Shimano GRX 2x10v
La prova su strada
La prova su strada
Diversamente dal (mio) solito, ho sfruttato una sola bici, anzi un solo telaio, per questo test.
Ho montato il gruppo GRX sul framekit Trek Checkpoint ALR (a questo link il suo test), impreziosito da reggisella e attacco manubrio ammortizzati Redshift e sella Brooks Swift.
Due set di ruote hanno mosso la bici durante le prove, ambedue prelevate dal catalogo Shimano: sono le RS 770 e le RS 370. Spero in futuro di potervi offrire la recensione delle RS 570, studiate appositamente per il gravel.
Una quantità di gomme ha vestito queste ruote e non ve le elenco tutte altrimenti facciamo notte; ma cambiarne tante è stato necessario per poter sfruttare al massimo delle sue potenzialità ogni componente.
Non mi sono fatto mancare nemmeno un doppio confronto tutto interno a casa Shimano: montando al posteriore rotori sia da 140 che 160 mm e alternando un pacco pignoni 12-30 con altro 11-36.
Arrivo come mio solito tardi con questo test, ma vista la mole di lavoro svolta (in un periodo difficile per tante ragioni) credo giustifichi l’attesa.
Però nemmeno voglio farvi attendere oltre, quindi in sella.
Tra le tante novità introdotte con la famiglia GRX spiccano alcune subito visibili: foggia dei comandi e scala rapporti.
Inizio dai primi.
Che sono stati la sorpresa più piacevole di questo mio test.
Per me, che mai ho fatto mistero di avere poco feeling con la cambiata a leva freno basculante e nemmeno con l’ergonomia dei comandi idraulici (non Di2) troppo massicci a causa della presenza del serbatoio olio, impugnare le leve GRX è stato da subito estremamente naturale.
Le ho installate su una piega gravel dal flare moderato, la Discover di Pro Bike Gear, azienda della galassia Shimano.
Piega di cui leggeremo a breve la recensione, sia di questa in alluminio che della sorella in carbonio; più attacco e reggisella stessa serie. Sempre tanta roba…
Premessa: la guida gravel non è quella ciclocross. Nel primo caso si pedala per lo più in presa sui comandi, nel secondo per lo più in presa bassa.
Quindi in ambito gravel assume importanza fondamentale che l’ergonomia sia perfetta proprio guidando in presa sui comandi, permettendo controllo della bici, rapido accesso alle leve freno, facilità nel raggiungere le leve di cambiata.
Il corpo superiore di queste leve GRX RX400 è in comune con quelle Tiagra 4700, quindi nulla di nuovo.
Le leve freno no, sono disegnate con attenzione.
Potrà sembrare un dettaglio secondario ma non lo è; cambia completamente l’approccio alla guida, permettendo il perfetto controllo della bici lì dove con leve tipicamente stradali è più difficoltoso.
Merito di tre caratteristiche: la curvatura della leva freno, il suo profilo svasato molto esteso in altezza, la piccola rientranza superiore, più piccina e più alta rispetto a leve strada.
In questo articolo vi ho fornito un ampio raffronto fotografico, adesso siamo passati dalla teoria alla pratica.
Si amplia l’utilizzo in presa sui comandi perché il connubio tra zona superiore del copricomando, quella che ospita il serbatoio olio – e che adesso grazie a queste leve diventa davvero ben sfruttabile – permette di afferrare saldamente il manubrio, col mignolo a impegnare la piccola svasatura.
In salita ma anche in piano, quando frenare non è necessario, trasformi la piega in sicuro timone per orientare la bici, anche in controsterzo e con un controllo perfetto.
In discesa non troppo veloce puoi rinunciare alla presa dietro i comandi, con l’indice che si adagia nella svasatura e il medio a frenare (grazie all’idraulica lo sforzo alla leva è minimo) sempre conservando il perfetto controllo della bici.
In discesa più veloce lasci l’indice nella svasatura e abbracci la leva freno con le altre tre dita, potendo così esercitare maggior pressione e con la sicurezza offerta dalla svasatura piatta della leva che si lascia afferrare con facilità. Sempre mantenendo ottimo controllo della bici.
E sempre è facilissimo salire di rapporto, perché la leva freno (che, ricordo, basculando comanda la salita della catena) grazie alla curvatura diversa rispetto a una leva sportiva, con una “gobba” esattamente dove serve e che permette di ridurre la distanza dalla leva, offre rapidità nell’azione.
