[Test] Borse Vaude Aqua Back Plus e Aqua Front

Le conclusioni

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Le conclusioni

Quando ho scritto nell’introduzione che questa è una recensione antieconomica forse non sono riuscito a far comprendere subito cosa intendessi.

Adesso, che siamo all’ultimo paragrafo, forse è più chiaro.

Sulle borse non puoi fare letteratura: le riempi, le monti sulla bici, ti assicuri che vadano bene su diversi portapacchi, non si sgancino o sfondino col carico, siano impermeabili e hai finito.

Io ho impiegato quasi otto mesi (!) per scrivere questa recensione. Se tenessi sempre questa media, avremo tre articoli ogni due anni.

Il motivo in realtà c’è e non è la mia proverbiale flemma: volevo testare la robustezza sulla lunga distanza, perché, cercando in rete, alcuni hanno lamentato il cedimento della termosaldatura in qualche punto e/o qualche strappo.

Dopo un utilizzo intenso e quanto mai variegato posso dire che le borse sono identiche al primo giorno: solo più sporche. Molto sporche.

E vi assicuro che non ho risparmiato gli strapazzi.

La qualità c’è, indubitabile.

Il rapporto qualità prezzo pure, anche se fare i calcoli è difficile. A parte il prezzo sullo shop ufficiale, c’è una tale forbice nei vari negozi online, per non dire delle offerte durante i saldi, che la valutazione passa da buono ad eccellente a seconda di dove si acquista. E del momento, in autunno i prezzi erano più bassi di oggi.

Ma qualcosa di migliorabile c’è, come sempre.

Anche perché queste borse non sono una novità, Vaude le propone già da qualche anno e se vogliamo prendere per vero che cavallo vincente non si cambia, i conti col progresso e soprattutto con le nuove abitudini dei ciclisti dobbiamo farli.

Borse da viaggio, d’accordo; ma anche borse da commuting urbano, perché è questo che chiedono adesso i ciclisti.

Non tanto per il modello Front, sicuramente per quelle da portapacchi posteriore.

Quindi la tracolla da agganciare e sganciare ogni volta, senza che sia possibile lasciarla lì, fissata in modo sicuro ad evitare si agganci ad altri veicoli, diventa un fastidio nell’uso quotidiano. 

Le dimensioni della tasca interna inadatte a contenere un laptop, obbligando all’acquisto di una custodia in neoprene (che comunque io sempre consiglio quando trasportiamo il pc in bici) ma senza in ogni caso poterla inserire proprio nella tasca, quindi il nostro pc “vagherà” nella voluminosa borsa.

L’assenza di una tasca piccola interna, a rete e con cerniera, nella tasca esterna della versione Plus; magari con un piccolo moschettone per le chiavi.

Un paio di fascette sul fianco per assicurare un piccolo borsello, così da avere sottomano ciò che serve; non tutti vogliono anche la borsa sul manubrio o sul top tube.

Come vedete nulla che abbia a che fare con il viaggio vero e proprio; però molti ciclisti acquistano un solo set di borse per far tutto, andarci al lavoro e in vacanza. E visto che parliamo di migliorie minime, un piccolo sforzo renderebbe le Vaude Aqua Back Plus davvero universali.

Soprattutto perché hanno dimostrato eccellente robustezza e grande praticità di utilizzo. Anche in fuoristrada.

E qui entriamo in un campo che non è collegato direttamente al test di queste borse ma che rientra tra uno dei motivi per cui ho voluto questa recensione e spiega in parte la quantità di tempo impiegata.

Ma davvero in fuoristrada puoi andare solo col bikepacking, come vuole la vulgata comune?

Per me no, e lo sapevo già, ma cercavo un pretesto per parlarne.

Vero, nei passaggi più stretti ho dovuto prestare attenzione agli ingombri; vero, con tanto carico su alcune salite sono sceso e spinto a mano la bici (ma lo avrei fatto pure col bikepacking, alla fine conta il peso complessivo – e la gamba -); vero, l’avantreno così pesante non ha la stessa agilità.

Vero però che se caricata con giudizio, ossia ben bilanciata tra destra e sinistra e con i pesi maggiori concentrati in basso, la bici si pianta a terra e prende una stabilità incredibile.

Su asfalto, presa la mano, pieghi come su una moto (gomme da 700×40 e 700×45, da gravel, quelle usate durante il test). In fuoristrada cambia la tecnica di guida, avere buona leva la manubrio aiuta (e in questo le pieghe gravel dal flare alto sono una manna) e soprattutto freni potenti e ben modulabili diventano una priorità: ma a parte gli ingombri e qualche impatto con i cespugli all’anteriore, problemi nessuno.

E’ un argomento su cui tornerò, con un articolo dedicato.

Per adesso mi fermo, le borse le abbiamo conosciute e spero di essere riuscito a non annoiarvi.

Buone pedalate


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