L’incordatura del nastro manubrio

Tempo di lettura: 2 minuti

Ultimo articolo che prende la Surly Cross Check a modella per presentare la tecnica di alcuni lavori: ora vedremo come chiudere il nastro manubrio con il cordino invece del solito nastro adesivo.

E’ una tecnica antica, persino per me. Si usava su nastri in cotone ed effettivamente rende meglio proprio su loro e con pieghe vecchia scuola. Con i moderni manubri oversize e nastri in materiali sintetici il cordino scivola. Anche con un nastro in cuoio come quello che abbiamo usato noi. Però l’effetto finale è talmente carino e adatto allo spirito con cui è stata pensata questa bici che mi è venuto naturale usare questo sistema.

Che è molto semplice, ma se ne scrivo è perché anche qui, come in tutte le altre operazioni che abbiamo visto, c’è bisogno di qualche trucchetto per ottenere un buon lavoro e soprattutto non avere il nodo a vista. Già, perché chi non conosce la tecnica pensa che il nodo sia semplicemente nascosto alla vista sotto la piega. E no, il nodo di chiusura è sotto l’incordatura, non è semplicemente uno spago avvolto e poi chiuso alla buona, non ci saremmo mai accontentati di una soluzione così banale 🙂

Vediamo che se con le parole e qualche immagine riesco a spiegare la procedura.

Punto di partenza è il nastro ben tesato e perfettamente rifinito. La chiusura deve essere precida e dritta, anche se poi, a lavoro concluso, dovremo tagliare l’eccesso.

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Tenendoci un pelo interni rispetto alla fine del nastro (altrimenti il cordino scivola via, cosa che non accade col nastro in cotone e vecchie pieghe, hanno uno “scalino”) diamo due giri e applichiamo un nodo semplice.

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Importante: nel momento in cui annodiamo dobbiamo lasciare almeno 15 cm di corda liberi che vanno verso la leva. Anche di più se vogliamo, ma è fondamentale che il capo annodato che non sarà avvolto si diriga verso la leva freno.

Ed è altrettanto importante avvolgere il cordino nello stesso verso in cui abbiamo avvolto il nastra manubrio, con quel movimento a mimare l’accelerare sulla moto di cui ho spesso parlato.

Tenendo il capo più corto, quello che va verso la leva freno, ben teso iniziamo ad avvolgere il nostro cordino facendolo passare SOPRA il lato corto.

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Nell’immagine sopra è lento perché l’ho solo poggiato, con una mano stavo fotografando non potendomi fidare troppo della messa a fuoco automatica dell’autoscatto.

Compiamo un dato numero di avvolgimenti, sempre avendo cura di lasciare il capo corto sotto. Quanti giri? Dipende dal diametro del cordino usato. Un buon lavoro diciamo che prevede una larghezza complessiva, ossia del nastro completamente avvolto, di circa 3cm. A quanti giri corrisponde come detto dipende dal cordino, quindi la cosa migliore è avvolgere prima, fare una prova senza nodi per capirci, e decidere qual è il numero esatto di spire da applicare. E, mi raccomando, che siano le stesse a destra e sinistra, nulla di più brutto di un lato di larghezza diversa dall’altro.

Nel nostro caso io ho applicato 18 avvolgimenti, quindi prendiamo questo dato per spiegare le fasi successive.

Dopo aver compiuto la metà degli avvolgimenti totali (quindi 9) prendiamo il lato corto e pieghiamolo a formare un cappio verso l’attacco manubrio; e proseguiamo con l’avvolgimento, stavolta facendo passare il cordino sopra l’estremità del cappio appena creato.

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Arrivati all’ultimo giro, il diciottesimo per restare coi numeri nostri, facciamo passare il lato lungo (quello che stiamo avvolgendo) all’interno del cappio.

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Tiriamo, senza strappi ma con un movimento continuo e deciso, il lato corto del cordino: in questo modo attireremo verso l’interno, ossia verso l’attacco manubrio, il capo più lungo del cordino (quello che abbiamo avvolto) in modo vada a infilarsi sotto l’incordatura. E’ necessario che il cordino sia un di tipo resistente.

