La grande industria ha fatto sparire i piccoli artigiani?

Io la pongo come domanda, troppi la calano come affermazione.
Il mercato della bici è in crisi, sono molti mesi che ne parlo, da ben prima che si paventasse un calo di vendite. I segni c’erano tutti, non tutti hanno voluto vederli.
Nel menù in alto trovate un indice dedicato agli articoli su mobilità e bike economy, potete farvi una idea se ne avete voglia.
Qualche settimana fa ho deciso di riversare anche in video alcuni argomenti, chi segue il blog sa che non amo troppo questo format, soprattutto per ragioni esterne.
Qui, sul blog, l’articolo lo dovete leggere. Ci riflettete. Che siate o meno d’accordo con me non importa, quando intervenite lo fate dopo aver ponderato i contenuti.
In video no, la maggior parte salta diversi minuti o si ferma all’immagine di copertina, sparando poi commenti a casaccio, del tutto avulsi dal tema trattato.
Io ho fatto del filo diretto coi lettori un punto focale della vita del blog, tutti voi qui sapete che potete contattarmi e mai nego una risposta.
Ho provato lo stesso con il canale video, rispondendo ai commenti ma negli ultimi tempi, su questi temi di mercato, ho rinunciato, troppe sciocchezze.
Si, la stessa persona che mi aveva convinto ad aprire il canale YouTube mi mise in guardia, mi avvisò che avrei avuto un pubblico diverso, altro che la pace e l’intelligenza di voi lettori. Io al solito ascoltai, assentii, e poi feci di testa mia. Al solito, aveva ragione lui.
Perdonate questa introduzione del tutto fuori tema ma è per spiegare il perché del video che trovate in basso.
In tanti gioiscono per le aziende che chiudono, più sono grandi più son contenti. Tralasciando la nulla empatia per le maestranze licenziate, accusano le grandi aziende di aver causato la chiusura dei piccoli artigiani.
Una sciocchezza colossale.
Gli artigiani hanno chiuso perché i ciclisti vogliono la bici sempre più leggera e veloce, e questo lo ottieni solo con i telai in carbonio.
Un investimento non alla portata degli artigiani.
Un fasciato è ancora sostenibile, a spanne siamo sui 1500 euro a stampo per singola taglia, 3000 per il carro, quindi con 25000 euro ce la fai a coprire un buon range di misure. Ovviamente data la tipologia di costruzione sono stampi che permettono una certa personalizzazione ma non come una dima per saldare quelli in acciaio, capace di coprire ogni geometria e angolo.
Lo stampo per un monoscocca orbita tra i 100.000 e i 150.000 euro: per singola taglia. Solo per il triangolo anteriore, il carro è sempre fatto a parte e poi incollato.
Quindi un artigiano che volesse coprire tre misure deve mettere in conto dai 300.000 euro a salire per gli stampi.
Senza possibilità di creare un su misura, che poi dovrebbe essere l’essenza dell’artigianalità.
Esistono ancora artigiani del carbonio ma usano il fasciato o comunque i prezzi sono alti pure lì. Ed ha senso in questo caso, la cura costruttiva è altissima e il prezzo ne è giusta conseguenza.
Quindi, in sintesi: è la grande industria ad aver fatto chiudere gli artigiani oppure i ciclisti che per 10 grammi in meno e due watt in più sono disposti a tutto?
Vi lascio al video, dove sviluppo queste considerazioni. Proprio perché il pubblico di riferimento è quello, voi questa sciocchezza non l’avreste mai detta.
Questo il link diretto, altrimenti miniatura in basso.
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.