Maglia e pantaloncino Triban RC 500

La prova su strada
La prova su strada
Decathlon dovrebbe forse riguardare la propria filosofia nella scelta delle sigle. Oggi in prova abbiamo maglia, salopette, guanti e calze che usano tutti lo stesso nome. Ok, per i guanti abbiamo come marchio il marziale Van Rysel, un nome di fantasia che vorrebbe richiamare epiche imprese del nord ma a me sembra preso da una striscia di Sturmtruppen.
Scusate, ma ogni volta che lo vedo immagino questo gerarca tedesco con monocolo d’ordinanza che ispeziona le scalcagnate truppe tratteggiate dalla matita dell’immortale Bonvi. Ok, lo so che il Van è olandese, però…
Non vi dico col casco, anche lui griffato Van Rysel: lo indosso e mi viene istintivo piazzarmi sull’attenti. E dire che ho pure fatto l’obiettore, ma vedi te…
Tra la mia battaglia al centesimo in meno e queste ultime affermazioni sul nuovo marchio dubito di aver conquistato i cuori dei manager della comunicazione dell’azienda francese…
Per l’uso della stessa sigla comprendo la volontà di mantenere uguale blasone con l’intento di semplificare la vita al ciclista di turno, che identificherà più facilmente la famiglia di appartenenza. E, faccio così ammenda per quanto scritto sopra, sono (quasi) d’accordo.
Complica la vita a me che devo scriverne, non è semplice comporre differenziando in modo che durante la lettura sia sempre chiaro di cosa sto parlando; ma tant’è.
Vabbè, basta divagare e restiamo sul pezzo.
Prima valutazione ovviamente la vestibilità.
La dimensione delle taglie è corretta: appaiono più abbondanti perché il taglio è regular e chi è abituato alla vestibilità slim qui troverà fin troppo tessuto.
E’ un regular che vira decisamente all’abbondanza, almeno con riferimento alla maglia.
Potrà far piacere chi preferisce il comfort, potrebbe non essere gradito dai ciclisti più sportivi.
Però visto che la maglia Triban RC 500 è rivolta ai pedalatori tranquilli, direi che va bene così.
Inutile e controproducente cercare superiore aderenza al corpo ricorrendo alla taglia in meno. Variano tutte le dimensioni (ho fatto una prova in negozio…) e ti ritrovi con la schiena meno coperta e le maniche strette.
La salopette ha pure lei una sua generosità di forme ma non così marcata come per la maglia. Anzi, in alcuni punti è persino stretta. Una caratteristica che ho notato anche su capi Decathlon destinati ad altre discipline sportive. Ho un loro calzone da trekking che è della mia taglia, precisa; ma piuttosto aderente al cavallo, creandomi un certo imbarazzo a uscire in strada per il risalto dato a una virtù non meritevole di stupore.
Insomma, tutto questo giro di parole per dire che la salopette comprime un poco lì dove si favoleggia risieda il cervello degli uomini. O il cuore, per chi è più romantico.
Fondello e conchiglia sono dimensionate correttamente; sarebbe servito quel pizzico di tessuto in più per dare superiore agio.
Comunque dopo poco ci si abitua, non è pressione tale da pregiudicare la circolazione. La avverti, anzi io la avverto, perché uso almeno una decina di salopette diverse nello stesso periodo e ogni variazione così risalta meglio.
La calze sono comodissime, moderatamente elasticizzate; sottili, scivolano facilmente nella scarpa e senti la “suola”. Che non significa fastidio, anzi. Un calzino troppo corposo oltre a limitare lo spazio interno della calzatura con inevitabili ripercussioni su comfort e circolazione, attenua la sensazione di spinta. Cosa che amo poco, seppure di inverno te ne fai una ragione.
Infine i guanti; io ho mani piccole e scegliere la taglia ha richiesto qualche prova. Sono strettini, alla fine ero tentato a salire di misura; poi mi sono accorto che si formavano grinze sul palmo e sono tornato alla taglia mia.
Per fortuna con l’uso cedono e il dorso è assai elastico, quindi se anche in negozio li avvertite stringere va bene così, non prendete taglia maggiore.
Infilarli è facile; la linguetta aiuta ma solo le prime volte. La robustezza non è sua virtù. La prima si è staccata dopo una settimana, la seconda quella successiva.
Sfilarli in assenza di appigli è una seccatura. Si fa prima a rivoltarli piuttosto che provare dito per dito.
Bene, fin qui la vestibilità.
Ora in sella, partendo dalla maglia.
Mi è piaciuto il colletto a mezza altezza in tessuto antivento. Da non intendersi come impermeabile all’aria; no, però il filato a trama stretta offre sufficiente barriera. A maggio le temperature erano invernali, per strada incontravo ciclisti col lungo mentre pedalavo con questo completo Triban serie 500 e quindi si, ho capito che il colletto protegge bene.
Mi è piaciuta meno l’assenza di qualunque supporto antiscivolo sul fondo della maglia. Aggravato dal taglio largo, l’elasticità da sola più di tanto non può fare.
