Santini Sms Vega 2.0

La prova su strada

Tempo di lettura: 9 minuti

La prova su strada

Quando l’estate appena passata ho pubblicato il test di un altro completo Santini, il Tono, ammisi candidamente di aver barato: non avevo ancora voluto affrontare sul blog il settore abbigliamento e per l’esordio avevo puntato su una azienda al top con un prodotto al top, rendendomi la vita facile.

Così in un dantesco contrappasso mi sono ritrovato con la vita molto difficile per testare questo completo invernale; anzi, questi completi invernali perché in lavorazione c’è anche quello di altra italica azienda.

Non difficile per la qualità, sia chiaro. Più un prodotto è ben fatto più il mio lavoro è semplice e con questo Santini Vega 2.0 sono cascato in piedi, come usa dirsi.

La difficoltà me l’ha data il clima; quando tre quarti della penisola ha già accesso la stufetta e tirato fuori maglioni e pile, io mi sono trovato in pantaloncini e t-shirt a fissare l’abbigliamento in attesa sugli scaffali. Alcuni test sono stagionali per forza: non pubblichi un completo invernale in estate e viceversa. Al tempo stesso, affinché tanto lavoro non vada sprecato, devi riuscire a proporre ai lettori un test in tempo utile per le loro scelte. Significa pubblicare prima che arrivi il freddo nel nostro caso; però se non arriva il freddo non puoi provare il completo e se non provi il completo non puoi scrivere e se non scrivi non pubblichi. Vi gira la testa eh? Vedeste a me… 😀

Così ho dovuto forzare i tempi e abbandonare i miei soliti circuiti per migrare al contrario: invece del caldo ho inseguito il freddo. Trovandolo tra i monti dell’Irpinia e sulle vette che circondano alcune mete sciistiche del basso Abruzzo. In alcuni casi ne ho trovato più di quanto avrei gradito e di quanto me ne serviva. Per fortuna la pioggia me la sono riservata dalle mie parti, con temperature più confortevoli. Vento in abbondanza, sia qui che in trasferta e quindi parto da questo. Con una precisazione: quanto scritto di seguito vale per tutti i capi, senza distinguere tra loro.

Il vento sembrerebbe un limite visto che la azienda alla protezione antivento assegna un solo pallino su cinque. In tutta onestà non l’ho capita questa. Ho usato il Vega 2.0 (e per comodità mi esprimo col nome per indicare tutti i capi, senza distinguere) in condizioni di vento forte e freddo e con una normale maglia intima tecnica non ho avvertito chissà che penetrazione dell’aria. Qualcosa sulle maniche, ma nulla da giustificare una mantellina o un gilet. Solo in discesa ne ho fatto uso, più per abitudine e prudenza mia con l’età che avanza che per reale necessità.

Insomma, la valutazione fornita da Santini non mi ha convinto, troppo bassa. E così ho contattato il sempre solerte ufficio stampa per chiedere lumi, la mia impressione è stata quella di un certo understatement dell’azienda. Sospetto fondato, perché il Vega 2.0 non ha anima in Windstopper come altri capi a catalogo e, con correttezza che rispetto, al momento di stilare una loro pagella non hanno ritenuto giusto enfatizzare la protezione dal vento.

Che è però, alla prova dei fatti, è ben superiore a quanto ci si aspetta confidando solo sulle indicazioni presenti sul sito.

Certo, non vanta la protezione di un tessuto Windstopper ma tenendosi su una temperatura media rispetto al range indicato non è necessario ricorrere ad altri indumenti. Solo avvicinandosi al limite minimo è bene far ricorso a una maglia intima antivento o una mantellina, a scelta. Io ho usato solo la maglia intima, la mantellina la amo poco.

Bene, appurato questo: quali sono i punti di forza del Vega 2.0? Impermeabilità, traspirabilità, isolamento termico e aerodinamicità. Il tutto su capi studiati per un range di temperature che va da 5 a 15 gradi. Quindi questi gli aspetti che mi premeva verificare.