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Tiriamo bene finché il cappio compie il suo dovere, ossia fino a che abbia tirato il capo lungo del cordino al confine con l’incordatura. Non ancora sotto l’incordatura, deve solo aderire. Una volta arrivato a stretto contatto, diamo una piccola ulteriore stretta (di fatto stiamo abbiamo creato un nodo) sempre senza farlo entrare sotto le spire e tagliamo l’eccesso del cordino lungo a filo col nodo appena creato.

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Una volta tagliato l’eccesso possiamo riprendere in mano il cordino rimasto, quello che in tutto l’articolo abbiamo chiamato lato corto e che ci è servito a formare il cappio. Tiriamo con decisione, anche stavolta senza strappi bruschi ma in costante tensione: il suo fine è richiamare sotto l’incordatura il nodo di chiusura appena eseguito.

Poiché il cappio lo abbiamo formato quando il numero delle spire era la metà di quelle totali questo significa che il nostro cordino rimasto tirerà il nodo fino al centro dell’incordatura. Una volta tesato bene dobbiamo solo tagliare l’eccesso, spingere con un dito a nascondere tra le spire e nessuno vedrà mai che lì c’è la chiusura.

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Il lavoro è più semplice a fare che descrivere, un video sarebbe stato più appropriato lo so, ma restano le mie oggettive difficoltà nel crearli, tutto da solo.

Il trucco è tutto nel cappio, il buon risultato finale garantito dal simmetrico numero di spire a destra e sinistra e senza raggiungere una eccessiva larghezza. L’inconveniente è che se dobbiamo svolgere il nastro manubrio per qualche motivo l’incordatura dobbiamo tagliarla. Ma una volta appresa la tecnica sono meno di cinque minuti a lato. E l’effetto finale ripaga del tempo speso.

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COMMENTS

  • <cite class="fn">Matteo</cite>

    Complimenti, sempre bravissimo! Mi permetto un piccolo suggerimento ove eventualmente realizzabile. SI può prendere in considerazione l’ipotesi di “incollare” tra di loro le spire con una vernice trasparente o simile?

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Matteo, se la superfice del nastro è particolarmente scivolosa si, si può fare. Io do solito do qualche punto di collante leggero sotto, nella zona non a vista, per tenere meglio le spire tra loro.

      Fabio

  • <cite class="fn">Elisa</cite>

    Buongiorno Fabio e complimenti per il sito. Il mio animo matematico (che è così, a prescindere dal titolo di studio) apprezza tutte le pignolerie, parole e foto, che ricerco sempre prima dei video. Sto spremendo questo blog, al fine di smontare e rimontare completamente una vecchia Bdc, imparando come funziona fino all’ultima sfera.

    Domanda: questa tecnica del cordino è la stessa utilizzata per proteggere il telaio di Raum e della Trek (tubo orizzontale e fodero sotto la catena) o richiede qualche accortezza, al di là della lunghezza?
    Ho cercato per il sito, perdendomi.
    Che tipo di cordino utilizzare? Come la vedi applicata sull’orizzontale tra le fascette passaguaina, lasciando il cordino aderente al tubo, e la guaina freno esterna (per evitare il rigonfiamento sotto il cordino, ma ci sto meditando)?

    Grazie per qualunque risposta e ancora chapeau per il blog, che cito a qualunque amico si interessi di queste cose (Valle d’Aosta)

    Elisa

    • <cite class="fn">Elessarbicycle</cite>

      Ciao Elisa, felice di sapere che c’è chi apprezza il mio essere disturbato 😀
      No, la tecnica che uso per il nastro non la sfrutto per le protezioni. Il cordino sul telaio ha diametro superiore, verrebbe un bozzo.
      Sui telai applico sempre una pellicola adesiva trasperente, avvolgo il cordino e poi a seconda del tipo corda/foggia tubo eseguo nodo non a vista e/o blocco con punto di colla. Che agisce, se cola, sull’adesivo sottostante e non sul telaio.

      Fabio

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