Un pelo di corsa in meno e avrei dato voto 11 su 10.
Cambiando presa non cambiano le ottime caratteristiche di queste leve.
Pedalando in presa dietro i comandi abbiamo la “gobba” appena menzionata che si trova esattamente sotto indice e medio: salire di rapporto è un attimo.
La parte finale delle leve freno scende più dritta, facilissimo tirare con due dita, anche se sono anulare e mignolo.
Cosa comporta tutto questo, in pratica?
Significa poter sfruttare maggiormente la presa sui comandi, senza rinunciare al maggior comfort che questa posizione permette (in fuoristrada significa scaricare meglio i colpi rimandati dal suolo) e soprattutto senza mai rinunciare al controllo totale della bici e alla velocità nell’agire su cambio e freni. E mantenere perfetti controllo e accessabilità alle leve pedalando in presa dietro i comandi.
Per scendere di rapporto c’è la classica levetta dietro quella freno. Ne segue perfettamente il profilo, e quindi tutto quello detto finora vale anche per lei.
Compreso una lunghezza della corsa che avrei preferito inferiore; non nella gestione della singola cambiata, che sia la leva lunga o la corta quando è richiesto un solo click vanno benissimo.
Nella cambiata multirapporto diventa più difficile gestire la salita di pignoni, si perde quella frazione di secondo che a volte, nella guida sportiva stradale, sporca l’azione.
Vero che pago dazio alla mia poca abitudine con le leve Shimano, l’ultima bici mia così montata credo di averla avuta tre anni fa. Però mi sto allenando, soprattutto in discesa dove uso moltissimo frenare e salire di rapporto in ingresso di curva per trovarmi più agile in uscita e rilanciare con prontezza.
Già, peccato che in questo il GRX mi aiuti poco. Non per suoi limiti, ci mancherebbe, la qualità non si discute.
E’ una trasmissione dedicata al gravel, corone 46-30; anche quando ho usato la cassetta con l’11 come pignone più veloce, poco da fare: nelle discese veloci andavo a vuoto, quindi tutta la manovra staccata/salita pignone/ingresso/rilancio/giù tre pignoni non è che fosse sempre fattibile, non avevo velocità tale da giustificare l’impegno.
Gravel, una sola parola per tanti diversi modi di vivere la bici. C’è chi pedala quasi sempre su asfalto concedendosi qualche divagazione su strade bianche, chi tollera il bitume lo stretto necessario a raggiungere il bosco, chi se non torna a casa infangato che la moglie non lo riconosce non è contento, chi carica qualche borsa e lancia una monetina in aria per decidere la direzione.
Una specialità che ha in sé il paradosso di non essere specialistica.
Quindi, ça va sans dire, la trasmissione è frutto di un compromesso, deve offrirsi adatta a soddisfare una pletora di ciclisti tutti diversi.
Progetto ambizioso, senza dubbio; altrettanto senza dubbio la gamma rapporti offerta dal GRX riesce se non proprio ad accontentare tutti, sicuramente a farne felici molti.
Guarnitura assai agile 46-30 (per le 11v è prevista doppia opzione 46-30 e 48-31, oltre la variante monocorona), compatibilità con tutte le cassette pignoni della casa, difficile non trovare una scala che faccia al caso nostro.
Molti in queste settimane mi hanno contattato per chiedere lumi su questa guarnitura, che sembra essere uscita dal suo alveo off road per abbracciare le esigenze dei turisti.
E in effetti avere tanta agilità aiuta chi viaggia carico.
Io però resto sul pezzo, cercando di scoprire se in uso gravel avere una corona più piccola dei pignoni aiuta.
Si, molto. Non è questione di affrontare muri ma di avere trazione.
Sappiamo bene come con una gravel montata con trasmissione stradale, quindi rapporto più agile 34 avanti e 32 (a volte 34) sul mozzo posteriore, anche calzando gomme ben tassellate in certi tratti c’è poco da fare, bici in spalla perché la ruota motrice gira a vuoto, siamo troppo duri.
E non prendiamo a parametro i campioni del ciclocross, quelli hanno una tale forza che riescono a tenere il retrotreno carico e tirare il rapportino. Vivono in una galassia a noi aliena.
