Pedali Time Xpresso 4

Le tacchette
Le tacchette.
Paragrafo a sé per le tacchette e si giustifica col fatto che vantano alcune particolarità: la più importante è la possibilità di variare il Q-factor su due diverse misure con uno sfasamento di 2,5mm. Ci arriviamo fra poco, osserviamo prima come sono fatte.
Nella confezione troviamo la coppia di tacchette, le sei viti (scarpe road, quindi a tre fori) le due piastrine di metallo per la centratura e una coppia di inserti adesivi per consentire l’adattamento a suole diverse.
Quest’ultimo accessorio è utile, molto. Non è offerto solo dall’azienda francese, è vero, ma molti pedali di alta gamma non lo prevedono; è anche vero che non sempre è necessario, soprattutto per pedali provvisti di tacchette assai più piccine.
Capita che alcune scarpe da ciclismo abbiano una curvatura della suola “anomala” e, complice la notevole estensione della tacchetta, questa finisca col non aderire perfettamente alla scarpa. Col risultato di trovarci a combattere con difficoltà di aggancio o scarsa tenuta.
Se la curvatura della tacchetta (pronunciata, è vero) mal si adatta alle suole dei nostri scarpini basterà spessorare con l’inserto in dotazione, posizionandolo come indicato dalla freccia nell’immagine in basso.
Capovolgendo la tacchetta notiamo lo “sperone” di aggancio anteriore (piuttosto spesso e che funge anche da punto di appoggio una volta scesi di sella), il sistema di fermo posteriore e le due prolunghe che ci impediranno di scivolare prima di inforcare la nostra bici. E devo dire che sono davvero stabili camminando a piedi. Ci scendo le scale bici in spalla e non è operazione che posso fare con qualunque tacchetta stradale.
In dettaglio i due punti di aggancio della tacchetta al pedale.
A vederli sembrano più massicci di quanto sono. Ma è solo la foto ravvicinata. Ovviamente l’innesto col pedale è preciso.
Offrono un buon gioco angolare in ambedue i sensi, consentendo al piede di trovare in modo naturale la sua posizione; con tacchette correttamente montate.
Posizionarle è piuttosto semplice e, secondo me, alla portata di qualunque ciclista abbia un minimo di sensibilità per decifrare i segnali che arrivano dal nostro corpo. Chi usa scarpe con attacco per la prima volta farà bene a lasciarsi aiutare da una persona esperta; ma se già si frullano le gambine con scarpini road usando però pedali diversi e si vuole passare a questi Time, ritrovare la corretta posizione sarà semplice. Però anche i neofiti, come vedremo, avranno a disposizione tanti riferimenti per un posizionamento iniziale.
Prima di avvitarle alla suola dobbiamo scegliere il Q-factor a noi più congeniale. Come detto sopra, è possibile scegliere due differenti misure con una variazione di 2,5mm. Per essere precisi la distanza dalla pedivella può essere regolata a 51,7 mm o 54,3 mm. Calcolata dal centro della tacchetta. Possono sembrare una inezia, forse lo sono, forse no: io l’apprezzo molto.
Le tacchette recano incise le indicazioni per la regolazione.
A seconda se la stessa tacchetta la montiamo a destra o a sinistra avremo un valore di Q-factor diverso. In dettaglio il suggerimento riportato sulla tacchetta.
Cioè se prendiamo questa tacchetta in foto e la montiamo sullo scarpino destro avremo un Q-factor di 54,3mm; se la montiamo sullo scarpino sinistro avremo un Q-factor di 51,7mm. Ovviamente l’altra tacchetta riporta le stesse indicazione, a posizioni invertite.
Attenzione però “all’effetto specchio”. Cos’è? Avete mai lavorato con la bici al contrario, poggiata al suolo su sella e manubrio? Bravi, non si fa, ma in caso d’emergenza… Vabbè, non divaghiamo. Con la bici al contrario quante volte vi è capitato di avvitare invece di svitare? E’ appunto l’effetto specchio, per cui ci troviamo al contrario e quello che ci sembra sia un movimento antiorario invece è orario. Problema che ho rilevato assai spesso con chi tende i raggi per la prima volta. Poiché agisce sul nipplo da sopra, cioè dal cerchio e non dall’interno del suo canale, ha sempre l’impressione di stare svitando invece di avvitare o viceversa.
Ma tutto questo a che ci serve con le nostre tacchette? Ci serve, perché per decidere se montare la nostra tacchetta a destra o sinistra dovremo farlo posizionando la tacchetta guardando la scritta, come se la suola fosse trasparente e potessimo leggerla dal collo dello scarpino. Perché poi capovolgendo la scarpa per avvitare avremo appunto l’ effetto specchio e potremo sbagliare invertendo le tacchette.
