[Test] Pirelli Cinturato Gravel M

Come è fatto  

Tempo di lettura: 7 minuti

Come è fatto  

Confezione semplice, se paragonata a quelle dei modelli stradali della casa, ma non mancano le informazioni necessarie stampate sulla fascetta in cartoncino.

Dove oltre la dimensione abbiamo l’utile indicazione della migliore accoppiata con la larghezza cerchio secondo l’ultima tabella ETRTO.

Che non significa, ricordo, che non possono essere montati su cerchi più stretti come abbiamo fatto fino a un anno fa: ma solo che la esatta sezione l’abbiamo con quella data misura del canale.

Il discorso andrebbe approfondito, anche perché Pirelli da tempo svolge un accurato studio su corretta pressione di esercizio, su questa (anche) in base alla larghezza cerchio oltre ovviamente i canonici parametri di peso del ciclista e condizioni stradali. Mi riprometto sempre di scriverne, poi arriva materiale da testare e rimando. Però è appuntato sul notes…

Molta tecnologia in queste Pirelli Cinturato Gravel M, vediamo prima in sezione.

La mescola è (la già conosciuta) SpeedGrip Compound, sviluppata per ogni condizione meteo, indipendentemente che il terreno sia asciutto o bagnato. La nuova mescola condivide con la mescola specifica da mountain bike – SmartGRIP Compound – la stessa matrice polimerica che ne migliora la scorrevolezza.

Sia per la SpeedGrip Compound che la SmartGrip Compound sono già presenti sul blog tutte le notizie, nei test delle Cinturato Gravel H e Scorpion XC, basta una scorsa all’indice dei test nel menù in alto.

Qui ricordo solamente che Pirelli non prevede una gomma estiva e una invernale, una da asciutto e una da bagnato. Le sigle H e M identificano la superfice su cui pedaliamo. Dove con la lettera H possiamo indicare i terreni duri (hard) e con la lettera M quelli misti (mixed, ma anche morbidi non ci starebbe male…).

I nostri Cinturato Gravel M utilizzano una struttura interna rinforzata, unendo uno strato di tessuto protettivo che va da tallone a tallone ad una struttura in Aramide tubeless-ready ottimizzata per i cerchi larghi moderni. Oltre ad un (dichiarato) altissimo livello di protezione dalle forature.

Ah giusto, ancora non vi avevo detto che sono gomme TLR; vabbè, lo davo per scontato, la famiglia è quella ed è già stata trattata.

Andiamo avanti col solito schema.

Sui fianchi le scritte speculari: modello e versione, di fronte la marca.

Piccine e per me poco visibili (l’età avanza…) le scritte in rilievo per pressione minima e massima, ovviamente in montaggio tubeless.

Stesso minimale formato anche per le dimensioni, in doppia scala.

E infine il classico triangolo che impone il verso di montaggio.

Fin qui posso dire che è tutto in comune con il fratello Cinturato Gravel H.

Dove la differenza visiva è netta è nel disegno del battistrada.

Cito dall’azienda: “Il battistrada di Cinturato™ Gravel Mixed Terrain è composto da tasselli la cui spaziatura e altezza sono state studiate in combinazione alle caratteristiche meccaniche e fisiche della mescola per offrire performance senza compromessi in condizioni variabili tra terreni compatti e inconsistenti. L’aggiunta di specifiche nervature aiuta a sostenere i tasselli limitandone la deformazione e a favorire lo scarico del fango in eccesso in condizioni di bagnato“.

Prestate attenzione alle parole usate da Pirelli, che parla di terreni compatti, non duri. Ecco, l’errore, e lo chiamo così perché non c’è altro termine, commesso da molti che mi hanno contattato lamentando problemi su terreni duri è proprio qui: compatto non è duro. Ma ne parleremo meglio nel prossimo paragrafo.

