Pirelli PZero Velo TT

La prova su strada

Tempo di lettura: 8 minuti

La prova su strada

Parto da due dati che la dicono lunga su cosa ci aspetta una volta poggiate le gomme sull’asfalto. Il primo è il peso ma sarebbe più giusto definirla leggerezza: appena 160 grammi da me rilevati.

Il secondo è una misura che mai finora ho ritenuto utile fornire durante i test ed è lo spessore del battistrada: 1,7 mm.

Non so dirvi se sia in assoluto il più sottile, di sicuro nei primi tre. A cosa serve conoscere un dato che i produttori mai riportano e che, onestamente, dubito i ciclisti vadano a misurare? A spiegarci o, meglio, ad aiutarci a capire perché poi su strada avremo un comfort buono ma non eccellente, una scorrevolezza di altissimo livello, leggerezza al vertice di categoria e qualche lieve incertezza entrando sporchi nelle curve molto strette.

Uno pensa sempre solo alla mescola ma la struttura della gomma è complessa e tutto contribuisce a sviluppare il comportamento finale.

Per darvi un raffronto: il Pirelli PZero 4S è spesso 3mm nella identica zona. Che in questo caso è dato direi normale. Diventano notevoli gli 1,7mm pensando che il TT è un 127 Tpi. Se pensiamo che sul mercato abbiamo un copertoncino dichiarato dal produttore appena 10 grammi più leggero ma a 330 TPI, allora leggerezza e spessore del TT diventano sorprendenti. Anche se il modo in cui quei 330 TPI sono stati conteggiati mi ha sempre sollevato qualche dubbio, credo abbiano usato il vecchio trucco di sommare per strati. Del resto nemmeno il peso dichiarato è quello reale…

Comunque, visto che quel copertoncino non è più qui e non lo vedremo tra i test, evito e torno a occuparmi solo del nostro Pirelli Velo TT.

Sicuramente l’assenza della fascia in fibre aramidiche a protezione dalla forature ha contribuito a snellire il profilo e alleggerire la gomma. Resta comunque un dato di riferimento perché poi la gomma è lì, si deforma il giusto ma non schiaccia e non cede mollemente in curva. I miei complimenti agli ingegneri Pirelli e a chi ha testato i prototipi.

Un copertoncino estremo quindi e non solo per tecnologia. L’uso è indicato da Pirelli per TT, Triathlon e Criterium. Però anche qui in fin dei conti possiamo dire che l’azienda si è tenuta su un basso profilo perché è gomma da usare durante le nostre uscite sportive.

Quelle che ho affrontato io per scrivere questa recensione. Bici, detto in apertura, la mia Rose X-Lite Team; ruote di casa Spada, sia le leggerissime Oxygeno che le polivalenti Breva.

Scelta felice questa di affiancare un secondo paio di ruote maggiormente orientate alla velocità in piano. Perché la leggerezza estrema delle Pirelli PZero TT ben si è associata ad altrettanta leggerezza delle Oxygeno; così come la propensione alla velocità in piano dei copertoncini ha trovato modo di esprimersi al meglio con ruote, le Breva, che sebbene non siano ad alto profilo, danno un fattivo aiuto nel farti tenere un bel passo.

Iniziamo con la salita. Se nel caso della versione Velo mi aveva colpito il comportamento nelle salite medie, pedalabili diciamo così, queste TT non hanno lasciato il segno finché le pendenze sono umane. Si, sono leggerissime, scorrevoli e pronte nei rilanci ma per quanto possa sembrare strano, le Velo ti rimandano un feedback migliore.

Salite pedalabili però; perché quando le pendenze sono costantemente a due cifre allora la musica cambia. Quando la strada si fa cattiva, quando nei rari momenti di lucidità prima pensi chi te lo ha fatto fare e poi guardi la bici valutando di quale zavorra puoi liberarti perché pure quella mezza borraccia ti pesa come un macigno, ecco che la leggerezza di queste TT esplode in tutta la sua potenza.

Stai pestando forte, il naso nel manubrio, lo sguardo fisso sulla ruota, butti un occhio dietro per vedere quanti pignoni agili hai ancora liberi e capperi! Uno più del solito!

Vi sembra tanto? No, perché se pedali a tutta con bici appena sopra i 6kg, allora i 150/200 grammi in meno, se sono sulle ruote, fanno una differenza ben superiore a quanto il solo dato numerico potrebbe far immaginare.

Qui rispetto alla Velo siamo a meno di 100 grammi di differenza ma vi assicuro che si sentono tutti. Anzi, non si sentono tutti…

Le salite di prova, quelle che fanno parte dei miei personali circuiti che uso per i test sono sempre le stesse proprio perché è fondamentale eliminare ogni variabile e poter contare su dati certi, nati dalle migliaia di volte che ci ho lasciato l’anima su quelle pendenze. Il cronometro non mente e se su ogni salita sono stato sempre più veloce pedalando con queste TT, se cioè a parità di tutti gli altri fattori l’unico elemento diverso sono state le gomme, allora la sola conclusione logica è che il merito è tutto loro.

