[Test] Lazer Strada KinetiCore

Tempo di lettura: 8 minuti

KinetiCore, una nuova tecnologia per assorbire l’energia cinetica e ridurre i danni da impatto rotazionale.

Messa a punto da Lazer, azienda del gruppo Shimano, fa di leggerezza e migliore areazione i suoi altri punti forti.

Oggi in prova un casco proprio con questa tecnologia, il modello Strada che si colloca appena sotto il fratello maggiore Vento, casco usato da molti professionisti del World Tour.

Certo, la costruzione della calotta interna KinetiCore è il fulcro di questa recensione, di fatto posso indicarla importante come avvenne con il Mips.

Ma sarebbe riduttivo, questo casco Lazer Strada ha tanti altri dettagli degni di nota, con attenzioni continue per chi pedala a lungo.

Però è ovvio che ci concentreremo soprattutto sul KinetiCore, con un paragrafo dedicato solo a lui e un video che sarà online a breve distanza da questa recensione e in cui sarà confrontato col Mips e la tecnologia WaveCel di Bontrager.

Non per un confronto sull’efficacia, per far questo servirebbero prove di laboratorio non alla portata di un semplice scribacchino, ma per evidenziare caratteristiche e differenze come in foto non riesco a fare.

Ho ricevuto il casco ben prima che ci fosse il lancio sulla stampa, per una volta potevo essere quello che pubblicava in anteprima.

Non che sia mai stato un mio obiettivo, preferisco sempre prendermi tutto il tempo necessario ad avere una recensione accurata, non importa se poi arrivo online dopo gli altri; tanto, l’ho visto in questi anni, quando il test è approfondito anche se arriva dopo poi finisce sempre con l’essere quello più consultato.

Però una volta tanto mi ero organizzato per farcela; tranne essere stato steso mentre pedalavo due giorni dopo aver ricevuto il casco.

E siccome i postumi si sono sentiti a lungo, mi sono affidato ad altri tester, riservandomi alcune verifiche che solo io potevo fare. Non perché sono più bravo, è solo che recensisco caschi da anni, ci sono dettagli che richiedono una esperienza specifica proprio nella metodologia di un test e facevo prima ad accollarmi questa parte. Che poi con me il “prima” è concetto relativo…

E sono contento di questa scelta, l’aver delegato.

E’ un mio evidente limite, non ho mai saputo lavorare bene in squadra, del resto ho scelto la libera professione proprio alla ricerca dell’assoluta autonomia.

Ma non confrontarsi è un errore. Vero che anche durante altri test mi sono spesso avvalso dell’aiuto di ciclisti esperti, così da avere più voci. Però sempre su singoli aspetti, punti specifici sui quali mi serviva conoscere pensieri diversi dal mio per avere un quadro completo.

Qui, come in altri test in lavorazione, ho lasciato carta bianca, dando solo indicazioni sulla metodologia di lavoro e consigli per fissare al meglio le impressioni.

Se la proporzione del lavoro nei test “condivisi” è sempre il 90% io e il restante gli altri, stavolta non siamo a percentuali invertite ma poco ci manca.

Contento, ho detto, ed è vero; un poco meno con altro test in arrivo sul blog, quello delle ruote Shimano Ultegra C36 che hanno girato, e molto, con altro tester perché con tutti questi acciacchi delle ruote così performanti non ero proprio in grado di gestirle dal solo.

Comunque, al solito mi dilungo, almeno finché non affiderò pure i testi ad altri (no, non credo proprio…) quindi entriamo nel vivo facendo conoscenza col nostro Lazer Strada KinetiCore.

Andiamo.

