[Test] Met Terranova

La prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

La prova su strada

Titolo sbagliato, forse avrei dovuto scrivere “Prova in fuoristrada”? Dubbio inutile, il Met terranova Mips si identifica subito come casco gravity, è ovvio che l’ho testato solo nel suo alveo naturale. Con una bici da Mtb, senza usare la gravel.

La calzata è confortevole, facile trovare la giusta regolazione per la calotta grazie al sistema Safe Duo-T a cui ormai sono abituato.

Il piccolo pomello è gestibile anche con guanti invernali. Se poi aggiungiamo la luce a clip, che su questo pomello si aggancia, diventa tutto ancor più facile. Io, come raccontato prima, non trovo più la lucetta ma a parte che sono anni che ormai la uso, queste verifiche “statiche” le faccio a casco appena consegnato, quando scatto la parte fotografica in interno. E la luce all’epoca l’avevo.

Sono abituato anche ai divider a clip, una soluzione tecnica che trovo più comoda alla lunga rispetto a quelli a scorrimento. Mantengono la regolazione anche se in caso di necessità una sistemazione “in marcia” non è possibile, bisogna fermarsi.

Molto “rassicurante” la sensazione di avere la nuca ben protetta, anche se ho avuto qualche leggera difficoltà a gestire i capelli legati. Notazione questa per fanciulle o attempati fricchettoni.

Perfetto il profilo sopra le orecchie, che segue bene l’anatomia e lascia molto spazio agli occhiali. C’è proprio tanto spazio, secondo me un altro poco si poteva scendere.

Non manca una superiore protezione alle tempie, quasi se non uguale a quella dei più recenti caschi urban, che puntano molto a questo aspetto perché, studi lo dimostrano, le tempie sono spesso le prime a impattare al suolo.

Ben bilanciato sulla capoccia, il peso ovviamente superiore a un casco sportivo stradale non si avverte più di tanto.

L’imbottitura interna è minimale ma non per questo inefficace. 

Non ho sentito la mancanza di una fascetta imbottita al cinturino, mentre stavolta i divider a clip di cui sono un estimatore mi hanno pizzicato la barba. Che in inverno e col freddo lascio crescere, tiene al caldo 😀

Poi un principio di primavera, mi sono rasato ed è tornato l’inverno; come testimoniano le foto in esterno di quest’articolo, temperatura 6 gradi…

Il Mips l’ho trovato meno “invasivo” rispetto ad altri caschi (stradali) che ho recensito e che montavano la calottina gialla. Non credo sia perché mi sono abituato a questa soluzione (continuo a uscire con caschi non Mips); immagino dipenda dalla diversa conformazione della calotta interna, meno compatta di quella di un casco sportivo dedicato all’asfalto.

Come mi è capitato spesso con caschi Met, una volta indossato dimentichi di averlo. Certo, durante la lavorazione di questo test ho indossato anche altri caschi, tra cui il Met 30K che è diventato il mio preferito, e la differenza c’è. Ma non marcata come si potrebbe pensare, segno di una corretta progettazione.

Una volta in sella la visiera protegge dalla luce diretta senza bloccare il campo visivo.

In salita o in alcuni tratti in discesa, quindi seduti a busto inclinato o in piedi in posizione arretrata, è meglio sollevarla per avere maggiore visuale sulla distanza.

La ventilazione è eccellente, fin troppo generoso l’ingresso dell’aria nella zona frontale da risolvere con un sottocasco nei mesi freddi.

Freddo che per fortuna dalla mie parti dura poco e tra una pausa e l’altra dei blocchi agli spostamenti ho potuto godere di due settimane di libertà e clima più che primaverile, con punte nelle ore più calde di 23 gradi. Tranne nei giorni dedicati alle immagini.

Una fortunata combinazione che mi ha permesso di valutare a fondo l’areazione, soprattutto alle basse velocità. 

La zona anteriore gode sempre di grande afflusso, anche a visiera abbassata. Che si, copre parzialmente l’ingresso ma funge anche da convogliatore, seppure la sua efficacia in tal senso sia più netta al salire dell’andatura.

Ottime anche le prese superiori, le quattro bocche sulla sommità hanno profilo tale che malgrado la posizione catturano facilmente l’aria. le altre due superiori proseguono il flusso garantendo l’uscita.

Già, l’uscita; perché dico sempre che a immettere aria in un casco son bravi tutti ma quello che conta è il deflusso, la rapida evacuazione altrimenti si forma condensa ed è pure peggio perché con l’aria in arrivo si raffredda e a noi viene mal di testa.

Met non smentisce l’ottimo lavoro di progettazione che da anni mi permette di testare i loro caschi con la capoccina mia al fresco.

L’apertura posteriore posta più in basso non è particolarmente estesa, una scelta progettuale per aumentare la superficie della calotta a protezione della nuca. Può però contare sul supporto delle altre poste sopra di lei, e grazie alla buona canalizzazione ottieni il veloce deflusso.

Poi sarebbe da vedere con caldo torrido, i 35 e passa gradi e umidità al 90% che stroncano le mie velleità pedalatoria, ma per adesso non è possibile, manca qualche mese.

In ogni caso, a sudare ho sudato. Ok, sono dettagli che forse non vi interessano ma la bici è fatica. L’imbottitura si è ovviamente bagnata ma lestamente asciugata, segno che l’aria scorre bene.

Posso promuovere senza remore la ventilazione.

Promuovo anche un altro aspetto, che fino ad oggi nelle recensioni non avevo mai messo in scaletta: la stabilità nella calzata.

Del resto la Mtb è argomento recente in questo blog, sapete che la mia linea editoriale da ampio spazio a strada e gravel, con incursioni appena posso nel mondo urban.

Tutte situazioni in cui non avverti scossoni alla guida di tale intensità da richiedere una decisa stretta al casco.

Ma nemmeno questo Terranova ha mai preteso di essere regolato durante la pedalata, nemmeno nelle discese più ballerine. Non ero sicuro sarebbe successo, quando lo indossi la prima sensazione è che la testa abbia “più spazio” anche se poi la taglia è quella. La annoto tra le buone notizie insieme a quella di prima sulla minore invasività del sistema Mips.

Nel corso del test le viti della visiera non hanno mostrato allentamenti, non so poi dopo un anno e oltre. Ma bastano pochi secondi, anche a mano, per dare una stretta se necessario.

Nulla posso dirvi sulla vestibilità con occhiali a maschera, non ne avevo disponibili per provare. A giudicare dallo spazio, problemi non dovrebbero essercene. E poi dubito che Met sarebbe scivolata su un dettaglio simile.

Bene, togliamoci il casco e andiamo alle conclusioni.


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COMMENTS

  • <cite class="fn">Lorenzo</cite>

    Ottimo test
    Stavo appunto pensando d’acquistare un casco da MTB visto che ora uso un casco da strada sia con Gitana la gravel che con la Thok HT l’e-bike

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