Al centro una linea quasi continua con la tassellatura chiaramente votata al fuoristrada e che ricorda con quelle “virgole” un altro prodotto della casa, dedicato però alle moto; seppure l’orientamento sia differente.

Non è la prima volta che noto un minimo travaso tra i due mondi da parte dell’azienda, pur con le ovvie singole peculiarità.

L’altro giorno provando una moto con un set di Pirelli sportivi stradali ho ritrovato i fulmini che abbiamo conosciuto in gamma Velo…

Apprezzabile la distanza dei tasselli lungo la linea longitudinale, che significa avere grip in inserimento di curva (linea intermedia), appoggio in velocità a bici inclinata (linea esterna), pochissimo accumulo di fango tra loro.

L’altezza delle linee di tacchette del battistrada è leggermente differenziata, con quelle centrali più basse e via via a salire spostandosi sul fianco.

Il risultato è una ottima regolarità di disegno che si traduce in armonia nell’azione anche se il grip laterale è assai alto e questo potrebbe non piacere a chi ama perder tempo e sprecare energie in futili derapate (io…).

Seppur panciuta perché in questo test abbiamo la 700×45, la più larga in gamma, il profilo della carcassa resta ben sportivo.

Oltre la versione bicolore denominata Classic, e che non ho mai fatto mistero di preferire per la sua eleganza, c’è anche in all black.

Queste le misure disponibili.

Rilevo la coincidenza nel peso tra il dato dichiarato e quello da me verificato.

Bene, una presentazione statica un poco più breve del solito, ma solo perché sul blog sono già presenti le informazioni necessarie (e pure qualcuna in più…) nelle altre recensioni di prodotti Pirelli.

In sella per scoprire come si comportano queste Gravel M.


Tutti gli articoli della sezione Test e presentazioni

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COMMENTS

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Oh, un altro bel test da leggere. Giusto un mese fa ho comprato i Gravel H, non ricordo come ho fatto a convincermi visto che ho ancora le due paia di Renè Herse da finire e mi ero ripromesso di rimandare ulteriori acquisti XD
    Però non ho resistito, e decisamente Pirelli ha sfornato degli ottimi prodotti. Un paio di anni fa avrei gridato al miracolo, adesso penso che, pur ottimi, la protezione antiforatura (o la costruzione della carcassa in generale) toglie un po’ della magia. Mi spiace Pirelli, prova di nuovo 🙂
    Dicendo che i Gravel M perdono un po’ rispetto agli H su superfici compatte mi salvi da un altro acquisto impulsivo. Anche se ritornare dai Gravel H ai Juniper Ridge mi ha sorpreso di nuovo, soprattutto su asfalto, quanto la tassellatura conti poco relativamente alla carcassa nella sensazione di guida e di comfort (spoiler: i Juniper Ridge sono ancora meglio). Ma se su asfalto e terreno compatto i Gravel M perdono ancora qualcosa, non vedo ragione per provarli, o almeno non ancora. Prima o poi una scusa salterà fuori…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Poalo, se pedali con Renè Herse in testa, penso che qualunque gomma sia deludente…
      Ma i Renè Herse sono storia a sé, sia per costruzione che soprattutto per prezzo quindi li lascio fuori classifica. Preferisco valutazioni più omogenee.
      Però su una cosa sono d’accordo con te: non due, ma un anno fa mi sarei molto stupito delle Pirelli.
      Poi ci penso ed in effetti le gomme sono uscite un anno fa, sono io che le provo adesso…
      D’altro canto i progressi nel settore sono velocissimi, non come prima che una casa si teneva lo stesso copertoncino a listino 10 anni, e molti copertoncini top potrebbero presto essere scalzati di classifica.

