Nuove ciclovie?

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Apprendo dalla stampa che, finalmente, è stato firmato il protocollo di intesa tra Governo e amministrazioni locali interessate per la realizzazione di tre importanti ciclovie turistiche.

Saranno la ciclovia VenTo che seguirà la linea del Po tra Venezia e Torino, la ciclovia del Sole che unirà Verona a Firenze e la ciclovia dell’Aquedotto pugliese che attraverserà Puglia, Basilicata e Campania. Quest’ultima inizialmente esclusa ma l’infaticabile passione di un gruppo di ciclisti l’ha riportata in auge.

Significativo che per il Governo fossero presenti sia il Ministro per le infrastrutture (naturalmente competente per materia) che quello dei Beni culturali. Segno che ci si rende conto della portata anche economica e culturale che la creazione di questi percorsi avrà.

Ancor più significativa l’assenza dell’amministrazione della Capitale, che a questo punto sembra aver rinunciato a volere la creazione del GRAB, acronimo per Grande raccordo anulare per le bici. Una opera che significherebbe un enorme passo avanti per Roma e la sua viabilità. La mancata firma pone l’amministrazione cittadina nella impossibilità di accedere ai finanziamenti: una svista? Altri impegni? Nemmeno un assessore disponibile? La bici ha un colore partitico avverso? Tutto è possibile, ormai mi stupisco poco. Un peccato per Roma e i romani, spero troveranno come rimediare.

Siamo alle fasi inziali, quelle in cui il Governo mette a disposizione i denari affinché le amministrazioni locali possano finanziare i progetti: nessuna posa della prima pietra a breve insomma.

Ma è già qualcosa, non tanto per i progetti in sé quanto per la raggiunta consapevolezza dell’importanza che ormai riveste la bici. Non più fanatica passione per pochi o molti adepti oppure economico mezzo di trasporto urbano: la bici come strumento per apprezzare il nostro Paese.

Ieri sera a cena con amici parlavamo dei dintorni di dove sono adesso. Tutti noi frequentiamo queste zone da quando eravamo ragazzini e le conosciamo bene. Però alla fine ci siamo resi conto che io le conosco meglio di loro. Non nel senso che ne conosco una maggiore estensione: ne conosco i dettagli.

Già, perché io le percorro in bici.

Ne assaporo i profumi all’alba; mi godo la luce calda del tramonto che proietta la mia lunga ombra sulla strada; scovo antichi resti della romanità o le strutture di guardia ormai in rovina di quando le coste erano saccheggiate dai Saraceni o all’interno lo Stato Pontificio e il regno delle Due Sicilie fronteggiavano il banditismo; mi perdo su strade poco battute dove il tempo sembra essersi fermato per imbattermi in pastori dai tratti antichi come il loro mestiere; mi riposo a chiacchierare con anziani che conservano la memoria di quando buona parte di questa zona era solo palude.

Ogni uscita un viaggio. Perché un viaggio non si misura in chilometri, si misura in intensità.

Ben vengano allora questi nuovi progetti. Li vedremo compiuti? Io spero di si. Non mi interessa il colore politico di chi li porterà a compimento, mi interessa solo che non resteranno sulla carta. Vedremo.

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COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Ce n’est qu’un début continuons le combat!

  • <cite class="fn">Luca</cite>

    Campa ciclista, che le ciclovie crescono…..

    Se poi, sulle suddette ciclovie, si riverserà il popolo che attualmente infesta le piste ciclabili, i veri ciclisti, continueranno a tenersi alla larga.

    Cani con guinzagli estensibili, che tentano di infilarsi fra le ruote del ciclista di passaggio, pattinatori che sbracciano nel loro caratteristico movimento, mamme con carrozzine e pargoli, runners che procedono affiancati chiacchierando amabilmente, pedoni che sbucano da dietro i cespugli e attraversano in qualunque punto senza guardare e magari, una bella siepe spinosa che fiancheggia la pista, come accade dalle mie parti, siepe che ogni anno, in un preciso periodo, espelle piccoli ricci dotati di formidabili aculei che si spandono ovunque, per la delizia dei malcapitati di passaggio.

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