Le avevo dato la sufficienza sul mio notes; un risicato 6, di quelli che i professori attribuiscono per non rovinare l’estate ai ragazzi che un minimo di buona volontà durante l’anno l’avevano almeno mostrata.
Qui c’è la buona volontà di una minima elasticità a mitigare senza annullare l’arricciamento sulla schiena; e la sufficienza visto il prezzo basso mi era sembrata giusta.
Ora, valutando alla luce dello sconto, non piazzo un 7 perché se una cosa funziona poco non c’è prezzo che tenga: efficacia anzitutto. Me ne lamento di meno, questo si.
Ottima e ben fatta la piccola patta a protezione del tirante della cerniera al colletto; troppo piccola e troppo aderente la sua omologa a fondo maglia: rende difficile chiudere la maglia mentre pedali, devi fermarti e centrare bene l’obiettivo, il lembo di stoffa si sposta sempre a ostruire.
Ok, nessuno ci corre dietro e possiamo pure fermarci cinque secondi. Però è un fastidio, dopo oltre 35 anni passati a chiudere la maglia durante la pedalata cerchi gesti a te usuali.
Luminoso il logo in petto, seppure sia l’unico che non gode del miglior risalto vista la collocazione e la postura che assumiamo in sella usando una bici sportiva.
Perfetta la sequenza di frecce riflettenti sul retro, sempre ben visibili.
Faccio fatica a chiamare le tasche col loro nome; sono talmente capienti che hai uno zaino a disposizione.
Siamo ben oltre le esigenze di stivaggio di una uscita sportiva, avanza spazio per una uscita randagia, i limiti solo se si decide per il fine settimana a zonzo. Senza borse, of course…
Ti entrano camere d’aria, pompa, colazione, pranzo, cena, dessert, mantellina, telefono, chiavi e tanto altro. Alla fine sembri un dromedario.
Ma il fulcro di ogni maglia è il filato, è lui che fa la differenza.
A una maglia estiva da ciclismo chiediamo freschezza e traspirabilità.
E qui per forza devo tener conto del prezzo richiesto, non posso paragonare a maglie che costano dalle 4 alle 5 volte tanto pretendendo identiche prestazioni.
Allo stesso tempo ho il dovere di valutare se alla prova pratica le rinunce non sono eccessive.
Si, rinunce perché la maglia Triban RC 500 il suo dovere lo fa. Però…
Però qualcosa in meno c’è: l’isolamento termico. Che non è prerogativa dei capi invernali, anzi.
Un buon capo estivo deve proteggere dal caldo, esattamente come uno invernale blocca il freddo.
E’ qui che si avverte la differenza con capi più costosi.
Si potrebbe obiettare che la scelta del colore non mi ha favorito col solleone; se però date una occhiata agli altri test vedrete che il nero domina.
Non ho trovato indicazioni sul grado di protezione dai raggi UV ma credo sia bassa.
Comunque, col caldo forte, quello che ci ha tormentato a fine giugno con temperature ben oltre i 35 gradi e con le quali evito di pedalare a meno che non ho un test da chiudere come in questo caso, meglio pedalare a zip parzialmente aperta.
Chiuderla per creare una barriera al vento rovente è inutile.
Con temperature più umane il tutto si ridimensiona e puoi così apprezzare la freschezza garantita dal vento della corsa che penetra senza difficoltà il tessuto forato.
Ben avvertibile soprattutto sui fianchi e fino al limite delle maniche.
In petto il flusso d’aria non trova analoga libertà ma è sufficiente a non soffrire; e nelle fasi roventi afferri con poca eleganza il colletto coi denti e subito tiri giù la zip con una mano sola.
Le maniche non creano alcun problema, nemmeno col caldo superiore. Sono un poco larghe, non aderiscono perfettamente e qualche sbatacchiamento in velocità c’è. Ma visto il pubblico di riferimento lo annoto per dovere di cronaca, non è rilevante su una maglia che tutto sommato si rivolge ai turisti sportivi che della penetrazione aerodinamica non sanno che farsene.
Recupera punti in pagella alla voce traspirabilità che significa (anche e soprattutto) la rapidità con cui asciuga.
Il comfort in fuoristrada è elevato. Il taglio largo permette la più ampia libertà di movimento.
Non pretendevo di meglio visto il prezzo, mi aspettavo di peggio visto il prezzo, sono più che soddisfatto visto il prezzo.
Con la salopette saliamo di livello. Condivide sigla di famiglia con la maglia ma le prestazioni sono da calzoncino superiore.
Il pantaloncino Triban RC 500 costa appena 50 euro, sempre poco quindi. Ma indipendentemente dal prezzo, se il fondello è cattivo o i cosciali mal fatti potrà costare pure 5 euro non varrebbe la spesa comunque.
Ecco quindi che ancor più che con la maglia devo chiedermi a cosa rinuncio per avere un certo risparmio.
Beh, a ben poco devo dire. Anzi, nulla se escludo il taglio più stretto sul davanti di cui vi ho parlato.
Procediamo con ordine.
La schiena in tessuto forato è fresca, traspirante e per nulla fastidiosa.