      Fabio

      • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

        Beh, con test tra gli 8 e i 50 euro di budget (vado a memoria) è un bel range, un 30% in più per arrivare a 67 non mi sembra così “fuori classifica” 🙂
        Comunque sono solo un po’ deluso non tanto dalle gomme in sè, che sono di ottimo livello, quanto dal fatto che Pirelli – come praticamente tutti gli altri produttori – non offrano versioni dei copertoncini gravel senza protezioni antiforatura. Se i Terreno Zero non ne hanno, la quantità di gomma sui fianchi ha in pratica lo stesso effetto. E così mi rispondo alla domanda che avevo fatto sotto alla recensione dei Gravel H: al tatto Gravelking, Terreno Zero e questi Pirelli sono molto simili, quasi indistinguibili.

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Paolo, nel “leggere” i prezzi devo affidarmi sempre ai listini ufficiali, che sono stabili. E parliamo di quasi 100 dollari a copertoncino…
          Un copertoncino senza protezione ha mercato troppo di nicchia, il fatto che per te o per me riparare una gomma non sia un problema e preferiamo leggerezza e scorrevolezza non fa testo, non siamo “rappresentativi”.
          Basta vedere l’entusiasmo per le nuove camere d’aria, leggere e dichiarate imperforabili, pure se costano mezzo rene…
          Indistinguibili no, tranne i Terreno Zero che sono una storia a sé, molti copertoncini usano tecnologie simili, nel senso che ricorrono agli stessi brevetti, eppure nell’uso differenze ci sono. Ridotte, ma ci sono. Si avvertono nelle loro condizioni limite, non nell’uso quotidiano.
          Più che altro il punto è che ormai c’è una standardizzazione verso l’alto, il copertoncino con un limite evidente non te lo fa più nessuno, si gioca tutto su sfumature per differenziarsi. Sfumature che nel caso del gravel divengono ancora più labili, perché la necessaria poliedricità d’uso rende difficile differenziarsi troppo.
          E infatti la strada seguita dai Terreno Zero non è stata poi percorsa da tutti.
          Insomma, una volta che scegli un prodotto di azienda collaudata, ormai non sbagli più. Per avere carattere più marcato serve andare su produttori di nicchia, che se però restano nicchia un motivo ci sarà…

          Fabio

          • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

            Tutto giusto quello che scrivi, e mi rendo conto di star combattendo una battaglia contro i mulini a vento… metaforicamente parlando, non ho niente contro le pale eoliche 🙂
            Con tutto quello che mi passa per le mani quotidianamente, mi rendo bene conto quali sono le necessità e le preferenze di massa, almeno da queste parti. Però magari c’è anche del marketing subdolo che contribuisce, facendo credere che le protezioni antiforatura non hanno nessun impatto su qualità di guida e comfort. Se una bici su quattro monta Schwalbe Marathon Plus non può essere per caso…
            E comunque mi permetto di correggerti sui prezzi di listino, o almeno specificare che io stavo parlando della versione standard: 78 dollari o 73 euro dall’importatore tedesco (devono aver alzato i prezzi di listino come tutti nell’ultimo anno) sono sì tanti soldi, però non sono neppure “quasi 100”.
            Sono andato a rivedere i Terreno, in effetti ci sono due versioni: TNT con protezione sui fianchi e un numero ridotto di versioni TLR, senza. Ovviamente non i Wet che erano quelli che mi incuriosivano di più…
            Tirando le somme, c’è davvero poco di cui lamentarsi in quanto a scelta di gomme e copertoncini di questi tempi, disponibilità permettendo. E potrei pedalare felice senza curarmi di ogni novità e proposta, ma la curiosità poi vince e compro roba che alla fine rimane in cantina a prendere polvere XD

            • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

              “…Se una bici su quattro monta Schwalbe Marathon Plus non può essere per caso…”
              E sappiamo bene quanto mortifichino la guida, eppure…

              Fabio

  • <cite class="fn">Paolo Mori</cite>

    Errata corrige (ormai son partito per la tangente, ma tanto vale finire nella stessa pagina): i Terreno Zero che ho acquistato sono TLR e non TNT, e in effetti ricordavo male, sono più soffici al tatto rispetto a Gravelking e Gravel H, molto più simili ai Renè Herse.
    Sarà stata la taglia diversa (38 vs 45 mm) o la qualità del diverso set di ruote (700c vs 650b) a contribuire all’impressione, che io non li ho trovati così eccezionali e personalmente preferisco i Gravel H.

