Montiamo i bar end

Tempo di lettura: 3 minuti

I comandi per la trasmissione del tipo bar end sappiamo essere quelli da installare alle estremità della piega.

Scelti per filosofia o per essere certi non ci saranno problemi di compatibilità grazie alla possibilità di utilizzarli anche senza indicizzazione, non presentano grosse difficoltà nel montaggio.

L’unica accortezza è accertarsi che la leva abbia corsa sufficiente a gestire la scala pignoni. Molti comandi attualmente proposti che non fanno parte di uno specifico gruppo trasmissione, quindi diciamo leve prodotte da terzi per comodità, non riescono a funzionare con tanti gruppi a 10 e 11v; un vero peccato, perché preclude a noi ciclisti attingere a pezzi indubbiamente affascinanti. Dopo ore di esperimenti con altri comandi con corsa analoga ai bellissimi bar end proposti dagli americani di Rivendell e ai sempreverdi Dia Compe non c’è stato verso di ottenere un risultato soddisfacente con un gruppo Campagnolo Veloce a 10 velocità. Perfetto il funzionamento su un gruppo sempre della casa vicentina ma a 9 velocità.

Ma non è questo l’articolo per studiare le varie compatibilità; qui oggi vedremo solo come installare i comandi.

La scelta del modello, come sempre avviene, è stata imposta dal materiale presente in microfficina. In questo caso una coppia di bar end Suntour a 7 velocità con sistema Accushift.

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Possono cambiare alcuni dettagli, per esempio il sistema per svincolare la levetta dal suo supporto, ma l’installazione segue le stesse regole per tutti, quale che sia la marca del comando.

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Come è tradizione nel mondo dei pedali, il pregiudizio impera. Le osservazioni si basano su luoghi comuni ripetuti all’infinito e sulla fastidiosa tendenza a emulare qualunque cosa provenga dal mondo professionistico.

Concordo sul fatto che la velocità di esecuzione non è paragonabile a quella dei comandi integrati così come una certa difficoltà a operare sulle levette in una discesa a tutta. Non concordo sul fatto che quelli appena scritti possano essere rubricati difetti. La loro destinazione non è il ciclismo sportivo bensì quello ramingo, senza fretta, godendosi la bici è il mondo che scorre sotto le ruote. Facilità di installazione, manutenzione inesistente, grande robustezza malgrado ciò che sostengono i detrattori e soprattutto la possibilità di far funzionare i cocktails più strani nel comparto trasmissione i loro punti di forza.

E se vi state chiedendo allora perché non li ho montati su Elessar visto che mi piacciono tanto, i motivi sono anzitutto la difficoltà a trovarne di carini capaci di funzionare con Campagnolo 10 velocità; e la mia passione per i comandi integrati Campagnolo, che trovo i migliori per ergonomia. Oltre al fatto che mi piace scendere a palla… 🙂

Ma torniamo ai comandi; sopra ho scritto che la procedura di montaggio è analoga tra i vari modelli e può differire solo per la tecnica necessaria a svincolare il comando dal supporto. Una altra caratteristica comune a (quasi) tutti i comandi è avere quello sinistro, quello cioè che governa il deragliatore, sempre a frizione. In pratica che si monti una guarnitura doppia o tripla e di quale marca interessa poco, il comando funziona sempre.

Ancora; il comando destro, quello che governa il cambio ha (quasi) sempre l’indicizzazione (se presente, vi sono pure versioni a solo frizione) disinseribile. Si può scegliere di usarli in ambedue i modi.

Un esempio lo abbiamo con le foto in basso, dove il comando reca le due posizioni “Index” e “Friction”. Basta allentare la vite superiore, quella vincolata all’anello, ruotare la ghiera esterna nella posizione desiderata e stringere nuovamente la vite.

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Vantaggi pratici? Diversi.

Anzitutto la possibilità sfruttando l’uso a frizione di usare trasmissioni di altra marca rispetto ai comandi, a patto la leva abbia corsa sufficiente a gestire la completa escursione del cambio. Poi, non trascurabile in uso turistico, poter usare il cambio anche se il cavo per qualche motivo perde la registrazione o, addirittura, il forcellino cambio si piega leggermente. Ma più di tutto la facoltà di abbinarli a un cambio da Mtb, spesso l’unica soluzione per chi viaggia carico sulla sua bici turistica e necessita dell’agilità che solo pignoni (e cambio) da Mtb possono offrire.

