Montiamo il tubolare

Tempo di lettura: 3 minuti

Un articolo breve per parlare di una procedura caduta in disuso: il montaggio di un tubolare su cerchio in alluminio.

Ormai i tubolari sono numericamente poco diffusi rispetto ai copertoncini e la loro applicazione maggiore l’abbiamo su costosi e leggerissimi cerchi in fibre composite; il tubeless li sta soppiantando se guardiamo ai cerchi in alluminio.

A fornirmi l’occasione per scattare le immagini è stata la necessità di sostituire i tubolari a una vecchietta da corsa in acciaio. Se posso scattare le foto cerco sempre di ricavarne un articolo.

Ma attenzione: quello che vedremo è fattibile con cerchi in alluminio e non in fibra di carbonio, soprattutto la pulizia dei residui di vecchio mastice.

Partiamo dal cerchio nudo; se abbiamo un centraruote è comodo usarlo per lavorare sul cerchio, altrimenti una volta rimosso il vecchio tubolare possiamo rimontarlo sulla bici e sfruttare lei come supporto.

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Il canale, con la tipica gola stondata per accogliere il tubolare, presenta cospicue tracce di vecchio mastice ormai secco.

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Trattandosi di cerchio in alluminio e non verniciato, per rimuoverlo possiamo ricorrere a una spazzola in ottone; lavorando sul gesto e non sulla pressione non graffieremo la superficie. Che sia sottile, altrimenti le setole non lavoreranno nel canale del cerchio ma all’esterno.

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Inoltre non è necessario portare tutto il cerchio a nudo rimuovendo ogni minimo residuo. Basta ottenere una superficie omogenea e priva di scalini evidenti. Per i residui più tenaci possiamo scaldare il vecchio mastice, si scolla dalla superficie come fosse vernice. Senza eccedere altrimenti otteniamo l’effetto opposto, una pasta simile al vecchio Pongo, ve lo ricordate?

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Una buona sgrassata con acetone (da non usare su cerchi in carbonio: l’ho già detto che stiamo vedendo la procedura per cerchi in alluminio?) e non quello per rimuovere lo smalto dalle unghie che usano le nostre compagne perché contiene olii. Attenzione se il cerchio è verniciato a non farlo colare, rimuoverebbe il colore. Lo stesso vale per gli adesivi. E’ molto volatile, quindi meglio inumidire un panno morbido poco alla volta. Usarne tanto tutto insieme è inutile, asciuga prima che siamo riusciti a passarlo.

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Adesso che il cerchio è pronto passiamo al nostro tubolare.

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Sono della vecchia scuola, mia figlia dice vecchio e basta, e uso dare una bella “tirata” al tubolare per distenderlo.

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Poi lo gonfio leggermente, come facciamo quando dobbiamo montare una camera d’aria nuova.

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L’ho detto, vecchia scuola, quindi prima di incollare il tubolare lo faccio decantare sul cerchio a prendere forma per una notte.

Posizionarlo sul cerchio è semplice e la procedura fotografica che segue vale anche per quando avremo dato il mastice.

Posizioniamo il tubolare lato valvola…

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…capovolgiamo il cerchio in modo che la zona della valvola sia premuta al suolo…

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…poggiamo sul cerchio il tubolare nel punto opposto alla valvola…

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… e iniziamo a posizionare il tubolare muovendoci in contemporanea a destra e sinistra. Che significa? Significa che spesso si tende a fissare il tubolare in zona valvola e poi procedere lungo la circonferenza, con un movimento che è quello tipico di quando montiamo il copertoncino. Solo che poi arrivati all’ultimo tratto di tubolare da inserire hai voglia a tirare e quello non entra. Invece se fissiamo valvola e poi il punto opposto, il tubolare andrà in tensione e sarà molto più semplice posizionarlo. E finché non c’è mastice un errore se capita non crea danni; ma una volta applicato il collante bisogna essere precisi e veloci: un tubolare che necessita di essere oltremodo forzato per entrare si posizionerà male.

Con le frecce spero di aver reso chiara la direzione del movimento.

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Adesso non resta che gonfiare a una pressione prossima a quella massima consentita e lasciare cerchio e tubolare una notte a fare reciproca conoscenza.

Il giorno dopo sgonfiamo e togliamo il tubolare: tocca al mastice.

