Shimano Tiagra 4700, il test
Le conclusioni
Le conclusioni
Non ho speso troppe parole durante la prova su strada, lo so. Almeno per i miei standard.
Ma come detto in chiusura del paragrafo precedente, sono anni che monto Shimano su una moltitudine di bici e ne conosco perfettamente la qualità.
Mi servivano conferme? In realtà no, eppure ci tenevo a questo test.
E comunque conferme ne ho avute, a iosa.
Ho avuto conferma, l’ennesima, che non ci sono falle. Tutto ha girato senza intoppi, montare e regolare le due trasmissioni è stato semplicissimo. Due perché per velocizzare i tempi avevo preparato due bici, poi con tutto quello che è successo in questi mesi la velocità di lavorazione è andata a farsi benedire.
Ho avuto conferma che le nuove guarniture Shimano riservate alle famiglie meno costose sono eccellenti; e parlo anche della Sora, che ho usato su una bici in prestito per farmi una idea.
Ho avuto conferma che i comandi hanno piena maturità in questa serie 4700, siamo molto lontani da alcune versioni brutte esteticamente e poco ergonomiche dei 9v di qualche anno fa.
Ho avuto conferma che l’impianto idraulico a disco ha ben poco da dimostrare rispetto ai fratelli più blasonati.
Ho avuto conferma che alcune tecnologie spesso snobbate dai ciclisti se non addirittura ignorate hanno il loro peso effettivo, e penso alla lavorazione HG o il perno passante (della guarnitura) a cui siamo così abituati che ormai non ci rendiamo più conto della loro efficacia.
Ho avuto conferma che anche su una trasmissione rivolta alla fascia più economica del mercato Shimano non lesina lavorazioni pregevoli e tecnologie mutuate dalle famiglie più costose.
Ho avuto conferma che c’è sempre uno studio indirizzato alla migliore integrazione, meccanica e di utilizzo. E lo vediamo nel lavoro simbiotico dei componenti come nella scelta della spaziatura rapporti. Shimano la definisce “ingegneria di sistema”, io preferisco chiamarla armonia.
Un bel telaietto in acciaio o alluminio con geometrie endurance come stanno iniziando a comparire, oppure un telaio gravel, questo Tiagra 4700, due rotelle a profilo medio basso, un bel cockpit elegante e ne vien fuori una bici godibilissima, con poca spesa e tutto sommato nemmeno così pesante da frustrare ogni velleità sportiva.
Pedalando con questo Tiagra ti rendi conto appieno di quanto la classificazione così di moda tra entry level e top level sia una colossale sciocchezza.
Ossia lo diventa quando si prende a parametro il costo finale per bollare come “scarsi” i gruppi meno costosi.
No cari miei, qui abbiamo 10 velocità contro le 11 e fra poco 12. Ma abbiamo una trasmissione che 10 anni fa avremmo considerato top di gamma e 5 anni fa montato felici.
Con una spesa variabile tra i 250 e i 500 euro, a seconda delle scelte tecniche (i comandi idraulici hanno il loro peso economico) rinunciamo a un pignone o due, aggiungiamo qualche grammo e poi?
E poi non trovo altri limiti, anzi.
Abbiamo a disposizione una trasmissione poliedrica, con allestimenti che spaziano dalla doppia alla tripla, buona scelta di corone e pignoni, freni a disco idraulici e caliper meccanici (e le leve gestiscono anche i dischi meccanici) comandi per dropbar e flatbar, deragliatori a saldare e a fascetta: praticamente possiamo allestire qualunque bici, che sia una sportiva o una gravel o un cross/trekking.
Potendo scegliere tra una trasmissione più corsaiola o una configurazione più turistica.
Pedalando comprendi quanto noi ciclisti siamo vittime di fisime varie, perché guardiamo troppo spesso a ciò che non ci serve, trascurando ciò che invece ci fa pedalare sereni.
Sapete come la penso: se uno vuole farsi la sportiva iperleggera con componenti sibaritici per il gusto di possedere la bici unica, fa benissimo a farlo.
Ma se si inseguono falsi miti per compensare una gamba che non gira, allora è una sciocchezza.
Peggio ancora se la scelta è dettata dal giudizio altrui, quando si acquista la bici per non essere guardati male dal gruppo. Un mio collega di (lente) pedalate non si capacità del perché i ciclisti incrociati per strada lo salutino se è sulla sportiva sciccosa e blasonata, lo ignorino sulla gravel col portapacchi montato. Strane persone i ciclisti…
Non immaginate quante mail ricevo da chi ha acquistato il Dura Ace, quindi a rigore il top di gamma, e non sa come venirne fuori per avere più agilità, visto che fino alla serie precedente non potevi andare oltre il 28 finale, oggi il 30.
