L’anima della bicicletta

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La bici non è solo un pezzo di acciaio o alluminio o fibra.

Si va bene, starete pensando, adesso parte il solito pistolotto pseudo filosofico sulle bici che hanno un anima: bravi, avete indovinato! Ah dimenticavo, hanno anche un genere, femminile, e sono gelose e vendicative. Un uomo non perdona ma dimentica, una donna perdona ma non dimentica…

Non mi è mai capitato di avere una sola bicicletta, sempre almeno due (e fino a una decina e oltre) contemporaneamente. Quindi mi sono trovato spesso a venderne qualcuna oppure a dover dedicare più attenzioni a una piuttosto che a una altra.

Le gelosia è abbastanza semplice da controllare. Quando costruivo Elessar e non avevo occhi che per lei, la mia Xeon mi teneva il broncio. Come fa una bici a tenerti il broncio? Ma questo qui che scrive è da ricovero? Si, probabile.

Una bici se la trascuri per una altra se ne accorge. E ti manda tanti piccoli segnali.

In salita non ti segue più pronta come prima, la cambiata si fa meno fluida, quando la riponi sul cavalletto da camera la ruota anteriore non sarà più in linea ma si sposterà un poco a darti le spalle, ogni volta che la osservi ti sembrerà distogliere lo sguardo da te, insomma, ti fa capire di essere offesa.

In questi casi il ciclista agisce come il più banale dei fedifraghi: la rimpinza di regali e attenzioni superflue.

Così è successo che mentre montavo Elessar, in ogni ordine c’era un pezzo anche per la Rose; un dente di cane nuovo con serigrafato il marchio della bici, un batticatena dedicato sempre col marchio ma a rilievo, o i copricomandi in tinta col nastro.

La lavavo anche se non ce ne era bisogno perché dall’ultima pulizia non ero più uscito, la mettevo sul cavalletto per una manutenzione inutile o le controllavo un raggio allentandolo di proposito per giustificare un passaggio sul centraruote. Insomma, la facevo sentire ancora desiderata. In un eccesso di pudore evitavo stessero nella stessa stanza; quindi mentre lavoravo sulla Xeon, Elessar era altrove.

Di solito funziona questa ipocrisia e la convivenza riprende pacifica.

Non ha preso molto bene l’essere spodestata dal suo abituale ricovero, davanti la scrivania del mio studio, dove ora riposa Elessar. Sentirsi privata del suo grado di ammiraglia è stato un duro colpo.

Però sono riuscito a rimediare: quando le ho fatto capire che le uscite in cui sui pedali volevo dare tutto me stesso le avrei fatte solo con lei, le cose tra noi sono migliorate.

C’è però un altro momento, traumatico, dove regali e attenzioni non sortiscono effetto: la vendita.

La bici lo capisce quando è arrivato il suo turno, e si vendica.

Tu scrivi nell’annuncio che è in condizioni estetiche perfette? E subito dopo compare quel graffietto che prima non c’era.

Tu scrivi nell’annuncio che la meccanica ha funzionamento inappuntabile? E subito il deragliatore ti fa saltare la catena.

Tu scrivi nell’annuncio copertoncini nuovi? E subito trovi il taglietto sul battistrada.

Vogliamo parlare delle foto? Certo, ne parliamo, perché lì c’è la prova di tutto il loro rammarico.

Confrontate le foto che avete scattato durante una uscita, quando avete conquistato la vostra cima, con quelle che invece avete fatto per inserirle nell’annuncio.

Nelle prime la bici è luccicante, radiosa, allegra, nelle seconde appare smorta, scialba, trasandata.

Non è in posa, cerca di camuffarsi, di non mettere in risalto le proprie qualità per non scatenare la curiosità di un altro ciclista.

Dal momento della pubblicazione dell’annuncio ti ritrovi ogni giorno a fronteggiare il suo sguardo interrogativo, deluso: cos’ha più di me quella bici di cui ti sei invaghito?

Che puoi rispondere? Che l’altra pesa 100 grammi in meno? Cambiami i pedali, li perderò pure io 100 grammi!

Che con l’altra andrò più veloce? Allenati di più, saprò farti volare!

Che l’altra è più bella? No, questo mai, non potrei essere così crudele.

Come un casanova di infima categoria, le fai capire che è stato stupendo il vostro periodo insieme ma tutte le belle storie hanno una fine.

Le prometti che farai attenzione a che il nuovo proprietario sia bravo e la tratti con cura, ne sappia apprezzare le doti.

Poi, da carogna quale sei, chiudi la porta della stanza e corri a controllare se qualcuno ha risposto al tuo annuncio…

Buone pedalate


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COMMENTS

  • <cite class="fn">parkerken</cite>
  • <cite class="fn">fabrizio ippolito</cite>

    Ciao Fabio,
    hai perfettamente ragione, ed e’ il motivo per cui io da determinati oggetti, vedi ad esempio la mia moto, io non credo di separarmi mai.Sono tendenzialmente monogamo e fedele e questo si riverbera fortemente anche nei rapporti che instauro con le ”cose” a cui tengo di piu’.
    Un altro esempio e’ la mia Scapin in acciaio a cui dedico ancora tante cure, sebbene non la pedali abbastanza causa impegni e maltempo, non mi ha messo il broncio in queste due settimane di inutilizzo perche’ sa che pipa e manubrio nuovi l’attendono…

    • <cite class="fn">fabiolora</cite>

      Io no, sono fedele con la consorte (hai visto mai leggesse…), ma con bici e moto proprio non ci riesco.
      Né monogamo né fedele, anche se Elessar oramai ha un posto speciale.
      Ma non sarà mai sola: la favorita, ma non l’unica 🙂

      Fabio

      • <cite class="fn">clau</cite>

        …il sultano e il suo harem!

        • <cite class="fn">fabiolora</cite>

          Oibò, la scelta del termine “favorita” non era a casaccio…
          Considerato che non posso avere un harem ben frequentato di quella che è la mia prima passione, mi accontento di riempirlo della mia seconda passione, le biciclette

          fabio

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