Santini Impact e Classe

La prova su strada
La prova su strada
Il fulcro, il cuore di questo test doveva essere il pantaloncino Impact; maglia e guanti sono stati una aggiunta.
Ma il punto è: come lo testi un calzoncino come l’Impact?
Non vi nascondo che nel mio primo contatto per la richiesta alla azienda ho detto: ok, a me piacerebbe parlarne, ma che test faccio? Mi lancio dalla bici? Mi sa che ritiro la richiesta…
Così ho fatto una cosa che non sono solito fare: ho cercato in rete altre recensioni, per capire come si fossero comportati altrove. Imbattendomi in un noto sito inglese che ha inserito una palla d’acciaio, di quelle che si usano in palestra, e trascinato il povero calzoncino sull’asfalto fino alla sua rottura. Che c’è stata, anche se molto dopo un qualunque altro calzoncino.
Test estremo senza tanti riguardi per il prodotto, del resto lì nacque la seguitissima serie televisiva Top Gear, che di fatto introdusse un nuovo linguaggio nel settore ingessato delle prove motoristiche e con cui tutti prima o poi hanno dovuto fare i conti. Tentammo un esperimento simile anche in Italia una quindicina di anni fà, con le moto: le aziende non gradirono e finì presto.
Io però, riconosco, a vedere il filmato inglese soffrivo. Una cosa è andare a fondo in un test, altra cercare la distruzione di proposito.
Ho recensito molto caschi, non li ho mai massacrati sotto una pressa per scoprire in quanto tempo si spaccano. Perché alla fine tutto si distrugge: il punto non è se si distrugge ma quando avverrà.
Quindi, lavorando con materiale di qualità, prendo per valide le dichiarazioni del produttore: se mi dichiara che il tale casco ha superato questo e quel test, mi fido. E valuto altri parametri.
Qui la questione è più difficile. Non c’è una omologazione di riferimento, a cosa mi appello? Certo, Santini, Sitip e Dms sono aziende serie e di conclamata onestà e questo dovrebbe essere sufficiente.
Hanno i test, un video ufficiale e quindi per la resistenza all’abrasione faccio riferimento a loro; e al fatto che l’ultimo Giro sia stato corso dagli atleti del team Trek Segafredo proprio con gli Impact. E se ne decretano loro la bontà, chi sono io per dubitare?
Eccovi il video
Già, ma qualcosa pur sono; e dirò la mia. Perché qui a leggere non vengono i ciclisti professionisti ma appassionati come me. Che prima di investire cifre importanti, perché non sono regalati questi Impact, cercano informazioni e vorrebbero capire se quel tale prodotto faccia al caso loro.
Io darò per scontato che la protezione in tessuto Impact sia efficace come mostrato sulla pagina ufficiale del produttore, valutando altri aspetti.
E’ comodo? L’inserto infastidisce o trasmette calore? E il fondello? Insomma, cercherò risposte alle solite domande, con un occhio in più alla praticità di avere questo scudo sulle gambe, per scoprire se rallenta l’azione o è come non ci fosse.
Non vi basta? Mi spiace, però credetemi io a distruggere un calzoncino così bello proprio non ce la faccio, mi piange il cuore…
E’ lo scudo antiabrasione il protagonista, da lui devo partire. Rispondendo da subito che non crea alcun impaccio nel movimento perché morbidissimo e capace di copiare fedelmente la pedalata, senza frenare l’azione.
Non è freschissimo, la differenza con il tessuto che per comodità espositiva definirò standard, si avverte. Caldo no, non pensate a un impacco sui fianchi.
Ma uscendo con temperature che orbitano sui 30 gradi si sente il differente comportamento. Senza mai raggiungere la soglia del fastidio e tenendo conto che sono uno che già a 20 gradi si lamenta della troppa afa.
In realtà più che un intrinseco maggior calore, quello che senti è proprio la differenza col resto del calzoncino. Per questo sto ripetendo il concetto.
Il fatto è che cosciali e schiena sono di altissimo livello per freschezza e traspirabilità; così come il fondello. E’ per questo che noti il tessuto Impact, altrimenti nemmeno ci baderesti.
Per restare in casa Santini e facendo riferimento a quanto recensito qui, mi ricorda la sensazione che mi diede la maglia Tono, con la sua fascia elastica alla manica: talmente fresca la maglia che col caldo forte si avvertiva l’elastico. Mi riferisco alla maglia Tono dello scorso anno, quella appunto testata nell’estate 2017. Infatti adesso c’è una nuova versione, con maniche in tessuto Body fit tagliate al laser, quindi senza più elastico.
