Shimano Dura Ace 7900 C24 vs Fulcrum Zero 2wf

Tempo di lettura: 3 minuti

Un amico mi ha lasciato una coppia di Fulcrum Racing0 2wf in attesa che arrivi il gruppo da montare sul suo telaio.

Corpetto compatibile Shimano/Sram, la tentazione di montare le ruote sotto la mia Xeon è stata forte: infatti le ho montate e sono uscito a provarle. 🙂

Una delle regole da seguire quando si esegue un test è l’eliminazione di ogni variabile, in modo che sia possibile concentrarsi su quel particolare che si intende provare.

Questo test mi ha fornito utili indicazioni sulle ruote ma anche sulla mia bici, il cui comportamento è ovviamente cambiato.

Queste le condizioni dell’uscita di prova.

Durata: 4h circa sui pedali

Durata complessiva dell’uscita: 5,20h con le soste varie

Distanza: tra gli 85 e i 90 km (non uso ciclocomputer, lo sapete)

Dislivello: 1200 m

Condizioni della strada: metà pavè e il resto asfalto

Clima: caldo, intorno ai 25°

Vento: assente o quasi

Bici utilizzata: Rose Xeon Crs 4400

Peso del ciclista in versione adamitica: 67 kg (qualcosa in meno, prima di uscire ho spuntato la barba per alleggerirmi e offrire meno freno aerodinamico)

Peso del ciclista in versione fashion victim e dotazione varia (chiavi, telefono, Mp3, macchina fotografica, ecc.): 68,3 kg

Potenza del ciclista: dato non pervenuto. In ogni caso al minor vigore oppone l’esperienza. Poi ognuno la interpreti come crede.

Livello di concentrazione del ciclista durante il test: basso, troppo fanciulle in giro

Liquidi assunti: tre borracce d’acqua e un caffé

Soste: diverse, tra foto, le tre borracce d’acqua che in qualche modo vogliono tornare a madre terra, problemi vari dovuti all’età, un caffé, altra sosta ché la caffeina pure vuole il suo tributo, quattro chiacchiere con una podista, varie ed eventuali.

Problemi riscontrati: il tester, perso tra le ruote, i suoi pensieri, la fauna locale e la podista socievole si è dimenticato di andare a prendere la figlia a scuola. La figliola non si è persa d’animo tornando a casa in autonomia e ha usato l’inconveniente per ribadire la propria indipendenza con un “Adesso posso uscire da sola, non sono insallanuta (dal partenopeo: vuol distratto, svagato, rincoglionito insomma) come te”.

Bene, chiarito questo, iniziamo a parlare delle ruote a confronto, ossia le Shimano Dura Ace 7900 C24 e le Fulcrum Racing Zero con tecnologia 2 way fit, ossia la possibilità di montare sia copertoncini che tubeless.

Nel nostro caso, sulle Fulcrum sono montati una coppia di tubeless Schwalbe Ultremo ZX, mentre le DA 7900 calzano una coppia di copertoncini Vittoria Rubino Pro a 150Tpi e camere d’aria della stessa casa in versione Ultralite.

In effetti questo falsa un poco le considerazioni che farò più avanti, soprattutto per quanto riguarda il comfort di marcia e il peso, poiché una ruota è tubeless e l’altra con copertoncino. Per essere del tutto affidabile, il test avrebbe dovuto svolgersi con le ruote gommate uguale, con il copertoncino visto che le Shimano non possono montare i tubeless. Ma siccome nemmeno il tester è affidabile, alla fine va bene così.

Le ruote sono ampiamente conosciute e la rete abbonda di dati tecnici e foto, inutile riportarle qui, meglio concentrarci sul loro comportamento.

Il primo dato, quello che tutti vogliono conoscere quando si parla di ruote è il peso.

Ho preferito rilevarlo a ruote complete, ossia con camere, copertoni, sganci e pacco pignoni; perché non andiamo in bici sui cerchioni, senza pignoni e senza sganci, quindi tanto vale parlare di un dato effettivo.

La bilancia decreta la vittoria delle Shimano, anche considerando la differenza di coperture che le sfavorisce. I tubeless Schwalbe hanno un peso, dichiarato, di 305g l’uno, i copertoncini Vittoria Rubino pro di 225g a cui sommare i 95g delle camere Ultralite per un totale di 320g.

Anteriore 1020g le Shimano e 1040g le Fulcrum;

Posteriore 1420g le Shimano e 1560g le Fulcrum.

Shimano c24 fulcrum racing zero

Ho sempre sostenuto che le ruote sono il componente più importante su una bici da corsa. Un buon telaio sarà inevitabilmente mortificato da una coppia di ruote di basso livello, mentre un telaio mediocre avrà un notevole giovamento da ruote al top.

E qui abbiamo due set di ruote tra le migliori in commercio e un ottimo telaio su cui provarle.

Ruote concettualmente diverse, rigide e nervose le Fulcrum, più comode e sincere le Shimano, almeno secondo le cartelle stampa della case.

E infatti temevo la rigidità delle R0, tanto che ho voluto subito provarle sul pavé. Credo che il fatto montassero tubeless abbia inciso, e non poco, ma la ruota si è rivelata incredibilmente comoda. Non come Shimano, però non sono sceso di sella con le braccia a pezzi come mi accadde con le Fulcrum 1. Ma se devo dichiarare un vincitore in questo frangente, sono le ruote nipponiche.

Nettamente avvertibile sulle Fulcrum, più che sulle Shimano, il rumore del vento causato dai raggi in velocità, mentre non ho potuto testare il comportamento con vento laterale semplicemente perché non c’era.

La scorrevolezza in ambedue i casi è su livelli eccellenti; dove si avverte netta la differenza tra le due ruote è nei rilanci e nelle rapide variazioni di velocità.