Chiudo questa chiacchierata con una altra caratteristica comune che è il sistema di ritenuta a espansione. Una vite agisce sulle lamelle allargandole e mandando il tutto a battuta contro la parete interna della piega. Semplice ed efficace.

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Bene, possiamo iniziare il montaggio.

Prima operazione è svincolare la leva dal suo supporto al manubrio; operazione indispensabile per poter agire sul sistema a espansione. Come detto alcuni modelli hanno sistema di sgancio diverso da quello che stiamo per vedere, oppure in luogo della vite con anello c’è una brugola o altro. Ma conta poco, la leva è assemblata in modo tenace, rimuovendola non c’è pericolo di far danni. Nel nostro caso abbiamo una vite con anello ed è lei da svitare.2858 Montare bar end 08

Adesso leva e supporto non sono più vincolati.

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In dettaglio osserviamo meglio il sistema maschio/femmina che obbliga la posizione della leva al supporto. Quindi impossibile sbagliare il rimontaggio.

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Il supporto reca la sua vite incassata per governare l’espansione.

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Non è strettamente necessario ma sapete ho le mie fisse; quindi smontiamo supporto e sistema di espansione.

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In dettaglio il sistema di espansione.

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Apriamo completamente (senza rimuovere la molla esterna) così possiamo dare una spennellata di grasso; sulla filettatura perché è sempre buona abitudine. Sul corpo dei vari pezzi solo a scopo protettivo, evita la precoce ossidazione. E’ un elemento molto esposto all’acqua, un peccato lasciarlo rovinare.

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Assembliamo di nuovo il supporto e diamo anche qui un velo di grasso alle pareti esterne delle lamelle; come facciamo per esempio col reggisella o l’attacco manubrio da 1 pollice, per evitare che l’ossidazione saldi insieme le parti.

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Infiliamo il supporto nella estremità della piega.

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E avvitiamo; anzi svitiamo, nel senso che dobbiamo ruotare la vite in verso antiorario per attivare l’espansione.

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Colleghiamo la leva al supporto con la vite rimossa prima, quella con l’anello.

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Come indicato dalla scritta nella foto in alto, la leva in orizzontale è in posizione di carico, ossia sta tendendo il filo.

In basso invece la leva a riposo, ossia senza che eserciti tensione sul cavo; che è la posizione che dobbiamo tenere per l’aggancio dei cavetti deragliatore e cambio.

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Ed ecco le leve montate.

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Prima di inserire i cavetti però è bene tagliare le guaine a misura.

Inseriamo una guaina nel comando e fermiamola con del nastro adesivo poco tenace.

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Portiamo la guaina fino all’ingresso del fermaguaina (o del registro a vite se presente) al telaio, senza inserirla.

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E facciamo qualche prova visiva.

Nella immagine in basso un esempio di guaina troppo lunga; la curvatura infastidisce le mani in presa bassa.

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Accorciamo ma sempre facendo seguire un percorso regolare, dolce, alla guaina.

Ora direi va meglio.

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Segniamo il punto di taglio sulla guaina, qui fermata con nastro adesivo per consentirmi di scattare le foto.

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Sempre per esigenze fotografiche ho segnato il punto di taglio all’ingresso del fermaguaina al telaio; in realtà si prende a riferimento la fine del fermaguaina perché la guaina è appunto inserita all’interno. Ma avendo solo due mani mi sono dovuto concedere questa licenza.

Tronchese e tagliamo.

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Bulino artigianale e rifiliamo la guaina.

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Usando il pezzo già tagliato prendiamo la misura anche per la seconda tratta di guaina, che sarà così uguale determinando la simmetria nell’installazione.

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Poniamo la levetta in posizione di riposo.

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Infiliamo il cavo nel suo alloggiamento.

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Adesso non resta che inserire capoguaina e guaina, fare lo stesso dall’altro lato e collegare la trasmissione.

Come regolare cambio e deragliatore è inutile riproporlo qui, sul blog già sono presenti articoli dedicati; basta una scorsa all’indice dell’officina.

Lavoro terminato.

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COMMENTS

  • <cite class="fn">TvSee</cite>

    Ciao Fabio!
    Scusami se ti disturbo di nuovo.
    Cerco comandi Bar-end (anche il solo destro andrebbe bene) a frizione per campagnolo ad 8 velocità ad un prezzo ragionevole.
    Per caso ne avresti una coppia da vendermi?

  • <cite class="fn">TvSee</cite>

    Gentilmente se ti dovessero capitare fammi sapere. Grazie!

