Non vi ho fatto gli auguri

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Questo anno non vi ho fatto gli auguri; né per Natale (che è doppia ricorrenza col compleanno del blog) né per il nuovo anno.

In realtà un messaggio l’avevo scritto, il classico “Auguri per due” del 25 dicembre. Ma non ho dato l’invio e non per poca memoria.

Era venuto fuori uno sfogo intimo, personale, frutto di un 2020 brutto per troppi, orribile per me. Avrei finito col deprimervi.

Nemmeno la mancata pubblicazione di un messaggio di auguri per il nuovo anno è figlia della mia sbadataggine: spero per tutti che questo sarà un anno migliore ma non sono dell’umore giusto per guardare fiducioso al futuro.

O forse (ri)sento di questi giorni festivi che mi hanno fatto sentire ancora più forte la mancanza dei miei affetti più cari.

Abbiamo passato, stiamo passando, queste feste in famiglia: io, mia moglie, mia figlia.

E io sono sempre felice quando posso godermi le mie fanciulle di casa.

Però ho sentito forte il bisogno di avere qui mia sorella e mio fratello. La prima bloccata in altro continente dal gennaio dello scorso anno, per un motivo o per un altro riuscire a tornare in Italia è troppo complicato. Mio fratello in altra Regione ma ogni volta che può lasciare il lavoro c’è un blocco degli spostamenti.

Avrei voluto poter sfruttare il passato autunno per celebrare mio padre, uno degli ultimi giganti del Fòro, come l’emergenza sanitaria non mi permise ad aprile.

Avrei voluto, me lo ha sempre chiesto, organizzare una personale dei suoi dipinti; rivedere gli appunti del suo ultimo libro; mettere ordine tra i processi più celebri che ha patrocinato.

Tutto saltato, tra limitazioni e blocchi vari non avrebbe avuto senso.

Ho fatto tutt’altro, sto facendo tutt’altro, perché ho bisogno di non pensare.

Sto sistemando parte della casa. Rimasta ferma, cristallizzata allo scorso aprile. Mio padre viveva con me, qui avevamo insieme lo studio, un’ala era sua. E tale era rimasta.

Lo studio, lo studiolo dove dipingeva, la camera da letto, il suo bagno.

Dovevo cambiare, non potevo continuare a mantenere un mausoleo.

Un cambiamento radicale, molte stanze che hanno e avranno una funzione del tutto differente. Tranne lo studio, che ho fatto mio. 

E tra questi cambi di destinazione una stanza sarà la nuova sede dell’Officina.

Strutturata secondo uno schema modulare, per permettermi di lavorare sulle bici e in meno di un minuto trasformarsi in set per foto e video.

Credevo avrei finito per l’epifania, vedo adesso che serviranno un altro paio di settimane.

Perché è tutto un gioco a incastri. Creare questa nuova officina ha significato prima sistemare una stanza diversa, poi sgombrare la vecchia microfficina, poi svuotare una altra stanza, poi riporre nella vecchia microfficina (che torna a essere lo sgabuzzino che è sempre stato prima lo trasformassi) quello che intralcia.

E come sempre quando inizi lavori in casa salta sempre fuori qualcosa in più.

Sto pubblicando poco, lo so.

Sto riproponendo vecchi articoli della sezione Officina rivisti per adeguarli alle novità oppure per dargli una veste grafica migliore.

Dovrei tornare pienamente operativo entro la prima metà di febbraio, zone rosse permettendo.

Ci sarà un periodo di rodaggio, per calibrarmi sul linguaggio nuovo che intendo usare; soprattutto perché l’intenzione è completare gli articoli con video esplicativi, una tecnica descrittiva che non padroneggio come la parola scritta. 

Un poco di pazienza, se tutto girerà come deve avremo un blog assai più interessante.

Buone pedalate e auguri, in ritardo ma sentiti.

COMMENTS

  • <cite class="fn">alfaluna</cite>

    Forza fabio,
    io quest’anno ai miei amici e parenti al posto degli auguri ho mandato “saluti” (un pò di scaramanzia non fa mai male in questo periodo). Mi sono mancati anche a me il cenone e gli affetti ma per prudenza abbiamo rimandato.

  • <cite class="fn">Max</cite>

    Buon anno anche a te, personalmente comprendo benissimo il tuo stato d’animo. Anch’io feste in casa solo con moglie e figlia, mai capitato prima di non vedere i miei fratelli, mia madre morta a febbraio scorso e poi la divisione dei mobili e dei ricordi, così cari ai miei genitori, e poi su e giù in un anno terribile e terribilmente faticoso. Pensa che in queste feste come scacciapensieri mi rifugiavo nel montaggio della Surly per la quale mi hai dato le tue, per me ignorante in materia, preziosissime indicazioni. Che il nuovo anno ci porti finalmente serenità intanto io son qui che aspetto Bartali e preparo la discesa a Roma lungo la via Francigena…in bici of course.
    Cari saluti e auguri.

  • <cite class="fn">Antonio</cite>

    …non pioverà per sempre…

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Prescrizione: una bici nuova

  • <cite class="fn">Stefano</cite>

    L’anno appena finito è meglio fare di tutto per dimenticarlo, ma speriamo nel proverbiale sole dopo la tempesta.
    Secondo me per il blog ti fai troppi problemi, leggo post quasi di scuse, per non essere pronto per i tempi che ti eri dato, per ritardi di cui solo tu in realtà hai coscienza. E’ già un ottimo blog per chi (come me) cerca info sulla manutenzione, e per chi invece cerca recensioni di nuovi prodotti. Non so che numeri hai, ma sono abbastanza sicuro che i lettori sono di qualità.
    Ciao, buon 2021 anche a te.

  • <cite class="fn">ENRICO FORMISANO</cite>

    Ciao Fabio, tanti auguri per il nuovo anno e per i nuovi propositi. Ti potrei suggerire di arricchire i tuoi tutorial su youtube inserendo anche i vocali? per esempio, seguire la raggiatura della ruota senza il vocale è stato per me molto difficile ahahahah. Ciao e grazie

  • <cite class="fn">Alfredo Garofalo</cite>

    Dal telefono devo essere sintetico, ti dico solo due cose. La prima è un augurio anche a te per un anno migliore. E la seconda è semplicemente… GRAZIE!

  • <cite class="fn">giovanni</cite>

    Auguri sentiti Fabio, è comunque un piacere leggerti qualunque sia l argomento, che non è mai banale. Facciamoci forza: chiù ner ra mezanott nun po venì

  • <cite class="fn">Giovanni74</cite>

    Sono quasi certo che continueremo per tutto questo 2021 a difenderci da questa pandemia, sperando che il vaccino funzioni assieme al distanziamento e sopratutto cercando di sopravvivere. Le nostre vite sono segnate in maniera più o meno forte e sono poche le famiglie che non hanno conosciuto il dolore provocato da questa situazione vuoi per la perdita di un famigliare o per la perdita del lavoro ect. Io un pò di auguri li ho fatti forse più per ritrovare un pochino di normalità in un momento che di normale ha nulla. Dobbiamo rimanere tutti uniti in gruppo e cercare di arrivare compatti al traguardo tenendoci su a vicenda.

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