Rh+ Code Jersey, Logo bibshort, Prime Glove e Logo 15 socks

La prova su strada

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La prova su strada

Ho iniziato a indossare questo completo Rh+ quando la temperatura esterna era più bassa della minima consigliata, l’inizio della primavera molto variabile ha alternato giornate quasi estive a improvvise code d’inverno.

E i test sono iniziati con il mio stato di forma ancora carente dopo lo stop forzato degli ultimi mesi.

Ma io sfrutto ogni occasione per ricavare dati e così sia il freddo che un girovita lontano dai tempi migliori mi sono serviti per due verifiche.

La prima è che con il fresco maglia a pantaloncini sono perfettamente utilizzabili, basta aggiungere una canotta sportiva; la seconda è che la conformazione skinfit non perdona davanti lo specchio ma grazie all’ottima elasticità del tessuto sei fasciato ma mai costretto. Insomma, niente apnea per entrarci.

La vestibilità della maglia Rh+ Code è aderente, affina sui fianchi e devo riconoscere che il bianco non perdona, anzi. Ma estetica deplorevole del vostro tester a parte, la maglia è assai comoda.

Si indossa con facilità, ci si sente piacevolmente avvolti e nulla “tira”. Le maniche sfruttano l’elasticità del tessuto per aderire e il silicone per non spostarsi. Grazie al taglio laser non abbiamo solo pulizia della linea, che è bella senza dubbio però a noi interessa la prestazione, ma l’assenza di elastici fastidiosi e/o nocivi per la circolazione.

Ogni movimento in sella viene digerito senza problemi, senza la necessità di aggiustare una manica, il fondo o tendere il tessuto sulle spalle.

Passando da presa alta a bassa e viceversa di continuo l’unico pensiero è alla pedalata.

Il passaggio d’aria è avvertibile, col fresco ci fai subito caso e col caldo lo ringrazi.

Ad essere tenuta fresca è la parte alta all’anteriore e la schiena tutta, grazie anche alla conformazione della salopette ma ne parliamo dopo.

Petto e spalle godono sempre di adeguata ventilazione e grazie alla traspirabilità del tessuto nonché la sua rapidissima asciugatura non è necessario fermarsi in cima prima di affrontare la discesa. Vi è mai successo di affrontare tutta la salita al sole e poi dover pedalare in discesa sull’altro versante che è in ombra? Ecco, in questi casi non è buona idea fiondarsi a palla se si è sudati, si rischia dal banale raffreddore alla più seria contrattura.

L’addome è saggiamente protetto. Non caldo, non inizi a sudare questo no; hai però quel plus nella fitta trama che blocca il vento lasciandoti comunque traspirare.

La cerniera a tutta lunghezza scorre senza impicci, la apri in un attimo. Ma l’ho ripetuto spesso trattando abbigliamento di qualità: spesso è solo una necessità psicologica, in realtà si pedala meglio sfruttando l’isolamento offerto dal tessuto.

Agganciarla richiede ovviamente due mani; il colletto a mezza altezza protegge molto bene e fascia la parte bassa del collo in maniera efficace quando si è in presa bassa. In posizione rialzata (a schiena quasi dritta) senti l’esigenza di qualche aggiusto. 

Viaggiare a colletto chiuso è piacevole, sia per il morbido contatto del tessuto interno e sia per la pattina che si frappone fra noi e la chiusura.

Spalle e maniche aderiscono perfettamente, non sbattono in velocità e le braccia sono ben ventilate grazie al tessuto forato. La fascia a fondo manica non trattiene calore e questo è un bene. 

Quanto sia efficace l’apporto del tessuto forato lo avverti, ancora una volta, viaggiando col fresco: senti la differenza tra la zona in tessuto e quella rivestita dalla bande colorate. E ancora una volta col caldo ringrazi.

Dove però hai un contributo notevole col caldo forte è sui fianchi, zona critica perché lambita ma non investita dal vento della corsa.