  • <cite class="fn">contenitoreweb</cite>

    Mi stavo un pò documentando per i futuri montaggi, arrivo al dunque: ho visto una Cinelli Hobo montata con bar end Microshift, le guaine uscivano praticamente alla fine della nastratura della piega, e non era presente nessun registro sulla guaina a parte quello sul direttamente cambio posteriore, la soluzione era sicuramente valida dal punto di vista estetico, ma funzionalmente ti sembra un buon lavoro o reputi in ogni caso utile mettere il registro sulla guaina (sul mio telaio non ne posso montare) e avere le guaine “fuori piega” diciamo subito dopo la “presa bassa”) Grazie e ciao

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Sono un grande estimatore di Cinelli, prima o poi un Supercorsa troverà spazio tra le mie bici; sono fortemente critico su tutta la serie bootleg, bici discrete ma proposte a cifre sproporzionate all’allestimento e spesso montate con scarsa cura. C’è da dire però che a Cinelli le bici arrivano già pronte, non le fanno loro né le assemblano.

      I bar end con guaina completamente sotto nastratura sono più carini ma non lavorano al meglio, soprattutto in discesa di pignoni/corona. La curva è strettina, si crea una S che col tempo rende il comando duro.
      Non sono d’accordo sulla assenza del registro a guaina, almeno per il cambio; al deragliatore, se il comando lavora senza indicizzazione (Shimano si, Microshift francamente non ricordo) può essere inutile. Ma a destra ci vuole, il solo registro sul cambio non consente le regolazioni di fino che ti da il registro a guaina.
      In ogni caso tieni presente che se il tuo telaio non ha predisposizione, in commercio esistono numerose soluzioni alternative. Sono fascette in differenti diametri a cui avvitare dei registri. In uno degli articoli sul passaggio da manubrio flat ea piega da corsa ne parlo.

      Fabio

  • <cite class="fn">Marlene</cite>

    Ciao Fabio,

    Ti avevo scritto un po’ di tempo fa perché stavo pensando di fare una conversione da flat a piega da corsa. Dopo aver studiato la situazione e essermi resa conto che il tutto sarebbe stato molto complicato e dispendioso, ho optato per cambiare il manubrio mtb con uno da città (stile Atala vintage), per avere una posizione più ‘sull’attenti’ visto che giro principalmente su strade trafficate. Tutto fatto, tutto bene. Ora si tratta di rendere il tutto esteticamente più ‘appealing’, come si dice da queste parti. Dunque devo liberarmi dei cambi da mtb e mettere qualcosa di più cittadino, perché non si possono proprio vedere. Considerati sia i ‘thumb-shifters’, ma li trovo o troppo plasticosi o decisamente costosi, che questi. Ne ho trovato un paio in buone condizioni su ebay che non vorrei farmi scappare. La domanda è: entrerebbero in un manubrio con un diametro esterno di 220 mm e interno di (suppongo) 180/190? Ho visto che esistono adattatori ma si tratta di spendere £40 che mi sembra ridicolo. In caso contrario, pensi che si potrebbero apportare piccole modifiche per farlo entrare? Ti ringrazio moltissimo in anticipo e ti ringrazio per gli articoli che leggo sempre con molto interesse.
    Marlene

  • <cite class="fn">Paolo</cite>

    Ciao Fabio, innanzitutto grazie per la chiarezza e la completezza dei tuoi articoli, è anche grazie a te che mi sono appassionato al montaggio e alla manutenzione della bici. Vengo al dunque: ho visto la piega nelle foto di questo articolo anche in altri tuoi pezzi.

    Sto cercando esattamente qualcosa di simile per attacco da 25.4, di tipo svasato, ma non trovo nulla di soddisfacente. Gli unici modelli che si avvicinano vagamente sono riuscito a trovarli cercando “piega randonneur”: sono sì svasati, ma non hanno quell’apertura così pronunciata verso l’esterno a termine piega che sembra essere molto comoda.

    Potresti dirmi modello e marca della tua e/o, se ne sei a conoscenza, di valide alternative? Anche se intuisco già a naso che si tratta di un prodotto difficilmente reperibile

    Ti ringrazio tanto in ogni caso!

    Paolo

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Paolo, è un 3t da ciclocross degli anni 80 recuperata NOS in un negozio dove giaceva abbandonata. Le pieghe gravel non sono invenzione moderna…
      Non ricordo il nome del modello, sono passati anni e non ho più da tempo quella bici.
      Mi spiace non poterti aiutare.

      Fabio

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