Noi semplici pedalatori terrestri spesso dobbiamo alzarci sui pedali per vincere lo strappo che loro, gli alieni, superano in scioltezza con una birra in mano.
Però se ci alziamo sui pedali togliamo del tutto carico alla ruota motrice e basta qualche foglia a terra che slittiamo.
Allora ci sediamo per tenere la bici carica ma nisba, gamba non ce n’è.
Come se ne esce? Con tanta agilità, come quella offerta dalla piccola corona da 30 denti, abbinabile in questa versione a 10v a un bel 36 finale.
Molti passaggi che fino ad oggi, fino a che non avevo questo GRX intendo, affrontavo con trasmissione 50-34 e pacco pignoni 11-32 finendo sempre bici in spalla, ho potuto salirli pedalando.
Considerando quanto tormentato è un bosco, con pendenze elevate in rapida successione, significa la differenza tra farsi il track in un unico continuo e spezzare ogni due e tre scendendo e salendo di sella.
Più che il cronometro, a cui non bado, ne guadagna la piacevolezza, la armonia del nostro giro.
Bisogna però essere lesti a scendere di pignone appena superato l’ostacolo, con così tanta agilità andare a vuoto è un attimo.
E bisogna farci la mano, immagino più facile per chi proviene dal mondo a ruote grasse. Chi, come me, è cresciuto a pane e 52-42 con cinque pignoni 12-19 beh, serve un poco di pratica.
Superfluo aggiungere, ma lo faccio lo stesso, che su asfalto avere tali rapporti significa vincere lo Zoncolan senza timori.
C’è però un rovescio della medaglia. Che è del tutto normale, visto che questo GRX è indirizzato al gravel: su asfalto sei corto di rapporti nella guida sportiva.
In realtà la corona da 46 non è così malaccio, sarà che l’ho usata molto negli ultimi tempi perché era una delle due configurazioni che avevo durante il test dell’Ultegra 8070 Di2 (però abbinato alla 36 come corona interna), sarà che la gamba mia ormai latita, ma alla fine in piano ho viaggiato bene.
Si certo, usando pignoni più piccini del solito per compensare i denti in meno sulla corona, ma alla fine tirare un 46-13 a lungo non è riposante…
I limiti li ho vissuti in discesa, unica situazione dove la gravità sopperisce alla mia poca prestanza.
Complice un telaio eccellente, ruote sincere, gomme strepitose (non vi svelo ancora quali tra le tante usate mi hanno emozionato…) e un impianto frenante sincero ed efficace, ogni discesa veloce e tecnica potenzialmente sarebbe potuta essere un luna park.
Invece, come vi ho già detto, mi sono trovato troppo spesso con la pedalata a vuoto, riducendo nel complesso la velocità.
Non posso però onestamente ascriverlo tra i difetti, non è una trasmissione sportiva stradale, ci sta che in situazioni limite della guida sportiva non renda come una studiata per la velocità.
E poi, diciamolo: è davvero misero prezzo da pagare per potersi invece inerpicare lì dove salivo a piedi, bici in spalla e scarpini a riempirsi di fango.
Su funzionalità di deragliatore e cambio poco da rilevare.
Sono Shimano, piaccia o no sono perfetti come sempre. In tanti anni mai mi è capitato un modello che presentasse limiti o problemi. Quando è successo la causa era sempre un errato montaggio e/o regolazione.
Il deragliatore, grazie anche alla tensione cavo semplificata, lo regoli subito, non sbaglia un colpo e sale veloce.
Poco visibile ma reale, efficace, la modifica della linea catena (che quindi riguarda anche la guarnitura), capace di tenere la gabbia quel poco più esterna per non creare conflitti coi copertoncini più larghi.
Il cambio è un gabbia media (GS) ma diciamo che una media che tende al lungo…
Naturale, deve poter gestire sino al 36 finale, da specifica ( e per favore, non chiedetemi se con il 42 va bene, ho ripetuto migliaia di volte che mi attengo alle specifiche) e complice una cassetta spaziata ampia non è proprio un fulmine a salire; veloce a scendere.
Visto uso e caratteristiche, direi che va bene così.
Ho eseguito un ulteriore test, cambiando cassetta: 12-30 al posto della 11-36.
Mi sono trovato meglio in uso prettamente stradale; inoltre partire dal 12 ha evitato lo scalino sui pignoni più piccoli (l’11-36 prevede il 13 come secondo pignone e io amo poco i salti sui pignoni veloci) e il 30 finale, grazie alla corona con pari dentatura, ha garantito agilità a sufficienza.