E io, diligente, ho deciso di affrontarli uno a uno, partendo dalla impermeabilità. E poiché la linea Vega condivide soluzioni tecniche e materiali, queste notazioni valgono per tutti i capi, senza star lì a distinguere tra maglia, pantalone eccetera.

Una prova che mi sarei volentieri evitato, ne è passato di tempo da quando pioggia e freddo non mi creavano problemi, che mi trovassi in bici o in moto. Ora se vedo nuvolo sfoglio la margherita; però ho un lavoro da fare e ultimamente se piove mi tocca uscire, altrimenti come faccio poi a riferire a voi? Su questa domanda dovreste titillare il mio ego e farmi un applauso, per stavolta lasciamo perdere.

Impermeabile, bella parola con un solo significato e molteplici interpretazioni. Letteralmente: “che non può essere attraversato”, nel nostro caso da un liquido. Praticamente: quanta acqua devo prendere per poterlo definire impermeabile nel nostro uso? Pioggerellina, pioggia, pioggia battente, acquazzone, uragano, le cateratte dal cielo? Se mantiene asciutti pedalando con pioggia ma inizia a imbibire con pioggia battente, magari dopo oltre una ora, posso continuare a definirlo impermeabile? Ma in che pasticci vado cacciandomi, io e questa fissa di provare tutto per bene.

Pioggia autunnale, a venir giù con media forza e io sui pedali a subirmela per circa una ora; penso possa bastare. Asciutto a contatto con la pelle, il tessuto era bagnato. Di più ai polpacci mentre, pur pedalando privo di parafanghi (lo so, potevo usare la London Road invece della X-lite in questo caso: solo ci ho pensato dopo, molto dopo…) e quindi con acqua a gogò sparata su schiena e fondoschiena questi sono rimasti asciutti. Scendendo a velocità moderata ho avvertito la sensazione di freddo.

Si può lasciare a casa la mantellina e affidarsi solo al Vega 2.0 in caso di pioggia? In linea di massima si, la mantellina se la pioggia è media forza è del tutto inutile, basta il trattamento Acquazero a tenerci asciutti. Con pioggia forte è prudenziale usarla, soprattutto se si prevede di pedalare in queste condizioni ben oltre l’ora.

Perché c’è un punto debole, altrimenti avrei assegnato alla impermeabilità il massimo dei voti: gli inserti coi pois. Sono loro a cedere e da qui la mia sensazione di freddo in petto e il bagnato ai polpacci. Il resto della maglia no, l’acqua non penetra e per sicurezza mi sono tenuto la maglia con l’acqua versata sopra per tutto il tempo che scrivevo queste note. Lì è rimasta…

Se prestate attenzione alla destra della foto in basso, vedrete che mentre l’acqua resta esterna sulla maglia, la zona col disegno a pois è bagnata, l’acqua è stata assorbita.

Qui però c’è da spiegare bene. Il disegno a pois è ricavato con una striscia di tessuto forata che copre quello sottostante giallo, che è trattato Acquazero. A bagnarsi rapidamente è lo strato forato, non quello colorato. Che però restando a contatto con il primo finisce con l’assorbirne l’acqua, che non scivola via subito come avviene sulla superfice della totalità dei capi con tessuto Acquazero in primo piano. Impiega tempo ma alla fine penetra l’umido un poco prima rispetto a maglia, calzamaglia, guanti e copriscarpe.

Nella immagine in basso potete vedere in dettaglio il tessuto forato con quello colorato sottostante.

Probabilmente ricamare i pois, anzi sicuramente ricamare i pois avrebbe significato creare numerose vie d’acqua.

Un peccato, non tanto per la striscia in petto, facilmente risolvibile con la mantellina, quanto per i polsini. I guanti, impermeabili come la maglia, tengono asciutta la zona ma una piccola porzione è scoperta. I piedi sono perfettamente isolati grazie ai copriscarpe, insomma, mancava poco che fossimo davvero a tenuta stagna. Comunque grazie alla elasticità dei polsini dei guanti sono riuscito a risolvere arrotolando il polsino della maglia e ficcando sotto il guanto tutta la zona a pois.