Ma no, io voglio il 32, non riesco a salire! Mi dicono.
E perché non hai guardato le specifiche e scelto allora l’Ultegra o il 105? Rispondo, aggiungendo che l’unica è sostituire il cambio.
Vabbé, ma poi è brutto che metto un componente scarso…, la risposta quasi automatica.
Perché scarso? E soprattutto perché non pedali felice con quello che fa al caso tuo?
Tra l’altro, se proprio devo dirla tutta, alleggerire una bici solo sulla trasmissione è il modo migliore di buttare soldi. Le ruote, è da lì che si parte sempre.
Ora non fraintendete, non metto sullo stesso piatto un Dura Ace e questo Tiagra, differenze tecniche e prestazionali ci sono e sarebbe ben strano il contrario.
Il vero punto resta: un normale ciclista appassionato come noi, può essere felice sui pedali senza svenarsi per la versione più costosa?
Si, certo.
Perché 10 velocità non sono poche, una accurata scelta della rapportatura permette di trovare sempre la condizione ideale, una seconda cassetta pignoni costa una sciocchezza e volendo si può approntare la stessa bici per usi diversi.
La combinazione classica con la 50-34 anteriore e pacco pignoni 12-28 è stata ottima scelta per allestire una bici da endurance. Solo nelle discese più veloci ho avvertito la mancanza dell’11 ma la migliore regolarità della scala rapporti ha compensato ampiamente.
La combinazione con la 48-34 anteriore e pacco pignoni 11-32 si è rivelata eccellente sulla gravel, pregiudicando solo i tratti più ripidi su terreno soffice, quando serve tanta agilità.
A causa dello spider in comune per tutte le combinazioni di corone non è possibile geometricamente costruire una corona interna da 32, verrebbe ovale per rispettare il girobulloni.
Sono però convinto che se Shimano introducesse in qualche modo una simile configurazione, il Tiagra 4700 non lo fermerebbe più nessuno. Sarebbe l’ideale via di mezzo tra le configurazioni classiche e il GRX, colmando un vuoto attualmente ricoperto da altri costruttori.
Aggiungo che i comandi Tiagra lavorano perfettamente con deragliatore e cambio Shimano GRX: significa, per esempio, che il ciclista che ha già una bici montata Tiagra 4700 e vuole superiore agilità potrà ottenerla sostituendo solo guarnitura e deragliatore prelevati dalla famiglia GRX. Deragliatore perché il GRX ha linea catena superiore di 2,5 mm e quindi non lavora con quelli stradali.
Oppure ha una bici già montata GRX e vuole superiore velocità, così monterà una 50/34 Tiagra (o altra) e il deragliatore, sempre per la questione linea catena.
Con poca spesa e lavori semplicissimi (e comunque la sezione officina di questo blog è generosa nel mostrarvi come fare) ampli lo spettro di utilizzo, pescando dall’ampio catalogo Shimano.
In un certo senso mi spiace quasi dell’arrivo proprio del GRX perché ha scompaginato i miei piani iniziali, quelli di mostrare l’estrema polivalenza del Tiagra 4700 sia come gruppo stradale che gravel; e meno male non ho aggiunto la tripla altrimenti leggevate nel 2022…
Ma sono comunque contento di questo test, che come recensione in sé non aggiunge molto a quanto già sappiamo sul piano tecnico.
Però mi ha offerto la possibilità di lanciare il sasso nello stagno.
Perché, e forse i vertici comunicazione dell’azienda non apprezzeranno ma ormai mi conoscono e sanno come la penso, se da un lato è bello per noi ciclisti avere accesso (conto corrente permettendo) a componenti leggerissimi, in nobili materiali e pieni di tecnologia, dall’altro non dimentichiamo che ciò che costa meno non significa più povero.
Credere per un momento che una grande azienda, e non parlo solo di Shimano, immetta su un mercato così selettivo un prodotto scarso significa capire nulla di bici.
Abbandoniamo questa sciocchezza dell’entry level, guardiamo un prodotto per ciò che offre, valutiamo se fa al caso nostro.
Perché la felicità sui pedali la raggiungiamo quando abbiamo la bici perfetta per noi, non quella perfetta da mostrare.