Di contro in fuoristrada ho patito con terreno pesante, poco da fare ma quel 36 finale mi ha garantito sempre trazione e il 30 no. E ovviamente nelle discese veloci sono andato a vuoto prima.
Ma la scelta dei rapporti è qualcosa di talmente personale che ognuno di noi ha le sue necessità. Qui ciò che conta è che con il GRX abbiamo vasta possibilità di scelta.
Il cambio inoltre ha tecnologia Shadow RD+, lo stabilizzatore di cui vi ho già parlato nel test dell’Ultegra Di2 che, per l’occasione, sfoggiava cambio anche lui RD+.
Vale quanto già scritto in quel test. Su asfalto non ne senti la necessità mentre in fuoristrada e, almeno per me, soprattutto sul pavè l’ho trovata una tecnologia comoda.
Passiamo ai freni.
Ho iniziato il test con la bici in configurazione classica, solo leve principali. In un secondo momento ho aggiunto le leve ausiliarie RX812.
I comandi principali, come scrissi nella presentazione, sono gli RX400 e governano pinza dedicate a standard flat mount.
Non esistono pinze con attacco differente griffate GRX, quindi per godersi il connubio leve e pinze tutto GRX serve un telaio con standard flat mount.
Da diverso tempo la guerra degli standard è terminata, ormai ci è stabilizzati sul flat mount; è questa la strada da seguire.
Nello scegliere cosa far mordere a queste pinze mi sono orientato sui dischi MT81, prelevati dal mondo off road e con Ice Technologies.
Doppia configurazione, sia 160/160 che 160/140 per i rotori. Volevo capire se nell’uso la differenza sarebbe stata così marcata.
Le leve freno non beneficiano, come altre della famiglia GRX, dello spostamento del fulcro leva e questo, sulla carta, dovrebbe – più che far perdere mordente – aumentare lo sforzo al comando.
Non avendo svolto un confronto diretto non ho elementi per stabilire con certezza; di sicuro non manca potenza e soprattutto la modulabilità è eccellente.
Basta un dito per fermarsi, due dita e inchiodi e sempre senti la pinza lavorare, potendo modulare la frenata in modo preciso.
Serve un certo rodaggio per ottenere il meglio dall’impianto, diciamo che lo apprezzi per davvero dopo circa 300 km.
In uso prettamente stradale la configurazione migliore l’ho trovata montando il rotore da 140 mm al retrotreno; il 160 è surdimensionato, si rischia spesso il bloccaggio perdendo così quota dell’ottima modulabilità.
In uso fuoristrada invece avere quel plus sulla ruota posteriore grazie al rotore da 160 mm mi ha fatto tanto piacere.
Mi piace giocare, mi diverte chiudere le traiettorie strette tra gli alberi lasciando scivolare la ruota bloccata e più è facile bloccarla, più efficace diventa la manovra.
Un impianto frenante però non è mai solo un componente ma tanti che lavorano insieme. In qualche modo devo classificare, dividere, per avere una scaletta espositiva.
Nel caso di questo impianto con pinze e leve RX400 posso dire che siamo su ottimi livelli; c’è giusto un pelo di rigidità in meno rispetto ad altri impianti stradali di casa Shimano.
E poi ci sono le leve supplementari GRX812, ad azionamento idraulico.
Per chi apprezza la presenza delle doppie leve sulla piega, sono davvero una gran bella novità.
Finalmente anche chi monta impianti idraulici ha qualcosa da montare.
Breve intermezzo.
Come ogni leva supplementare qualche naturale controindicazione c’è: vista la collocazione rubano spazio ad altri accessori. Ciclocomputer o telefono o luci si montano facile grazie alla vastità di attacchi presenti sul mercato, la soluzione c’è sempre.
Più complicato per chi vuole usare una borsa da manubrio. O la si distanzia abbastanza usandone una che abbia questa possibilità o si devono orientare le leve il più possibile parallele al suolo e collocare la borsa sotto; però significa anche raggiungerle male.
Il problema nasce non solo per la dimensione delle leve, che è comunque minima; ma perché hanno doppio attacco, nel senso che oltre al collarino c’è una “prolunga” che dovrà andare a battuta contro la piega.
