La grande beffa del metro e mezzo di distanza

Nuovo Codice della Strada, salutato da tanti che non l’hanno letto come un passo avanti per la sicurezza stradale.
E malgrado le forti limitazioni per chi si sposta in bici, tanti ciclisti hanno accolto con favore la codificazione del famoso metro e mezzo di distanza di sicurezza in fase di sorpasso di una bicicletta.
Tanto da rispondere sempre a chi solleva perplessità sul passo indietro per la sicurezza stradale: “Eh, però adesso c’è il metro e mezzo”.
No, non c’è.
Ma come? E’ scritto nero su bianco, art. 148 C.d.S.!
Vero, però se lo leggiamo, cosa che pochi hanno fatto, scopriamo la grande beffa.
Quello che a noi interessa è il comma 9 bis che recita testuale: “9-bis. Il sorpasso dei velocipedi da parte dei veicoli a motore deve essere effettuato con adeguato distanziamento laterale in funzione della velocità rispettiva e dell’ingombro del veicolo a motore, per tener conto della ridotta stabilità dei velocipedi, mantenendo, ove le condizioni della strada lo consentano, la distanza di sicurezza di almeno 1,5 metri. Chiunque viola le disposizioni del presente comma è soggetto alle sanzioni amministrative di cui al comma 16, primo periodo“.
Il sottolineato e colorato è mio. Perché è qui, in queste poche parole che si cela l’inganno.
Provate a rileggere lo stesso comma eliminando la parte in rosso: cosa risulta?
Appunto, ne risulta che puoi superare solo mantenendo la distanza di 1,5m. Se la strada è stretta da bravo ti accodi, aspetti il momento in cui la strada è larga, metti la freccia, mantieni la distanza, superi e poi rientri.
Nella sua formulazione attuale invece l’aggiunta di quel “ove le condizioni della strada lo consentano“, fortemente voluto dal ministro delle infrastrutture e trasporti giacché in commissione in prima lettura non c’era (basta consultare gli atti parlamentari) vanifica completamente la distanza di sicurezza.
Perché se la strada non lo consente non è che non puoi superare: puoi superare senza dover sottostare ad alcuna distanza minima di sicurezza.
Se la strada non lo consente puoi fare il pelo al gomito del ciclista.
Perché se la corsia è larga solo un demente ci supera sfiorandoci; ce ne sono è vero ma per fortuna non la norma. Spero.
Il problema sorge quando lo spazio è risicato: è qui che in nome della sicurezza evocata dal ministro si dovrebbe impedire il sorpasso finché le condizioni della strada non permettono di ottenere il metro e mezzo di distanza.
Ed è proprio quello che il ministro impedisce sbandierando il suo Codice delle Stragi.
Chiudo con una ultima notazione.
I battibecchi via social mi interessano nulla, i quotidiani hanno titolato di un botta e risposta tra Vasco e il ministro, ho dato una scorsa.
Quest’ultimo ha risposto, convinto di sferrare il colpo del ko, invitando il cantante a confrontarsi con le associazioni vittime della strada e con i genitori che hanno perso un figlio in un incidente stradale.
Ossia tutti quelli che da mesi e mesi vanno ripetendo al ministro che il suo Codice della Strada è profondamente sbagliato, aumenta la pericolosità stradale e, giusto per chiarire, l’hanno ribattezzato Codice delle Stragi.
Versione video, questo il link diretto o miniatura in basso.
Buone pedalate
Sono Fabio Sergio, giornalista, avvocato e autore.
Vivo e lavoro a Napoli e ho dato vita a questo blog per condividere la passione per la bici e la sua meccanica, senza dogmi e pregiudizi: solo la ricerca delle felicità sui pedali. Tutti i contenuti del sito sono gratuiti ma un tuo aiuto è importante e varrebbe doppio: per l’offerta in sé e come segno di apprezzamento per quanto hai trovato qui. Puoi cliccare qui. E se l’articolo che stai leggendo ti piace, condividilo sui tuoi social usando i pulsanti in basso. E’ facile e aiuti il blog a crescere.
Tu la chiami beffa io la chiamo presa per i fondelli, giusto per non essere volgare.
Possibile che non si realizzi che anche se la misura fosse di 2 metri sarebbe inattuabile.
Chi è come potrà vigilare, verificare e sanzionare?
E in caso malauguratamente di sinistro chi potrà rilevare oggettivamente il dolo?