Dicevo che posizionarle è semplice, anche se quello che ho appena scritto potrebbe far temere il contrario. In realtà è più semplice a farlo che a leggerlo. Bene, deciso quale Q-factor fa al caso nostro è il momento di avvitarle.
La piastrina di metallo che andrà sull’asola in punta reca una piccola incisione nel mezzo: dovremo allinearla col corrispondente segno grafico posto sulla tacchetta, così avremo la precisa centratura e un gioco angolare di 5 gradi in ambedue i sensi.
Non basta; un ulteriore ausilio l’abbiamo dal piccolo segno inciso e indicato dalla freccia: nel posizionare la tacchetta dovremo farlo corrispondere all’asse del pedale che, a sua volta, deve corrispondere al nostro metatarso. Mio suggerimento: una striscia di nastro carta sullo scarpino in zona metatarso, indossate gli scarpini e cercatelo al tatto: non alla suola, ovvio ma di lato. In pratica è appena dietro l’alluce. Segnate il punto a matita e avrete il vostro riferimento per il metatarso.
A questo punto non resta che fissare la tacchetta alla suola usando le altre viti.
Eccoci servita la prima regolazione, quella standard direi, delle tacchette. Da questa che è una ottima base di partenza ed è facilmente ottenibile grazie a tutti i riferimenti presenti, potremo poi con l’uso e l’esperienza operare i piccoli e necessari aggiustamenti. Che sono strettamente personali e dipendono sia dalle proprie quote antropometriche che dallo stile di pedalata. Quindi non ne posso trattare qui né fornire indicazioni. Preparerò un articolo con i principi base, poi la finitura deve essere fatta dal vivo e dalla pagina scritta non è possibile.
Tacchette che restano molto vicine alla suola, determinando una altezza col pedale di soli 13,5mm. Inferiore a quasi tutta la concorrenza. Minore questa distanza più efficace la pedalata.
Pedali sulla bici, tacchette assicurate alle suole non resta che mettersi in sella e scoprire come vanno questi pedali; prossimo paragrafo quindi è la prova su strada.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ciao Fabio,
rimuginavo da qualche giorno sui pedali time e sul desiderio di ritornare su queste pagine, per scoprire che qui c’è anche una recensione degli X-presso 4, proprio quelli che avevano attirato la mia attenzione. Con l’occasione ti segnalo che il link nell’indice test punta al post sugli scarpini Rose e non a questo (ma ci sono arrivato grazie all’intercessione di san google).
Dalle descrizioni degli x-presso 4, forse non ho capito molto, infatti avevo avuto l’impressione che oltre alla regolazione del q-factor ci fosse una seconda possibilità di spostamento di ulteriori 2,6mm durante la pedalata, quindi in maniera dinamica (copio ed incollo quello che è scritto su rosebikes · Adjustable Q-factor: The cleat can be moved along the axle by 2,5 mm. Moreover, the distance to the crank arm can be varied by 2,6 mm.).
Dopo avere letto la tua descrizione del posizionamento della tacchetta, dove a seconda del posizionamento delle tacchette dx-sx si ha la differenza di 2,6mm, a cui si aggiungono altri 2,5mm nel posizionamento dovuti alla larghezza dell’asola, quindi una maggiore possibilità di regolazione, ma non la riduzione del ‘vincolo laterale’ con la possibilità per il piede di avere contemporaneamente, durante la pedalata, sia una rotazione nel piano orizzontale, sia una traslazione laterale, ma la sola rotazione, in maniera non dissimile dai look.
Spero questa volta di avere capito bene.
Buone pedalate Luigi
Ciao Luigi, scusami per il ritardo nel rispondere. Ieri volevo farlo, poi però sono uscito in bici… 😀
Grazie per la segnalazione del problema al link, ora ho corretto.
Pedali e regolazione. E’ un poco cervellotica, effettivamente. Confonde anche la terminologia usata. Comunque, semplificando: il q-factor lo regoli a seconda di come monti le tacchette. Poi, indipendentemente dal q-factor scelto, l’insieme tacchetta/pedale ha questo leggero movimento angolare e laterale, per cui si adatta alla propria conformazione.
Durante la pedalata non avverti gioco, sensazione di instabilità per capirci. L’unico fastidio, se così vogliamo chiamarlo, è che la rotazione del tallone per lo sgancio ha corsa superiore rispetto ai Look
Fabio
Grazie, Fabio, per la tua cortesia e per questo splendido blog, dove, dal marzo 2017, ritorno periodicamente con molto piacere.
Buone pedalate