Se ti investo ne faccio una storia social

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Pochi giorni fa una certa Elisabetta Franchi, che da rapida ricerca risulta essere imprenditrice, alla guida di una delle sue auto sportive di cui si dichiara appassionata, ha investito un ciclista.

Può succedere, un errore capita a tutti.

E il dopo che è raccapricciante, emblematico del degrado morale, etico, culturale e in definitiva dell’assoluta mediocrità di questa signora che mena vanto del proprio nulla.

Infatti la primaria preoccupazione dell’attempata signora Franchi (a cui devo buona educazione, è più anziana di me) è stato dapprima pubblicare sui social le foto del ciclista investito mentre era portato via in barella, con trito accompagnamento di vacue frasi di circostanza; e subito dopo pubblicare un video, credo si chiamino stories ma sapete sono poco aduso ai social e potrei sbagliarmi, in cui tra uno stacchetto musicale e l’altro, comodamente seduta nella sua lussuosa auto sportiva, tira via una serie di sciocchezze che se stava zitta era meglio.

E colpisce la priorità, il modo in cui elenca le proprie chiacchiere, ché chiamarle idee sarebbe millanteria, nel narrare a modo suo la vicenda.

Il video circola già da giorni sui quotidiani, non pubblico il link, darei solo ulteriore visibilità. Ma lo trovate facilmente. 

Apre con la sua “vena musicale” mimando un balletto a mo’ di introduzione, dichiara di aver investito un ciclista scusandosi giacché “non mi era mai successo” e non è chiaro se si scusi perché è solo la prima volta e quindi ancora una dilettante della materia, e poi entra nel vivo con un “io amo le macchine sportive, ne ho tante”, usando lo sfoggio come petitio per ciò che ne segue.

Ossia, tra il disperarsi perché non può guidare la sua auto sportiva (immagino perché dopo l’investimento le abbiano ritirato la patente e se è così, è l’unica nota positiva di questa squallida vicenda), il solito stacchetto musicale come fosse una adolescente in cerca di visibilità e lo sfoggio di un virile autista che, sembra dalle sue parole, dovrebbe accendere desideri poco casti nel suo pubblico di riferimento, il tutto raccontato con ridanciano cattivo gusto, l’invito a non “zoommare” sul viso perché struccata (stia serena signora, non mi era proprio balzato in mente), arriva l’annuncio “mi sta arrivando una macchina bellissima, si chiama Dallara”.

Ecco, da qui in avanti emerge prepotente la assoluta mediocrità.

Perché la signora si domanda dove poter guidare queste sue belle auto sportive e costose, elencando quelli che evidentemente interpreta come limiti.

In autostrada no, ti fanno la multa; intendendo quindi a velocità superiore all’odioso limite imposto.

Se vai a fare serata no, è pericoloso; e qui confesso il mio disorientamento perché il linguaggio scelto mi rende difficile comprendere cosa significhi davvero. Rubrichiamo il tutto a conferma del morettiano “chi parla male, pensa male”.

E soprattutto “se vado dal mio coach la mattina c’è il ciclista che mi arriva lì davanti, è pericoloso”.

Qui, con poche parole, abbiamo la plastica dimostrazione di un modo di sentire, di vivere, di gestire le proprie priorità che diventa emblematico.

Tradotte, le poche parole appena citate posso esporle più o meno così: io ho i soldi, mi compro il macchinone sportivo, non mi fanno correre dove voglio, se la prendo mi spunta un ciclista davanti, è un pericolo, come si permette di occupare la strada che è mia?

Mia che ho i soldi, la visibilità social, la vita che mi invidiate (da una ricerca in rete pare che su questa signora abbiano ricavato persino una serie tv), tu sfigato ciclista perché mi rovini la giornata col tuo misero pedalare finendo sotto le mie ruote?

Un marchese del Grillo in formato lillipuziano, privo della classe di Sordi che seppe sintetizzare nel lapidario “perché io so’ io e voi non siete un…”.

Vi risparmio il racconto del prosieguo del video.

Per mia formazione intellettuale e professionale concedo sempre le attenuanti, almeno provando a contestualizzare, comprendere il perché e le motivazioni.

Stavolta è difficile. 

E’ difficile perché anche le successive precisazioni, scuse, dimostrazioni di rammarico suonano false. Create non per raccontare un disagio, un dispiacere, una reale presa di coscienza.

E’ tutto ben confezionato in formato social, con le musichette, i balletti, le risate, le battute sul belloccio palestrato che l’accompagna.

Perché alla base, oltre il vuoto culturale, c’è la ferma convinzione della propria incolpevolezza, è il ciclista che si trovava al posto sbagliato, con quale diritto ha preteso di occupare lo spazio della signora e del suo macchinone, lei si ha diritto a godersi la velocità, l’auto da cafona arricchita, voi plebe che pedala fate spazio e chinate il capo.

Chiudo con quattro considerazioni.

La prima è più che la signora protagonista, in fin dei conti una sola persona, esiste un pubblico che questa signora ammira. Triste.

La seconda è un invito alla signora Franchi: lei è libera di dire ciò che pensa, io però le consiglio di pensare ciò che dice.

La terza è la simbiosi tra la narrazione della signora e quella che regna sui social, dove esponenti politici esperti in sagre e frottole non mancano occasione di aizzare i propri seguaci contro chi pedala, al grido di gli italiani vogliono lavorare e se ti metti davanti alla mia auto, allora te la sei cercata. 

La quarta è che ovemai venisse fregola alla signora di creare un video dove mi portano via in manette per questo scritto, ricordo che sono un giornalista nell’esercizio dei diritti sanciti dalla Costituzione e dal castello normativo che ne è scaturito. Non uno scappato di casa o un imprenditore in cerca di visibilità sui social.

Se volete c’è il video, i contenuti son quelli, cambia la forma. Questo il link diretto oppure miniatura in basso.

Buone pedalate

COMMENTS

  • <cite class="fn">ANTONINO PISTILLI</cite>

    STA !!!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Comprendo il tuo disappunto, però certe espressioni qui sul blog non le ho mai gradite.
      Mi assumo quindi la piena responsabilità di aver tagliato la tua affermazione.
      Non è censura ma cerco di mantenere il dialogo su un livello diverso, altrimenti finiamo col diventare tutti come la Franchi.

      Fabio

  • <cite class="fn">Alfredo</cite>

    Stavolta sono d’accordo con te solo in parte. Precisamente non sono d’accordo sulla frase al nono capoverso che cita “Ecco, da qui in avanti emerge prepotente la assoluta mediocrità”.
    Personalmente non sono d’accordo sulla locuzione “da qui in avanti”.
    La mediocrità, anzi la nullità totale emerge già al secondo 0.01 e sempre meno, che tristezza, mi stupisce l’esistenza di cotanti analfabeti (funzionali?), cosiddetti follower di questi personaggi da operetta. Alla fine il successo, e i soldi, di cui gode questo soggetto sono il frutto di queste persone che ammirando (e sotto sotto invidiando) e comprando ne creano la ricchezza. Io a questa stregua mi definirei “cornuto e mazziato”.
    Purtroppo è il segno (uno dei tanti) di questi malaugurati tempi e non vedo miglioramenti per il futuro, anzi…
    Un abbraccio e un in bocca al lupo al ciclista.

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