Si, ho detto prima che con le Velo fin quando si sale senza eccessi mi sono trovato meglio; una cosa però è sentirsi più a proprio agio, altra la media. Con le TT è stata più alta, le Velo mi hanno garantito più comfort e questo, per un pedalatore con la barbetta sale e pepe (più sale che pepe) diventa un fattore importante.

La bici però ci mantiene giovani, se non nel fisico sicuramente nello spirito e io, francamente, mi sono divertito come un bimbo alle giostre a rilanciare con questi Velo TT. Praticamente l’azione è istantanea, fulminea: colpo di pedale e la velocità sale, senza ritardi e, apparentemente senza sforzo. In realtà lo sforzo c’è e bisogna pure sapersi regolare perché paradossalmente, ci si stanca prima con queste gomme.

Non per colpa loro, sia chiaro; ma ti invogliano ad andar forte, ti inducono a spingere, ti fanno sentire protagonista della cronoscalata della tua vita. E arrivi in cima cotto; felice ma cotto. Poi vedi quanti secondi hai tirato giù e passa la stanchezza. Cioè, non è che passa nel vero senso della parola, comunque ci siamo capiti và 😀

Proprio per questo ho scelto una linea di condotta per me inusuale: ho chiesto aiuto a chi ha molta più gamba di me. E’ raro coinvolga qualcuno nei test, sono troppo puntiglioso e accentratore per delegare con facilità. Stavolta è stato necessario; ingoiato l’orgoglio ho puntato solo a ottenere un test assolutamente veritiero e completo, senza che mi rimanesse qualche dubbio o questione irrisolta.

Sappiamo quanto la testa in bici conti più delle gambe e io, facile ad entusiasmarmi, avevo bisogno di capire quanto ci fosse di merito in questi copertoncini e quanto invece fossi io a farmi prendere dalla foga. Così ho sguinzagliato un amico che sale sul Vesuvio in meno di quanto impiegherei io in auto, gli ho affidato la bici (che conosce bene) equipaggiata con le Oxygeno (che conosce altrettanto bene) calzate con le PZero Velo TT (che non conosceva) e gli ho ordinato: “sali a tutta, ti prendo io il tempo”. Il disgraziato è salito a tutta e una volta in cima, coi 27 secondi in meno del suo miglior tempo, ha iniziato a vacillare la sua fede nei tubolari…

Ovviamente non è stata l’unica prova a cui si è sottoposto, ci ha pedalato per molti altri chilometri e poiché è persona di cui ho estrema fiducia nonché ciclista molto sensibile, posso dire che le sue considerazioni le faccio mie e nulla cambia nelle risultanze di questo test.

In bici però non ci sono solo salite, per fortuna dopo arrivano le discese e lì mi diverto, ogni volta. E posso anche prendermi la rivincita perché sono sempre stato più veloce del salitomane di sopra 😀

Che comunque mi ha aiutato anche in questo frangente e pure stavolta le nostre risultanze sono coincise: ottimo grip, buona tenuta in piega, disegno perfetto delle traiettorie nelle curva larghe e regolari, qualche incertezza entrando sporchi nei tornanti (abbiamo avuto tutti e due la sensazione l’avantreno chiudesse: solo sensazione, mai caduti), perfetti cambi di direzione e, sempre, una grande comunicativa tra gomma e ciclista.

Quella comunicativa che mi è piaciuta da subito provando le 4S, ho ritrovato intatta nelle Velo, si è confermata in queste TT.

Non è solo il feeling che si instaura tra gomme e ciclista che è filo conduttore di tutte le Pirelli Velo: anche con queste TT la fase di inserimento in curva resta un punto forte nella guida sportiva. Sempre precisa se la curva è regolare, chiede pulizia nell’azione se la traiettoria è stretta. Frenando forte e spigolando ho avvertito la chiusura di cui ho appena detto; mai pericolosa ma si perde per un momento il senso di sicurezza che sempre accompagna ogni manovra. Nulla è successo, mai come detto caduto o uscito fuori traiettoria; il fatto poi che sulle stesse curve ma percorse con le Breva, ruote che infondono una superiore stabilità all’avantreno, non abbia rilevato inconvenienti mi fa propendere più che per un limite della gomme in sé per un eccesso di sveltezza dovuto al connubio copertoncino/Oxygeno. Che sono fantastiche ruote da salita ma che, lo sappiamo, oltre certe velocità chiedono rispetto tanta è l’immediatezza di risposta.

Resta ferma con queste TT la sensazione di avere più gomma a terra di quanto la ridotta sezione lascerebbe supporre.

Quindi ricapitolando: in salita fanno valere il loro peso trascurabile, in discesa offrono ottimo grip, passiamo alla pianura.

E qui abbiamo un gran pregio e una parte del prezzo da pagare per l’alta specializzazione di questi copertoncini.