Buone pedalate.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Bell’articolo Fabio sopratutto per l’introduzione degli argomenti di Filosofia della Bicicletta che apprezzo molto, oltre alla chiarissima illustrazione tecnica
Presidè, sai come la penso e dopo questi mesi in cui ho sezionato varie trasmissioni Shimano una recensione tutta tecnica non avrebbe avito senso, molte cose sono già state affrontate.
Non sono uno che disdegna le novità, quando usciranno le 12 Shimano probabilmente tampinerò l’azienda per provarlo ma la mia è curiosità tecnica.
Però ne vedo troppi che comprano sbagliando e alla fine i test servono a far trovare a ogni ciclista ciò che meglio potrebbe fare al caso suo.
Io stesso, per esempio, al momento di configurare la mia bici da corsa non scelsi il gruppo top ma quello subito sotto. L’estrema leggerezza mal si conciliava con la mia necessità di avere superiore durata dei componenti. Investì il risparmio nelle ruote, molto meglio…
Fabio
Concordo quasi su tutto, possiedo una BDC con Ultegra con freni a disco 8020 e una GRAVEL con Tiagra 4700 con freni a disco idraulici e pacco pignoni 11-32. Mi ritrovo nell’articolo ad eccezione della rapportatura nella GRAVEL. nella mia gravel non era presente il gruppo completo ma la guarnitura era una FSA 48 – 32 (perno quadro) assolutamente inadatta. Faccio una premessa la GRAVEL è divisibile un due categorie GRAVEL che strizzano l’occhio alla strada e GRAVEL più adatte allo sconnesso. La mia è una Wilier Jareen con gomme 700x40c quindi più adatta allo sconnesso e la rapportatura l’o trovata inadatta (se fosse stata ad esempio una TREK domane da gravel molto stradista sarebbe stata la rapportatura idonea), ho quindi cambiato la guarnitura (e movimento centrale) con una FSA 46 – 30 a mio avviso adesso perfetta. Tra l’altro se non sbaglio il GRX 400 (quello 10v) ha una guarnitura con la stessa dentatura.
Ciao Andrea, come avrai letto questo test, o meglio l’idea di questo test, nacque quando il GRX non c’era. E infatti benché consegnato dopo, è stato proprio il GRX ad avere priorità nella pubblicazione.
L’ho indicato nel paragrafo finale, al Tiagra manca una guarnitura griffata per essere completo; ma nel frattempo è arrivato proprio il GRX, pienamente compatibile e quindi la questione è risolta. Tecnica se non estetica, visto che il 4700 è antracite e il GRX nero.
Poi molti produttori e ciclisti usano la commistione, con guarniture di altra marca.
Ma questo è il test del Tiagra 4700, mica posso usare altra roba 😀
E comunque la rapportatura oltre a essere soggettiva dipende anche dai percorsi. E’ sottinteso che un Tiagra va bene per una gravel più stradale.
Fabio
Bene, ma devo aver letto da qualche parte o qualche commento su FB sul tema che ci sono problemi di compatibilità tra GRX e Tiagra/105/Ultegra a parità di velocità perchè il cambio dietro è spostato di X mm per gestire le ruote più grandi. Non è una certezza, se tu puoi chiarire sarebbe interessante. Grazie.
Ciao Andrea, nessuna incompatibilità, ovviamente rispettando le specifiche.
Qui sul blog troverai vari articoli che ne parlano, compreso uno di FAQ.
L’unica differenza è la linea catena, per cui usando guarnitura GRX è necessario sfruttare il suo deragliatore perché quelli stradali non hanno corsa a sufficienza.
Fabio
Viene voglia di averlo , subito!!!
Me ne avanza uno, serve? 😀 😀
Fabio
Visto che più che tecnica si parla di filosofia, ne approfitto per prendere una tangente: visto tutta sta rivoluzione gravel e menate varie, non potrebbero i produttori – oltre a ridurre il numero di denti delle corone e fare cassette sempre più assurde, tipo la 13v 9-42 di Campagnolo, giusto per citare l’ultima – aggiungere cassette con range alternativi, e nello specifico, rinunciare a quel maledetto pignone a 11 denti? E magari pure quello da 12 già che ci siamo: non so, cassette con range 13-32 o 14-36 a 9/10/11 velocità… in pratica si rinuncia ad uno o due dei pignoni più piccoli per aggiungere range dall’altra parte senza introdurre gap eccessivi. Davvero abbiamo tutti bisogno di 11 e 12 denti in fondo alla cassetta con una corona da 50? Io sarò pure scarso, ma in discesa uso già rarissimamente la combinazione 48-13, per non parlare dell’ultima combinazione, 48-11. Forse è il salto enorme che impedisce di sfruttarla bene, ma allora finite la cassetta con i due pignoni a 13 e 12 denti, senza causare una variazione di cadenza eccessiva.