Quindi in definitiva posso definire il completo Vega 2.0 effettivamente impermeabile.

La traspirabilità è ottima, nessuna condensa si forma all’interno della maglia, della calzamaglia, dei guanti e dei copriscarpe.

Con temperature esterne piuttosto rigide (ma sempre nel range di utilizzo previsto) non se ne sente grande necessità, quando fuori ci sono 8 gradi non è che sudi chissà quanto. Però se i gradi iniziano a essere più di una decina, lo sforzo in salita si fa sentire e in questo caso più che mai è fondamentale arrivare in cima asciutti. Perché se così non fosse nella successiva discesa ci procureremmo un malanno.

Invece sia con clima freddo che più temperato non ho rilevato alcun problema di traspirazione, arrivando in cima sempre asciutto. E non (solo) perché andavo piano, sia chiaro… 😀

Scherzi a parte, conta poco il passo ma lo sforzo che compi e quello è soggettivo. Se dai il massimo alla fine è uguale e se il tuo massimo è il minimo di un altro non significa per questo che non butti l’anima, detto crudamente.

La traspirabilità secondo me è superiore da score pieno.

E ci sono arrivato sommandola con l’eccellente risultato ottenuto dall’isolamento termico. Si sta belli caldi ed è un caldo confortevole. Ti senti avvolto, protetto da un piacevole tepore.

Tepore che mi faceva temere avrei sofferto in salita, sudando e trovandomi poi bagnato ad affrontare la discesa. Siccome non è successo, mai avvertito caldo eccessivo anche con temperatura esterna poco sopra i 10 gradi e non ho registrato la formazione di condensa ecco spiegato perché ho trovato la traspirabilità di alto livello. Se non fosse bastato il caldo prodotto da me durante l’azione, aggiungendo quello garantito dal Vega 2.0 mi sarei dovuto trovare in ben altre condizioni. Invece isolamento termico e traspirabilità viaggiano di pari passo assicurando il massimo comfort, che si traduce in nessuno spreco di energia durante la pedalata.

Arrivando al limite superiore del range ottimale di utilizzo ho avvertito la necessità di aprire la maglia per avere un po’ di fresco. Ma siamo su temperature primaverili, 15 gradi sono tanti.

Anche perché il colletto è quasi possibile definirlo alto; avvolge il collo, protegge dal vento della corsa e tiene al riparo la nuca. Quando fa più caldo viene naturale liberare la cerniera.

Nel richiudere la maglia prima di affrontare la discesa ho scoperto che farlo con una mano è praticamente impossibile. La patta antivento e antiacqua dietro la cerniera è sicuramente una della più efficaci in cui mi sono mai imbattuto; però la sua larghezza fa si che la cerniera ci litighi un poco e quindi bisogna usare due mani per tirarla su senza che si blocchi. Peccato veniale, succede quasi con ogni maglia e se questo è il prezzo da pagare per l’impermeabilità, dalla cerniera non filtra una goccia, lo pago volentieri.

Ultimo punto da analizzare è l’aerodinamicità. E qui onestamente non so come prenderla. Nel senso di penetrazione all’aria? Ma io non ho una galleria del vento a disposizione, quindi che potrei dire?

La interpreto allora come assenza di rigonfiamenti e svolazzi vari, ed in effetti così è. Il Vega 2.0 resta sempre perfettamente attillato e aderente, senza che si creino fastidiosi rigonfiamenti su spalle e schiena.

Se vista così, l’aerodinamica è ottima. Sicuramente si tradurrà anche in un vantaggio in velocità, però non ho strumenti per verificarlo. Ho difficoltà a trovare lo spazio per il fondale fotografico, figuriamoci se piazzo una galleria del vento in salotto…

Molte delle considerazioni fin qui svolte per la maglia valgono sia per il pantalone che per guanti e copriscarpe; soprattutto parlando di impermeabilità, traspirabilità e protezione dal freddo.

Devo però aggiungere qualche dettaglio vista le specificità di ogni singolo capo.