Ora una notazione poco professionale ma ve la metto uguale: ha un fantastico effetto placebo 😀
Ok, vi ho detto che io a distruggere il pantaloncino per grattugiarlo sull’asfalto non ci penso proprio; e fino ad ora, per mia fortuna, non sono stato costretto a testare la resistenza del tessuto Impact con un incidente. Scongiuri d’obbligo, ovviamente.
Però sapere di pedalare protetti mi è piaciuto moltissimo. Vi è mai capitato di uscire senza casco, mi riferisco a chi come me lo indossa sempre? Vi sembra di pedalare “nudi”, come se mancasse qualcosa e in definitiva poco sereni? Ecco, una volta abituato a uscire con i Santini Impact, ogni altra uscita con differente abbigliamento mi dava (quasi) la stessa sensazione di vulnerabilità.
Adesso le considerazioni sul calzoncino nel suo insieme; schema classico, parto dal fondello.
Che abbiamo visto nel paragrafo dedicato essere il C3, ossia uno dei fondelli top tra quelli in gamma. Un fondello, ahimé, da endurance, garantito cioè per 8 ore. Ahimé perché sapete che se mi dicono 8 ore io pedalo 8 ore oppure non mi sento tranquillo a scrivere.
Traguardo raggiunto, per l’esattezza 8 ore e 12 minuti. Avevo le visioni ma per la stanchezza, il fondello ha fatto tutto il suo dovere. Per completezza in questa unica uscita di prova così lunga (abbiate pietà…) ho usato la Rose X-lite Team per avvantaggiarmi al massimo grazie alla sue leggerezza: quindi bici con sella sportiva, duretta, e questo rende il test veritiero. E ve lo tenete perché non sarà replicato 😀
Aggiungo eccellenti freschezza e traspirabilità. Non esistono più le mezze stagioni, lo sappiamo e così ci troviamo dalla sera alla mattina a sostituire la felpa con la T-shirt. Con mio perfetto tempismo ho svolto questo lungo molto lungo quando è letteralmente scoppiata l’estate nel giro di una mattinata, ritrovandomi a pedalare per alcune ore con 31 gradi costanti. E anche questo spiega perché arrivato al cancello di casa avevo le visioni…
La schiena e le bretelle in tessuto a rete sono fonte di grande piacere col caldo torrido che ho trovato durante le ultime uscite.
Lla conformazione e l’elasticità delle bretelle sono perfette per l’assetto sportivo, senza risultare fastidiose o, peggio, tenaci, quando si guida più rilassati o al contrario si cerca la massima penetrazione aerodinamica.
Seguono perfettamente i movimenti, assecondando senza tirare e senza mai arricciarsi.
Traspirabilità eccellente, e pedalando col sole che batte sulla schiena vi assicuro che è stato un bel plus.
La tecnologia usata da Santini per il fondo coscia, con la struttura a nido d’ape per “bloccare” il calzoncino l’avevo già apprezzata la scorsa estate in occasione del test del calzoncino Tono.
Ritrovando con questo Impact tutto quanto di buono rilevai all’epoca.
Ossia perfetta tenuta, gran comfort, nessun pizzicore per chi come me è sempre stato restio a depilarsi le gambe e solo un poco di attenzioni in più al momento di indossarli, perché subito fanno presa e richiedono di essere ben posizionati.
Una volta fatto, lì restano.
Chiudo con vestibilità e abbinamento ad altri capi.
La vestibilità è chiaramente sportiva, da fisico asciutto e tonico. Ma accetta con magnanimità di essere portato in giro anche da chi non ha fisico né asciutto né tonico. I fianchi un poco più abbondanti entrano bene e l’elasticità del tessuto non è tale da creare il terribile effetto cotechino. Anzi, fascia bene e garantisce ampia libertà di movimento.
L’abbinamento cromatico con altri capi è facilissimo. Lo stile, come detto, è classico, senza fronzoli o voli pindarici in arditi accostamenti cromatici. Un bel nero senza tempo, l’elegante fascia che chiude i cosciali con logo della azienda un tono più scuro e possiamo essere certi che qualunque maglia vorremmo indossare non andrà a discapito della nostra eleganza.
Eleganza che ritroviamo nella maglia Classe, soprattutto in questa versione grigio melange.
Che mi ha portato indietro nel tempo senza farmi rinunciare a quanto di buono offre la moderna tecnologia.