Non dico che tutti debbano fare come me – per carità! – ma anche chi cerca di spremere l’ultimo watt per il gusto di farlo avrebbe forse più fortuna con un rapporto 53-13 che con un 46-11 (numeri quasi a caso, tanto per dare un’idea). Che poi va di moda ‘migliorare’ il deragliatore posteriore con rotelle a 14 denti in ceramica per ottimizzare gli angoli della catena senza aggiungere quei 10 grammi… peccato che allo stesso tempo stai distribuendo tutta la potenza sul pignone a 11 denti (o 10 o 9, adesso con le trasmissioni 1x), con tutte le conseguenze del caso in termini di attriti (= riduzione di efficienza) e usura. Come minimo i messaggi che arrivano dall’industria della bici sono un filino contraddittori…
Non so, mi sembra che tra tutte le novità si stia dimenticando una della modifiche più ovvie ed economiche, che aggiungerebbe innumerevoli possibilità di combinazione con quanto già esistente con modifiche semplici e a poco prezzo. O forse è proprio questo il problema? 😀
Ciao Paolo, hai ragione.
Prima era facile farsi la propria cassetta personalizzata, ora c’è meno scelta.
Cassette 12/30 ci sono, ma non vanno oltre sui pignoni agili. Facili trovare le 12/25 o 28 ma sempre poi si fermano sui pignoni maggiori.
Perché? Perché una azienda quando si tratta di gamma rapporti non può puntare a far felici i ciclisti ma a scontentarne il meno possibile.
Di mio aggiungo che la questione rapporti è strettamente personale e varia durante l’anno per lo stesso ciclista.
Ci sono periodi che il 28 finale mi sembra impossibile da tirare, altri che non lo innesto mai.
Lo scopo è offrire un range rapporti che possa funzionare per la maggioranza, piuttosto che accontentare i singoli.
La tecnologia attuale che vuole i pignoni rivettati non aiuta a personalizzare e questo è un peccato.
Il limite delle geometrie cambio credo sia facilmente risolvibile, volendolo.
Perché tutto questo non si fa? Non lo so, posso solo fotografare l’attuale realtà.
L’unica certezza è che nulla è fermo in questo mondo a pedali; quello che sembrava l’optimum irrinunciabile 5 anni fa ora viene considerato una sciocchezza.
Chissà fra altri 5 anni che “moda” ci sarà.
Fabio
Ma io mica la pretendo di serie, me la comprerei pure a parte se esistesse… anche perché è tra i componenti più economici (salvo mostruosità e novità assolute) e più facili da sostituire.
Non dico di dover abbinare la cassetta ai pantaloncini ad ogni uscita, ma sostituirla alcune volte all’anno, magari prima/dopo le vacanze o un viaggio, è un’operazione semplice e che permetterebbe di ottimizzare l’uso per un particolare scopo. Ma questa scelta per ora non c’è, o quanto meno è limitata a poche(issime) alternative. La 12-30 è 10v, di simile si trova ancora una vecchia Ultegra 12-27 9v che forse mi deciderò a comprare prima che sparisca dai negozi online (che poi il Sora a gabbia media in teoria vuole un pignone di 28 denti o più) ma nelle altre combinazioni a 9v Shimano oltre i 28 denti ci sono cambiate assai fastidiose in un uso sportivo. Vediamo se qualcuno ci arriva prima o poi, anche se posso comprendere la mancanza di innovazione per le trasmissioni a 9v da parte dei produttori principali. C’è da sperare che qualche azienda ‘minore’ decida di investire in questa nicchia, ad es Microshift, anche se pure loro sembrano più interessati allo stupido trend di aumentare il range a dismisura senza rinunciare a quel maledetto pignone da 11…
Ma a me l’11 piace…
unguè unguè, non me lo togliete, unguè unguè…
Fabio
😀 😀
Non vedo come te lo possano togliere, neanche con la forza…
Ciao! Ho una guarnitura Tiagra e vorrei montare corone 46/30, con giro bulloni 110 si può trovare qualcosa?
Ciao Guido, al momento compatibile con lo spider tiagra no.
Devi usare altra guarnitura, per esempio la GRX cambiando però anche il deragliatore (sempre GRX) a causa della diversa linea catena.
E’ spiegato nel test e anche in altri articoli, per esempio le faq sul GRX.
Fabio