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Che per applicazioni una tantum è meglio acquistare in formato tubetto. Il mastice in barattolo, seppure più vantaggioso economicamente perché ha un costo al chilo inferiore, dopo un certo periodo dalla sua apertura inizia a perdere efficacia. Ha senso per una officina, non per noi che cambiamo un tubolare l’anno. Con un tubetto è possibile farci tutte e due le ruote, ne serve poco.

Per questa operazione trovo comodo usare il centraruote o, in mancanza, la ruota montata al telaio. Il mastice cola, se teniamo la ruota sul banco inevitabilmente si sporcherà tutto e ne perderemo un bel po’. Un punto di collante su ogni spazio tra i fori dei due raggi.

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Quanto? A peso non saprei dirlo, ma ne serve poco. Diciamo che deve creare uno spessore non superiore al paio di millimetri, che diventano meno quando lo avremo disteso con un pennello morbido.

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Se evitiamo di far colare il mastice sui nippli ci assicureremo la gratitudine di chi dovrà centrare la ruota in futuro.

A questo punto non resta che riposizionare il tubolare sul cerchio, con gli stessi movimenti usati quando lo abbiamo montato senza colla e che abbiamo visto sopra. Un paio di guanti è meglio indossarli, è facile ci si possa sporcare le mani.

Sfruttando la fascia del tubolare gli diamo una prima centratura sul cerchio con tubolare parzialmente gonfio, tre atmosfere bastano. Poi lo portiamo a pressione e gli diamo l’ultima rifinitura.

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Se abbiamo ecceduto col mastice e questo è colato sulla pista frenante lo possiamo rimuovere subito agendo con un panno. Se invece ha iniziato a solidificare meglio attendere sia completamente secco, viene via con una spatola morbida senza “spandersi” come quando è in quello stato di mezzo tra l’appena messo e l’inizio della solidificazione.

Il mastice rosso, quello che voleva ore per solidificare, non credo sia nemmeno più in commercio. Questi attuali somigliano a colle neopreniche nel comportamento. Asciugano prima, ma colano facile. Lasciarlo dieci minuti all’aria prima di montare il tubolare aiuta a evitare colature ma riduce il margine per gli aggiustamenti della posizione. Dopo un paio d’ore si può pedalare in tutta sicurezza. Poi dipende dalla marca del collante.

Alcuni usano dare qualche punto di mastice anche all’interno del tubolare. Come al solito non esiste mai una sola procedura quando si lavora su una bici. Questa la tecnica che mi ha trasmesso chi mi insegnò a raggiare le ruote, questa quindi la procedura che uso, almeno su cerchi in alluminio. Col carbonio c’è da fare i conti con la pulizia e sgrassatura, non accetta l’acetone per non parlare della spazzola di ottone.

Per questo io consiglio sempre l’uso del nastro biadesivo, ovviamente uno specifico per tubolari.

Se mi porteranno un cerchio in carbonio per tubolare ne ricaverò un articolo, fedele al principio di scrivere solo ciò che posso mostrare.

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COMMENTS

  • <cite class="fn">Adriano</cite>

    Ricordo 40 anni fa il padre di un mio amico che chiamava il mastice per tubolari “la carogna”, credo per l’odore…. 🙂

  • <cite class="fn">sergio</cite>

    Grazie Fabio!
    Avresti anche qualche consiglio (diciamo una “procedura ridotta”) su come comportarsi quando il palmer lo devi cambiare mentre sei in giro, per riuscire a tornare a casa? Ho dei ricordi drammatici di mastice che aveva ricoperto il 50% del mio tessuto epidermico e il 20% della bici…

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Sergio, io quando usavo i tubolari e bucavo non usavo mastice. Montavo e gonfiavo, preparandomi a un mesto lento ritorno verso casa. Andando piano non si sposta e non è pericoloso.
      Dare il mastice per strada sarebbe stato un macello e tra l’altro di nessuna utilità, era il tipo da far seccare ore intere prima che diventasse efficace.

      Molto bella la pedalata coi tubolari, ma francamente non la rimpiango, troppe seccature alla fine.

      Fabio

  • <cite class="fn">Carlo Gallia</cite>

    Grazie, Fabio, sei sempre tempestivo. Per la mia bici vintage mi è di nuovo venuta la voglia di tubolari e il tuo articolo è giunto a proposito. Evviva il blog.

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