unica è montarle inverse.

Comunque una coppia di bici con piega può essere montata senza problemi frontemarcia.

Nessun inconveniente pratico nel montaggio invertito, che tra l’altro può far comodo con bici a perno passante.

In caso di una sola bici io consiglio di montare il Sanremo 40 lato guidatore, così da avere l’ingresso del perno dal nostro lato perché la filettatura è sempre sul fodero destro. E proprio per questo, in caso di due bici a perno passante, il montaggio inverso agevola, così da trovarsi sempre il lato sinistro davanti a noi.

Fissare le bici è semplicissimo.

La procedura migliore è poggiare la ruota posteriore, “calare”  la bici verso il supporto forcella, bloccare prima la ruota anteriore e poi stringere saldamente la fascetta intorno la ruota posteriore.

Nel caso di bici a QR viene facile sfruttare gli appoggi degli adattatori, con bici a perno passante serve essere poco più accorti avere subito a portata di mano il perno, appena i fori di forcella e adattatore sono allineati inserirlo immediatamente.

Se il perno passante è a testa “nuda” è bene munirsi di una piccola chiave a cricchetto. La levetta fissa, quella che si inserisce nella testa del perno, impatta contro le barre da tetto impedendoci di avvitare. 

Se abbiamo un perno passante a levetta mobile, quelle che sollevi e ruoti per capirci, avvitare è ovviamente una operazione più lunga sempre perché la leva urta le barre da tetto. Dove possibile, un perno di ricambio, a testa nuda, e un cricchetto con la brugola possono essere un utile investimento per velocizzare le operazioni.

Altro consiglio: su bici freno a disco non dimenticare mai lo spessore da inserire tra le pastiglie. Maneggiando la bici è facile premere involontariamente la leva freno e quindi è necessario scongiurare il pericolo della fuoriuscita dei pistoni o comunque un eccessivo restringimento delle pastiglie che ci obbligherebbe poi a riportarle in sede con l’apposito attrezzo. Io ovviamente li ho dimenticati quando sono uscito per girare il video. Ovviamente…

Bici ben salde, possiamo partire.

Una certa cautela inziale è d’obbligo, così come prestare attenzione ai fossi o ai “panettoni” che servono a limitare la velocità.

Ma bastano pochi minuti per rendersi conto che le bici sono stabilissime, l’unico rumore avvertito è stato lo sbattimento dell’eccesso della cinghia di fissaggio ruota posteriore. 

Breve sosta, un giro in più e un nodo ed è sparito pure lui.

Io dall’abitacolo non potevo ovviamente vedere le bici, quindi in compagnia dell’aiuto tester abbiamo preso una strada di montagna fitta di curve strette e l’osservazione competeva a lui.

Che mi ha assicurato come nemmeno nelle svolte più secche, prese a velocità non proprio codice, le bici hanno accusato solo un leggero scuotimento ma sono sempre rimaste perfettamente stabili.

Anche nel giro eseguito a bici inverse sul tetto è cambiato nulla.

Non contenti ci siamo diretti sui luoghi dove svolgo la maggior parte dei miei test dedicati al gravel e dove scattiamo le foto per quelle recensioni.

Andatura moderata, i sentieri presentano fossi profondi dovuti al maltempo e al continuo passaggio di pesanti mezzi agricoli e sempre gli Elite Sanremo 40 hanno mantenuto salde le bici.

Trovandoci in zona abbiamo scaricato le bici per fare qualche foto e riportarle a terra è altrettanto facile quanto caricarle, agendo però all’inverso.

Prima sganciare la cinghia che fissa la ruota posteriore e poi il QR o perno passante.

Ma in tutto questo, le ruote anteriori che fine fanno?

Due possibilità. La prima e più ovvia è caricarle in auto, senza dimenticarle fuori il cancello di casa come ho fatto io.

La seconda è dotarsi di un supporto da tetto a loro dedicato, lo fornisce sempre Elite. 

Come si vede dall’immagine, è una forcella da fissare alla barra da tetto.

A proposito di sbadataggini: mi raccomando, ricordate che l’altezza complessiva del veicolo aumenta, quindi attenzione ad uscire dal box a a passare sotto alberi frondosi: comunque, posso assicurarvi che anche beccando il ramo, per fortuna flessibile, le bici restano salde…

Ricordo infine che oltre al Sanremo 40, Elite propone anche una versione con serratura, che può far comodo a chi ha programmato qualche sosta durante il viaggio. 

E’ il modello Sanremo Race Lock, sfrutta lo stesso sistema di aggancio, ossia senza ruota anteriore, ma ha una leva dotata di serratura che rende difficile la vita ai male intenzionati. Ovviamente va presa come soluzione di sicurezza per brevi soste, ad avere tempo e opportunità non esiste antifurto che regge.

Oltre la serratura, il Race Lock può alloggiare forcelle con perno da 20, mentre il Sanremo 40 si ferma a 15 (con adattatore optional).

Non ho la confezione del Race Lock e quindi non posso essere sicuro, ma credo che per lui anche gli adattatori per perno passante da 12 e 15 siano optional, mentre sappiamo che il Sanremo 40 ha di serie quello da 12. 

Ho cercato sul sito Elite ma non l’ho trovata, sarebbe comoda una “mantellina” che si fissi alla bici per affrontare meglio le intemperie. Io non ho incontrato pioggia, i moscerini si ed erano tutti sul tubo sterzo.

Ho pensato di lasciarli, sapete che scena: “mazzete, questo è così veloce che si scamazzano i moscerini sulla bici!”.

Bene, posso tirare una linea e tracciare le conclusioni.

L’Elite Sanremo 40 è anzitutto solido e ben fatto.

Semplice nella struttura perché studiato con attenzione, usando materiali di ottima qualità e poliedrico a sufficienza per adattarsi a quasi tutte le bici in commercio.

I limiti di peso lasciano fuori le e-bike, e comunque io i loro 25 kg non li caricherei; per sicurezza e poi perché chi ce la fa…

Le bici sono stabilissime, sia usando il QR che il perno passante, non vibrano, non sobbalzano, non partono per la tangente nelle curve in allegria.

Si monta in pochi minuti alle barre da tetto, la bici si aggancia in un attimo, l’auto resta libera per famiglia e bagaglio.

Per chi ha necessità di trasportare le proprie bici e non può caricarle all’interno, il Sanremo 40 si conferma una delle migliori soluzioni sul mercato, a un costo tutto sommato contenuto e con la duplice certezza di non perdere la bici e che il Sanremo è destinato a durare.

Qualche link e poi il video

Elite

Elite Sanremo 40

Elite porta ruota anteriore

Accessori

Buone pedalate.


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COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Articolo molto gradito per varie ragioni. Ma la principale, per me, è stata che non sono il solo a dimenticare le ruote a terra (o in alternativa il pp). Il TSO è rimandato…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Una volta sono partito da casa qui per andare al campo base estivo (quello dove ho girato questo video) con tre bici al seguito e molto altro materiale per i test. Quando carico più bici dentro l’auto di solito tolgo le ruote anteriori: ovviamente rimasero qui.
      Telefonata di mia moglie: “Fabio, ma ci sono delle ruote di bici in cortile, sono tue?”
      Ovviamente ero quasi arrivato, mica stavo ancora in tangenziale.
      Vabbè.

      Fabio

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