Spezzeremo le reni ai ciclisti!

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Ieri il ministro Salvini si è lanciato nell’ennesimo attacco contro bici e monopattini.

In risposta al question time della Camera, su imbeccata della collega di partito Maccanti, il titolare del dicastero delle Infrastrutture ha annunciato l’obbligo di …”casco, immatricolazione, targa e frecce…”.

La replica della Maccanti è stata ancora più sconfortante, tralasciando sul fatto che fosse già pronta: insomma, si erano scritti il copione prima, ministro e sua sodale.

Si è scagliata contro i monopattini, le bici, la casa avanzata, le ciclabili e così via, rimarcando ancora una volta il profondo astio che la destra e la Lega in particolare hanno sempre avuto per il nostro mondo a pedali.

Del resto i molti milioni previsti per le infrastrutture ciclistiche sono stati azzerati proprio da Salvini, primo atto al suo insediamento; ma quattro milioni per una generica “campagna di sensibilizzazione” sono stati trovati.

Quando ieri mi è arrivato il lancio di agenzia delle dichiarazioni del ministro (l’uso della minuscola, ormai si è capito, è voluto), non gli ho dato molto peso.

Sono anni che assistiamo alle sue parole in libertà, una dichiarazione in più o in meno non fa differenza.

Mi sono detto che non valeva il mio tempo scriverne, ho cose più serie da fare che occuparmi della esternazioni di quest’uomo, mi andavo a impegolare in un articolo per forza politico, sicuramente tra chi legge il blog ci sono ciclisti che lo hanno votato (per statistica), insomma, perché complicarmi la vita?

A farmi cambiare idea sono stati fattori esterni, sempre figli della cronaca.

E’ vero che quanto dichiarato dal ministro non va preso alla lettera, lo possiamo rubricare tra le migliaia di salvinate.

E’ vero anche che la necessità di mascherare l’assoluta incapacità richiede interventi bandiera, e questo mi inquieta.

Pochi giorni fa il Parlamento Europeo ha votato ad ampia maggioranza una importante risoluzione in favore della mobilità ciclistica, con un elenco di azioni per i Governi nazionali necessarie a garantire sviluppo e sicurezza.

Ne ho parlato in questo articolo.

Le dichiarazioni dell’attuale ministro delle Infrastrutture vanno in direzione opposta.

Non serve essere dotti economisti per capire come obbligo di immatricolazione, casco ecc. possano costituire un duro colpo per noi ciclisti (ma questo importa poco, nella visione distorta di questo governo siamo tutti sfaccendati radical chic, non il loro elettorato per capirci) e soprattutto per un comparto industriale che muove molti miliardi di euro.

Mi chiedo cosa ne pensi per esempio Bonomi, il Presidente di Confindustria che la sera delle elezioni politiche nulla faceva per mascherare la propria esultanza, davanti a dichiarazioni che potenzialmente colpiscono molti suoi associati.

Non mi chiedo cosa ne pensino le opposizioni, sono latitanti da tempo

Eppure non mi sento particolarmente preoccupato.

Ho ascoltato più volte l’intervento del ministro, ho contato non meno di una decina di “stiamo lavorando”.

Ecco, quando quest’uomo dice “stiamo lavorando” ho la ragionevole certezza stia mentendo.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">max</cite>

    Ciao Fabio, c’è da chiedersi perchè questo popolo da almeno vent’anni elegge/nomina politicanti di siffatta natura. E non mi riferisco solo al ministro in questione e alla sua parte politica. Evidentemente c’è una gran parte della società sordida, ipocrita, vigliacca, forte coi deboli e servile coi forti, naturalmente e geneticamente “fascista” nell’accezione più ampia e filosofica possibile di questo termine. Sta comunque a noi smetterla di accettare a capo supino qualsiasi norma, qualsiasi imposizione, anche le più assurde, che venga dai nostri politicanti o dai burocrati di Bruxelles, i francesi ci stanno dando ottimi esempi e ora anche i tedeschi…..sai dove deve mettersele le frecce e la targa il suddetto ministro ?? mi è andata di traverso la colazione…ciao

    • <cite class="fn">Niccolò</cite>

      Carissimo, ti seguo da quando hai fondato il blog ed ho sempre condiviso i tuoi articoli, sia quelli tecnici che quelli di altra natura. Mi sento però di dirti che, a mio parere, non è giusto far entrare la politica nei tuoi contenuti. Sono giovane, ho 35 anni e da 13 sono al servizio dello Stato, una grande fortuna sicuramente, anche se sono un semplice applicato. Come me, ci saranno altri numerosi tuoi lettori che però si sono sentiti o potranno sentirsi a disagio sentendo criticare le Istituzioni e chi le guida. Sono un cicloamatore assiduo, 18.000 km all’anno, passo 3 ore al giorno sulle strade per 5 giorni alla settimana, ho avuto degli incidenti con la bici, per fortuna non gravi, chi più di me vorrebbe delle politiche amiche dei ciclisti? Cionostante non trovo giusto parlare male, in questa sede, dei nostri politici, di qualsiasi colore essi siano, altrimenti anche le Istituzioni e le Amministrazioni dello Stato, di cui io e sicuramente molti tuoi lettori facciamo parte, potrebberero apparire meno autorevoli e competenti.

      • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

        Ciao Niccolò, se un atto legislativo o una dichiarazione resa da un politico toccano da vicino il nostro a pedali, da giornalista ne parlo.
        Lo faccio per quelli a favore, come per esempio la recente approvazione del documento sulla mobilità ciclistica del Parlamento Europeo; lo faccio a maggior ragione per quelli che vanno contro, fedele al principio che un giornalista è il cane da guardia della democrazia.
        Esercitare il legittimo diritto di critica non significa ledere il prestigio delle Istituzione che, come ben sai, sono impersonali.
        Non confondere quindi le Istituzioni con le persone che in quel momento le rappresentano.
        Criticare le prime è sbagliato, inchiodare alle proprie responsabilità le seconde è sacrosanto e, aggiungo, necessario.
        Questo significa fare informazione.
        Vedi, non sono io a denigrare le Istituzioni, chi mi conosce per davvero sa il rispetto che provo: sono persone come questo ministro a distruggerne la dignità.

        fabio

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