[Test] Bontrager Ballista Knit

La prova su strada

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La prova su strada

Non leggo mai prima della chiusura di un test le pagine ufficiali del prodotto. Consulto le aride schede tecniche nella selezione, evito con cura le descrizioni.

Che giustamente magnificano il prodotto, niente ne capisco di marketing ma sarebbe ben strano leggere una azienda affermare che il suo operato è pessimo; e oltre tessere le lodi, pongono l’accento su caratteristiche e uso.

Il che potrebbe influenzarmi. Non nei risultati ma nello svolgimento del test. 

Oh, qui dicono che se fai questo è perfetta, ora lo faccio!

No, non è il mio modo di lavorare. Parto dal foglio bianco, meno ne so del prodotto meglio è. 

Voglio scoprirlo poco a poco, assaporarne ogni sfumatura, conoscerlo nel tempo. 

Si, da un punto di vista strettamente economico non è il modo migliore di gestire una pubblicazione. Si porta via un sacco di tempo e a volte genera incomprensioni tra me e chi non conosce il mio metodo di lavoro. Perché di fatto, soprattutto nei primi giorni di prova, sono quasi del tutto ignorante sul prodotto che sto valutando e questo genera perplessità.

Però poi capiscono che è il modo migliore per offrire ai lettori una recensione il più possibile accurata.

Ma non vi racconto questo per incensarmi, sono orgoglioso di questo blog ma sapete rifuggo elogi e autoelogi.

No, ve lo racconto perché quando indossai la prima volta le Bontrager Ballista, al solo scopo di verificare la taglia, nel mio messaggio di conferma a Trek che la misura era giusta scrissi “sono comode come pantofole”. E non era spregiativo, anzi.

Leggendo la pagina ufficiale di queste scarpe trovo: “È estremamente efficiente, super traspirante e progettata per avvolgere il piede offrendo un comfort simile a quello di una pantofola”.

Credetemi, è difficile spiegare a parole la sensazione che hai calzando la prima volta questa Ballista.

La tomaia fascia il piede, senza alcuna costrizione. Ma c’è di più: prende la forma del nostro piede in modo naturale, senza alcuna tensione.

Fossimo in un film d’animazione, non mi sarei stupito nel vedere la scarpa prender vita a coprire perfettamente il piede.

Posizionare le tacchette è facile e immediato, grazie all’ampia grafica che aiuta nell’arretramento e nell’angolazione.

Per questo test ho scelto di usare pedali Shimano, quindi tacchette Spd SL. 

Pedali dalla superfice ampia e non ho voluto un top di gamma; ho preferito usare i ben conosciuti RS500, recensiti sul blog, per un motivo molto semplice.

Benché ottimi, soprattutto in rapporto al prezzo, non sono i pedali più performanti della casa. Volevo che il grosso del lavoro fosse affidato alle scarpe. 

La bici usata è stata la Domane SL7, il cui test arriverà online a breve. Mi è sembrato giusto far respirare alle Ballista aria di casa.

Ma non è solo questo. La Domane, lo sappiamo, è una bici particolare, dove la prestazione assoluta non è la stella polare. Velocissima eppure con un livello di comfort degno di una turistica. Una bici su cui pedalare ore e ore, quali che siano le condizioni del manto stradale.

Le Bontrager Ballista sono ottimizzate per uso sportivo, eppure il comfort è tenuto in massima considerazione. Pedalare ore intere e con temperature elevate con scarpini dalla suola in composito è un banco di prova impegnativo. Se traspirazione e smaltimento del calore non sono perfetti, emerge.

Ricerca del comfort che spiega anche perché la suola non sia la più rigida della casa, visto che abbiamo grado 12 su 14; il massimo è riservato alle XXX Road. 

Però anche qui vale quanto detto poco fa: avevo deciso di provare scarpe in sintonia con la filosofia della Domane e queste Ballista mi sembravano le più adatte. 

Dopo le note introduttive di prammatica sui punti fondamentali nello svolgimento del test, possiamo partire.

Di calzata e vestibilità ho detto in apertura: pantofole, non fosse per la suola ti verrebbe da calzarle la sera sul divano.

Ma questo da ferme: in sella? Che poi si potrebbe discutere su quanto ci sia di mobile e quanto di fermo con me in sella. Vabbè.

Una veloce regolata al Boa posto al tallone, che è bene serrare il giusto appena agganciati perché dato il taglio basso alla caviglia se stringiamo seduti sulla sedia prima di uscire la regolazione non è quella corretta, e via.

Del resto regolare la chiusura in movimento è semplicissimo, basta solo ricordarsi che la rotellina è lì, in posizione a cui sono poco abituato.

Però capitemi: una mattina uscivo con queste Ballista, un’altra con le scarpe da Mtb col Boa in posizione classica, una mattina con le scarpe coi lacci, una mattina in ciabatte, insomma, per me far confusione è facile…

La compressione è precisa e uniforme, senti i tiranti stringere e la tomaia andare a fasciare il piede in modo naturale. 

Il tallone è saldo senza essere costretto, con una mobilità della caviglia eccellente.

Appena indossate donano piacere, appena saliti in sella e regolate pure, con queste premesse ti aspetti un test in discesa.

E invece no, ci ha pensato il meteo a renderlo infernale, con temperature per me proibitive. Non avessi avuto i test da svolgere sarei rimasto a casa.