La struttura a rete della calzamaglia è ottima per comodità e traspirabilità e bene ha fatto Santini a non ricorrere a tessuto termofelpato in questa zona, ne sarebbe risultato troppo caldo. La schiena non è mai investita dal vento della corsa, quindi è perfetto così. Bene ha fatto invece ad adottare una zona frontale alta: il pancino al caldo è la prima regola per stare bene in bici. E non solo in bici…

Delle bretelle ho già detto nel paragrafo sulla vestibilità e la prova su strada mi ha rimandato la conferma: tenaci il giusto, non scivolano e non sono mai fastidiose.

Il fondello merita davvero poche parole: ottimo, come sempre i fondelli di casa Santini. Accetta tranquillamente le sette ore dichiarate: è il vostro tester che crolla prima. E’ in gel e non cede subito ma sostiene costante per tutta la pedalata. Il taglio è ottimizzato per la guida sportiva, senza intralciare o creare attrito.

I guanti offrono una presa assai piacevole al manubrio, il grip è ottimo e l’assenza di cuscinetti o inserti non crea inutili spessori. Le dita agiscono sulle leve prontamente, senza scivolare ed è possibile guidare tenendo solo indice e medio sulle leve senza che ci si senta tirare, come a volte avviene coi guanti interi.

I sovrascarpe sigillano efficacemente e seguono, adattandosi senza sforzo, sia il profilo della scarpa che il movimento della caviglia. Non arricciano e non si spostano. L’elastico sigilla perfettamente.

Però toglierli e metterli richiede sempre del tempo in più rispetto a una versione aperta.

Ultime considerazioni, prima di passare alle conclusioni, sulla comodità una volta in sella. I capi della linea Vega 2.0 sono pensati per gli sportivi e ogni piccola grinza o piega che vediamo stando in piedi allo specchio sparisce appena inforchiamo la bici. In assoluto il punto che più ho apprezzato sono state le ginocchia. Sentirle libere, quasi come stessi indossando un pantalone corto, è stata la sensazione migliore di tutto il test. Io che odio sentirmi costretto non potevo che apprezzarlo.

Abbiamo pedalato a sufficienza, andiamo all’ultimo paragrafo con le conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Michele</cite>

    altro ottimo articolo…. oramai uso con soddisfazione l’accoppiata gore bike per il sopra e santini per il sotto. Trovo il tutto eccellente, come il fondello santini.
    Le maglie santini invece mi lasciano a desiderare, o meglio preferisco di gran lunga quelle della gore bike.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Michele, in rapida successione ho pubblicato Gore Bike e Santini, in arrivo c’è Bicycle Line e con l’abbigliamento mi fermo. Sono test difficili da svolgere con accuratezza, portano via una quantità di tempo enorme e il rischio di una imprecisione è altissimo.
      L’accoppiata tua è ottima; anche Santini però ha abbigliamento in Windstopper, quindi praticamente analogo perché la membrana è identica. L’unica differenza oggettiva è il taglio, Gore Bike è più classico su quasi tutta la gamma. Non so che maglia hai usato di Santini, però ti assicuro che sono di uguale qualità e prestazioni. Qui ho puntato sulla impermeabilità perché volevo differenziare. Spiegherò meglio perché questi capi e questi marchi nel prossimo test, quello di abbigliamento BL che, se tutto procede per il verso giusto, sarà online fra massimo due settimane.

      Fabio

  • <cite class="fn">Andrea</cite>

    Ottimo articolo, stavo considerando un prodotto di alta fascia per le giornate quando non c’è freddissimo (con gli ultimi inverni anche in Valpadana non è che siano molti i giorni veramente freddi) e ho provato il prodotto di un celebre marchio. Devo dire che preferirei Santini, che mi sembra produca in Italia, per me è un plus.

    Una cosa non capisco sulle maglie impermeabili. Il ciclista resta asciutto ma…quello che c’è nelle tasche? Perché non una tasca con zip impermeabile? Ci sono le tasche impermeabili (o c’erano) sulle Btwin!

