Pedali Time Xpresso 4

Come è fatto

Tempo di lettura: 6 minuti

Come è fatto.

Un pedale è un pedale, non è che si possa inventare chissà cosa; eppure questi Time si riconoscono a prima vista, così come avviene, per esempio, con i pedali Speedplay. Seppure la forma sia quella classica, adatta a una tacchetta trapezoidale per capirci, anche senza avere un grande occhio per i dettagli si nota subito l’ampio spazio destinato ad accogliere proprio la tacchetta. Più superfice d’appoggio significa migliore pressione sul pedale e infatti le tacchette Time sono le più estese in commercio.

Da questa prima panoramica possiamo farci una idea su alcuni dettagli. La profondità dell’aggancio in punta della tacchetta, il sistema di ritenuta posteriore che resta aperto col pedale a riposo grazie alla tecnologia I-clic 2 di cui leggeremo tra poco, l’ingaggio a brugola (da 8) per avvitarli alle pedivelle e la ghiera per smontare l’asse che necessita di chiave apposita. Ho visto usare su di lei una normale pinza da sedicenti meccanici e improvvisati youtuber: per favore, non fatelo…

Le dimensioni come ho detto sono generose; ma più delle misure esterne conta un dato che in foto non potevo rappresentarvi e cioè la superfice di appoggio: 700 mm2, credo la più estesa tra i pedali road.

Il sistema di aggancio prevede la tecnologia I-clic 2 messa a punto da Time e loro esclusiva da anni. Semplificando: la “morsa” posteriore resta aperta quando il pedale è a riposo, cioè senza scarpa agganciata, per chiudersi immediatamente quando la ingaggiamo. In questo modo appena saliti in sella incontreremo un resistenza quasi nulla nell’agganciare, a tutto vantaggio di sicurezza e velocità nell’azione.

Le immagini in basso mostrano chiaramente il sistema aperto.

In dettaglio vediamo fare capolino il meccanismo della molla.

Che non è una vera e propria molla bensì una sottile lamina in carbonio.

Che qui vediamo meglio.

Come ogni sistema elastico che si rispetti è possibile regolarne la tensione. Infatti al lato del pedale troviamo una piccola vite che permette tre differenti gradi di tensionatura.

La virtù è nel mezzo e infatti io preferisco la posizione media; comunque tra i due estremi non c’è grandissima differenza e in ogni caso anche se si sceglie la tensione minima non si verifica alcuno sganciamento indesiderato.

Assai profondo l’incavo in punta; a vederlo così sembra difficile farci entrare la tacchetta e conservare sufficiente mobilità per operare l’aggancio. Una impressione, i Time sono sempre stati, a mio giudizio, quelli con l’aggancio più semplice e immediato. Sempre con riferimento a pedali trapezoidali, gli Speedplay sono una altra storia.

Tutta la gamma Xpresso, tranne il modello di ingresso Xpresso 2, è caratterizzato da una piastra che può essere rivestita in acciaio o interamente in carbonio a seconda della versione del pedale.

Migliora l’appoggio nonché la durata del pedale. E’ facilmente removibile; inoltre l’azienda francese propone queste piastrine in differenti colori, per chi amasse personalizzare.

Due viti e il gioco è fatto.

L’asse è in acciaio, ha ingaggio interno a brugola da 8 per avvitare la filettatura a passo standard (9/16 20″) alla pedivella e come detto sopra c’è una ghiera per accedere all’asse e svolgere manutenzione, che richiede una chiave apposita. L’azienda impone di non svolgerla personalmente a pena decadenza della garanzia, forse temendo che qualche errore nel rimontare infici la sicurezza e si possa ritenere lei la responsabile. Onestamente non ho una risposta certa. Posso solo dire che è molto semplice smontare l’asse ma anche non necessario. I cuscinetti sono del tipo sigillato, già buoni (non eccellenti) su questa versione più economica, ricordo che la top vanta asse in titanio e cuscinetti ceramici oltre al corpo in carbonio, e durano più dei pedali. Quindi alla fine non è che sia poi tanto importante aprire quest’asse.

A proposito di materiali, ancora non ne avevo fatto cenno: rimedio.

Il corpo del pedale è in composito, l’asse in acciaio e il peso dichiarato è appena 115 g a pedale, escluse tacchette quindi. Verificato e coincide. Praticamente un peso analogo o addirittura inferiore a quello di pedali che costano almeno tre volte tanto. Ottimo.

E adesso nuovo paragrafo e diamo una occhiata alle tacchette.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Luigi</cite>

    Ciao Fabio,
    rimuginavo da qualche giorno sui pedali time e sul desiderio di ritornare su queste pagine, per scoprire che qui c’è anche una recensione degli X-presso 4, proprio quelli che avevano attirato la mia attenzione. Con l’occasione ti segnalo che il link nell’indice test punta al post sugli scarpini Rose e non a questo (ma ci sono arrivato grazie all’intercessione di san google).
    Dalle descrizioni degli x-presso 4, forse non ho capito molto, infatti avevo avuto l’impressione che oltre alla regolazione del q-factor ci fosse una seconda possibilità di spostamento di ulteriori 2,6mm durante la pedalata, quindi in maniera dinamica (copio ed incollo quello che è scritto su rosebikes · Adjustable Q-factor: The cleat can be moved along the axle by 2,5 mm. Moreover, the distance to the crank arm can be varied by 2,6 mm.).
    Dopo avere letto la tua descrizione del posizionamento della tacchetta, dove a seconda del posizionamento delle tacchette dx-sx si ha la differenza di 2,6mm, a cui si aggiungono altri 2,5mm nel posizionamento dovuti alla larghezza dell’asola, quindi una maggiore possibilità di regolazione, ma non la riduzione del ‘vincolo laterale’ con la possibilità per il piede di avere contemporaneamente, durante la pedalata, sia una rotazione nel piano orizzontale, sia una traslazione laterale, ma la sola rotazione, in maniera non dissimile dai look.
    Spero questa volta di avere capito bene.
    Buone pedalate Luigi

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Luigi, scusami per il ritardo nel rispondere. Ieri volevo farlo, poi però sono uscito in bici… 😀
      Grazie per la segnalazione del problema al link, ora ho corretto.

      Pedali e regolazione. E’ un poco cervellotica, effettivamente. Confonde anche la terminologia usata. Comunque, semplificando: il q-factor lo regoli a seconda di come monti le tacchette. Poi, indipendentemente dal q-factor scelto, l’insieme tacchetta/pedale ha questo leggero movimento angolare e laterale, per cui si adatta alla propria conformazione.
      Durante la pedalata non avverti gioco, sensazione di instabilità per capirci. L’unico fastidio, se così vogliamo chiamarlo, è che la rotazione del tallone per lo sgancio ha corsa superiore rispetto ai Look

      Fabio

      • <cite class="fn">Luigi</cite>

        Grazie, Fabio, per la tua cortesia e per questo splendido blog, dove, dal marzo 2017, ritorno periodicamente con molto piacere.
        Buone pedalate

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