Veramente c’è chi si sente tutelato da misure come questa?
Rientra perfettamente nelle misure propagandistiche del ministro in discussione.
Esatto Pierluigi. A meno di una pattuglia appostata su strada larga a sufficienza e l’automobilista colto in flagrante, di fatto questo inciso oltre a essere una autorizzazione a non rispettare la distanza significa anche l’impossibilità di stabilire con certezza le responsabilità in caso di sinistro.
Di fatto è un chiaro invito agli automobilisti a fare quello che gli pare, come del resto ogni modifica introdotta dal ministro.
Fabio
buongiorno Fabio,
la faccenda del metro e mezzo mi lascia ancora perplesso, anche dopo aver letto la tua opinione.
Come tutti noi, vado in bici e vado in auto
e abito in Liguria, nell’entroterra della provincia di Imperia.
La strada che percorro tutti i giorni per andare a lavorare (13 km di discesa e 13 di salita) è stretta..
a stento passano due macchine.
Se dovessi attendere che ci siano le condizioni per sorpassare un ciclista, scenderei o salirei alla velocità della bici
Soprattutto nei fine settimana la strada è molto frequentata, sia da auto che da bici.
La mia situazione è tipica di tutto il nostro entroterra e immagino sia così in molte altre località.
Anch’io odio gli automobilisti che mi fanno il pelo (pochi per fortuna), ma il mio timore è che se non avessero inserito quel capoverso/controverso per noi ciclisti sarebbe stato ancora più limitante.
mi spiego meglio..
piuttosto che “bloccare il traffico”di gente che tutti i giorni lavora e vive, temo avrebbero vietato il traffico alle bici..
e qui torna in mente il tuo articolo sul perché il divieto ai monopattini dovrebbe preoccupare un po’ anche noi..
grazie per tutti i tuoi contributi che leggo sempre con piacere
Ciao Sandro, mi rendo conto della tua particolare situazione ma non solo, come giustamente ci ricordi, è qualcosa che avviene in terra ligure quanto qualcosa che si verifica in qualunque Paese abbia rilievi e strade che li percorrono. Nondimeno in molte Nazioni è un obbligo, questo della distanza codificata, in vigore e hanno anche lì le montagne e relative strade. E nessuno si lamenta. Perché alla base c’è una profonda differenza culturale, finché vivremo convinti della superiorità dell’auto e che ha diritti superiori, primo fra tutti quello alla velocità (come ha codificato il nuovo cds facendo tabula rasa dei velox) norme come questo malfatto comma 9bis resteranno in vigore.
Chiunque di noi si sia recato in altre Nazioni ha sicuramente notato un differente comportamento sulle strade. Mi ricordo ancora, ero ragazzo, primo viaggio in moto in terra francese: strada stretta, tir enorme, impossibile per me avere visibilità per un sorpasso. L’autista attivò la freccia destra che, compreso solo dopo diversi chilometri, era il suo segnale di “strada libera, superami”. Rientrato in Italia altro che segnale, le frecce manco per avvisare della svolta. Pari diritti e pari dignità per tutti. Questo è quello che serve.
Fabio
Grazie Fabio le tue precisazioni sono molto utili per comprendere meglio quanto partorito da persone che sono a dir poco irresponsabili. Rimane sempre a me sconosciuto come i lombardi e i veneti, grandi utilizzatori e praticanti di bicicletta, possano continuare a dare fiducia a menti strane che pare si divertano a creare problemi all’uso della bicicletta, alla moderazione delle velocità degli automezzi, alla creazione di piste ciclabili idonee ecc. ecc.
cordiali saluti
Ciao Alessandro, più che lombardi o veneti, a me sorprende che chiunque abbia passione per la bici o la usi anche solo per spostarsi continui a dare fiducia a chi da anni (non solo il partito del ministro…) non perde occasione per dichiararci guerra.
Non che dalla parte opposta abbiano mai fatto molto, questo è vero…
L’unico che veramente ha dato, ha provato a dare, un forte impulso a tutta la mobilità sostenibile è stato Draghi. Vanificato all’insediamento dell’attuale governo.
Fabio
Stamani ho fatto un giro con la bici in ambito cittadino ed ho avuto la netta impressione che le auto passassero + lontano del solito,qualcuna si è anche accodata per provenienza di auto in senso opposto, qualcuna ma non tutte.