COMMENTS

  • <cite class="fn">xilonfaber</cite>

    Sarò volutamente critico, perché come al solito mi sembra l’atteggiamento più costruttivo quando si debba analizzare un nuovo prodotto ed una nuova tecnologia: ad ora mi sembra che gli unici dati terzi a disposizione per valutare la protezione dei caschi (e con un database abbastanza ampio) siano i testi della Virginia Tech (https://helmet.beam.vt.edu/bicycle-helmet-ratings.html). Da questo database vedo che il G1 MIPS è uno dei migliori, il sesto, in quanto a protezione, mentre lo Starda Kineticore si piazza al 76° posto, con una protezione contro impatti lievi meno efficiente della metà e comunque più alta della media per impatti forti. Mi chiedo allora: si tratta più che altro di una operazione di riduzione dei costi, per poter ottenere un casco con protezioni non paragonabili, ma più simili ad un MIPS, rispetto ad un casco in sola struttura semirigida in schiuma/conchiglia dura? Direi di sì a mio parere. Anche il prezzo più accessibile lo confermerebbe (meno della metà). Come sempre, specialmente per oggetti che non hanno (tanto) a che fare con la performance quanto con la sicurezza e che potrebbero anche salvarci la vita, sarebbe bello avere un sistema consolidato e ufficiale di valutazione… Cosa che è ormai prassi nel mondo automobilistico ma non in quello ciclistico…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Damiano, nella sua classificazione Virginia Tech sintetizza al pubblico con un punteggio e un sistema a stelle ma prende in considerazione molti parametri, per esempio il cinturino, che tecnologia usa ecc.
      Di fatto al momento i KinetiCore hanno le loro 5 stelle su 5, e questo credo sia comunque indice di sicurezza.
      Appena comparso il Mips non le raggiungeva, solo col tempo ha avuto piccole modifiche e ha preso il punteggio pieno.
      E’ una tecnologia nuova, diamole tempo.
      E si, hai ragione sui costi, l’ho scritto nelle conclusioni: permette di essere competitivi sul mercato.
      Un aspetto che io trovo importante, la gente spende 12000 euro per la bici e poi risparmia con il casco del supermercato.
      Quindi se trovo modelli ben fatti e sicuri cerco di recensirli, basta dare una occhiata all’indice, sono pochi i caschi costosi (infatti qui ho scelto lo Strada e non il Vento).
      Ma credo che l’aspetto più importante, anche questo è nella recensione, è che le aziende facciano ricerca, che significa innovazione, perché vuol dire più sicurezza per noi.

      Fabio

      ps; non dimenticare la differenza di prezzo nel fare comparazioni, è ovvio che un casco che costa due volte e mezzo tanto è migliore, bisogna sempre restare nella stessa fascia. Giusto per restare in orbita Shimano sarebbe come se dicessi in un test che il Dura Ace è meglio del Tiagra. Che è vero, ma il Tiagra ha le sue peculiarità, pubblico diverso, uso differente ecc ecc e nella sua fascia è il migliore. Ma nella sua fascia.

      • <cite class="fn">xilonfaber</cite>

        Ciao Fabio, infatti sui costi condividevo i tuoi ragionamenti, non volevo parere bastian contrario 😀 Resta sempre difficile per me come singolo utente estrarre una comparazione scevra da sottili (o non tanto) giochini di mercato… Ad esempio, meglio il Wavecell, il MIPS o questa nuova tecnologia Kineticore? Lavorando (in tutt’altro ambito) in R&D per un’azienda, spesso test, comparazioni e effettive prestazioni si nascondono dietro bei nomi e strategie di mercato. Utile per chi vuole affermare che il suo prodotto è il migliore, il più funzionale ed economicamente efficiente, ma chissà…

        • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

          Ciao Damiano, sollevi giuste considerazioni, altro che bastian contrario. Anzi, mi ritengo fortunato perché motivate sempre con cognizione, siete uno sprone continuo ad essere molto attento.
          Quale è meglio, e mi riferisco alle tecnologie citate da te? Non lo so.
          Insieme a questo articolo ho preparato un video, credo sarà online la prossima settimana, in cui le confronto.
          Come? Solo nell’uso perché questo posso fare io e qualunque giornalista abbia un minimo di serietà.
          Perché se non hai un laboratorio per le prove, non puoi in coscienza stabilire quale tecnologia è più sicura.
          Ti affidi agli studi terzi, senza disdegnare quanto affermano i produttori, perché se sai sfrondare le loro dichiarazioni dalla (giusta) enfasi, sono valide.
          Ora come ora, con tanti test svolti, nell’uso trovo il KinetiCore molto più vantaggioso del Mips.
          Ma posso affermarlo solo nell’uso, per la sicurezza effettiva più di rifarmi a studi e dichiarazioni varie non posso. Però in tanti anni di test, da ben prima che aprissi il blog, ho imparato a riconoscere quando una azienda le spara grosse, e qui non è…

          Fabio

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