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Andrea, la mancanza del taschino con zip è stato il mio cruccio in questi test autunnali di abbigliamento (come detto a Michele nell’altra risposta sono tre i marchi che ho deciso di trattare, manca la pubblicazione dell’ultimo test) dove non l’ho trovata mai.
      Le tasche sono impermeabili, il tessuto è quello. Però sono aperte e se gli oggetti sono voluminoso l’acqua penetra. Io ho risolto col vecchio trucco di usare una bustina di plastica, quelle per i congelatori con la chiusura ermetica, per tenerci oggetti piccoli o che si potevano bagnare (per esempio le banconote) mentre che si bagna l’involucro dei biscotti fa nulla.
      Però, poco da fare, a me il taschino con cerniera piace. E mi piacerebbe trovarlo sempre. E invece lo trovo mai. Vabbè.

      Fabio

  • <cite class="fn">michele</cite>

    Fabio visto che ci sei fai un test pure con x bionic… Chi desidera l alta gamma non può non considerare anche questa marca.

    P. S. Maglie ho solo x bionic.. Della gore Bike ho maglie thermo e giacche in windstopper e gore tex. Maglie intime invece craft odlo e qualcosa x bionic

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Michele, era in calendario ma ho rinunciato. Non sarei riuscito a proporlo in tempi decenti, troppi test aperti ancora da finire. Tra lo scrivere una recensione arronzata e non pubblicare preferisco non pubblicare.

      Fabio

  • <cite class="fn">Franco</cite>

    Bellissima recensione. Due appunti : si sente l’aria penetrare e con temperature attorno ai +5 con umidità relativa elevata non é piacevole. Il fondello é migliorabile, buono ma non buonissimo. Non all’altezza di un modello top di gamma. Ma siamo sul soggettivo.
    P.S hai una bici da paura : la più bella sul mercato IMHO.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Franco, ho pedalato a lungo con questo completo, anche con temperature più basse dopo aver chiuso il test. Problemi di eccessiva permeabilità all’aria non ne ho avvertiti.
      Ma qualcosa c’è rispetto a capi prevalentemente antivento, passa diciamo. Però bisogna tener presente che questo completo fa della impermeabilità all’acqua e non al vento il suo punto forte. Ne parlai durante lo svolgimento del test proprio con l’azienda perché, e te ne accorgi verificando sul sito, davano un solo pallino su cinque proprio alla resistenza al vento. Io la trovai all’epoca e la trovo tutt’ora una valutazione poco generosa, il Vega non è così tragico da meritare un solo pallino. Ho usato capi antivento molto peggiori e quelli si che erano studiati per il vento, quindi possiamo parlare di difetti.
      Torniamo al Vega. Mi spiegarono il voto basso chiamiamolo così proprio perché è completo per la pioggia.
      Infatti la sua caratteristica vincente è effettivamente la pioggia, mentre per chi cerca protezione dal vento ci sono altri modelli a catalogo, e quindi sarebbe stato sbagliato da parte mia scrivere che c’è un difetto lì dove la stessa azienda specifica non è quello il suo uso. Ho testato a lungo l’impermeabilità all’acqua proprio perché questa la caratteristica saliente, il punto distintivo. Dove ho promosso a pieni voti.

      Sul fondello invece, a distanza di tempo dalla pubblicazione che risale a metà ottobre, ho trovato qualche limite dopo le quattro ore. Usura o errati lavaggi da parte mia no so, ma un minimo di decadimento c’è stato.
      L’ideale, se uno potesse, sarebbe svolgere i test nell’arco di molti mesi. Le 4/5 settimane, che significa circa 20 uscite, riescono a darti una valutazione completa ma nulla possono quando un capo (o un copertoncino o altro) invecchia.
      Però chi li tiene sei mesi per un test? Due articoli l’anno, invece di uno settimana, in pratica chiuderei…

      Fabio

  • <cite class="fn">Armando Pisani</cite>

    Salve , mi saprebbe dire se la maglia santini vega veste stretto e si a bisogno di una taglia in più grazie Armando Pisani

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Armando, non veste stretto ma aderente. La tabella taglie ufficiale è molto precisa. Non serve una taglia in più, serve essere longilinei. Ahimé…

      Fabio

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