La scelta di utilizzare un tessuto fittamente forato è stata ottima. Si gode davvero un gran fresco e questo fa piacere.

La maglia si stende parecchio a coprire la schiena e le tasche “oversize” hanno comunque ingresso a giusta altezza.

Solo pescando l’oggetto piccolo finito in fondo ho preferito alzarmi dal manubrio, a schiena inclinata serve più elasticità nei movimenti di quella che ho io… 

Comoda e facilmente raggiungibile e utilizzabile anche pedalando la quarta tasca con cerniera. 

Grazie alla tenuta della maglia sul fondo, con elastico e striscia di silicone, e alla scorrevolezza della zip la apri e chiudi con una mano sola, a tutto vantaggio della sicurezza di guida.

Piccoli dettagli, notazioni pratiche ma che alla fine fanno comodo, la vita sui pedali è anche questo.

Ma più di tutto fa comodo l’eccellente traspirabilità, e su questo, più di ogni altra cosa, si valuta la differenza tra una buona maglia e una “da battaglia”.

In bici sudi, caldo e sforzo lo pretendono; non pedalare zuppi (lo so, immagine poco edificante ma il ciclismo è fatica e, appunto, sudore…) è importante.

Per la salute e per evitare spreco di energia.

Una buona maglia ti deve far sudare meno e mantenerti asciutto quando succede; e poi asciugare subito.

Tutti parametri rispettati da questa Rh+ Code Jersey.

Che lavora in perfetta simbiosi con la salopette Logo.

Già, perché il punto critico è sempre la schiena.

Non è investita dal vento della corsa, spesso è esposta al sole e in più deve sorbirsi il doppio strato di maglia e pantaloncino.

Non però indossando la salopette Rh+ Logo, perché la schiena, in pratica, su questo pantaloncino non c’è.

Il grosso foro forse non sarà bellissimo da vedere (e poi, mi chiedo, chi lo vede?) ma è decisamente efficace.

Unito alle bretelle che nella parte posteriore sono in mesh a maglia larga, così come tutta la fascia che si collega ai gambali, la schiena suda poco: giusto quanto richiesto dallo sforzo.

E comunque provvede la maglia a farci subito tornare asciutti.

Solo con caldo molto forte, è successo un giorno che mi sono ritrovato all’improvviso a quasi 27 gradi che per me è già inferno, a conservare per più tempo umidità è stata l’orlo della parte in mesh. Giusto quel paio di minuti in più, poi tutto è rientrato.

La zona anteriore delle bretelle in rete stampata si traduce nel non sentirle. Tirano leggermente nelle prime due o tre uscite, senti una certa differenza elastica tra zona anteriore e posteriore. Poi non è che cedono perché non cedono, sono tutt’altro che flaccide o deboli, ma è come se si stabilizzassero sul tuo corpo. 

Non è questione di averci fatto l’abitudine, per evitarlo a ogni uscita alterno l’abbigliamento proprio per evitarlo.  

Il materiale dei cosciali è morbidissimo e con una sua elasticità che fascia nella corretta compressione chiesta dall’attività sportiva.

Perfetta la tenuta del fondo gamba; vale quanto detto per le maniche.

Tra assenza di elastici e cuciture, pulizia del taglio laser ed elasticità controllata del materiale nonché silicone interno che lavora ma non si “incolla” (ottimo se come me rifuggite dalla gamba glabra) tutto quello che resta è elevato comfort.

Comfort elevato grazie anche al fondello. Ma non solo, perché prima di parlare di lui c’è una cosa che importante: il taglio della salopette.

La mobilità delle gambe è assoluta, anche a cadenza elevata non hai nessun punto che tira o si arriccia; e qualunque posizione assumi o dopo i rilanci sui pedali hai sempre tutto al posto giusto.

E ora il fondello.

E’ un tipo di fondello che conosco abbastanza bene, ne uso uno assai simile da tempo.