Lo spazio tra collarino e prolunga è inutilizzabile (sotto corrono i tubi, non passa una cinghia) quindi serve una borsa che abbia attacchi ben distanziati tra loro, che possano essere montati esterni agli elementi di battuta della leve.
Potendo regolare la distanza delle leve è facile recuperare quello necessario a inserire le cinghie senza che poi frenando le leva impattino contro queste limitando l’efficacia frenante.
Insomma, c’è da fare qualche prova con la borsa scelta; anzi, scegliere la borsa facendo qualche prova.
Io le ho trovate utilissime, limitazione della borsa a parte che è comunque comune a qualsiasi leva supplementare, non è che quelle meccaniche siano da meno.
Andiamo avanti.
L’azionamento idraulico ha risolto un problema classico delle leve supplementari ad azionamento meccanico; che sappiamo lavorano comprimendo la guaina, non tirando il cavo: la durezza di azionamento e una certa mancanza di modulabilità.
Qui no, con queste RX812 è come avere leve freno da Mtb, dimensione e forma le ricordano molto, pronte nell’azione, modulabili e senza che sia richiesto sforzo. Mai come in questo caso il solito modo di dire “freni con un dito” è reale.
Come ben sa chi è solito usare leve supplementari, la guida cambia. Lì dove sei obbligato alla presa sui comandi o bassa per avere le leve freno subito disponibili, qui resti in presa sulla parte alta, in completa sicurezza.
Le uso da molti anni (quelle meccaniche ovviamente) e le ho sempre usate poco in fuoristrada. Lo so, vengono chiamate levette da ciclocross, sembra quindi l’off road sia la loro naturale destinazione.
In realtà non tanto; essendo montate vicine l’attacco manubrio, per averle sottomano si pedala sfruttando la zona centrale della piega, diminuendone la leva.
E allora dove usarle? Ovunque, questo si; ma in città e nello stretto non troppo tecnico sono davvero una gran comodità. Averle mi ha permesso di sfruttare la Trek Checkpoint ALR nel caotico traffico urbano, dove spesso la presa bassa è più un intralcio che una comodità.
Comunque alla fine è questione di gusti e preferenze personali, ognuno le usa come crede.
Quello che posso fare io è accertarmi siano ben fatte, e lo sono; siano valide ergonomicamente, e lo sono; sfruttino tutta la forza frenante e lo fanno.
C’è però un elemento che andrebbe approfondito. Le leve supplementari RX812 sono indicate per lavorare con le leve freno principali RX810. Non è una specifica, tassativa, ma Shimano “consiglia”; e quando consiglia significa che problemi tecnici a funzionare con altri componenti non ci sono.
A parte che io le ho usate con leve RX400, altri le hanno recensite coi comandi Di2 e quindi direi che ci siamo.
Però dopo averle montate ho accusato una certa spugnosità al comando principale che prima non c’era.
All’inizio ho pensato a un mio rabbocco/spurgo troppo frettoloso e poteva essermi sfuggita una bollicina. Ho sostituito l’olio, tanto mi servivano altre immagini per l’articolo dedicato a queste operazioni, spurgato l’aria con massima cura, verificato il livello e questa minima spugnosità è rimasta.
Solidissime, sempre, le leve supplementari.
Potrebbe essere, formulo una ipotesi, che l’aumento di olio (montando le leve supplementari va più olio minerale che dovrà riempire anche la loro pompa) non sia pienamente gestibile dalla pompe della leva principali, come se non riuscissero a “comprimerlo” con la stessa energia di quando sono solo loro a dominare la piega.
Appena avrò tempo mi sono ripromesso di montarle con altri comandi, proprio per vedere se l’ipotesi è valida.
L’ideale sarebbe testarle con leve RX810 ma, onestamente, non ho la più pallida idea se le avrò e in questo momento non è proprio possibile per me inviare una richiesta in tal senso, devo recuperare l’arretrato prima di occuparmi di argomenti nuovi.
Bene, direi che ne sappiamo abbastanza, tiriamo le conclusioni.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ottimo test, ma che lo scrivo a fare 🙂
La forma dei comandi sembra una novità molto interessate e sottovalutata, in generale. Peccato che avendo solo la variante per freni idraulici sia limitante per chi ha telai non adatti o semplicemente non li vuole. Se non fosse per questo, potrebbe quasi deragliare il mio progetto (molto lento a concretizzarsi) di adattare una trasmissione 3×9 per sostituire la doppia compatta.
