Raggiare una ruota, parte seconda

Tempo di lettura: 2 minuti

Seconda parte dell’imbastitura di una ruota: completato il lato destro è la volta di quello sinistro. Banale come attacco, eh? Vabbè, stavolta accontentatevi…

Affronteremo il momento più importante di tutta l’operazione di raggiatura, ossia l’inserimento nel foro giusto della flangia del primo raggio della terza serie.

Rifacendoci alla nomenclatura usata nel precedente capitolo, è il primo raggio da montare sul lato sinistro, con testa esterna e che viaggia nella stessa direzione della seconda serie di raggi.

Ammetto che è stato questo passaggio a spingermi verso la creazione dei filmati.

Puoi usare tutte le parole che vuoi, è una operazione semplice a vederla, complicatissima da descrivere.

Ma lo scopo del blog è anche questo, il tentativo di rendere chiare e comprensibili operazioni difficili da spiegare. Oltre che consentire di pavoneggiarmi, ovvio.

Iniziamo.


La terza serie di raggi con sistema tradizionale.

Cerchio in verticale davanti a voi, ma questa volta lo dovete guardare dal lato sinistro.

Identificate il raggio di riferimento con testa esterna, magari segnatelo con un poco di nastro adesivo.

Alcuni, per comodità, preferiscono utilizzare come raggio di riferimento quello vicino al foro valvola; non è indispensabile, se vi trovate meglio, fatelo.

Ma va bene uno qualunque, purché abbia la testa esterna alla flangia. E’ questa l’unica condizione inderogabile, altrimenti la ruota la sbagliate.

Vi consiglio, lo ripeto, di segnarlo con del nastro, per non confondervi. Il numero di raggi montati inizia a farsi consistente, non basta più una occhiata veloce per capire come state procedendo.

Con il cerchio davanti a voi, sempre guardando il lato sinistro, iniziate a “saggiare” i fori della flangia sinistra posti difronte al raggio di riferimento. Quello che vi serve non corrisponde, ovviamente, al foro speculare perché non esiste: i fori sulla flangia destra e sinistra sono sempre un poco sfalsati.

Vi serve quello che, infilando il raggio, lo porta a incontrare la curva del raggio di riferimento ma, guardando bene, è leggermente spostato a destra rispetto all’asse che parte dal foro del raggio battezzato.

Ci avete capito nulla, eh? Nemmeno io, quindi guardate l’immagine in basso. Non saltate però subito ai filmati. Ce ne sono due, dove mostro qual’è il foro giusto e quali sono quelli sbagliati, ma continuate prima a leggere.

Qui sotto un disegno ripreso dal libro “The art of wheel building” e rimaneggiato.

 

0478 Inserimento primo raggio terza serie

Una volta identificato il foro giusto, infilate il raggio con testa verso l’esterno, fatelo passare sopra l’incrocio formato dai raggi posti a destra (allargate con le mani, sono privi di tensione) e riportate il raggio dal vostro lato.

Adesso seguite il raggio di riferimento dalla flangia su fino al cerchio. Guardandolo sempre da sinistra, l’occhiello immediatamente avanti, in senso orario, a quello impegnato dal raggio di riferimento è dove dovete impuntare il nuovo raggio.

Inserito il primo, gli altri otto seguiranno lo stesso cammino. Tre fori liberi seguendo il verso del primo raggio, al quarto impuntate. Altri tre fori liberi a partire dal raggio appena installato, al quarto impuntate. Così fino a completare tutta la serie di nove raggi.

Ovviamente non dimenticate di alternare i fori sulla flangia; un raggio, un foro libero, un raggio, un foro libero ecc.

 

 


La quarta serie di raggi con sistema tradizionale.

Siamo arrivati fin qui, un piccolo sforzo e anche gli ultimi nove raggi troveranno casa.

La procedura è semplice, richiede solo più attenzione perché ormai, con ventisette raggi inseriti, gli spazi di manovra si sono ridotti. Aumentano le possibilità di rigare il cerchio strisciando la punta filettata di un raggio e il giravite artigianale diventa molto comodo.

Prendete il cerchio e mantenetelo in verticale, guardando il lato destro. Ma come, stiamo lavorando a sinistra e dobbiamo girarlo? Si, perché la quarta serie ha la testa interna alla flangia, quindi lo inserite da destra. Lapalissiano.

Infilate il raggio nel triangolo piccolino formato dai raggi infulcrati sulla flangia destra e inseritelo nel foro libero davanti a voi sulla flangia sinistra.

Ruotate il cerchio in modo da guardare il lato sinistro, eseguite l’incrocio in quarta come avete già fatto lavorando sulla destra del cerchio, tenendo presente che, essendo un raggio con testa interna passa sotto i primi tre raggi e sopra il quarto raggio et voilà, l’occhiello dove impuntarlo non vi sfuggirà. Anche perchè è l’unico libero.

Adesso non resta che montare gli ultimi otto raggi e la ruota è completamente imbastita.

