Rose X-lite CDX 8800

Le conclusioni

Tempo di lettura: 8 minuti

Al di là di questo ultimo test svolto per gioco, resta innegabile che questa Rose X-lite CDX davvero si presta a innumerevoli interpretazioni. Sa essere, anzi è una sportiva di razza, senza alcuna rinuncia quando si vuole andare forte, piacevole nella guida, precisa e stabile e soprattutto efficace, decisamente efficace. Però io amplio lo sguardo con altre considerazioni. Il tanto comfort, la possibilità di passare molte ore in sella, il passaggio gomme generoso, fino a 32 dichiarato dalla casa e io ho testato solo fino al 28 perché di 32 adatte non ne avevo, l’assetto in sella poco costretto la rendono molto appetibile anche per le rando e il turismo. Certo, c’è una oggettiva difficoltà ad applicare il bagaglio, ma ormai esistono in commercio tanti prodotti capaci di abbigliare una sportiva per portarsi dietro un minimale corredo. Ovvio, non parlo del turismo a largo raggio ma un fine settimana o un ponte lungo lo si può gestire tranquillamente.

E’ una bici che non stanca, né a starci in sella né a pedalarci. Se proprio devo trovarle un difetto è nella sua mancanza di difetti. Concetto contorto, lo so. Mi ha ricordato in tanti aspetti una altro cavallo di razza di casa Rose: la Xeon Crs. E nel descriverla la confrontai con un gran bel pezzo di fanciulla: Cindy Crawford. Perché non si vive di sole bici. Ecco, la Xeon e la X-lite CDX sono perfette, senza sbavature, svolgono ottimamente e con diligenza il loro compito e spesso vanno oltre. Però manca loro quel neo, quel neo che sul volto della top model la rendeva unica anche se andava contro i canoni di bellezza conosciuti. Un difetto quel neo, eppure era proprio quella leggera imperfezione a renderla affascinante. Oltre tutto il resto, of course.

Una bici difficile da interpretare all’inizio proprio per le sue tante caratteristiche, capace di comportarsi ottimamente in più situazioni differenti. Non estrema come alcune sorelle che in taluni frangenti la sopravanzano. Ma capace di rendersi vincente al momento di tirare le somme, perché nessuno di noi pedala solo in salita o su asfalto perfetto. Una scelta vincente per chi pensa a pedalare e basta, senza tante fisime. Con un telaio e un comparto tecnico al top, ruote buone, un allestimento globale di alta gamma e un prezzo che, come è tradizione di casa Rose, è difficile da battere. Serve altro?

Buone pedalate.

Sito ufficiale Rose: www.rosebikes.it

COMMENTS

  • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

    Gran bella bici. E bello pure il test (come al solito). Ero molto curioso di leggerne a riguardo.
    Vedere che un modello del genere viene testato (anche) con i pedali flat, la dice lunga sull’apertura mentale del tester. Bravo Fabio, ma brava anche Rose che propone una gamma davvero completa e all’avanguardia e a prezzi davvero competitivi.
    Unica cosa che non approvo tantissimo sono le colorazioni; un pò inflazionato questo matt black, tende a sottrarre personalità ai modelli rendendoli apparentemente “tutti simili”. Personalmente, lascerei queste livree “da prototipo” solo alle versioni top di gamma in modo da renderle subio riconoscibili (vedi S-Works, per esempio) e darei più sfogo alla fantasia per le altre versioni. Ma so già che ci stanno lavorando, quindi va bene così.
    Rimango in attesa dell’articolo sulla comparazione caliper/disco perché secondo me, in questo ci hai lasciato (volutamente) a bocca asciutta, vero??? 😉

    Daniele

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Beh, l’ho scritto che la questione caliper vs dischi sarà affrontata a parte. Qui si parla della bici, non sarebbe stato il luogo giusto.

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Fabio, che tipo di periodicità richiede la manutenzione di un impianto di questo tipo su questa bicicletta che ha dimostrato di essere decisamente performante. La verifica e la cura dell’impianto la si può fare da soli o c’è la necessità di rivolgersi ad un meccanico?
    Concordo con Guybrush sul tema colorazione, anche per me è l’unico appunto che posso rivolgere a Rose. Sono splendide biciclette, che grazie a Fabio, ho imparato ad apprezzare, una scelta cromatica più particolare, anche se sicuramente alzerebbe i costi, darebbe quel “quid” che manca.
    Giovanni