Partendo invece per la tangente come al solito, non è la prima volta che ti leggo confrontare le posizioni “tipo” di ciclocross e gravel, e onestamente non capisco. O meglio, un po’ capisco ma non è quello che vedo in giro, ne sembra rispecchiare le mie preferenze – per opposte ragioni.
Il mio campione è sicuramente limitato, ma mi pare che la stragrande maggioranza di ciclisti usi solo la posizione in presa sui comandi, quale che sia la circostanza (ciclocross compreso). Unica eccezione sono – a volte – le discese.
Io tendo a usare tutte le posizioni sulla piega, drop compreso, e ad alternarle frequentemente. Trovo la presa bassa particolarmente comoda in fuoristrada, quando posso tenere una stretta leggera sul manubrio senza rischiare di perdere la presa a causa delle vibrazioni, mentre mi sento meno sicuro in presa sui comandi… ma forse è anche il tipo di leve freno, o di stile di guida (ovviamente c’è differenza tra passeggiata paciosa e “pedalata sportiva”), che influenza la scelta?
Ciao Paolo, nei vari articoli sul GRX anche io ho espresso il mio cruccio per l’assenza di leve meccaniche. Sarebbe stata una valida opzione non tanto per i costi ma per recuperare telai più vecchi o nuovi in tutto acciao, dove lo standard è quasi sempre IS (soprattutto la forcella) ma tant’è.
Posizione ciclocross vs gravel: il mio è riferimento a ciò che dovrebbe essere, poi che siano pochi a metterlo in pratica è altro discorso. Un poco come gli incroci catena, hai voglia a dire qual’è l’uso corretto: poi esci e li vedi tutti con il 34/11…
Fabio
I rapporti “leggeri” li vedo una “manna” sopratutto per chi più giovane non é. il 46/30 x 11-34 mi permette di fare tutto quello che voglio senza dover strapazzare troppo gambe e sistema cardiovascolare. anche se posso considerarmi ben allenato visto che pratico sport di resistenza da sempre e per tutto l anno, se sei over 60 (ed io lo sono) lo sport deve essere divertimento e non “spossamento”, quindi ben venga questo nuovo trend di biciclette di impostazione più comoda e con trazione più snella, senz altro non manderò in pensione la mia “alan/rebellato” anno 1984 da ciclocross con il suo bel campagnolo record C 50/49 10/27 ma limiterò l uso della “bella” all oretta sulla argine del fiume sotto casa tanto per far il “fighetto”.
sulla bici “moderna” monto un ottimo ultegra RX con corona 46/30 della miche graff e ruota libera sram 11-36, funziona tutto alla perfezione, lo so`, la shimano dice di non farlo ma….il tutto lavora benissimo già da ca. 600km e se per caso dovesse cedere qualcosa i costi per sustituire l RX sono alquanto contenuti.
per quanto riguarda i copertoni hai perfettamente ragione ad esserne entusiasta, é tutto l inverno che esco con la versione cross “mix” di quelle che hai montato sulla tua trek e ti assicuro che sia come trazione che come confort per il mio modesto parere su una scala a 1 a 10 meritano un… 11. ora ho ordinato quelle da “bella stagione” e non vedo l ora che arrivino, anche perché nello stato dove abito per i ciclisti “solitari” ed in genere per lo sport all aria aperta ma da soli non ci sono restrizioni dovute al “corona”.
in bocca al lupo a tutti nella speranza che stá roba finisca presto
sergio
Ciao Sergio, condivido le tue affermazioni.
Sulla questione dei montaggi fuori specifica mi sono espresso più volte in questi mesi, e sarebbe scorretto da parte mia incentivare pratiche invalidanti la garanzia. Scorretto per voi e per le aziende che mi inviano il materiale da montare e testare.
Per le gomme, beh, ne ho usate a iosa seppure per le foto in azione abbia scelto un solo set.
Quelle con cui mi sono trovato meglio non hanno ancora il loro test, e a questo punto nemmeno posso immaginare quando lo avranno. Ovviamente sono fermo anche io in questi giorni.
Fabio
Ciao Fabio,
complimenti per l’articolo come sempre molto esaustivo e grazie per avermi convinto a prendere il gruppo completo GRX al posto delle leve Tiagra e deragliatori GRX con pinze meccaniche/ibride.