Sia con la Rose Carbon pro che con la Xeon CRS, sempre montate con le Shimano, lamentavo un piccolo ritardo di risposta nei rilanci e al cambio di ritmo improvviso, non sapendo se attribuire questa caratteristica al telaio o alle ruote. Adesso ho la conferma, sono le ruote.

Con le R0 la mia Xeon è diventata un animale da gara, ti alzi sui pedali e aumenti la velocità in un attimo, senza incertezze, ritardi o tentennamenti. Tranne quelli dovuti alla (poca) gamba del ciclista.

Mi sono ritrovato a percorrere in fuori sella, io che amo poco questo stile di guida, lunghi tratti in salita, gli stessi dove con la Xeon montata Shimano preferisco restare seduto.

In salita si comportano tutte e due ottimamente, e ci mancherebbe con quello che costano, ma la mia preferenza va a Shimano. D’accordo la maggiore prontezza delle R0, ma le 7900, una volta vinta l’inerzia iniziale, ti accompagnano dolcemente e quasi ti dimentichi di loro. Difficile stabilire quale sia migliore. Credo nessuna delle due, quanto piuttosto due ruote diverse per due diversi modi di affrontare una salita. E le Shimano meglio si adattano al mio stile.

In discesa invece la differenza tra le due ruote è più marcata. Ho trovato decisamente più precise le R0, uno stiletto che segue fedele la linea impostata, senza flessioni nemmeno tirando la frenata fin dentro la curva.

A proposito di frenata. Quando scelsi le C24 lessi molti commenti sulla frenata non eccezionale, causata dalla pista frenante poco “tenace” e sensibile allo sporco.

Io ho sempre frenato bene, ma è anche vero che ho l’abitudine di avere le piste sempre perfettamente pulite; mi aspettavo di avvertire la differenza con le R0, visto che Fulcrum ha sempre avuto piste frenanti eccellenti. O i freni Sram Force più di tanto non concedono, oppure queste benedette piste delle C 24, se ben tenute, offrono attrito più che sufficiente. In ogni caso, come frenavo con Shimano, così ho frenato con le Fulcrum.

Una ruota è migliore dell’altra, in definitiva? No, sono tutte e due ottime. Sono diverse, questo si.

E il modo migliore che ho avuto per capirlo è notare il diverso comportamento della mia Xeon.

Con le Shimano ho una bicicletta sportiva che non disdegna ritmi tranquilli, donandomi, nell’insieme telaio e ruote, grande comodità seppure al prezzo di una piccola mancanza di prontezza. Per me, per il mio stato di forma e il mio modo di andare in bici, è perfetto così.

Le R0 fanno emergere tutta l’anima sportiva della bici, ti viene voglia di tirare da subito, ti diverti a giocare nei rilanci o a cambiare spesso ritmo, quello che pesti sui pedali subito ti ritorna indietro sotto forma di aumento di velocità, senza nemmeno una frazione di attesa.

Ma per quanto sono convinto che il fatto montassero tubeless abbia inciso notevolmente sul grado di comfort, la ruota resta in ogni caso rigida, più di Shimano e questo alla lunga si paga. O almeno lo pagano ciclisti di basso livello atletico come me.

Vuoi perché vengo da mesi di acciacchi e la forma è quella che è, vuoi perché ho rilanciato spesso e sappiamo bene che farlo costa fatica, ma alla fine sono ritornato più stanco.

Quando acquistai la mia Rose, le Fulcrum non erano previste nell’allestimento e questo un poco mi dispiacque, perché sono ruote che mi piacciono e probabilmente, se fossero state disponibili, le avrei prese. Poi scelsi le 7900 per vari motivi, non avendole mai provate, ma soprattutto perché sulla carta promettevano quello che in fin dei conti mi serviva: leggerezza e comodità. Dopo questi anni di convivenza e dopo averle potute confrontare con le R0 non rimpiango la mia scelta.

Le Shimano si adattano perfettamente al mio modo di pedalare, mentre con le R0, in cambio della loro maggior prontezza che però a me, ciclista debole, non serve, avrei rinunciato all’ottimo comfort delle giapponesine.

Un vantaggio delle R0 è la possibilità di sostituire il corpetto 10v con quello per 11v e le ruote sono a posto; con le 7900 è impossibile passare alle 11v Shimano, non puoi sostituire il solo corpetto e quindi devi acquistare le ruote nuove, le 9000.

Aggiungo una notazione, come sto facendo spesso in questa fase di revisione del blog: con una modifica abbastanza semplice da eseguire è possibile installare anche un pacco pignoni a 11v sul corpetto delle 7900.
L’idea non è mia, io avevo valutato la modifica del corpetto al tornio e ne stavo cercando uno vecchio per fare delle prove, ma rimuovendo un parte del materiale presente nella parte posteriore del pacco pignoni si monta il tutto senza difficoltà. L’ho sperimentato di persona e funziona.

Buone pedalate


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COMMENTS

  • <cite class="fn">frengo</cite>

    per me è impossibile avere la sensibilità necessaria a rilevare differenze impercettibili…

    • <cite class="fn">elessar bicycle</cite>

      Dipende; la differenza di comportamento tra le due ruote è marcata, il fatto abbia usato stesso telaio aiuta ancor più a scoprire le differenze.
      Il resto lo fa l’esperienza affinata in anni di test, seppure di due ruote a motore; ma i punti di contatto e le metodologie sono affini in tanti aspetti. E poi i test e i tester a questo servono, cioè proporre a chiunque risultati non sempre facilmente rilevabili.
      Vedrai che più pedali cambiando spesso (provare di continuo nuove soluzioni è importante) più migliorerai la sensibilità, se “l’impossibile” era riferito a te. Se riferito a me, che dirti?

      Fabio

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