[Officina] Come chiudere la catena con pin o missing link, parte quarta

Come giuntare la catena con Pin semplice
Come giuntare la catena con Pin semplice
Sia per aprire che per giuntare una catena da bicicletta sfruttando il pin, serve un attrezzo specifico: lo smagliacatena.
Cos’è il pin? E’ quel piccolo chiodino che “tiene insieme” tutte le parti della catena.
Nell’immagine in basso possiamo vedere una catena a cuore aperto.
Che si debba eliminare o aggiungere qualche maglia o che si debba aprire o chiudere una catena, dobbiamo lavorare sul pin.
Usando appunto lo smagliacatena. La procedura è quasi del tutto in comune tra pin semplice e pin rinforzato.
Vediamo il primo.
Lavorando su una catena da bicicletta con giunzione a pin serve avere alle estremità le mezze maglie giuste, che combacino.
In questo caso significa avere una mezza maglia esterna e una mezza maglia interna.
Poniamo l’ipotesi che la nostra catena sia troppo lunga e dobbiamo rimuovere qualche maglia.
Prendiamo lo smagliacatena.
Il suo principio di funzionamento è semplice: da un lato un chiodino o pin (a misura) inserito su una barra filettata governata da una leva e dall’altro una vite cava. Si poggia la catena sui dentini dell’attrezzo, si blocca con la vite cava e il pin in appoggio sul piolo della catena (per centrare bene l’azione) e si inizia ad avvitare la leva. Il chiodino spingerà fuori il pin della catena, liberando le maglie.
Se il principio è semplice, resta comunque una di quelle operazioni che le prime volte può causare problemi.
Il pin decentrato, la catena inserita male o altro e potremmo danneggiare la maglia.
Per smagliare bene la catena è fondamentale che questa sia correttamente posizionata sull’attrezzo.
Sfruttiamo i dentini e poi avviciniamo insieme sia la vite cava che il pin: senza serrare prima uno e poi l’altro, altrimenti la catena 99 volte su 100 si piazzerebbe storta. No, mandiamo pin e vite cava a pelo, a battuta leggera. Quel tanto che serve a tenerla ferma, quel poco che basta per poterla aggiustare a mano. Una volta trovata la corretta posizione, stringiamo pin e vite cava.
Catena ben messa sull’attrezzo, pin perfettamente centrato, vite cava posteriore che mantiene il tutto saldo: possiamo iniziare ad avvitare, ossia spingere il pin contro il piolo della catena.
In questa prima fase è naturale avvertire una certa resistenza: c’è da vincere l’opposizione del piolo catena a oltrepassare la sua sede.
Proseguiamo la corsa, che adesso è più agevole; fermandoci un attimo prima che il pin dell’attrezzo sia tutto all’interno della maglia.
Qui serve una precisazione, perché dare una misura di quando fermarsi è impossibile. Lo scopo finale è spesso evitare che il piolo della catena abbandoni anche la piastrina opposta, quella a battuta contro la vite cava. Deve restare a filo, quanto basta per liberare la catena ma non tanto da fuggir via. Perché averlo ancora solidale alla piastra della maglia è una gran comodità.
Se invece dobbiamo montare pin rinforzato e ci serve libera, diamoci dentro senza remore, possiamo anche rimuoverlo del tutto.
Alcuni smagliacatena hanno il pin dimensionato apposta sulla lunghezza del piolo, allargandosi alla base: così la corsa si ferma e sappiamo che oltre non dobbiamo andare.
Tanti no, non usano questo accorgimento e qui si va ad occhio, con l’esperienza. Ognuno conosce il proprio smagliacatena e sa quando fermarsi. Comunque, in linea di massima, due consigli: fermarsi in netto anticipo, liberare la catena dall’attrezzo e vedere quanto manca; fermarsi sempre quando la resistenza aumenta, significa che la testa del piolo catena sta impattando sulla piastrina. Esercitando una forza inferiore perché il piolo si è “sfinato” al primo passaggio, ma di solito una superiore resistenza c’è.
Una volta sicuri che il piolo sia fuori abbastanza da poter liberare la maglia, svitiamo il pin e la vite cava.
Se dovesse opporre resistenza a dividersi, possiamo esercitare una moderata leva. Posto che abbiamo lasciato fuoriuscire abbastanza piolo.
Ed ecco la nostra catena smagliata, con piolo ancora saldo alla catena.
Questo se la catena dobbiamo accorciarla; ma nell’ipotesi inversa?
Se cioè dobbiamo aggiungere fisicamente un pezzo di catena?
Ma anche se dobbiamo richiuderla, giuntarla?
In questo caso aver lasciato il pin in sede ci sarà di enorme aiuto, perché lo andremo a riutilizzare.
E’ pratica comune su catene fino a 6 velocità che non usano pin rinforzato o missing link di varia foggia.
Se il lavoro è ben fatto, tiene.
Passiamo quindi a giuntare la catena.
Posizioniamo nuovamente la catena sull’attrezzo, sempre avendo cura di centrare bene lavorando su pin e vite cava.
Solo quando tutto è perfettamente allineato potremo iniziare ad avvitare.
Bene, direi ci siamo: avvitiamo.
E facciamolo finché il pin arriva a battuta.
Una buona abitudine è ribattere il pin dal lato che è appena uscito.
Per farlo serve che lo smagliacatena abbia l’apposita punta.
Piatta e leggermente bombata.
E’ molto semplice: basta avvitarla alla vite cava, sugli smagliacatena che hanno questa possibilità.
Posizioniamo la catena, mandiamo a battuta con pin e vite piatta e stringiamo il pomello di quest’ultima.
Ecco la catena giuntata e ribattuta; se non fosse per il leggero segno lasciato dall’attrezzo, sarebbe impossibile capire su quale pin abbiamo lavorato.
Liberiamo la catena dallo smagliacatena e operiamo una leggera leva nella direzione indicata dalle frecce: questo libererà tensione e la catena scorrerà perfettamente.
Adesso dedichiamoci al pin rinforzato.
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Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.