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Perché tanto odio?
La scorsa domenica ho scelto di attaccare frontalmente gli odiatori, gli analfabeti funzionali, i mentecatti che hanno gioito per la morte di tre ciclisti.
Tre ciclisti che a detta loro se la sono cercata nella migliore delle ipotesi.
L’ho fatto come mio solito senza badare ai click, che non inseguo, o alle conseguenza sulla mia “popolarità”.
Forse questo ha spiazzato chi mi segue da tempo e mi ha sempre riconosciuto pacatezza del toni. Ma stavolta la misura è colma.
Tacere, non ribattere a questa gentaglia significa far passare, legittimare anzi, la visione che è inevitabile ucciderci: ucciderci perché osiamo occupare la loro strada.
C’è molto ancora da fare e da raccontare, ne abbiamo, ne ho il dovere.
Pubblico solo il video per un motivo preciso: il mio messaggio non è per voi che seguite il blog, tutte persone intelligenti. E’ per gli haters, gli analfabeti funzionali che inondano YT.
Lì ho chiuso la possibilità di commentare, voglio vedere se hanno il coraggio di farlo qui. Si, coraggio, perché qui devi inserire il tuo indirizzo mail per commentare, non puoi nasconderti nell’anonimato di un nick.
Scommettiamo che non ne leggeremo manco uno?
Questo il link diretto al video, altrimenti miniatura in basso
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.


Non accetto la scommessa, anche io sono sicuro che nessuno si farà vivo
Ti seguo da anni anche se sono intervenuto assai di rado. Ho spesso pensato che il tuo raccontare quanto poco ti interessasse dei click era vero solo a metà, del resto senza traffico non avresti “peso”.
Ora posso dire che è tutto vero, hai coraggio ed onestà. Grazie per quello che fai.
Caro Fabio, permettimi il tono confidenziale. Io lavoro nella comunicazione e posso dirti che il tuo modo di esporti senza filtri e senza censure non ti farà mai avere un grande pubblico. Ma di sicuro ti farà avere un pubblico attento e interessato, che so cerchi. Quindi tanto di cappello, nessuno di noi che ti segue ha mai dubitato.
Riflessione che condivido, in particolare , la voglia di indagare e comprendere, perchè ci sia tanto odio verso individui che nel momento in cui vengono ammazzati sono in sella ad una bicicletta.
Non sono un sociologo, però, che questa società sia “malata” e quindi amplifichi i problemi degli individui non vi è ombra di dubbio. Forse i guidatori di auto hanno fatto proprio il mito di Filippo Tommaso Marinetti prendendo alla lettera il Futurismo e la glorificazione della velocità, che tra l’altro le regole, le leggi e la cultura dell’attuale società impone ed esalta.
Non so , non ho risposte semplici a questioni così dannatamente complicate, per concludere mi torna in mente una frase di Jiddu Krishnamurti che , in parte offre una risposta quando osservo la società in cui viviamo:”Non è un segno di buona salute mentale essere ben adattati a una società malata.”
ciao, io ammetto di essere uno dei disillusi sulla capacità del “prossimo” di comportarsi civilmente, per cui evito di uscire vicino casa e vado in bici su strade di campagna (una campagna ormai disabitata dove al massimo incrocio un cinghiale e non un essere umano).
D’altronde, abito a Roma e non a Copenaghen.
Il problema grosso, enorme, che vedo e sottolineo da qualche anno è che almeno 2 degli attuali partiti di governo, tra cui quello che esprime il ministro dei trasporti, “coccolano” quella parte di elettorato che vede come fumo negli occhi chiunque non si muova con l’auto (ma ce l’hanno anche con gli altri automobilisti ,eh!).
Anzi, possiamo circoscrivere il perimetro a quella fascia di elettorato spesso novax che è diventato anche “no politiche green” con lo stesso contenuto di odio e violenza. Agli occhi di questa gente il ciclista diventa un nemico, uno che va “punito”, che “se la cerca”, che è “un povero scemo”.
Eliminare i controlli dalle strade è una sorta di “occhiolino” a questo elettorato. Annunciare strabilianti pene per “cazzate” (i catarifrangenti sui pedali, il campanello…) è un modo per colpevolizzare una minoranza vista come “nemico”, come “quelli che non ci votano e quindi possono essere bastonati”.
Dare fiato ad un giornalista ormai molto in là con gli anni e incapace psicologicamente di trattenere qualsiasi cazzata gli viene in mente (non faccio nomi, ma sappiamo tutti chi è), anzi pomparlo mediaticamente come fosse un guru, un saggio della montagna, è un altro segnale che si dà ad una fetta di elettorato.
Tra i tanti “odiatori seriali” non mi stupirei se ci fossero pure i bot o i call center romeni che hanno un contratto con la famosa “Bestia” salviniana o l’equivalente social dei fratelli italiani.
Solo una precisazione: non sono romeni, la bestia aveva contratto con una società del capo della wagner, ora assorbita dal governo russo.
Società che con altre diramazioni sovvenziona alcuni giornali italiani.
Fabio
ah, questo dettaglio mi mancava.
D’altronde, la capacità dei russi di “rimestare nel torbido” delle nostre società attraverso i social e i partiti politici compiacenti è una cosa certificata in varie nazioni europee, anche in documenti ufficiali delle varie autorità comunitarie.
Il fatto che poi in Italia tutto passi sotto il cappello della “politica”, e quindi è normale e lecito, è qualcosa che trovo deprimente.
…ma qui usciamo parecchio dal seminato.
usciamo fino a un certo punto…pensa al ciclista o chiunque sia a favorevole alla mobilità sostenibile come in questi mesi sia oggetto di feroci campagne di disinformazione e odio, additati come coloro che vogliono il green deal e quindi affamare il popolo, far chiudere le fabbriche, licenziare i lavoratori. Secondo te i bot che inondano la rete di meme e messaggi da dove partono?
Fabio
Condivido in toto la tua posizione, anch’io avevo notato che i sedicenti ciclisti tendevano anch’essi a colpevolizzare i morti. E’ la cosa più triste.
Ho segnalato un commento particolarmente esplicito apparso sul Fatto Quotidiano alla Fondazione Michele Scarponi.
Penso che il modo in cui queste notizie vengono raccontate dalla maggior parte dei mezzi d’informazione sia scorretto e alla fine non faccia che diffondere ulteriormente paure e insicurezza. Ad esempio, si legge che “quella strada è pericolosa” quando ad essere pericoloso è il comportamento dei guidatori; si parla di “incidente” mentre si tratta della conseguenza (prevedibile) di un certo modo di guidare; regolarmente gli investiti vengono definiti “ciclisti” inquadrandoli così automaticamente in una categoria su cui pende uno stigma sociale: si dovrebbe invece parlare di persone in bicicletta, questo cambierebbe la prospettiva.
Oggi mostravo a mia moglie la differenza tra gli interventi su YT e quelli qui; di meno ok, lì il traffico è superiore, ma i toni, le riflessioni, le capacità, le idee. Io sono fiero di avervi qui, lo dico davvero.
Fabio