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, dipende da cosa intendi per tipo di impianto: questo specifico Sram o un qualunque impianto a disco idraulico? Stradale o da MTb? Perché cambia per ognuno.
      L’unica cosa in comune è il periodico cambio olio, ma anche la periodicità cambia. Come per le auto e le moto, a influenzare sono condizioni e frequenza d’uso nonché le caratteristiche climatiche. Ovviamente per la pastiglie vale il semplice discorso dell’usura, un mese o due anni dipende da quanto ci pedali…

      Lo spurgo è una operazione ormai alla portata di chiunque e non richiede grossi investimenti economici per l’attrezzatura. Shimano ha un suo kit davvero economico, Sram (e quindi Avid, stesso gruppo) un kit più costoso ma nulla di che. Altri produttori pure, comunque raramente servono più di una cinquantina di euro. Si sale esclusivamente se si decide per un kit attrezzi adatto anche al primo montaggio, con tagliatubi, raccordi ecc ma è roba da officina non da utenza domestica.

      L’unica vera seccatura è che volenti e nolenti l’olio sempre colerà: sulla bici, sul pavimento ed è noioso. Ma soprattutto io sconsiglio il cambio olio una tantum, ossia per chi ha una sola bici e lo svolge con frequenza annuale o biennale. Perché l’olio una volta aperto si degrada: lasciarlo lì sulla mensola fino all’anno successivo equivale a buttarlo. A conti fatti, tra attrezzi e olio che si butta, conviene il meccanico. Se si possiedono più bici allora il discorso ovviamente cambia.

      Fabio

  • <cite class="fn">Giovanni</cite>

    Mi riferivo all’impianto montato sulla Rose. La mia curiosità era capire appunto quale manutenzione o accortezze comportasse l’avere un sistema idraulico su una bici di questa tipologia capace di esprimere prestazioni di rilievo senza sacrificare il confort.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Giovanni, lo Sram richiede poco: verifica periodica usura pastiglie (il modo migliore è sfilarle e verificare che lo spessore complessivo. cioè materiale d’attrito e supporto, non sia inferiore a 3 mm); trovandosi a pastiglie rimosse dare una occhiata al corretto scorrimento dei pistoni e se il caso intervenire (senza smontare, basta farne uscire uno per un poco, pulire e lubrificare e poi ripetere sull’altro, ho indicato come fare nella sezione officina); cambio olio una volta l’anno, si potrebbe anche ogni due se l’uso non è stato gravoso ma sarebbe preferibile non superare i 12 mesi.
      Le prime due operazioni sono alla portata di chiunque, la terza pure ma richiede attenzione e un kit per lo spurgo.

      Pinza e leva/pompa vanno smontati solo in caso di malfunzionamento o usura, ma non è operazione semplice. Non tanto la pinza, una volta svuotato il circuito lavorarci è abbastanza semplice, quanto leva e pompa sono più rognosi, tanti pezzettini piccoli piccoli e guai a sbagliare una sequenza.

      Discorso più particolare per le tubazioni idrauliche. A meno di screpolature o trasudamenti, possono star lì senza problema anche due o tre anni; però le condizioni ambientali influiscono (sbalzi termici, freddo intenso, lunga esposizione al sole) e dare un intervallo di sostituzione certo non è possibile. Da qui passano bici con le stesse tubazioni da 4 anni e non ho mai avuto esigenza di cambiarle, altre che dopo due anni vanno sostituite; molto dipenda da come si conserva la bici.

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Bella bici, offerta ad un prezzo molto interessante visti i montaggi. Le torri sulla piega sembrano di pura scuola teutonica 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, anzitutto auguri per il tuo infortunio, spero stia procedendo tutto per il meglio; compatibilmente con la difficile situazione.
      Gran bici, soprattutto con un rapporto qualità prezzo imbattibile.
      Sram non ha mai brillato per bellezza dei suoi comandi, ha ingentilito da poco quelli meccanici ma su quelli idraulici c’è da lavorare. Solo sull’estetica però, perché funzionalità ed ergonomia sono ottimi.

      Fabio

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Ciao Fabio, naturalmente scherzavo, bici tedesca, ma comandi americani; sagomare meglio le parti in gomma non dovrebbe essere troppo complicato credo.

    Grazie per gli auguri, forse scampo l’intervento, rx e visite una volta a settimana, incrocio le dita, tutte intere, almeno quelle 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luca, l’avevo capito scherzavi; ma in effetti i comandi Sram hanno teutonica imperiosità… 😀

      In questo articolo raffronto Sram e Shimano idraulici e come si può vedere verso la fine è quello che sta sotto la gomma che è diverso per foggia; finché Sram userà quella forma per il serbatoio, poco potrà modificare.
      In ogni caso è solo una questione estetica (e c’è chi li trova belli…) perché l’ergonomia è ottima.

      Fabio

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