[Presentazione] Trek FX+ 2, come è fatta

Il telaio e le geometrie

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Il telaio e le geometrie

La Trek FX+ 2 2023 è disponibile in due versioni di telaio e tre diverse colorazioni per ognuna.

La rossa usata per il test è sicuramente una delle opzioni più eleganti, dal vivo è bellissima. La controindicazione è in foto, il logo sull’obliquo è tono su tono e riuscire e renderlo ben visibile, a farlo stagliare diciamo così, è difficile.

La prima versione, definiamola classica per comodità, è questa; nelle tre colorazioni disponibili a catalogo 2023.

 

Quattro taglie disponibili, sufficienti a coprire ogni esigenza considerando che qui parliamo di una ibrida, una tuttofare con moderate velleità fuoristradistiche, da intendersi quali sentieri di campagna e piatti sterrati.

Come si vede nella tabella, le geometrie sono votate alla guida rilassata, premiando la stabilità. E, aspetto non trascurabile, tra sloping e standover possiamo tranquillamente scendere di sella conservando la bici tra le gambe senza fastidiosi impatti sull’orizzontale.

Per quanto leggera, 18kg è un valore eccellente per una e-bike, soprattutto a borse posteriori cariche giacché è bici che ben si presta al turismo, poter poggiare bene i piedi a terra nelle soste è una di quelle comodità che finché c’è manco ci badi: e quando manca che lo rimpiangi.

La seconda versione di telaio è quella stagger, che sarebbe un errore definire da donna.

Anche qui abbiamo tre colori.

Le differenze a livello di geometrie sono davvero minime.

Quello che subito balza all’occhio è il diverso andamento dell’orizzontale, un disegno che favorisce la salita e discesa dalla sella.

Come ho detto, definire la stagger la versione da donna è riduttivo: le quote la rendono perfettamente pedalabile per ambo i sessi, scegliere una o altra versione è questioni di uso e gusti. Per chi ne farà uso essenzialmente urbano, magari con abiti da ufficio, io consiglio la stagger.

A parte le differenze appena viste, tutto il resto è in comune, a iniziare dal materiale del telaio che è tutto alluminio Alpha Gold, passaggio cavi interno, batteria interna, attacchi portapacchi e parafango, disco flat mount, attacco cavalletto, spaziatura motore mozzo OLD 144,5mm.

In dettaglio.

A dominare la scena è senza dubbio il corposo e squadrato tubo obliquo, dimensionato generosamente perché al suo interno è celata la batteria principale. Questa che vedete esterna è un extender range, lo vedremo più avanti.

L’orizzontale a sezione variabile si presenta robusto in zona sterzo per poi sfinare viaggiando verso il reggisella.

Il piantone sella è a sezione tonda, con reggisella da 31,6, e si collega al carro con tubazioni rettangolari e dalla robustezza a tutta prova.

In basso però la sezione cambia, assumendo una forma squadrata. Lo specifico nel caso a qualcuno venisse in mente di montare una doppia: a meno di non intervenire in maniera radicale, rivettando un attacco, il deragliatore non trova posto. Tra l’altro non so nemmeno se esista una doppia per e-bike. E già, è settore in cui ho ancora tanto da imparare…

Tornando alla zona anteriore, anche il tubo sterzo non sfugge alla regola del buon dimensionamento. Elegante la soluzione di instradare al suo interno tutti i cavi.

La scatola movimento accoglie un movimento a perno quadro dotato di sensore di coppia. Standard della scatola è T47.

La forcella è anch’essa in alluminio, foderi dritti, costruzione senza testa.

Dal retro vien fuori il tubo freno idraulico anteriore.

La ruota è collegata alla forcella con un sistema che posso definire ibrido: i forcellini infatti sono chiusi, ma l’asse è il 5mm, come il QR.

Però senza leva, ha una testa per chiave a brugola da 5 e si avvita dal lato opposto in una bussola fissata alla forcella, ossia la filettatura non è ricavata direttamente nella forcella.

La battuta dei forcellini posteriori, aperti, è OLD 144,5 e sfrutta un sistema di attacco della ruota che prevede due brugole e due boccole, sempre chiave da 5.

Poi nella sezione dedicata vedremo meglio in dettaglio tutte e due le ruote, anche perché smontare la posteriore richiede due passaggi preliminari tipici di e-bike con motore al mozzo.

Resto ancora sul telaio per segnalare la presenza di occhielli per portapacchi e parafanghi, con la L dietro la scatola movimento per avere la giusta linea del parafango posteriore e gli attacchi bassi del parafango anteriore posti dietro, come di solito avviene con le forcella ammortizzate; e infatti le astine sfruttano l’apposito adattatore.

Due attacchi per i portaborraccia in posizione classica; nel mio caso ho sfruttato quello sull’obliquo per installare il range extender, ossia una seconda batteria che raddoppia l’autonomia.

Considerando dimensioni e robustezza della forcella, io due attacchi sui foderi li avrei messi; anche perché, come già accennato e come vedremo nel futuro test, questa Trek Fx+ 2 è perfettamente a suo agio in uso turistico, è riduttivo relegarla al solo tragitto casa/lavoro.

Proseguiamo la nostra conoscenza e voltiamo pagina per vedere trasmissione, freni e ruote.

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