Il pregio, va da sé, è la superlativa scorrevolezza. Il prezzo è un comfort bassino, non hai quella che ho definito nel test delle Velo “accoglienza”.

Non posso parlare di una vera e propria scomodità, questo no. Ma passando come ho fatto io da una gomma all’altra anche nel corso della stessa giornata, si sente che la TT non ha identica capacità di copiare la strada come fanno Velo e 4S. Che in questo caso fanno valere il loro maggiore spessore (ricordate? Le TT sono appena 1,7mm) oltre la sezione superiore perché ho testato le 700×25 per le altre due gomme di casa Pirelli.

Del resto questo significa specializzazione: eccelli in alcuni aspetti, paghi pegno su altri. Tutto sta che il ciclista lo sappia e sia consapevole di come userà i copertoncini.

Per questo non posso definire un limite la sofferenza ad asfalti freddi e/o umidi. Non è una gomma invernale, non è una gomma da pioggia: è una ottima gomma da velocità, meglio se col caldo. Messa nelle sue condizioni diventa la pietra di paragone per gli altri, sempre però relativamente all’uso per cui è stata pensata.

Significa, tradotto, che non è la gomma che metti su e lasci tutto l’anno come faresti con le Velo.

Comunque anche in condizioni di scarsa aderenza il grip resta elevato in percorrenza, quelle situazione dove di solito è necessario prestare massima attenzione, guidare felpati come si diceva una volta, e in frenata. Se è freddo o umido, bloccare è la norma. Sotto la forza impressa dalla frenata questa TT non riesce a tenere la ruota saldamente attaccata al suolo come invece riesce alle sorelle.

Il bagnato è diverso. Intendendo la guida sotto la pioggia e non semplicemente l’umido. E’ una slick, per giunta assai specialistica, se scivolasse da tutte le parti nemmeno lo registrerei sul notes, sarebbe naturale.

Invece se c’è acqua a terra la tenuta è decisamente migliore di quanto mi sarei aspettato. Sempre nel confronto con gomme slick, tenetelo presente; non raffronto con gomme intagliate o da pioggia, non sarebbe congruo.

Malgrado l’assenza di intagli a interrompere ed espellere il velo d’acqua, queste Pirelli PZero TT conservano buon grip e comunicativa. Cautela in frenata e nelle discese, ovvio. Ma non più di quanto si è soliti fare pedalando sotto un temporale.

Questi i limiti, ora torniamo ai pregi emersi in piano. Dove servivano bici e ruote adatte. La bici da crono non la possiedo; mi titilla l’idea di farmene una ma la nona bici non sarebbe bene accetta in casa. Ho sopperito col kit Redshift che tra prolunghe e avanzamento sella permette un assetto assai simile, capace di donarti pedalata più centrata e migliore penetrazione all’aria. Le Spada Breva hanno fatto il resto.

Messa così la bici, emergono i pregi di gomme da velocità. Inizi ad andare così veloce che alla fine di quella piccola porzione di comfort in meno nemmeno ti curi più, sei talmente preso dalla prestazione che stai ottenendo che potrebbero pure infilare i chiodi nel sellino e tu continueresti a tirare.

Non rilevo mai i tempi nei segmenti in piano, troppe variabili. Traffico, semafori, vento, ogni volta è diverso e non ricaverei dati attendibili. Mi baso sulle punte velocistiche e per quanto tempo ho tenuto un certo passo. Che è stato superiore, come lecito attendersi, a quello tenuto con le sorelle 4S e Velo.

Abbiamo elementi a sufficienza, possiamo passare alle conclusioni.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Samuele Gaggioli</cite>

    Bellissima recensione (scusami per quel che sai), completa e chiara come al solito.
    Una domanda: avendo i cerchi con canale interno da 17mm non saresti fuori specifiche montando dei copertoncini da 23mm secondo le tabelle standard? Se non erro i 17mm vengono “dati” per un uso con copertoni da 25 a 50mm.
    Poi presumo che ogni costruttore faccia i suoi test per indicare le coperture adatte alla ruota…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Samuele, nulla di cui scusarti; il tuo rilievo era sensato e infatti come puoi vedere l’ho seguito 😀

      Da qualche parte credo di averne parlato nel blog o forse no, non sempre sono ordinato come vorrei. Comunque si, tabelle alla mano è così.
      Di fatto sono anni che io e tanti usiamo le 23 su cerchi da 17. L’unica accortezza che uso è sfruttare camere 23/25, un pelo più grandi delle 21/23 solite.
      Secondo me non serve a niente, ma aiuta psicologicamente…
      In ogni caso in tanti anni mai stallonato: e ora non me la tirate, mi raccomando 😛

      Fabio

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Sono abbastanza tardo e quindi, solo dopo questo articolo, immagino che le coperture vengano decise la mattina della partenza di una tappa del Giro (o di qualsiasi altra competizione importante) in base al clima, strade, temperature et cetera…come altri dettagli vari, e ogni squadra magari in modo diverso, o diversamente per atleti, appunto, diversi….

Commenta anche tu!