  • <cite class="fn">Francesco Mussini</cite>

    Buonasera, innanzitutto i miei complimenti per questo sito, oramai mio riferimento per letture approfondite sulla meccanica ed altro di questa nostra passione, e approfitto di questo pomeriggio piovoso (a Milano) che sconsiglia le uscite in bici, per scrivere due righe sulla mia esperienza con i Pirelli Gravel M nella misura 700cx40, anche se di esperienza ne ho poca, sono i primi copertoncini che acquisto (confesso che li presi dopo aver letto la prova del modello H), per equipaggiare la mia Checkpoint ALR 4 acquistata usata nel luglio del 2020.
    Premetto che sono un neofita, avendo iniziato a pedalare “sul serio” praticamente da quel momento, infatti le mie esperienze precedenti sulle due ruote si limitavano ai trasporti preadolescenziali…
    Comunque da quando le ho montate sulla mia ALR ho percorso quasi 7.000 km (purtroppo non ho molto tempo a disposizione) su percorsi misti, circa 50% asfalto e 50% in offroad su strade bianche, stradine di campagna in terra battuta e qualche trail e devo dire che mi sono trovato molto bene, mai avuto problemi di aderenza sullo sconnesso e sui percorsi umidi/bagnati e devo dire che anche i tasselli delle gomme resistono bene, anche se naturalmente si sono consumati soprattutto sul posteriore. Ho provato a misurarli e dietro quelli centrali sono circa 1,5 mm, mentre all’anteriore sono circa 2mm….a tal proposito potresti dirmi quanto sono alti nelle gomme nuove, così per avere un’idea di quanto si sono consumati ?
    Posso confermare che anche in curva mi danno la sensazione che siano praticamente artigliati al suolo sia su asfalto che su sterrato.
    Altra cosa che posso riportare è che ho avuto una sola foratura e manco me ne sono accorto, solo il giorno dopo ho trovato il posteriore a terra.

    Onestamente l’unico dubbio che ho per il prossimo cambio gomme è quello di prenderli total black o ancora bicolori….

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Francesco, grazie per la tua testimonianza.
      In merito alla tua domanda rilevo dal mio notes che al momento del primo montaggio la tassellatura centrale era 2,3mm (+/- 0,1mm)

      Fabio

  • <cite class="fn">Francesco Mussini</cite>

    Grazie Fabio, il maggior “consumo” della posteriore presumo sia dovuto principalmente al mio peso corretto ?

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    Ciao Fabio, oltre a rinnovarti i complimenti per questo blog e per gli articoli che pubblichi ti volevo fare una, anzi facciamo due, domande:
    1) Hai poi avuto modo di provarle con il bagnato?
    2) Ho visto che è uscito anche in Cinturato RC, pensi di provarlo o è una gomma troppo specialistica (rc starebbe per racing se non ho capito male)?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Lorenzo, ho tenuto i gravel M montati per diverso tempo dopo il test, e si, anche sul bagnato. Ottima tenuta e gran confidenza.
      Gli RC sono come dici una versione molto sportiva, li chiesi al momento della loro presentazione ma poi inviai disdetta, mi resi conto che non avevo tempo per testarli secondo il mio metodo. Probabilmente chiederò la versione S, che si presenta sulla carta adatta (anche) alla cattiva stagione. Non so ancora, i test sono tutti impegnativi, quelli di gomme e selle più di tutti e non ho più lo stesso tempo da dedicare al blog che avevo prima.

      Fabio

      • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

        I test sono impegnativi ma fidati, se sono fatti bene come i tuoi si leggono con grande piacere.
        Cari saluti,
        Lorenzo

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