Manutenzione ruota libera Mavic mozzi QRM+

La regolazione della compressione dei cuscinetti

Tempo di lettura: 6 minuti

La regolazione della compressione dei cuscinetti

Il titolo potrebbe suscitare qualche perplessità: che significa regolazione della compressione? 

Fossero mozzi a coni e sfere si potrebbe obiettare che è un titolo impreciso però si avvicina al concetto: ma qui che abbiamo cuscinetti sigillati?

Tutto si spiega se ricordiamo che questi mozzi Mavic installati sulle Cosmic Carbone SL che stiamo usando, come anche altri mozzi della casa francese che ornano ruote diverse della gamma, hanno tecnologia QRM+.

Che è acronimo per Qualitè de Roulements Mavic +, a una traduzione maccheronica suona qualità di rotolamento superiore: non ha lo stesso charme, vero? 😀

In pratica abbiamo cuscinetti C3 (sigla che indica il gioco radiale e in questo caso siamo su un alto livello qualitativo) inseriti per interferenza nei mozzi e con una ghiera che li “comprime”: lavorando di fino su questa ghiera possiamo determinare una maggiore o minore scorrevolezza e annullare ogni gioco.

A che pro? Perché, vi starete chiedendo, ridurre la scorrevolezza? In realtà non riduciamo lei ma il gioco del mozzo, detto in maniera semplicistica. 

Soprattutto sull’anteriore possiamo sfruttare la ghiera di regolazione per ottenere una ruota che fili via più granitica, più netta in traiettoria. Al prezzo di una ridottissima perdita di fluidità dei cuscinetti, compensata e neutralizzata dall’effetto volano una volta in movimento.

Oppure eliminare ogni compressione, guadagnando il massimo della scorrevolezza possibile e con un minimo gioco avvertibile solo dai più sensibili.

Oppure ancora ripristinare il giusto compromesso tra scorrevolezza e stabilità che è andato perduto dopo migliaia di chilometri percorsi.

Un sistema potenzialmente valido, con una controindicazione: risente molto della forza di serraggio dei Quick Release.

La controindicazione più che in questo risiede nella inveterata tendenza dei ciclisti a serrare alla morte qualunque cosa, che sia una vite o un QR. Per poi lamentarsi che si è rovinata la filettatura, spaccato il fodero basso del carro (mi è capitato, cavalletto da carro stretto all’inverosimile) o che le ruote girano frenate.

Se il QR sarà chiuso alla giusta tensione (deve lasciarti un leggero segno sul palmo che deve sparire dopo due secondi: poco ortodossa come spiegazione ma raggiunge lo scopo) i mozzi Mavic QRM+ non subiranno alcuna limitazione.

Ma forse il vero problema è quello comune a qualunque sistema di regolazione: la tecnica è semplicissima, ottenere il risultato perfetto no.

Alla fine che sia questo QRM+ o un mozzo a coni e sfere, si tratta di girare una vite a destra o sinistra, ecco tutto.

Però avere chiara sotto le dita la percezione di quanto avvitare o svitare, saper sentire e riconoscere il momento in cui, letteralmente, tutto gira per il verso giusto è qualcosa che nessun articolo, foto o video potrà mai insegnare: solo con l’esperienza, solo provando e riprovando, memorizzando le sensazioni, gli impulsi sensoriali mi vien da dire, raggiungeremo la capacità di far ruotare il mozzo tra le nostre mani e stabilire che si, lì serve il quarto di giro in meno.

Comunque, visto che prima di raggiungere il nostro nirvana meccanico queste ghiere dobbiamo capire come funzionano, tanto vale spendere le due parole necessarie a spiegarlo. Che poi io e mister due parole viviamo in universi distanti…

Su ogni mozzo è montata una ghiera con piccoli incavi.

A sinistra dello schermo il mozzo posteriore (dove ho già rimosso il cappuccio), affianco il mozzo anteriore.

Per agire su questi fori Mavic prevede una chiave specifica, codice M40123-32542301 oppure solo M40123.

Nel primo caso l’attrezzo oltre a ingaggiare i pin reca la lavorazione per abbracciare i tipici nippli a stella molto usati sulle ruote francesi e funge anche da leva cacciacopertoni; nel secondo caso non lavora sui nippli.