Ma c’è del buono persino in questo perché ho potuto, da subito direi, sincerarmi della qualità della ventilazione e del pochissimo calore accumulato alla suola.

La tomaia, la chiamo così perché così battezzata ma sembra più un merletto finemente lavorato, con amplissimo passaggio d’aria, elasticità perfetta, tenuta del piede senza alcun cedimento. 

Stupisce come con tanta elasticità il piede non finisca col ballare; invece nisba, fasciato e fermo. Coccolato.

La suola, che sfrutta la soletta originale e non uno dei tre plantari disponibili come optional presso i rivenditori Trek abilitati (giacché servono visita e misurazione per la giusta scelta e non tutti sono attrezzati…) malgrado abbia una sola bocchetta d’ingresso, pure piccina, non hai mai trasmesso quel fastidioso senso di calore di alcune calzature con suola in composito.

Ho pedalato con 35 gradi di temperatura esterna, quindi direi che l’esame è superato.

Però confesso che fin qui non mi aspettavo nulla di meno.

Ho selezionato scarpe al top, trovarmi i piedi surriscaldati sarebbe stato impossibile.

Mi interessava, e interessa, la resa.

Quanto una scarpa ben fatta influisce?

Tantissimo e con le Bontrager Ballista ne ho avuto conferma.

Spingi perfettamente sul pedale, senza sentire una differenza di pressione tra parte anteriore, zona tacchette intendo, e zona posteriore, quella libera.

La scarpa è un tutt’uno, trasmetti sul pedale tutta l’energia sfruttando l’intera superficie.

La caviglia gira libera, seduto o in piedi sui pedali hai sempre totale libertà di movimento.

Anche con un pedale ottimo ma non un top di gamma, senti netta la spinta su tutta la suola.

In trazione è perfetta.

La decisa curvatura, che all’inizio vuole un minimo di adattamento, permette la fase di trazione senza tentennamenti.

E qui la rigidità della suola diventa fondamentale, perché non hai alcuna flessione dalla parte posteriore, quella libera.

Non solo: ancora una volta taglio della caviglia e, aggiungo, BOA al tallone, permettono di tirar su il piede con forza.

Sicuri che quella forza la stiamo trasferendo alla strada e non perdendola per strada.

La scarpa non tira, non sembra volersi sfilare, non hai pressione sul collo: sollevi con naturalezza, in un unico fluido movimento.

Pedalando col caldo forte o sotto sforzo solo una volta ho sentito l’esigenza di allargare leggermente il BOA.

Credo sia stato più un fatto psicologico che reale, perché l’elasticità della tomaia compensa il naturale ingrossamento del piede senza pretendere regolazioni continue.

Regolazioni che comunque è sempre facile eseguire in corso d’opera, senza fermarsi. Basta, come detto prima, ricordarsi che il BOA è lì dietro.

Facilmente raggiungibile, sensibilissimo, preciso. 

In salita mentirei se dicessi che un vantaggio non si avverte. Non così eclatante, almeno rispetto a scarpe di buona fattura ma non nella parte alta della classifica, ma c’è.

Quello che all’inizio lascia perplessi è che non hai l’immediata sensazione della spinta.

Ci sono scarpe dalla suola rigida, sportiva, ottima resa, che subito direi, al primo giro di pedale con pendenze cattive, quando carichi con tutto ciò che hai da dare, ti rimandano immediate la loro rigidità.

Quello butti giù, quello sento sotto il piede.

Con le Ballista, salendo cattivi, non hai questa immediata percezione, è come se tutto fosse più ovattato, direi più morbido se non temessi di essere frainteso.

Poi ti concentri e ti accorgi che la scarpa non cede di una virgola, è il piede così ben fasciato e con questo adattamento della tomaia in tempo reale al movimento del piede che rende tutta l’azione talmente naturale da non fartene nemmeno rendere conto.

Pianura e discesa non le considero probanti in un test di scarpe, quindi non mi soffermo.

Però c’è un aspetto spesso trascurato che invece sui mie notes appunto: il controllo della bici.

Si, perché una bici, in discesa e andando veloce, si controlla moltissimo con i piedi. Il modo in cui eserciti pressione aiuta a tenere i suoi pochi chili di peso e centimetri quadrati di appoggio sulle gomme ben incollata alla strada.

Qui più che la rigidità della suola, relativa perché conta essenzialmente la zona tacchette e qui nessuna scarpa sportiva è carente, servono libertà di movimento e feeling.

Quest’ultimo è difficile da tradurre a parole; posso dire che è quel sentire l’aderenza della bici sotto i piedi, quanto stia tenendo, i piccoli colpi che rimanda e riuscire a calibrare la pressione, soprattutto in curva, con precisione.

Non devi avere la scarpa che “tira”, altrimenti non senti la bici come dovresti.

Ecco, con le Ballista mi sono trovato perfettamente e questo accresce la mia curiosità verso un altro modello top di altra azienda, perché son curioso e perché i test servono anche a me per migliorare, sempre.

Ultima notazione per i sovrascarpe.

Impermeabili lo sono, non li ho provato con la pioggia ma con la doccia in giardino. Non piove da settimane, di necessità virtù. 

Se proteggano anche dal freddo, e son sicuro di si, ora come ora proprio non so dirvelo. Il clima questo è.

Bene, direi che per ora ne sappiamo abbastanza, possiamo passare alle conclusioni con le ultime valutazioni.


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