Shimano MT7

Come sono fatte

Tempo di lettura: 9 minuti

Come sono fatte

L’aspetto è quello di un normale scarponcino basso da trekking; nulla lascia intuire sia pensata per il ciclismo, finché non guardiamo la suola. Almeno da chi non è del nostro mondo a pedali e non faccia caso alla discreta scritta Shimano posta di lato al tallone.

La tomaia è in pelle sintetica; robusta (non si graffia subito…) e facilmente lavabile.

Molta attenzione è stata dedicata a traspirabilità e freschezza. Sei inserti in tessuto a fitta rete 3D assicurano una buona ventilazione; al contempo ho scoperto che vantano pure discreta impermeabilità. Si bagna lo strato esterno ma l’acqua non filtra se non dopo molto tempo. Proprio molto ahimè, mi è toccato star lì a inzupparmi per esserne sicuro…

Due inserti più piccoli in punta e due coppie più estese ai lati.

Anche questo tessuto è decisamente robusto al pari della tomaia; meno resistente all’abrasione il logo tono su tono che ci informa sul modello che stiamo calzando.

Ha già fatto capolino un paio di volte, quindi restiamo sulla parte alta e vediamo il sistema di chiusura.

Che è il raffinato BOA Closure System, messo a punto dalla omonima azienda.

Ampiamente utilizzato, e non solo su scarpe da ciclismo, da tutti i maggiori produttori, si compone di un laccetto robustissimo che passa attraverso diverse asole e che viene stretto da un pratico pomello. Il vantaggio, oltre la rapidità nell’azione, è la regolazione precisa. Inoltre, come ben sanno i pedalatori più sportivi, è semplicissimo agire sulla tensione anche stando in sella, quando ci serve quella stretta in più per lo scatto assassino.

La versione usata su questa Shimano MT7 è la BOA L6.

Quindi per dare tensione basta ruotare in senso orario il pomello; per rilasciare tensione invece lo dobbiamo sollevare.

 

In quest’ultimo caso però avremo il rilascio totale, quindi se dobbiamo solo allargare un poco per favorire la circolazione, per fare un esempio, dobbiamo prima aprire tutto e poi richiudere quanto necessario. Visto l’indirizzo non sportivo di questa calzatura, direi che va bene così. Anzi, mi ha fatto piacere trovare il sistema BOA al posto del velcro con cui litigo spesso.

Aggiungo che i sistemi BOA si sono sempre contraddistinti per robustezza, anche a distanza di tempo. E in caso di usura o rottura (un urto o una scivolata potrebbero danneggiare il pomello) i ricambi sono sempre disponibili e facilmente reperibili; non mancano chiare istruzioni per le riparazioni nella apposita sezione del sito ufficiale BOA.

La pattina è spessa e morbidamente imbottita; l’interno è foderato in tessuto anallergico, come tutta la scarpa.

Taglio alto alla caviglia, alto rispetto a una scarpa sportiva intendo. Comoda imbottitura anche qui e laccetto al tallone per aiutarci nella calzata.

La mobilità della caviglia non è comunque compromessa, la sagomatura è giusta.

Punta e tallone rinforzati, come una scarpa da trekking. La fettuccia posteriore è ricamata con filo riflettente, al solito ben più visibile di quanto io riesca a proporvi in foto. Prima o poi imparerò a fotografare meglio questi benedetti inserti riflettenti. Spero… 😀

Adesso diamo uno sguardo all’interno della scarpa, dove troviamo una morbida soletta.

Facilmente estraibile, una volta tirata fuori ne conosciamo il taglio anatomico nonché il fondo antiscivolo.

Estrarla diventa necessario se vogliamo dotare queste Shimano MT7 di tacchette, ovviamente in formato Spd. Infatti queste calzature sono fornite con le piastrine filettate a parte, da inserire all’interno della scarpa. Facilissimo.

In più gli adesivi per assicurare l’impermeabilità della zona.

Prima di capovolgere la scarpa per scoprire le caratteristiche della suola, mi soffermo su una considerazione.

Osservando la forma di queste MT7 si nota la punta che si protende verso l’alto. Una sagomatura che non serve semplicemente a camminare più comodi ma si rivela correttamente studiata per pedalare agganciati, favorendo il movimento di risalita. Non pronunciato come scarpe sportive (e questa, ripeto, non è una scarpa sportiva) ma comunque efficace.

Quindi il consiglio è sfruttarle con le tacchette montate. Vediamo allora la suola e la sede per queste tacchette.

Il disegno del battistrada è più simile a uno scarponcino da trekking che a uno da Mtb.

L’arco plantare è ben sagomato e garante di tenace sostegno.

Inoltre permette una buona tenuta quando presi dalla foga affrontiamo qualche passaggio più impegnativo e preferiamo spostare l’appoggio per “schiacciare” meglio la bici al suolo. Operazione fattibile con pedali flat o doppia funzione, ovviamente. Con Spd nudi la scarpa scivola un poco.