Vi sentite soddisfatti? Penso di si. Adesso sapete montare una ruota di bicicletta e potete, per ricordare una metafora usata in altro capitolo, fare la ruota come un pavone. E chi se ne importa se è puerile, godetevela e basta.

 

 


Niente panico.

Ora dovete montare la ruota sul centraruote e armarvi di tanta pazienza perché inizia la delicata fase di centratura radiale, centratura laterale e campanatura, la cui tecnica però vedremo in altro capitolo.

Non fatevi prendere dal panico vedendo la ruota girare sul centraruote con movenze da biscia ubriaca: è normale.

Nei due filmati qui sotto, con l’ausilio di una scenografia davvero artigianale, un semplice foglio di carta da imballaggio, potete ammirare come gira una ruota appena imbastita.

Uno spettacolo indecente, vero? Niente paura, siete arrivati fin qui, e magari non ci credevate all’inizio, riuscirete anche in questa nuova impresa.

 

 

 


Il nostro viaggio sulle orme della raggiatura con sistema tradizionale termina qui; non termina invece il capitolo sulla raggiatura, perché nella parte terza vedremo, con l’aiuto di pochi filmati e diverse immagini, il metodo Dt Swiss.

Fine parte seconda

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COMMENTS

  • <cite class="fn">Stefano</cite>

    Ciao, il disegno che riporti, tratto da The art of wheel building mi ha mandato in confusione, è solo una mia impressione o i raggi dovrebbero essere orientati a destra invece che a sinistra? te lo chiedo perchè mi sto trascrivendo su quaderno i vari passaggi sostituendo i video con disegni. Ti ringranzio intanto per la tua opera di divulgazione, la ritengo molto preziosa 🙂

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Stefano, coi disegni è sempre un problema; dipende da come li guardi, li immagini, speculare con lo schermo ecc.
      La cosa migliore è fare riferimento ai video, che seppure di non eccelsa qualità (era la prima volta che mi cimentavo, in un periodo in cui non sapevo nemmeno se avrei proseguito con questo blog…) almeno mostrano senza possibilità di errore o confusione.

      E poi non dimentichiamo che alla fine con le ruote destra e sinistra perdono significato (non riferito alla posteriore, inteso solo come lato) perché parti, per fare un esempio, dal foro vicino la valvola: orienti il cerchio e hai il foro a destra, lo giri e te lo trovi a sinistra. Che fai? Così provi a dare un indicazione di massima, qualche riferimento, ma alla fine tutto dipende da come parti: da lì è una sequenza che non è modificabile e non si sbaglia mai. Anche partire dal foro valvola, volendo, non è necessario…

      Fabio

  • <cite class="fn">Stefano</cite>

    Ah, scusami, mi accorgo ora di non avere specificato il disegno a cui mi riferivo… è quello in cui si siega quale foro della flangia bisogna impegnare per cominciare la terza serie, guardando il mozzo dal lato sinistro (quello della terza e quarta serie) sia il raggio preso come riferimento che il raggio della terza serie nel disegno sono “inclinati verso l’antiorario, mentre nel video hanno inclinazione in senso orario… è solo questo il disegno che mi ha mandato in confusione :-p

  • <cite class="fn">pietro</cite>

    buongiorno,
    volevo solo ringraziarla perché grazie al suo tutorial sono riuscito a montare la mia prima ruota.
    poi con calma, magari, mi preoccuperò anche di far sì che sia dritta…
    saluti,
    pietro.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Pietro, sono contento di essere stato utile. Adesso con pazienza la dovrai centrare. La tecnica è semplice, la pratica no. Però non aver fretta, il trucco è lavorare poco alla volta e vedrai che ci riuscirai. E poi sarà una bella soddisfazione.

      Fabio

  • <cite class="fn">Alessio Zulli</cite>

    Volevo solo complimentarmi per le chiarissime spiegazioni, dimostri una notevole competenza tecnica ma anche la non scontata capacita di esprimerti in modo chiaro e piacevole. Grazie mille, davvero.

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Grazie Alessio, molto cortese. Non cerco mai i complimenti ma quando arrivano fanno piacere, uno sprone ad andare avanti pur tra mille difficoltà.

      Fabio

  • <cite class="fn">Marco De Marchi</cite>

    Salve, ho apprezzato molto le chiare spiegazioni. Proverò già oggi a raggiare per la prima volta una ruota. Vorrei segnalare quella che mi sembra una frase non corretta nella sezione dedicata alla quarta fase della raggiatura… mi sembra indicare il contrario di quanto mostra il video.

    “tenendo presente che, essendo un raggio con testa interna passa sotto i primi tre raggi e sopra il quarto raggio ”

    Mi scuso in anticipo se fossi in errore.

    Cordiali saluti
    Marco

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      No, forse, anzi sicuramente il video, molto vecchio, è poco chiaro. Siamo nell’ultima fase, è obbligato.

      Fabio

      • <cite class="fn">marco</cite>

        concordo sul fatto che sia obbligato, ma scusa se insisto, mi sembra proprio al contrario di quanto scrivi.. essendo raggi con testa interna partono esterni alla flangia del mozzo, quindi è impossibile che passino sotto ai primi 3 raggi…

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