Le bretelle sono ugualmente fresche e con moderata elasticità: restano in sede ma non tirano se ci si sdraia in posizione sportiva così come non risultano lente pedalando a schiena più dritta.
Il taglio molto basso all’anteriore, scavato e senza una fascia di tessuto supplementare, è provvidenziale col caldo.
I cosciali sono anche loro in tessuto elasticizzato e aderiscono bene.
Ottima la tenuta offerta dalla fascia a fondo gamba. La lavorazione interna con supporto in silicone evita inopportune salite o arricciamenti.
La piccola tasca è comoda; l’unica difficoltà è ricordarsi di averla, non è soluzione usuale e finisci per dimenticare la sua esistenza.
La sicurezza passiva è garantita dalla buona visibilità degli inserti ad alta visibilità.
E poi c’è il fondello. Le molte qualità mostrate avrebbero perso significato se poi non ci fosse stato un fondello all’altezza.
Questo in gel installato sulla salopette Triban RC 500 sapevo non avrebbe deluso le mie aspettative e così è stato.
Appena sali in sella non colpisce per eccessiva morbidezza e questo è un bene perché significa che aumentando i chilometri non avrai scomoda cedevolezza.
Si assesta sui punti di appoggio e conserva inalterata la consistenza anche dopo molte ore di guida.
Non irrita, non trasmette calore, non offre attriti non voluti e la pressione è distribuita con omogeneità.
Efficace il canale centrale, nessuna pressione in zona delicata.
Ma soprattutto accetta posizioni in sella differenti senza mostrare limiti evidenti.
Diciamo che la migliore prestazione la ottieni su bici non gravate da eccessivo dislivello sella manubrio. In questo caso vorresti maggior supporto verso l’anteriore del fondello. Più che altro è il taglio strettino che gli fa perdere l’allineamento.
Se pedali su una bici più confortevole, con schiena inclinata ma non in maniera eccessiva, è comodissimo.
Sfrutti appieno gli ampi cuscinetti posteriori, la zona centrale è correttamente scarica dove serve e ben supportata dove necessario.
Questo gli permette di candidarsi all’uso più vario. Puoi indossarlo con bici assai differenti tra loro per posizione e assetto, sostiene bene su strada, smorza benissimo in uso gravel.
La forma ben affinata e priva di cuciture permette di frullare le zampe senza intoppi.
E poi è fresco, gradevolmente fresco.
Pedalare tante ore, mi sono spinto fino alla soglia delle canoniche sette, anche col caldo forte non è mai fonte di fastidio.
E’ sicuramente un fondello da calzoncino di fascia superiore, almeno per prezzo.
Non stilo mai classifiche con la concorrenza, lo trovo inelegante; però a volte tra prodotti della stessa azienda si: e qui posso dire che siamo su un livello molto più alto del fondello installato sulla serie 100. Il plus di spesa rispetto a lui vale ogni centesimo chiesto.
Ultime notazione per guanti e calzini.
I guanti sono tagliati stretti ma cedono durante l’uso e non arriva alcun formicolio.
L’imbottitura in tre distinti settori sul palmo non brilla per spessore ma un minimo di comfort lo offre.
Manca un efficace inserto antiabrasione, sempre provvidenziale in caso di caduta.
Manca un supporto per sfilarlo agevolmente e questo è il limite più fastidioso.
Il dorso è fresco e ben areato, non si creano grinze sul palmo afferrando la piega, l’appoggio in presa sui comandi è molto buono.
Lo scamosciato del palmo non trasmette calore e non scivola in presa sul manubrio.
Insomma, a parte la difficoltà per sfilarli direi che per 10 euro valgono la spesa.
Come per i calzini, che costano la metà e sono freschi e piacevolmente sottili.
Non arricciano nella scarpa, il tallone è ben fasciato e c’è molto spazio per le dita senza che poi si creino grinze che alla lunga porterebbero dolore.
L’elastico li mantiene in posizione senza lasciare segni sulla gamba che avrebbero significato (anche) un peggioramento della circolazione.
Molto freschi sul dorso del piede, non vanificano il lavoro di scarpe che lì hanno prese d’aria.
Bene, direi che ne sappiamo quanto basta; possiamo voltare pagina per le conclusioni di rito.
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Ottima recensione, e, come di consueto, grande utilità soprattutto per chi si appresta a inziare a pedalare.
Domanda da profano: meglio una taglia molto aderente o una taglia più comoda ?..non ho mai indossato indumenti di questo tipo con il fondello. Grazie, ciao
Ciao Stefano, la taglia deve essere quella giusta. Banale? Non tanto.
Non confondere taglia con vestibilità, che nel caso dei capi sportivi può essere regular o slim.
Se acquisti un capo vestibilità slim ma poi te lo senti stretto, non risolvi con taglia superiore. Perché poi useresti il fondello in posizione errata, coi punti di pressione sfasati.
Questi calzoncini in prova vestono regular, quindi aderenza normale. Prendi esattamente la tua taglia, altrimenti ti ritroveresti male
Fabio