La vestibilità è slim, quindi aderente ma non corta sul davanti come nelle maglie sleek. Il tessuto è elasticizzato, anche qui senza costrizioni ma anzi con ampia libertà: pure quella di farci entrare la pancetta che si accumula a causa dei ritmi balordi delle mie uscite per i test. Che tutto sono tranne che allenanti e con in più una fame boia che mi prende di continuo. Ma appena chiudo tutti i test, si torna a pedalare per bene, promesso. Spero…
Ottima traspirabilità, sia per la zona melange che per quella in tessuto Body Fit; range di temperature indicate dalla casa tra i 18 e i 35 gradi. A quella più alta non sono arrivato, ma come detto prima molte uscite sono state in compagnia di un bel solleone da 30 e passa gradi, quindi direi probanti.
Non hai la sensazione di freschezza di maglie traforate ma all’atto pratico posso dire che le prestazioni sono quasi analoghe. Solo le prime volte, quando ancora non hai fatto adeguata conoscenza con questa maglia, al momento di indossarla hai il timore di avvertire il caldo. E’ una semplice suggestione, credo dovuta al colore melange che a uno sguardo superficiale ricorda un maglioncino e viene istintivo associare al freddo. Poi pedali, arriva il caldo e ti rendi conto che, appunto, era solo suggestione.
Considerazione estetica e quindi del tutto personale: il grigio mi è piaciuto tantissimo.
La maniche non hanno alcun sistema di fermo, tutto è affidato al tessuto (elasticizzato) e al pulitissimo taglio laser. Il risultato è una pulizia della linea che contribuisce all’eleganza complessiva con il vantaggio che le maniche non si spostano durante la guida e non rimandano alcun fastidio o stretta sul bicipite.
Sono fresche, come fresche sono le fasce laterali in identico tessuto.
Nessun fastidio dalla zip rovesciata, efficace malgrado la ridotta dimensione il piccolo parazip.
Colletto sempre in tessuto Body fit, ossia lo stesso di maniche e fasce laterali; ha una sua limitata estensione in altezza e nessuna fascia antisudore all’interno. Ma grazie alla qualità del filato non sene sente la necessità e, uscendo col fresco dell’alba come mi capita spesso di fare all’arrivo dell’estate, è stato piacevole poter chiudere la maglia e avvertire la protezione al collo.
Il fondo prevede all’interno la classica fascia in silicone antiscivolo, ben fatta e garante della tenuta, anche abbassandosi in presa finale.
Tre tasche assai capienti, ben posizionate e facili da raggiungere senza pericolosi contorsionismi.
L’unica cosa che avrei gradito, seppure a discapito dell’eleganza e della notevole pulizia cromatica e di linee, era trovare qualche inserto ad alta visibilità. Conoscete tutti da tempo la mia fissa sulla sicurezza e sulla necessità di essere sempre ben visibili…
Comunque a dispetto di una linea semplice ed essenziale, che però è al tempo stesso artefice della sua eleganza, è a tutti gli effetti una maglia top per uso sportivo; non una maglia da passerella per capirci.
Ed è facilmente abbinabile a qualunque calzoncino proprio grazie al look senza tempo e alla scelta di colori.
Nonché perfettamente abbinata ai guanti Classe, ci mancherebbe. Tessuto melange per il dorso, identico alla maglia e siamo a posto.
Tessuto traspirante e fresco, elasticizzato a garantire la massima libertà di movimento nonché perfetta aderenza impugnando la piega.
Il palmo è soffice, ben imbottito e coi cuscinetti perfettamente sagomati per non creare spessori impugnando il manubrio.
Una mia considerazione. Le mani sono solitamente le prime a toccare il suolo in caso di caduta, è gesto istintivo portarle avanti per proteggerci. Infatti, è bene non dimenticarlo, la prima funzione di buoni guanti è salvaguardare le mani, non farci pedalare comodi. Cioè, non servono solo a farci pedalare comodi.
Ora, io qui mi trovo questo Santini Impact col suo bel tessuto antiabrasione, che ho visto e provato essere morbidissimo: e se l’azienda decidesse di creare dei guanti Impact? Guanti cioè con un rinforzo in questo tessuto sul palmo? Basterebbe la zona del trapezio, quella che solitamente è la prima a impattare. Sarebbe fattibile? Non lo so, costruire un guanto è impresa assai più complessa di quanto si immagini e io non sono un tecnico. Butto lì, un suggerimento.
Bene, fine delle pedalate; voltiamo pagina e dedichiamoci alle conclusioni.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ciao Fabio Santini è la mia Marca preferita. Trovo che abbia un rapporto qualità prezzo veramente eccellente. Mi fa piacere che il test sul fondello sia stato superato positivamente dopo 8 ore di bici.
Santini si conferma al top. Assos può continuare a rimanere sullo scaffale 🙂
Eh si, 8 ore il fondelloe regge: lui, io no… 😀
Fabio