Per quanto riguarda il montaggio e l’eventuale manutenzione mi arriva tutto il necessario con il gruppo o devo acquistare qualcosa a parte? Ho letto al volo le sezioni dettagliate e vedo una siringa, un imbuto, un tubo con fermo di sicurezza e naturalmente l’olio. Devo acquistare tutte queste cose a parte?
Per quanto riguarda le viti per montare le due pinze ho visto che le misure al posteriore dipendono dal telaio e c’è una comodissima tabella. Lo spessore è quello del telaio o devo misurare dalla parte sotto del telaio a dove esce la vite dai due perni che escono sopra saldati ad esso? Con le pinze arriva qualche vite o devo già ordinarla?
Sto facendo ora gli ordini ma monterò tutto duranet le vacanze di Natale e non vorrei trovarmi senza il necessario.
Un saluto a buon GRX a tutti!
Ciao Simone, il kit spurgo si acquista a parte.
La lunghezza viti dipende dal telaio, con le pinza ne arrivano due ma non è detto saranno per te giuste.
Però se leggi i relativi articoli, anche quelli su ultegra di2, trovi tutto spiegato in dettaglio, così non riscrivo le stesse cose.
Fabio
Aggiungo un altro dubbio, ho visto che nella sezione GRX shimano per telai filettato consiglia il movimento centrale BB-RS500 della serie Tragra. Rimane scelta obbligata oppure ne esistono compatibili ma di serie più alte come 105 o ultegra?
Dimenticavo, per quanto riguarda le leve supplementari confermi che con le leve 10v potrebbero non avere le stesse prestazioni? In caso positivo inficiano le prestazioni delle leve principali o rimangono spugnose solo le supplementari?
Ciao Simone, ti rinnovo l’invito a leggere prima i test e gli articoli della sezione officina.
E’ già tutti riportato lì, con dovizia di particolari e dettagli.
Non ha senso scrivere qui quello che ho già scritto.
Fabio
Ciao! Ho una domanda sulla regolazione di questo gruppo. Anche quando è regolato alla perfezione in ogni suo aspetto, con frizione inserita la precisione del cambio decade enormemente… Addirittura capita che la catena fatichi a salire di un pignone e si impunta… Se si lascia la gabbia libera, tutto torna a lavorare alla perfezione. Qualche suggerimento? Grazie!
Ciao Guido, personalmente non ho riscontrato problemi di cambiata in nessuna delle due modalità d’uso del cambio.
Purtroppo non essendomi mai imbattuto in questo problema durante il test, l’unica sarebbe vedere dal vivo la bici.
Ho inviato stamattina, benché domenica, un messaggio a un tecnico Shimano, per chiedere se anche altri hanno riscontrato problemi ma a nessuno è capitato. Suggerisce di rivedere la regolazione, che però se è ben fatta già, nulla cambierebbe.
Che configurazione usi?
Fabio
Ti ringrazio!!! Il mio è un grx10v, tutto Shimano tranne la catena che è KMC.
Ciao Guido, mi serve sapere configurazione pignoni e su quali hai problemi; cioè quale combinazione corona/pignone fatica il cambio.
Fabio
Ho cassetta 11-34, e questo comportamento anomalo avviene soprattutto sul 30 davanti e centro cassetta in su… Diciamo dal pignone z21 la cosa diventa più evidente…
Ciao Guido, per sicurezza ho messo la bici con GRX sul cavalletto, provato tutti i rapporti e funziona perfettamente.
L’unica ipotesi sarebbe potuta essere la catena corta, ma cade visto che a te lo fa con la 30 impegnata.
Meccanico Shimano mi conferma che non esiste casistica di malfunzionamento, quindi sarebbe da ricondurre a un problema di regolazione.
Ma senza mettere la bici sul cavalletto è impossibile formulare diagnosi certe.
L’unica è (ri)verificare il set up trasmissione e poi riprovare.
Fabio
Ciao Fabio…sono assiduo lettore del tuo bellissimo blog dove riusciamo a trovare tutti i consigli e chiarimenti per la nostra amata bici e ti faccio i complimenti per le spiegazioni dettagliate e a volte maniacali nei tuoi articoli…(cosa che mi fa molto piacere essendo io un artigiano,quindi molto preciso).