Quindi è stato naturale ritrovare sin dai primi metri identiche sensazioni. Cioè ottimo sostegno, cedevolezza controllata, assestamento sulle nostre forme, grande traspirabilità e nessun decadimento nel corso della pedalata.

Nemmeno in quella fatidica di sette ore, necessaria perché è fondello da lunga distanza.

Tutte conferme a quanto già sapevo ma con un paio di differenze: sostegno superiore quando le ore in sella sono tante e soprattutto ottima resa in qualunque assetto.

Non parlo solo della guida in presa alta o bassa su bici con piega da corsa né di avanzamento o arretramento in sella a seconda della manovra che ci sta impegnando.

No, qui mi riferisco a una differenza più marcata, quella tra schiena inclinata o dritta, da Mtb per capirci.

Ecco, con una così elevata differenza i punti di pressione variano tanto, difficile per un fondello gestire un simile range.

Questo Summus cucito nella salopette Rh+ Logo ci riesce.

Con una migliore prestazione guidando a schiena inclinata è vero. O forse sono io che poco digerisco il manubrio flat e la Mtb in generale. Già, perché me ne sono fatta prestare una durante il test per avere dati da inserire qui. Persino su una Mtb, per giunta col monocorona, mi fate salire…

Per il resto, come detto, tante conferme su questo fondello. Oltre al sostegno quindi abbiamo l’efficace canale centrale, il piacevole tessuto a canaletti gradevole al contatto e traspirante e una foggia anatomica precisa.

Quindi possiamo dedicarci rapidamente ai guanti. 

Guido sempre coi guanti, da ragazzino. Sia la bici che la moto, finché la salute mi permetteva di divertimenti su due ruote a motore.

Mai intesi come qualcosa per star comodi ma sempre come ulteriore protezione. Detto prima, le mani di solito sono le prime a toccare il suolo in caso di caduta e alzarsi con un taglio lento a guarire o indenni è questione proprio di indossare o meno i guanti.

Sarà poi che non sono mai caduto tante volte in vita mia come negli ultimi due anni, credo che stanchezza, età e qualche rischio aggiuntivo che mi prendo durante i test abbiano la loro dose di responsabilità, ma divento ogni giorno più sensibile al tema.

Quindi la prima cosa che voglio dai guanti e che mi proteggano; poi se estivi che mi facciano star fresco (ovviamente caldo se invernali) garantiscano presa sicura al manubrio e se in più assorbono i colpi, tanto meglio.

I guanti Rh+ Prime glove hanno risposto bene a tutte le mie (molte) esigenze.

Sono piuttosto aderenti, quindi valutate bene la taglia sfruttando le tabelle presenti sul sito Rh+.

Facili da indossare e sfilare grazie alla chiusura in velcro e i laccetti per tirare.

Freschi, molto, perché il dorso è in tessuto elasticizzato e forato, quasi del tutto identico a quello della maglia.

Freschi anche perché il palmo è parzialmente in rete e questo favorisce la traspirazione.

Il grip sulla piega non ne è compromesso, anzi.

Sia perché il minor spessore a mano chiusa dell’inserto in rete permette di impugnare benissimo (nessuna piega a creare spessore e quindi perdita di contatto) e sia perché i cuscinetti rivestiti in silicone antiscivolo fanno il loro dovere.

I cuscinetti in gel sono esattamente dove devono essere. Quello più basso, cioè quello lungo più vicino al polso, è sagomato in maniera perfetta pedalando in presa sui comandi, gli altri si alternano intervenendo a ogni cambio di impugnatura.

Chiudiamo con una breve nota dedicata alle calze Rh+ Logo 15.

Mezza altezza, tessuto morbido e piacevole, fascia centrale che favorisce la circolazione ma non stringe, freschi e dalla buona tenuta.  Taglio differenziato tra destra e sinistra, quindi le caratteristiche di un calzino sportivo ci sono tutte.

Bene, possiamo andare alle conclusioni.

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