Il disegno del battistrada è più fitto al tallone; lo spazio tra le tacchette in punta è maggiore. Fango non se ne accumula facilmente e comunque con tanto spazio bastano due colpi e va via. Di contro l’altezza complessiva del battistrada non è elevata e questo, soprattutto in punta, può creare qualche difficoltà nelle ripide arrampicate bici al fianco. Non dico bici in spalla, non sono scarpe da ciclocross o off road agonistici.

Ben incassata e sagomata la sede per le tacchette.

Mi sono piaciute molto le due tacchette laterali del battistrada, quelle intonate alla tomaia per capirci. Le ho apprezzate pedalando libero, senza aggancio; le ho apprezzate ancor di più camminando con le tacchette in sede, perché è soprattutto grazie a loro (questa la mia impressione, mentre cammino non riesco a vedermi sotto la suola…) se non cincischiavo col pavimento.

Si notano i piccoli segni di riferimento per il montaggio delle tacchette; presenti solo sopra e sotto gli attacchi, non ai lati. Io li avrei messi.

E adesso carrellata fotografica con le tacchette montate; che non potevano che essere Shimano, ho scelto le SM51.

Prese nuove apposta per le foto, sia di queste che delle Shimano XC5 in prova. Sai che brutto altrimenti fare le foto con le tacchette segnate. Curare il dettaglio, sempre 😀

Vediamo.

Non ho deciso di pubblicare questa sequenza di foto semplicemente per occupare spazio. Ho tentato molte possibili angolazioni perché ci tengo a farvi notare come la tacchetta, pur lasciando il giusto spazio al pedale, non sporga dal profilo del battistrada. Sono scarpe adatte anche alla camminata, e poter passeggiare dopo aver fermato la bici senza il “clack clack” o, peggio, scivolare, è una delle migliori caratteristiche di questa scarpa.

Pedali sempre facili da agganciare, il battistrada non interferisce; sia scegliendo Spd nudi che con gabbia che doppia funzione. Buono l’appoggio sui flat; in questo caso per l’immagine ho scelto il lato libero del doppia funzione Rose Duo Plus.

Il peso da me rilevato per questa taglia 43 in prova è stato 380 grammi, tacchette escluse.

Oltre al verde oliva visto fin qui, Shimano propone le MT7 anche in arancio.

Bene, conosciamo a fondo la scarpa; ora a pedalare con la prova si strada.

COMMENTS

  • <cite class="fn">michele</cite>

    ciao Fabio, vado sempre alla ricerca di questi prodotti ibridi perchè uso prevalentemente la bici per dei tour.
    Il biomeccanico mi consigliò di non prendere scarpe con suole troppo morbide , quindi optai per una shimano con indicatore rigidità suola pari a 5.
    La differenza si sente quando si cammina.
    Mi sono abituato ma se avessi letto la tua recensione avrei optato per una scarpa di durezza 4.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Michele, il tuo biomeccanico avrà avuto le sue ragioni. Può darsi che avesse a riferimento modelli più vecchi, coi quali nemmeno io mi trovai bene.
      In ogni caso è sempre bene tener presente l’uso prevalente quando si ha che fare con prodotti dalle molte sfaccettature. Per esempio fra un paio di settimane leggerete il test di altre calzature Shimano, le XC5, che pure non disdegnano due passi. Ma son fatte per pedalare e la camminata, appunto, te la fanno pure fare, però…

      Fabio

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Ciao Fabio, queste scarpe sono classificate da Shimano (insieme a qualcun’altra) come 3E, cioè sono più larghe e ‘spaziose’ di circa un 10% per chi avesse la pianta larga del piede (come nel mio caso). Dalle tue sensazioni, a occhio (a piede), ti risulta?
    Grazie

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Adriano, come scritto nel test sono si comode ma non ho rilevato maggior spazio; e vale la regola del numero in più, sempre

      Fabio

  • <cite class="fn">prospero58</cite>

    Alla fine lo ho prese, approfittando di una offerta per le color arancione. Le ho trovate piú comode rispetto alla “tradizione” Shimano (ho tutte scarpe di questa marca) e soprattutto rispetto alle ME5 che sto usando da un anno. Mi permettono di usare una calza più spessa per l’inverno e meglio accolgono una pianta larga. Il BOA poi é una cosa che ti vizia…
    Grazie per l’utilissima e completa recensione.Adriano.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ottima scelta; io le sto usando spesso (l’abbigliamento dopo un test non lo riprende nessuno, se sono scarpe poi…) e ne apprezzo la comodità nell’uso quotidiano. Sono comode, cammini bene e il Boa, effettivamente, è comodo.
      Per mia fortuna mi diedero le verdi: le arancioni sarebbero state impegnative per me 😀

      Fabio

  • <cite class="fn">Alessandro</cite>

    Alla faccia del test. Questo è un romanzo. Ho queste scarpe da 2 anni e concordo su quasi tutto quello che ha scritto, eccezion fatta per l’appoggio a terra senza sentire le tacchette, anche le mie spd. Io con appoggio sul pari le sento ed anche bene. Comunque sono scarpe ottime, che sarebbero perfette se avessero la suola appena appena più rigida.

Commenta anche tu!