Nelle immagini in basso, prelevate dal sito ufficiale (posso dire che ormai le foto le faccio meglio io?) le due chiavi originali.

Non mancano attrezzi proposti da aziende specializzate in utensileria per ciclismo, ma qui ho preferito mantenermi sul catalogo dell’azienda.

Io avevo la prima sui miei pannelli degli attrezzi. E’ una di quelle tante piccole e grandi cose che nel corso del tempo sono sparite, quando ingenuamente permettevo a chiunque l’accesso al mio antro. 

Quindi qui farò ricorso a una pinza per anelli seeger (la chiave a compasso per le ghiere movimento centrale ha i pin troppo spessi, non entrano) anche perché la resistenza da vincere è quasi nulla e bastano due soli punti di presa contro i quattro delle chiavi specifiche. E del resto su altri mozzi della casa anche la chiave specifica fa presa solo su due fori e non su quattro, quindi vuol dire che bastano.

Mavic indica nella sua documentazione ufficiale di regolare il gioco a ruote installate sul telaio.

Io no per due ragioni. La prima è che non potrei sentire i mozzi girare tra le mie dita (scusate, tanti anni per raggiungere il nirvana, è giusto me lo goda…) e la seconda è che al posteriore dovrei togliere la catena per non falsare i risultati. Tra staccare una ruota o smagliare una catena, mi sembra più pratica la prima opzione.

Perché allora l’azienda transalpina indica di lavorare con le ruote al telaio? Perché se la ruota fosse libera, ruotando la ghiera ruoterebbe tutto l’asse rendendo impossibile la regolazione. Serve che l’asse sia fermo e a questo provvede, appunto, il bloccaggio al telaio.

Noi però possiamo ottenere lo stesso risultato con le ruote sul banco, sfruttando gli ingaggi a brugola presenti sugli assi.

Vediamo per prima la ruota posteriore.

Rimuoviamo il cappuccio lato sinistro, quello già visto nel paragrafo precedente, liberando l’ingaggio per la chiave a brugola da 10.

 

Inseriamo la chiave a brugola.

Prendiamo la chiave Mavic o, in sua assenza come in questo caso, una buona pinza per anelli seeger.

Tenendo l’asse fermo con la chiave a brugola, impedendogli cioè di ruotare, con la nostra pinza agiremo sulla ghiera.

Avvitando aumentiamo la compressione, svitando la riduciamo.

Ve l’avevo detto che era facile…

Anche il mozzo anteriore ha un ingaggio a brugola, dal lato opposto a quello della ghiera. Chiave da 5.

Prendiamo nuovamente l’attrezzo Mavic o la pinza e impegniamo la ghiera.

Tenendo bloccato l’asse dal lato opposto con la nostra chiave a brugola potremo avvitare o svitare la ghiera, regolando secondo le nostre necessità.

Un ultimo suggerimento.

Verificare l’assenza di gioco nei mozzi è una operazione da svolgere non con assidua frequenza ma che comunque nemmeno deve essere trascurata.

Mi rendo conto che può essere difficile avvertirla tra le dita. 

In questo caso e solo per la verifica del gioco, è molto più semplice con le ruote fissate al telaio.

Il cerchio fungerà da leva, amplificando il segnale che potrà così essere facilmente decifrato.

Bene, direi ne sappiamo quanto serve; non aggiungo il video di questa procedura, sarebbe ridondante: infili una chiave, pinza e giri, stop. 

Quindi chiudiamo qui e io vi auguro, al solito, buone pedalate.

COMMENTS

  • <cite class="fn">Guybrush Threepwood</cite>

    Hai fatto bene a scrivere della manutenzione di questi mozzi: Seppur vecchie, sono ruote (e mozzi) molto diffusi e alcuni concetti valgono anche per l’attuale produzione. Non ho verificato ma anche le mie Mavic Ksirium dovrebbero essere fatte così.
    Una sola domanda: riumuovere lo schermo dei cuscinetti e applicare nuovo grasso non era fattibile?

    Daniele

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Daniele, era fattibile ma inutile in questo caso. I cuscinetti, diversamente dalla ruota, sono piuttosto recenti e scorrono bene.
      Non è un articolo pianificato questo ma nato dall’occasione, quindi mi sono mantenuto sul necessario visto che non sono ruote mie.

      Fabio

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