Ho letto i tuoi articoli sul GRX ma averi bisogno di qualche chiarimento…
Vorrei montare il GRX 400 dell’articolo sulla mia Straggler e il problema che si presenta subito è l’attacco pinza freno post-mount…in questo caso consigli di “usare l’Ultegra perdendo l’ergonomia GRX…”
Ma il bello del GRX è proprio la particolare ergonomia magari abbinato al Redshift handebar sempre da te testato…
Possibile che non si possa ovviare al problema con un semplice adattatore che vedendo su internet mi sembra esistano?!
Oppure…perchè non si può montare una pinza XT o XTR abbinato al GRX?!
Da quello che ho letto c’è un problema di compatilità dei” tubi”tra i due sistemi… ma non si può risolvere con un semplice raccordo in qualche modo?!
Possibile che Shimano non produca un connettore per rendere compatibili i due sistemi?!
Inoltre vorrei chiedere se montando la guarnitura anteriore 30-46 all’occorrenza sarà possibile cambiare le corone per esempio con 36-48 come uso attualmente?! Il deragliatore “digerisce” salto di 16d ma non è specificato il massimo di denti di corona grande…
Ti ringrazio se mi consiglierai e ti saluto rinnovando i complimenti…
Ciao Dany, al momento in cui scrissi l’articolo non erano disponibili adattatori per pinze freno sul mercato, solo una piccola factory americana aveva qualcosa ma non sembravano affidabili e li esclusi.
Ora qualcosa c’è e questo dovrebbe risolvere il problema delle pinze.
Corone; il girobulloni è 110/80 e non ricordo delle 36 da 80 ma posso sbagliare.
Tubi; non compatibili, sorry
Deragliatore; può gestire la 48 ma sorge il problema della linea catena perché se devi cambiare tutto lo spider in assenza di corone adatte allora potresti avere difficoltà, anzi, le avresti quasi certamente. Ovviabili con un deragliatore Tiagra.
Fabio
Buongiorno, ho una bici gravel montata grx serie 810, a seguito di un incidente ho rotto la leva freno destra che non riesco a reperire da nessuna parte nè on line nè nei negozi della mia zona. Avrei trovato una leva destra della serie 600 ma non riesco a capire e nessuno mi ha ancora dato risposta certa se è compatibile con il resto del gruppo 810. Ha qualche indicazione in merito?
Grazie
Giulio
Ciao Giulio, è compatibile sia per tubazione freno che per il tiraggio/movimento cambio.
C’è differenza nei materiali, nell’estetica e soprattutto manca la tecnologia servo wave, che hanno solo le 810 e le di2.
Se puoi “resistere” e aspettare di trovare una leva 810 è meglio, la qualità globale e le prestazioni sono superiori.
Fabio
grazie mille per la risposta.
Figurati; se il problema è solo la messa in strada in attesa di trovare il ricambio (tempi difficili questi…) tieni presente che puoi usare anche una 105 o ultegra, magari trovi qualcosa di usato giusto per tirare avanti.
Fabio
Ciao Fabio,
È passato un po’ di tempo da questo test ma vorrei capire se in caso di doppio set di ruote si può cambiare la rapportatura del pacco pignoni senza accorciare la catena.
Mi spiego meglio, bici gravel set di ruote dedicato con 11-36 e set stradale con 11-32, sono sostituibili senza dover intervenire sulla lunghezza della catena o sulla regolazione del cambio?
Grazie.
Mattia
Ciao Mattia, la catena regolata a lunghezza per il 36 ti risulta lunga (ma di poco) col 32. Ho la tua stessa esigenza a causa dei test, ho infatti un set col 34 e uno col 32 e ho preferito la lunghezza corretta per il pacco pignone maggiore, anche perché alla fine il problema della catena troppo lunga si pone solo usando la corona da 30 su pignoni più piccini, opzione che in strada si verifica assai di rado.
La regolazione del cambio non posso saperlo, dipende dalle ruote. In linea di massima quando sono ruote/mozzi della stessa casa non serve; quando sono differenti può essere necessario ma va valutato caso per caso. Comunque, quando accade, hai uno scostamento davvero minimo, le 10v hanno assai più tolleranza. Piuttosto a volte il problema si presenta coi dischi, lì basta il mezzo millimetro (e ci sta) che poi il disco rumoreggia.
Ogni eventuale problema, come detto, si risolve alla radice usando ruote della stessa azienda.
Fabio